Gli studenti di un corso in agricoltura sociale

 

Una nuova classe di futuri progettisti sociali nell’ambito dell’agricoltura. Abbiamo conosciuto gli iscritti alla quarta edizione del MAS, il corso di Agricoltura Sociale di Oasi, Rete Fattorie Sociali e Scuola IaD

 

C’è chi si occupa di agricoltura e chi si occupa di sociale. Altri conoscono bene l’agricoltura sociale, perché hanno vinto la borsa di studio offerta da Confagricoltura con il concorso Coltiviamo Agricoltura Sociale. Qualcuno, invece, viene da settori professionali molto diversi e vuole cambiare vita. O ritornare nella propria terra di origine. C’è anche chi si è appena laureato e sta continuando gli studi con un Master professionalizzante.
Anche quest’anno, le lezioni saranno seguite da ogni parte d’Italia. Dal Piemonte alla Sicilia. Comodità resa possibile dall’e-Learning.

Quella che mercoledì 13 marzo abbiamo conosciuto è una classe eterogenea di persone che hanno il sogno di dar vita ad un’azienda agricola attenta ai bisogni delle persone più deboli della comunità. O vogliono imparare a progettare in modo efficacie interventi sociali in ambito agricolo.

 

Ad ottobre 2021 aprono le iscrizioni al Master in Agricoltura Sociale di Oasi, Kairos, Rete Fattorie Sociali e Università di Roma Tor Vergata.

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Primo giorno di Master

Aria da primo giorno di scuola nell’aula multimediale della Scuola IaD, all’interno del campus dell’Università di Roma Tor Vergata. Siamo alla quarta edizione del Master in Agricoltura Sociale che Oasi organizza in collaborazione con la Rete Fattorie Sociali e la scuola per l’Istruzione a Distanza. Da ogni parte d’Italia, e non solo, ci si è ritrovati per quello che è uno dei pochi appuntamenti in presenza di questo corso in agricoltura sociale che si svolge quasi totalmente a distanza, su una piattaforma Moodle.

 

Un corso di agricoltura sociale in blended learning… ma senza “perdersi di vista”

Un Master online. Un corso in agricoltura sociale a distanza che sfrutta gli strumenti dell’e-learning. Ma sono necessari alcuni appuntamenti in presenza. Il primo dei quali è quello che inaugura l’inizio del corso. Un’occasione per far conoscere dal vivo alcuni degli insegnanti che gli studenti incontreranno nelle video lezioni (sincrone o asincrone) o che leggeranno nelle dispense. Un’opportunità per far conoscere tra loro anche gli studenti stessi. Per iniziare a intrecciare una rete di relazioni e collaborazioni che è uno dei tipici punti di forza dell’agricoltura sociale e, in particolare, degli insegnamenti dello stesso Master.

Il primo appuntamento, infatti, è stato utile per fare gruppo e iniziare a riflettere sui propri sogni e sui propri obiettivi. Il primo passo verso la redazione e, magari, la realizzazione di un progetto di agricoltura sociale. Quel progetto che, a dicembre, gli studenti presenteranno come elaborato finale del Master.

 

Laboratorio di progettazione

Questa prima lezione, dopo una fase iniziale di presentazione a cura del prof. Andrea De Dominicis, ha visto la partecipazione di Marco Serra, che condurrà il laboratorio di progettazione che caratterizzerà le altre 3 lezioni in presenza, a settembre e novembre. Laboratorio che sarà l’occasione per iniziare a mettere in pratica le conoscenze acquisite con i moduli studiati in e-learning. Ma anche un’opportunità per lavorare in gruppo. Quindi, per testare le proprie capacità nel creare partnership e mettere alla prova la solidità dei progetti che gli studenti sognano di realizzare.

Laboratorio di progettazione con Marco Serra

Laboratorio di progettazione con Marco Serra

Docenti e moduli del corso di agricoltura sociale

A presentare il percorso che si dirama in 5 Insegnamenti (Contesto; Attori; Principi, strategie e metodi; Strumenti; Progettare in Agricoltura Sociale) c’erano i docenti di riferimento del Master, Andrea De Dominicis e Marco Berardo Di Stefano (presidente della Rete Fattorie Sociali).

Partendo dalle conoscenze teoriche di base (storia dell’agricoltura sociale; terminologia del sociale; riforme di riferimento del settore, ecc.) il master proporrà, successivamente, moduli che inquadreranno i protagonisti dell’agricoltura sociale (beneficiari, aziende, reti, ecc.) e le strategie per progettare servizi di pubblica utilità (come la progettazione in partnership). Infine, si andrà sempre più nello specifico: le competenze necessarie nell’ambito della progettazione sociale. Il 4° Insegnamento prevede moduli relativi al fundraising, ai fondi europei e a quelle conoscenze necessarie per avere gli strumenti utili nel futuro professionale scelto dagli studenti di un corso in agricoltura sociale. Con il 5° e ultimo Insegnamento si tratterà la progettazione sociale nello specifico, anche la progettazione europea, con moduli che riguarderanno anche il monitoraggio, la valutazione d’impatto e la rendicontazione sociale.

 

A breve la pubblicazione dei primi materiali di studio

Non ci resta che concludere augurando agli studenti di questa quarta edizione del Master un in bocca al lupo da parte di tutto lo staff dell’Associazione Oasi e dei docenti del corso universitario.
A settembre ci rivedremo per il laboratorio in presenza, sempre all’Università di Roma Tor Vergata. Non prima di aver superato il primo dei tre test previsti dal Master. Intanto, dal 15 marzo troverete in piattaforma i materiali dei primi modulo dell’Insegnamento 1 (Contesto).

Buono studio!

 

Consulta il bando del Master in Agricoltura Sociale 2021

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Convegno del 31 gennaio a Roma
 

Il 31 gennaio 2019 ci sarà il convegno rivolto a educatori e operatori sociali “Cittadini in crescita. Esserci nelle decisioni”. Analisi e proposte per ripensare la partecipazione delle persone di minore età

 

Il Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale, Ufficio servizi di accreditamento e supporto alla regolamentazione interventi ex L. 285/97, organizza il Convegno cittadino “Cittadini in crescita. Esserci nelle decisioni”. L’evento si terrà giovedì 31 gennaio 2019, dalle ore 9:00 alle ore 17:00, presso la sala convegni di in via Assisi 41.

Il CROAS Lazio ha riconosciuto all’evento 5 crediti formativi e 2 crediti deontologici.

L’iniziativa si propone di offrire agli educatori e agli operatori sociali analisi e proposte per ripensare il senso e la praticabilità della partecipazione delle persone di minore età nella vita della comunità locale.

Il Convegno – aperto dall’assessora Laura Baldassarre – prevede interventi di Giulio Moini (Università Sapienza), Raniero Regni (Università LUMSA), Marco Mietto (Rete ITER), Mirta Michilli (Fondazione Mondo Digitale) e Stefano Laffi (Cooperativa Codici).

Leggi il programma del convegno

Il convegno fa tesoro di anni di impegno e di progetti nati dal Fondo della legge 285/97.

 

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Workshop

Nel pomeriggio i partecipanti saranno impegnati in tre workshop, in cui saranno affrontate tematiche relative alle modalità, ai luoghi e agli strumenti per un’effettiva partecipazione dei bambini e dei ragazzi nei processi decisionali che riguardano la loro vita.

 

Quando:

31 gennaio 2019 – Ore 9.00-17.00

 

Dove:

Sala convegni del Comune – Via Assisi 41, Roma

 

Come iscriversi?

Compila il modulo scaricabile cliccando qui e invialo a [email protected]

Le iscrizioni sono aperte fino ad esaurimento posti e comunque entro e non oltre il 28 gennaio.

 

Programma del convegno del 31 gennaio “Cittadini in crescita. Esserci nelle decisioni”

9:00 Accoglienza e registrazione partecipanti
9:30 Saluti istituzionali
Laura Baldassarre, Assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidale di Roma Capitale
9:45 Partecipazione delle persone di minore età e decisioni pubbliche: un rapporto da costruire
Giulio Moini, Sapienza – Università di Roma
10:15 Educare ad essere e sentirsi parte: per una pedagogia della condivisione
Raniero Regni, Università LUMSA Roma
10:45 Esserci – Non esserci: questo è il problema
Marco Mietto, Associazione Rete ITER
11:15 – 11:30 Coffee break

11:30 Tecnologie digitali e processi partecipativi: potenzialità e rischi
Mirta Michilli, Fondazione Mondo Digitale
12:00 Silenzio, parliamo noi
Stefano Laffi, Cooperativa Codici
12:30 Conclusioni e presentazione workshop pomeridiani
Martino Rebonato, Associazione Oasi
13:00 – 14:00 Light lunch

14:00 Realizzazione in contemporanea di tre workshop a tema:

  • Gestione partecipata nei Poli ragazzi (a cura della cooperativa Codici)
  • Cultura digitale e partecipazione (a cura della Fondazione Mondo Digitale)
  • Territorio e partecipazione delle persone di minore età (a cura dell’associazione CantieriComuni)

15:45 Restituzione in plenaria delle suggestioni emerse nei tre workshop
16:45 Registrazione in uscita

Scarica il programma

 

Accreditamento presso l’Ordine degli Assistenti Sociali

Il CROAS Lazio ha riconosciuto all’evento 5 crediti formativi e 2 crediti deontologici.

 

Per informazioni

telefono ► 06.6710539506.6710538006.67105294

 

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Progetti Agricoltura Sociale nati dal Master

 

Ecco i progetti di Agricoltura Sociale degli studenti che si sono diplomati al Master di Oasi, Rete Fattorie Sociali e Scuola IaD – Università di Tor Vergata

 

Il mondo della progettazione sociale nel Terzo Settore, in particolare nell’ambito degli interventi all’interno di aziende agricole multifunzionali, si sta arricchendo di nuovi professionisti.
Anche la terza edizione del Master in Agricoltura Sociale volge al termine, con gli studenti che si apprestano a completare il proprio percorso con la redazione e la discussione di un progetto realizzabile grazie alle loro nuove conoscenze acquisite.

 

Scopriamo insieme…

 

Perché serve un Master per progettare agricoltura sociale?

Il corso universitario di Oasi, Scuola IaD e Rete Fattorie Sociali offre un titolo equivalente a quello di una laurea magistrale. Ma non solo. Offre, soprattutto, gli strumenti e le esperienze per realizzare i progetti di agricoltura sociale sognati da educatori, imprenditori agricoli, operatori nel campo del sociale.
Gli studenti che hanno completato il percorso conoscono i principi della progettazione sociale e le possibili fonti di finanziamento (pubbliche e private, derivanti da bandi o dalla raccolta fondi). Hanno imparato ad attingere informazioni in ambito giuridico, economico o riguardanti il marketing.

 

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Quali progetti di agricoltura sociale stanno realizzando gli studenti?

Progetti in cantiere, specialmente per chi si è appena diplomato nella 3° edizione del Master. Ma anche progetti di agricoltura sociale già in fase di realizzazione, per chi si è diplomato già da un anno. Eccone alcuni esempi.

 

Fattorie didattiche

Produzione agricola ma anche percorsi per bambini e ragazzi delle scuole. Un modo per educare creando un contatto con la natura. Ne è un esempio la Tenuta Melofioccolo, di Fernanda Petrone. “Uno spazio accogliente in cui non esista distinzione tra persone che presentino condizioni di disagio o meno” lo definisce nel video promo del Master.

 

Percorsi di inclusione socio-lavorativa

L’agricoltura sociale è, sempre più spesso, un’opportunità di inclusione nel mondo del lavoro e, quindi, nella società. Per migranti, disabili, neet e non solo. Diverse tipologie di disagio, che causano emarginazione, possono essere affrontate con progetti personalizzati per l’inserimento lavorativo.  Ed è in questo ambito che oggi è impegnato, in Sardegna, Giuseppe Lillus. Anche lui ha raccontato la sua esperienza di educatore e progettista sociale nel video promozionale del Master.

L’inserimento in aziende profit, quindi in un contesto di mercato “reale”, è la specificità del progetto di Michele Scrinzi, in collaborazione con le aziende agricole Lagarina e Maso Baron.
In Trentino anche il progetto di Valentina Brentari, Mi coltivo, persegue lo scopo dell’inclusione sociale e lavorativa aprendo le porte di 3 aziende agricole alle persone con disabilità e fragilità. Il valore del lavoro è racchiuso in nuovi processi produttivi, spazi inesplorati, relazioni: tutto rigorosamente a km0!

 

Fare rete sul territorio

Fare rete è uno dei modi migliori per rendere più efficienti le opportunità di inclusione sociale e lavorativa offerte da diverse realtà dello stesso territorio. Con il progetto SolCare, al quale partecipa l’azienda Volta la Terra di Costanza Mestichelli, è nata una rete di aziende agricole e servizi territoriali nella provincia di Viterbo che rende possibile la collaborazione tra realtà e professionalità.

 

Attività e formazione per i disabili

Scoprire e far sviluppare le potenzialità di tutti gli individui, e superare l’handicap psichico o motorio. In questo modo un progetto di agricoltura sociale può permettere l’inclusione e la formazione dei soggetti con particolari difficoltà. Questo è ciò che fa il progetto “Curare la terra, Coltivare l’integrazione“, al quale Maria Nives Leone collabora. Si tratta di “formazione agricola specifica ad un gruppo di 13 bambini e ragazzi con disordini del neuro sviluppo, in particolare con disturbo dello spettro autistico, al fine di individuare precocemente le potenzialità individuali di ognuno e di conseguenza le loro future attitudini lavorative“.

 

Attività e formazione per migranti e rifugiati

Tra i progetti più interessanti presentati dagli studenti appena diplomati nella 3° edizione del Master c’è quello di Cristina Pianca, che ha in cantiere un progetto di agricoltura urbana in un campo profughi in Giordania. Una fattoria urbana, ma anche un’iniziativa formativa ed educativa per i profughi palestinesi di Baqa’a.

 

Innovazione dei modelli di produzione/distribuzione

L’agricoltura sociale è tradizione al servizio dell’innovazione sociale e produttiva. Ed un esempio interessante di innovazione è Local to you, che vede l’impegno di Lorenzo Sazzini. “Una startup che effettua la vendita on line di prodotti agricoli freschi e trasformati biologici certificati, provenienti da agricoltura sociale e aziende d’eccellenza del territorio. Local to You promuove l’agricoltura biologica e locale con particolare attenzione all’etica con la quale vengono coltivati i prodotti“.

Innovazione che Lorenzo porta avanti anche con Ortofficine Creative. “Un modello innovativo di welfare e di sviluppo territoriale partecipato intrecciando innovazione rurale, sociale e culturale per consolidare processi trasformativi di cooperazione di comunità”.

Talmente innovativo e interessante che non vediamo l’ora di assisterne alla realizzazione, è il progetto di Mercato Elementare presentato da Chiara Rosolen in questa 3° edizione. Un mercato di prodotti agricoli a KM0 nello spazio di una scuola elementare: “un pretesto di sensibilizzazione delle famiglie della scuola primaria, a stili alimentari più sani, con un orientamento al consumo ai prodotti locali e biologici“.

 

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Opinioni degli studenti del Master in Agricoltura Sociale

 

Progettazione sociale: i primi laureati al Master in Agricoltura SocialeGli studenti della 2° edizione del Master hanno già portato brillantemente a termine il proprio percorso con il Master. Abbiamo chiesto ad alcuni di loro un parere sull’esperienza che hanno vissuto.

Lorenzo Pacifico

Grazie al Master adesso ho una visione molto più ampia del mondo dell’agricoltura sociale, in particolare delle problematiche che posso incontrare in fase di progettazione e delle possibilità che ho per risolverle.

Il mio ruolo nel progetto che vorrei realizzare sarà quello di coordinare ed indirizzare verso obiettivi condivisi varie competenze che fino ad oggi si sono ignorate a vicenda.
Non è facile, ma dopo del master ho senz’altro più possibilità di riuscirci.

 

Valentina Sovrani

In questo master ho molto apprezzato la capacità di combinare la comodità dell’ e-learning con l’opportunità d’ incontro e conoscenza tra professionisti di realtà diverse.

Durante il percorso di studio ho elaborato un progetto che impegnerà ragazze vittime di tratta in tirocini formativi presso aziende agricole piemontesi.  Si prevede da parte loro l’acquisizione di capacità professionali, grazie alle quali potranno gestire in autonomia un orto e ricavarne prodotti agricoli da usare nella loro cucina.

 

Giuseppe Lillus

Il master è stato molto utile per avere un quadro macro sull’Agricoltura Sociale, specialmente nei vari aspetti normativi e riguardanti la costruzione di reti. Inoltre ha fornito degli strumenti utili per poter offrire un servizio di qualità alle persone e alla comunità.

Il progetto al quale sto lavorando – ha raccontato il pedagogista e progettista sociale che vive e opera in Sardegna – riguarda il far acquisire competenze sociali e professionali a diverse categorie di persone svantaggiate creando una sinergia reciproca attraverso l’ambiente inclusivo e rigenerante dell’Agricoltura.

L’insegnamento in e-learning è stato efficace anche grazie alla disponibilità dei docenti e spero che questa collaborazione continui anche dopo il master, in modo da poter concretizzare il progetto di prova finale, che con i dovuti aggiustamenti in base ai bandi presenterò alle fondazioni private.

 

Formazione per imparare a progettare in agricoltura sociale

Master in Agricoltura Sociale: i bando 2021

 

Ad ottobre saranno aperte le iscrizioni per la 7° edizione del Master in Agricoltura Sociale. È il momento di valutare l’opportunità di crescere professionalmente con un corso che unisce la comodità dell’e-Learning, l’esperienza dei docenti coinvolti e la multidisciplinarietà dell’approccio didattico.

Un anno di lezioni, il 96% delle quali online (video, lezioni sincrone in aula virtuale, dispense, approfondimenti multimediali). Un’opportunità da non perdere, in particolare per chi può accedere ai finanziamenti del fondo FOR.AGRI.

 

Consulta il bando del Master in Agricoltura Sociale 2021

 

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Giovedì 15 novembre 2018, ore 10.00

Biblioteca Hub Culturale Moby Dick

Via Edgardo Ferrati, 3 – Roma (Garbatella)

 

Siamo pronti per presentarvi il progetto in cantiere in questi mesi. Una partnership tra strutture e servizi che si occupano di nuclei familiari mamma-bambino, nata con la Rete Mamma-Bambino e ora maturata nel progetto #Crescereinsieme.

Vogliamo contrastare la povertà educativa dei bambini di 0-6 anni che crescono con madri in difficoltà economiche e sociali. Con i Bambini ha creduto nel nostro progetto. E con il patrocinio di Regione Lazio e Roma Capitale ve lo presenteremo giovedì 15 novembre, ore 10.00, alla Moby Dick biblioteca hub culturale

Conferma la tua partecipazione scrivendo a [email protected]

 

Comunicato stampa

Si terrà giovedì 15 novembre 2018, dalle ore 10.00, a Roma (c/o Moby Dick, via Edgardo Ferrati 3) la conferenza stampa – e a seguire il convegno di apertura – del progetto #CRESCEREINSIEME. Percorsi di prevenzione della povertà educativa per nuclei mamma-bambino in difficoltà. Obiettivo principale del progetto è integrare e mettere a sistema i servizi rivolti ai nuclei vulnerabili mamma-bambino, vale a dire famiglie monogenitoriali in difficoltà economica e/o sociale, composte dalla madre sola con uno o più figli di età inferiore ai 6 anni.

Il convegno di apertura è patrocinato dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma – Assessorato alla Persona, Scuola e Comunità Solidale.

Il progetto – in media partnership con Dire e con Famiglia Cristiana – intende accompagnare le mamme sole con bambini verso il pieno raggiungimento dell’autonomia, sia economica (attraverso un adeguato supporto alla ricerca di una casa e di un lavoro), sia genitoriale (attraverso azioni di sostegno psicologico e supporto alla genitorialità), sia relazionale (attraverso il consolidamento di reti di famiglie solidali e di forme di “welfare leggero”) e contribuire a combattere la povertà educativa dei bambini.

È promosso da 14 organizzazioni con un’esperienza pluriennale sul territorio regionale e ha una durata triennale.

La Regione Lazio ha accompagnato e sostenuto attivamente il processo aggregativo da cui è scaturito il progetto, anche attraverso il finanziamento nel 2015 del progetto “Famiglie e servizi in rete”che ha favorito la nascita e il consolidamento di Mam&Co., la Rete dei servizi e delle strutture per i nuclei vulnerabili mamma-bambino del Lazio. Oggi tale realtà riunisce 21 organizzazioni, costituendo il principale organismo di rappresentanza di questo settore, ed ha collaborato alla stesura dello Schema del Piano Sociale Regionale.

Al convegno parteciperà l’Assessora regionale alle Politiche Sociali Alessandra Troncarelli e Liliana Leone per l’Assessorato alla Persona, Scuola e Comunità solidale di Roma Capitale.


Programma

Conferenza stampa

  • Ore 10.00: Registrazione partecipanti
  • Ore 10.10: La condizione delle donne sole con figli minori in Italia (dott.ssa Mira Savioli, ISTAT)
  • Ore 10.30: Contrastare la povertà educativa, accompagnare le madri all’inclusione, costruire l’infrastruttura sociale: presentazione del Progetto #crescereinsieme (dott. Martino Attilio Rebonato, Cooperativa Sociale Kairos, Responsabile del Progetto)
  • Ore 10.40: Question time e conclusione dei lavori

Convegno

  • Ore 10.40: Registrazione partecipanti
  • Ore 11.00: Saluti dell’Assessora Politiche Sociali e Welfare della Regione Lazio Alessandra Troncarelli e di Liliana Leone per l’Assessorato alla Persona, Scuola e Comunità solidale di Roma Capitale
  • Ore 11.20: Saluti di Impresa Sociale Con i Bambini, Ente gestore del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile (in attesa di conferma)
  • Ore 11.30: L’inclusione come impatto collettivo: il ruolo della rete territoriale degli attori e dei servizi per le mamme con bambino (dott. Salvatore Carbone, Presidente della Cooperativa sociale La Nuova Arca e Portavoce della Rete “Mam&Co” delle strutture e dei servizi per nuclei vulnerabili mamme-bambino)
  • Ore 11.45: Il sistema di protezione e accoglienza delle donne sole e con figli a carico nel Lazio, dott. Antonio Mazzarotto, Regione Lazio (in attesa di conferma)
  • Ore 12.00: Costruire insieme l’inclusione sociale delle madri sole con figli: casa, lavoro, relazioni (a cura di Kairos coop. Soc.)
  • Ore 12.15: Prevenire l’esclusione e la presa in carico in strutture socio assistenziale: la rete degli interventi di prossimità e sostegno domiciliare “evidence based” (a cura de Il Melograno)
  • Ore 12.30: L’esclusione della donna sola e con figli minori: problema soggettivo o carenza di infrastruttura comunitaria? Il ruolo delle reti di prossimità familiare (a cura di Rimettere le Ali Onlus)
  • Ore 12.45: Question time
  • Ore 13.00: Conclusione dei lavori

Scarica il programma e partecipa.

Scarica il save the date e invita a partecipare.

Scarica il comunicato stampa e mandalo alle tue liste.

 

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Assistenza tecnica 285 a Roma

 

L’Assistenza tecnica interventi ex L. 285/1997 di Oasi supporta il Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale nel coordinamento e nel monitoraggio dei progetti finanziati dal Fondo nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, istituito con la Legge 285/1997

 

L’Assistenza tecnica per gli interventi ex Legge 285 del 1997, con la quale Oasi supporta da anni il Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale, ha lo scopo di:

► Incrementare l’efficienza e l’efficacia dei progetti finanziati a Roma con il Fondo 285

► Assistere Roma Capitale e i suoi Municipi nelle eventuali revisioni del Piano e nella preparazione di nuove pianificazioni

► Realizzare seminari e interventi formazione per gli operatori dei servizi pubblici e privati

► Promuovere e favorire l’ascolto e la partecipazione dei minori nella programmazione sociale della Città

Leggi cosa fa Oasi nello specifico

 

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Fondo nazionale per l’infanzia e l’adolescenza istituito dalla Legge 285/1997

La Legge 285 del 28 agosto 1997, “Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”, ha istituito un Fondo che ha creato le condizioni operative per dare attuazione concreta ai principi della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ratificata dall’Italia con la Legge 176/1991.

Da oltre 20 anni il Fondo finanzia progetti per i minori, sia bambini che adolescenti, di 15 grandi Città italiane. Tra queste, anche Roma.

 

Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

Grazie alla Convenzione ONU i bambini non sono più oggetti passivi bisognosi di assistenza ma diventano persone che partecipano attivamente alle decisioni e che sono titolari di diritti inalienabili, come il diritto alla propria identità e cultura, il diritto al recupero e al reinserimento sociale, il diritto all’autonomia e alla partecipazione attiva per bambini e adolescenti con disabilità, il diritto allo studio e all’istruzione, il diritto al gioco e alle attività ricreative, il diritto alle cure, ecc.

Per saperne di più, trovi approfondimenti qui.

 

Cosa fanno i progetti 285 a Roma e in Italia

Oggi sono 15 le città italiane riservatarie del Fondo e grazie ad esso promuovono diversi tipi servizi:

  • Sostegno alla relazione genitore-figli
  • Contrasto della povertà e della violenza
  • Servizi socio-educativi per la prima infanzia innovativi e sperimentali
  • Servizi ricreativi ed educativi per il tempo libero
  • Azioni positive per la promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

A Roma sono circa 85 i progetti finanziati con il fondo 285, promossi direttamente dai 15 municipi e a livello centrale dal Dipartimento Politiche Sociali e dal Dipartimento Servizi educativi e scolastici. Si tratta di Centri di aggregazione per adolescenti, Centri estivi, Ludoteche, Centri famiglia, ecc.

Per saperne di più, trovi approfondimenti qui.

 

Cosa fa Oasi con l’Assistente tecnica per gli interventi 285/97

All’Assistenza tecnica che Oasi presta al Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale sono attribuiti diversi compiti:

  • coordinamento, monitoraggio, assistenza tecnica sulle procedure
  • controllo di gestione
  • controllo della qualità degli interventi
  • monitoraggi in profondità
  • rendicontazione on line (dei progetti e dei finanziamenti) sul database del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali
  • studi proiettivi sulle risorse.

 

L’intervento di Oasi, inoltre, ha assunto un ruolo importante in alcuni ambiti del welfare romano perché:

  • favorisce le relazioni con le altre Città riservatarie e il Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l’Infanzia e l’Adolescenza
  • offre la propria assistenza per le eventuali revisioni di Piano e per la preparazione delle nuove pianificazioni in attuazione della legge 285/97
  • realizza interventi formativi e seminariali diretti al personale tecnico-ammi­nistrativo responsabile della programmazione e gestione degli interventi finanziati dalla legge 285
  • promuove misure in grado di favorire l’ascolto e la partecipazione dei bambini e dei ragazzi nella programmazione sociale della propria città.

 

Per informazioni

Legge 285 del 1997 ► Consulta il testo qui
email ► [email protected]

 

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Centri di aggregazione giovanile e spazi per i giovani

 

Cosa sono i CAG, i Centri di Aggregazione Giovanile? Come si sono sviluppati? 20 anni di spazi per i giovani nel report che Giovanni Campagnoli ha realizzato per il progetto di Oasi “Ricerca – intervento per lo sviluppo del sistema cittadino dei centri di aggregazione per adolescenti”

 

I centri di aggregazione giovanile sono uno dei più tipici esempi di progetti per i minori realizzati con la Legge 285 del 1997.  Spazi per i ragazzi. E, soprattutto, spazi intermedi tra scuola, casa e strada, tra coetanei ed adulti, in cui adolescenti che non avevano nessun posto in cui passare i propri pomeriggi hanno trovato uno dei modi migliori per diventare grandi. Tra laboratori, doposcuola e progetti d’inclusione, i CAG sono un’argine contro la dispersione scolastica e la povertà educativa.

In modo particolare a Roma, dove hanno fatto rete con scuole e servizi pubblici di 3 territori municipali con il progetto #AltaFrequenza. Riuscendo anche ad affrontare il distanziamento sociale durante l’emergenza Covid-19, proponendo attività online.

 

Per saperne di più su #AltaFrequenza, segui il progetto su Facebook e o sul blog.

 

Ricerca-intervento sui centri di aggregazione giovanile

Su incarico di Roma Capitale, e con la collaborazione di Rete ITER e la Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA), abbiamo portato avanti una ricerca-intervento proprio sugli spazi di aggregazione e socializzazione presenti sul territorio cittadino. Un quadro conoscitivo approfondito e aggiornato che ha fatto seguito a 20 anni di iniziative finanziate dal Fondo per i minori. Uno sguardo d’insieme che faccia tesoro di oltre dieci anni di supporto offerto da Oasi al Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale con l’Assistenza Interventi 285/97.

 

Il tema è stato trattato in maniera capillare, partendo dalla definizione stessa di “Centro di aggregazione” e ripercorrendo 20 anni di storia del fenomeno, da Giovanni Campagnoli in occasione di “Spazio ai giovani”, l’evento che ha fatto incontrare ed esibire a Roma i ragazzi di 22 centri per adolescenti. Riproponiamo, di seguito, il testo di quel prezioso contributo.

 

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“Centri e spazi di aggregazione e animazione per i giovani”

di Giovanni Campagnoli (Rete Politiche Giovanili)

 

  1. L’attenzione delle istituzioni verso gli spazi per i giovani

  2. La situazione in Italia

  3. Una definizione

  4. La visione europea

  5. L’animazione socioeducativa (youth work)

  6. Verso nuove definizioni

  7. Imprese di animazione sociale e culturale

 

Negli ultimi 20 anni, nel nostro Paese lo sviluppo degli spazi di aggregazione è avvenuto in connessione a quello delle politiche giovanili. Dall’entrata in vigore della legge 285/97 (e del relativo Fondo per l’infanzia e l’adolescenza) si è poi passati all’istituzione del Ministero della Gioventù (2007) e del Fondo per le politiche giovanili, con lo sviluppo di accordi quadro regionali che prevedevano sempre un impulso all’avvio e/o al sostegno di questi spazi.

Centro nazionale Infanzia e adolescenza

 

L’attenzione delle istituzioni verso gli spazi per i giovani

Nell’ambito delle politiche giovanili, quello degli spazi è stato (e lo è tutt’ora) un tema “classico”. Si pensi alla tradizione più che centenaria degli oratori e a quella almeno trentennale dei centri di aggregazione. Finanziati dallo Stato negli anni ’80, con i fondi delle leggi di contrasto a criminalità giovanile e prevenzione di droghe, gli spazi giovanili negli anni ‘90, vedono un nuovo sviluppo grazie all’applicazione della legge 285/97, soprattutto durante gli anni in cui è rimasta in funzione attraverso lo sviluppo di programmi regionali. Non solo: tra il 2008 ed il 2010, il tema viene ripreso da ben 20 dei 21 Accordi di Programma Quadro (APQ) siglati tra il Dipartimento delle Politiche giovanili e le Regioni, oltre ad essere oggetto di un disegno di legge ministeriale, quello sulle comunità giovanili (o “villaggi dei giovani”), presentato in Parlamento il 7 luglio 2010.

 

Questa attenzione istituzionale è coerente con le richieste dei giovani (recenti indagini nazionali indicano come quella degli spazi sia in testa tra quelle formulate agli amministratori) e con i loro nuovi bisogni (accesso al lavoro e all’impresa, occasioni di sperimentazione espressiva/creativa, alfabetizzazione alle nuove tecnologie, psicoterapia per adolescenti, ricerca di nuovi luoghi di partecipazione): si tratta di comprendere meglio in che modo questa attenzione riesce a concretizzarsi nei vari territori.

 

I centri di aggregazione in Italia

Infatti, nonostante tutto questo “fermento”, ad oggi in Italia non esiste ancora una ricerca nazionale in materia di Centri di Aggregazione, né un registro nazionale, né una loro stima quantitativa. Provando ad elaborare un piccolo studio, si parte dalla forte stagione di crescita dei centri di aggregazione giovanile (CAG), monitorata da più osservatori, negli anni ’80 e ’90. Infatti, relativamente ai CAG, secondo la rilevazione del “Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza”, nel 2000 vi erano già 530 progetti di questo tipo finanziati dalla Legge 285/97, a cui si sarebbero dovuti aggiungere quelli già esistenti, arrivando così a circa 900.

 

A partire dal 2000 e fino al 2004, grazie soprattutto a finanziamenti pubblici (oltre alla L. 285/97, le leggi sulla prevenzione delle tossicodipendenze, le diverse leggi regionali in materia, quella sugli oratori e così via), si è sviluppata una pluralità di progetti legati all’aggregazione giovanile intesa come primo livello del protagonismo sociale dei giovani e come forma di prevenzione primaria aspecifica. Sempre nel 2004, il finanziamento di servizi ricreativi ed educativi per il tempo libero è il secondo ambito di intervento sostenuto dalla legge 285/97, con un valore assoluto di 1.765
progetti, pari al 35,4% del totale. Ciò non significa assolutamente che siano stati finanziati solo dei centri di aggregazione per adolescenti, anzi, è piuttosto un’indicazione della considerazione crescente di una tipologia di interventi non solo riparativi.

 

Per arrivare ad una stima dei centri giovanili, si deve dunque ricorrere a più fonti: i 21 APQ, una ricerca del 2006 della Provincia di Pistoia e del Gruppo Abele, i siti web delle regioni e altre fonti.
Con tutta la prudenza del caso, si evidenzia una crescita nei successivi due anni di ulteriori 300 centri di aggregazione, su uno stock consolidato di circa 1.100 presenti nel 2006 (Campagnoli, 2010). Stime che danno conto di una crescita fino al 2009, per poi calare negli anni più recenti. Dal 2009 le risorse e le attenzioni per le politiche giovanili sono infatti notevolmente diminuite, con una drastica riduzione del Fondo politiche giovanili, passato da 130 milioni di euro nel 2007 a 5,3 nel 2015.

 

Usando Google Trends come fonte di indagine dei termini maggiormente cercati, la serie storica dal 2007 ad oggi di quanto le parole chiave “politiche giovanili” sono presenti in questo motore di ricerca, è eloquente (v. Fig. 2). Da notare che questo andamento ha seguito quello del calo di risorse.

Interesse per le politiche giovanili

 

Le ultime due Intese tra Dipartimento e Regioni (2013 e 2014) hanno previsto – in relazione ai tagli che via via venivano apportati al Fondo Nazionale delle Politiche Giovanili – una sola finalità su cui concentrare le risorse, cioè la realizzazione di forme/Centri di aggregazione giovanile atti a migliorare le condizioni di “incontro” dei giovani (Bazzanella / Campagnoli, 2014).

 

Anche l’Intesa tra Dipartimento e Comuni (Anci 2014) ha attivato alcuni bandi su due azioni, entrambe miranti alla creazione di nuovi spazi per i giovani, una rivolta alle 120 città con popolazione tra i 50.000 e i 150.000 abitanti (800.000 euro, ComuneMente giovani), per l’innovazione sociale e una seconda destinata ai 64 Comuni dell’Osservatorio “Smart city” (1 milione di euro, “MeetYoungCities: Social innovation e partecipazione per i giovani dei Comuni italiani”). Identici gli obiettivi delle due azioni, cioè il sostegno a progetti per interventi che coinvolgano i giovani nel codesign di spazi e servizi nel settore sociale e culturale e per il co-working.

 

Cosa sono i centri di aggregazione? Una definizione

Il Centro di aggregazione consiste in un insieme di opportunità di aggregazione all’interno di un contesto organizzato, che propone vincoli (regole, orari…), ma anche risorse (psicologiche, pedagogiche e strutturali) che possono essere liberamente utilizzate dagli adolescenti: spazi di animazione e di scoperta, anche per relazioni significative tra coetanei e tra adolescenti ed adulti. Il Centro di aggregazione può costituire una risorsa complementare alla scuola, laddove riesca ad organizzare iniziative comuni da svolgere oltre l’orario scolastico, in applicazione della direttiva n. 133/96 sullo sviluppo delle iniziative complementari ed integrative.

 

Il Centro di aggregazione può assumere alcune sfide che il mondo adolescenziale esprime in ordine ai bisogni di acquisire le parole per discutere e per tessere nuove mappe concettuali adeguate a disegnare nuovamente il presente; sviluppare criticità creativa oltre il conformismo, per superare il senso di disagio e confusione che molti vivono; partecipare per arrivare a nuove contrattualità nei diversi ambiti della vita sociale e sperimentare nuove forme di cittadinanza; esercitarsi nel progettare, realizzare, verificare attività legate ad interessi di gruppo e rilevanti per la vita collettiva.

 

Il Centro di aggregazione sviluppa due funzioni di notevole importanza: quella animativa e quella educativa. Da un lato agisce come centro di tipo promozionale, attivo, orientato all’aggregazione tra coetanei ed alla socializzazione culturale, al protagonismo sociale degli adolescenti, dall’altro contribuisce al loro processo formativo (inteso come costruzione di senso), di acculturazione, all’apprendimento di competenze e abilità sociali e più complessivamente alla costruzione di un diverso rapporto con le dimensioni dello spazio e del tempo, con il mondo adulto, con le istituzioni.

 

Il Centro può dedicare notevole attenzione alla dimensione culturale, orientandosi ad ampliare l’alfabetizzazione di base, di saperi e competenze, spesso sottoutilizzati, inerenti i versanti:

  • storico e geografico: si tratta di avvicinare gli adolescenti alla logica del progetto, del rapporto tra passato, presente e futuro,
  • scientifico: si tratta di proporre l’idea della sperimentazione, in cui sviluppare un rapporto sempre più stretto tra il fare ed il pensare,
  • artistico: si propone una pratica del corpo, del suono, dell’immagine mediante la costruzione di situazioni ludiche – motorie, attraverso l’ascolto e la produzione sonora, forme di gestualità.

 

La visione europea degli spazi giovanili

Il quadro dell’azione strategica della Unione Europea, a cui fanno riferimento tutti i programmi attuali dell’UE, è “Europa 2020 – Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”. Per quel che riguarda le giovani generazioni, vi è una centratura particolare sul temi dell’apprendimento delle competenze (anche in ambito informale) e del relativo riconoscimento.
Vale la pena ricordare alcuni “europilastri” che già dal Trattato di Maastricht segnano una attenzione alle giovani generazioni europee:

  • l’azione dell’Unione europea è intesa a incoraggiare la partecipazione dei giovani alla vita democratica dell’Europa;
  • ciascun giovane rappresenta una risorsa per la società ed ha messo in risalto l’importanza di affermare il diritto dei giovani di partecipare all’elaborazione delle politiche che hanno ripercussioni sulla loro vita mediante un dialogo strutturato costante con i giovani e le organizzazioni giovanili;
  • ogni persona ha diritto alla libertà di espressione, di riunione pacifica e di associazione ed i minori possono esprimere liberamente la propria opinione e specifica che questa viene presa in considerazione sulle questioni che li riguardano in funzione della loro età e della loro maturità;
  • i giovani hanno un prezioso contributo da apportare allo sviluppo della società;
  • il loro coinvolgimento nella ricerca di risposte ai problemi e alle sfide della società è essenziale al fine di consentire a tutti i giovani di trarre pieno vantaggio dalle loro capacità e trovare soluzioni funzionali, significative e sostenibili;
  • è indispensabile accettare la voce dei giovani in tutti i processi politici e decisionali che hanno ripercussioni sulla loro vita;
  • una maggiore partecipazione dei giovani può contribuire allo sviluppo sociale, politico culturale ed economico e, se un maggior numero di persone e di idee sono rappresentate in ambito pubblico, le decisioni avranno basi più solide.

 

Da ricordare la Strategia UE per la gioventù (2010-2018), che definiva questi obiettivi:

  • creare per tutti i giovani, all’insegna della parità, maggiori opportunità nell’istruzione e nel mercato del lavoro;
  • promuovere fra tutti i giovani la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e la solidarietà.

 

Oltre a ciò, individua priorità annuali che per il periodo compreso tra il 1° luglio 2014 e il 31 dicembre 2015 riguarda il conferimento di responsabilità ai giovani, connesso all’accesso ai diritti ed all’importanza della partecipazione politica dei giovani. Oltre a tutto ciò, definisce l’animazione socioeducativa (youth work) quale metodologia di lavoro con le giovani generazioni e punto di forza dello sviluppo delle politiche giovanili in Europa, sostenendo e riconoscendone in particolare l’apporto economico, sociale e professionalizzante.

 

Ritornando invece al concetto di sviluppo di competenze e talenti, è interessante verificare come trovino traduzione operativa anche nel concetto di “spazi giovanili”, definiti dalle U.E. come “centri di animazione socio-educativa”, cioè:

  • ambienti in cui i giovani possono sviluppare la loro creatività e i loro interessi trascorrendovi proficuamente il tempo libero;
  • luoghi che contribuiscono a creare per tutti i giovani, all’insegna della parità, maggiori opportunità nell’istruzione e nel mercato del lavoro;
  • strumenti di inclusione, cittadinanza attiva e solidarietà;
  • strutture guidate da animatori socioeducativi, in cui tutti i giovani, inclusi quelli non appartenenti ad alcuna organizzazione ed i giovani con minori opportunità, possano incontrarsi, creare e essere coinvolti in progetti;
  • canali per sviluppare le capacità e le competenze dei giovani, specialmente di quelli con minori opportunità.

 

La “filosofia” di fondo di questi spazi è quella di svolgere la funzione di luoghi di produzione culturale/creativa giovanile unita a quelle di sviluppo di “competenze chiave”, spendibili anche sul mercato del lavoro. In questi contesti informali e non formali (e non solo nella Scuola…) avviene l’apprendimento del 70% di queste “8 Key competences”, che sono quelle relative alla comunicazione nella lingua madre ed in almeno una lingua straniera, digitali e matematiche, creative, di cittadinanza, imprenditoriali e relative all’imparare ad imparare.

 

Da qui il senso delle politiche giovanili: promuovere attività di “educazione non formale” basate sulla partecipazione volontaria dei giovani, finalizzata all’apprendimento di competenze. In questo modo lo youth work può contribuire – ed in modo molto efficace – allo sviluppo dell’autonomia, della responsabilizzazione e dello spirito imprenditoriale, della creatività, della consapevolezza culturale e sociale, e dell’innovazione dei giovani, della partecipazione sociale, dell’impegno volontario, della cittadinanza attiva, dell’inclusione.

 

L’animazione socioeducativa (youth work)

L’animazione socio-educativa appartiene al settore dell’educazione extrascolastica, comprende specifiche attività ricreative organizzate da professionisti o da animatori socioeducativi, e si basa su processi di apprendimento non formale e sulla partecipazione volontaria L’animazione giovanile:

  • può contribuire allo sviluppo dell’autonomia, della responsabilizzazione e dello spirito imprenditoriale […], della creatività, della consapevolezza culturale e sociale, e dell’innovazione dei giovani, della partecipazione sociale, dell’impegno volontario, della cittadinanza attiva, dell’inclusione;
  • realizzata sia da volontari sia da professionisti, ha un notevole impatto socioeconomico in quanto può produrre attività economica, fornisce infrastrutture, crea vantaggi economici ed aumenta l’occupazione (giovanile). Il mercato del lavoro può beneficiare delle capacità e competenze personali e professionali acquisite attraverso l’animazione socioeducativa, sia dai partecipanti sia dagli operatori e animatori socioeducativi. Tali capacità e competenze dovrebbero essere sufficientemente valutate e riconosciute in maniera efficace.

 

Spazi giovanili: verso nuove definizioni

L’ambito delle politiche giovanili vede in questi ultimi anni lo sviluppo di spazi dedicati ai giovani con alcune caratteristiche particolari (più o meno accentuate a seconda della “formula”) che comunque rendono questi luoghi riconoscibili e interessanti per i giovani stessi.

 

Oltre che stimolanti, “social” (cioè in rete e intergenerazionali), in grado di offrire opportunità, percorsi, con al loro interno disponibilità di attrezzature e strumentazioni (es. wi-fi, sale prove, palco, cinema), stimolare interessi e curiosità, favorire incontri. Ma soprattutto luoghi progettati a partire dai bisogni dei giovani e si coniugano con i loro desideri e passioni, per sviluppare idee e permettere l’apprendimento di competenze nell’ambito dell’educazione non formale. Tutto ciò, non casualmente, ma intenzionalmente, pur in un ambiente non formale, comunque educativo, alla presenza di un operatore, che è lì e lavora per e con i ragazzi e le ragazze. Modelli di spazi senz’altro più europei, dove tutto questo viene definito dall’Unione Europea “youth work”.

 

In termini descrittivi, uno spazio giovanile è un luogo (in contrapposizione ai “non luoghi”, dove l’aspetto relazionale non è certo privilegiato…) che nasce per rispondere ai bisogni dei giovani, in particolare legati alla possibilità di incontrare i coetanei, socializzare e svolgere attività che soddisfino le aspettative creative di ognuno, il confronto (anche con il mondo adulto), la possibilità di partecipare attivamente alla vita del centro e della comunità locale, l’apprendimento, l’orientamento, oltre a poter contare su strumenti e proposte che favoriscono l’espressione di sé, l’acquisizione di competenze, l’assunzione di responsabilità nell’ambito della propria comunità.

 

Questi spazi giovanili hanno una struttura generalmente flessibile e adattabile per favorire l’accesso ad attività formative e culturali quali musica, teatro, cinema, danza, pittura, disegno e attività manuali ed espressive, nuovi sport, multimedialità, comunicazione, informazione e media, ma sempre più sono presenti anche spazi dedicati allo studio e al libero accesso al wi-fi, oltre che spazi di lavoro (co-working) e di sperimentazione e ricerca (fab lab).

 

A garantire tutto ciò, nel centro operano uno o più animatore/animatrici per favorire lo sviluppo di questi percorsi con i ragazzi, che siano attenti al compito (il prodotto, es. una rassegna di band), alle relazioni che si sviluppano, ai percorsi personali (orientativi) di ciascuno ed all’apprendimento di
competenze.

 

Le attività ricreative, culturali e formative che i ragazzi propongono, possono essere rivolte a tutta la comunità: compito dell’animazione è infatti avvicinare e costruire ponti tra mondi che rischiano di essere separati. Detto in sintesi, si passa da progettare spazi pensati come un’offerta per i giovani, a luoghi “contenitori” di offerte che invece i giovani rivolgono alla comunità locale.

 

Riprendendo le normative europee, si potrebbero definire questi luoghi degli spazi di animazione socio-educativa e, coerentemente, aventi queste caratteristiche:

  • luoghi che propongono attività a tutti i giovani (non connotandosi per rivolgersi ad un target particolare, né di età, né di un solo interesse caratterizzante);
  • spazi che operano su un orizzonte di normalità e quotidianità, intrecciando ordinario e straordinario (l’evento con l’incontro quotidiano, la performance con il corso e le prove, il convegno con lo studio quotidiano, ecc.);
  • la finalità è di tipo aggregativa/partecipativa legata allo sviluppo del protagonismo e della cittadinanza attiva;
  • lo sguardo al mondo giovanile è quello di una leva sulle potenzialità e risorse degli adolescenti, che devono accettare di mettersi in gioco e valorizzare i propri talenti;
  • la gestione del progetto è prevalentemente affidata al Privato sociale (organizzazione giovanile o che opera per i giovani), sostenuta dal Pubblico (che spesso ha la proprietà della struttura e ne ha la titolarità), in un’ottica di sussidiarietà orizzontale;
  • la co-progettazione avviene tra più stakeholders e, almeno la programmazione, coinvolge sempre anche i fruitori più giovani in modo attivo;
  • la comunità è in relazione continua con il Centro, attraverso uno scambio di opportunità, proposte, disponibilità/risorse, “questioni”.

 

Ogni Centro di aggregazione riprende poi queste finalità, esplicitando obiettivi più specifici e linee d’azione, in modo da svolgere – nei termini più efficaci ed efficienti – le attività caratteristiche che producono utilità sociale a favore dei giovani ed in generale della comunità locale.

 

Da spazi giovanili a imprese di animazione sociale e culturale

In alcuni contesti, si assiste ad una serie di innovazioni sociali particolari nella gestione di questi spazi e dei centri di aggregazione. Complice anche la riduzione delle risorse pubbliche e l’incremento di “domanda sociale”, si comincia ad organizzare in modo nuovo la risposta a questi bisogni. E proprio questo diventa il progetto di impresa sociale/culturale formulato per la gestione dei Centri, capace di individuare processi di generazione di valore economico, necessari alla sostenibilità del progetto.

 

Diventa centrale quindi il tema della sostenibilità del progetto e a questo fine vanno individuati i “drivers” di sviluppo di questi spazi, che possono essere un mix (a seconda dei diversi contesti) di queste dimensioni: aggregazione; musica; cultura e creatività; nuove competenze per nuovi lavori (anche tecnologia); impresa giovanile; sport; bar/piccola ristorazione; ospitalità (foresteria/residenza artistica); altri servizi connessi.

 

In questi luoghi, le attività sono costruite in modo da suscitare l’interesse di chi partecipa e tali da favorire l’interlocuzione tra i soggetti del territorio, sia in contesti formali che non formali. C’è un investimento sulle capacità creative dei giovani, che non si esprimono solo nell’ambito della produzione artistica, ma anche in forma di imprenditività e di invenzione e/o interpretazione di nuove forme di interazione sociale. La Tabella 2 raccoglie una serie di ipotesi rispetto alle attività sviluppabili nei Centri di aggregazione, legati alle dimensioni elencate prima, con il livello di redditività standard.

Prodotti degli spazi giovanili

 

L’ipotesi di fondo è che in questi luoghi sia l’aggregazione giovanile il “driver” principale di creazione di valore economico. Affinché si arrivi a ciò è necessario individuare gli attrattori più potenti che, per ciascuna dimensione, possano essere funzionali sia a produrre utilità sociale, che a generare nuove risorse economiche. Questi sono spazi ad “alta densità di giovani” tanto da giustificare la presenza di un bar, in quanto strumento di generazione di risorse. In questi spazi, il numero medio di presenze è notevolmente superiore a quelle che generalmente si registra nei centri di aggregazione tradizionali, con standard quindi di efficienza maggiore.

 

Un’ultima considerazione sui prodotti del Centro Giovani: eventi, servizi, ecc. che avvengono in questi luoghi, si prestano tantissimo ad essere mostrati all’esterno, in un’ottica di scambio rispetto a ciò che i giovani elaborano all’interno. Perché voler mostrare significa insistere sulla trasparenza e sulla capacità di comunicare efficacemente. Tutto ciò ha a che fare con la convinzione che le azioni realizzate presso il Centro hanno un valore sociale che supera i limiti del Centro stesso e che l’unico modo perché ciò possa accadere sia quello di rendere visibile ciò che si sta facendo, comunicarne senso e significati, anche raccogliere le critiche senza sottrarsi al confronto (Campagnoli, 2014).

 

Per concludere, presento qualche indicazione di esperienze (Tab. 3), che – pur con formule diverse – hanno intrapreso la strada della sperimentazione, da Sud al Nord dell’Italia, con in comune la sostenibilità economica senza una dipendenza vitale dall’Ente (e fondi…) pubblici.

Spazi giovanili e imprese sociali e culturali

 

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Alternanza scuola-lavoro a Roma

Contributo a fondo perduto di 500€ per studente alle imprese che ospitano percorsi di alternanza scuola-lavoro. Il bando 2018 della Camera di Commercio di Roma

 

L’Alternanza scuola-lavoro a Roma conviene anche alle imprese. Offrire formazione e orientamento al lavoro è un’occasione per crescere anche per l’azienda ospitante. E un’incentivo può far diventare l’alternanza scuola-lavoro un’opportunità per tutti. Come trovare agevolazioni per ospitare studenti nella propria azienda? Il bando della Camera di Commercio di Roma offre una possibilità alle imprese iscritte al Registro Nazionale per l’Alternanza Scuola – Lavoro, istituito dalla L. n. 107 del 2015.

 

Bando Alternanza Scuola – Lavoro, A.A. 2018/2019

La Camera di Commercio di Roma ha emanato il nuovo bando per l’anno scolastico 2018/19. Lo scopo è quello di favorire un rapporto continuo e proficuo tra mondo della formazione e mondo del lavoro. Un vantaggio in favore del sistema economico locale, per incentivare l’inserimento di giovani studenti in percorsi di alternanza scuola-lavoro presso le imprese del territorio e promuovere l’iscrizione di queste ultime nel Registro Nazionale.

 

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Agevolazioni per le aziende

L’agevolazione disciplinata dal Bando prevede la concessione di un contributo a fondo perduto a favore delle imprese del territorio per ospitare percorsi di alternanza scuola/lavoro nell’anno scolastico 2018/2019, pari a € 500,00 (cinquecento/00) per ogni studente, fino ad un massimo di € 5.000,00 (cinquemila/00).
Il contributo viene incrementato di ulteriori € 200,00 nel caso di inserimento in azienda di uno o più studenti disabili.

Per accedere al contributo le imprese devono essere iscritte al Registro Nazionale per l’Alternanza Scuola – Lavoro.

 

Come presentare la domanda?

Le domande possono essere presentate dal 1° settembre 2018 al 31 agosto 2019.

La domanda si invia compilando il modello disponibile online, da trasmettere all’indirizzo di posta elettronica certificata [email protected] indicando nell’oggetto la dicitura “Bando Alternanza Scuola/Lavoro A.S. 2018/2019”.

Forma Camera assiste le imprese ospitanti e gli Istituti Scolastici/CFP del territorio per favorire il matching tra esigenze delle scuole e disponibilità delle imprese per la realizzazione di percorsi personalizzati e l’incontro tra domanda e offerta di alternanza.

 

Info e Assistenza per il bando

Consulta il Bando scaricabile online

Per informazioni e assistenza sul Bando e nella procedura di presentazione della domanda per l’erogazione del contributo a fondo perduto rivolgersi a:

eMail – [email protected]

tel. – 06571171 – 065711727

 

Moduli da compilare

Domanda Bando Alternanza Scuola/Lavoro A.S. 2018/2019 scarica il file (402 kb) File con estensione pdf
Domanda Bando Alternanza Scuola/Lavoro A.S. 2018/2019 scarica il file (22 kb) File con estensione docx
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  • Articolo pubblicato il 5 Settembre 2018

Elenco fornitori iscritti al MePA

 

I servizi di OASI sono nel catalogo MePA – Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione

Potete trovare anche OASI tra i fornitori delle pubbliche amministrazioni iscritti al MePA, sul sito acquistinretepa.it.  Il servizio online di Consip permette alla PA di incontrare i fornitori di beni e servizi e di negoziare con gli stessi.

 

Categorie di Bando dei servizi

Offriamo servizi nelle categorie:

  • Servizi di supporto specialistico 〉 sotto categorie:
    – Supporto/consulenza in ambito strategico direzionale
    – Supporto/Consulenza in materia di formazione
    – Supporto/Consulenza in ambito organizzativo gestionale
  • Servizi sociali 〉 sotto categorie:
    – Assistenziali, educativi, segretariato, supporto al lavoro

 

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formazione o contattaci per una consulenza

 

Come cercare OASI nel catalogo MePA?

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Oasi è impegnata nella progettazione sociale e nella formazioneFare bene le cose giuste è quel che ci ha contraddistinto in quasi 20 anni di lavoro al fianco di Roma Capitale (ad esempio, con l’Assistenza tecnica per gli interventi 285/97) e della Regione Lazio (con la Consulenza e l’assistenza nella redazione del Piano Sociale Regionale) e dell’Università di Roma Tor Vergata, con il Master online in Agricoltura Sociale.

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L’obiettivo di OASI è quello di migliorare e rendere più efficace il welfare. Supportare il lavoro di chi decide e di chi realizza servizi utili per la comunità. In particolare nelle fasi di pianificazione, realizzazione e valutazione di interventi e servizi formativi, sociali e socio-sanitari.
Ci consideriamo una risorsa alla luce delle normative vigenti (L. 328/2000), che invitano il privato ad assumere un ruolo di crescente responsabilità nelle politiche educative, assistenziali, giovanili e familiari.

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Contrastare la povertà educativa dei bambini da 0 a 6 anni, che vivono in famiglie monogenitoriali, è possibile accompagnando le loro madri nella costruzione di un futuro o nella ricerca di un lavoro e di una casa. Il progetto, finanziato dal bando di Con i Bambini, vede impegnata OASI ed altri 13 partner sul territorio della Regione Lazio

 

#CrescereInsieme. Progetto per l'autonomia delle madri sole

#CrescereInsieme è un progetto che prevede una serie di misure in favore delle famiglie composte da madri sole con bambini. Una molteplicità di soluzioni resa possibile dalla partecipazione di ben 14 partner, con Kairos Cooperativa Sociale nel ruolo di capofila.
Il progetto è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, nato per sostenere interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori.

 

Obiettivo del progetto #CrescereInsieme

Il progetto insiste sulla città di Roma e intende promuovere percorsi di autonomia rivolti alle madri sole, a quelle in condizioni di forte vulnerabilità sociale e con uno o più bambini a carico.
L’obiettivo è accrescere le capacità educative di queste madri, riducendo così i rischi, legati a carenze abitative e lavorative, sullo sviluppo dei bambini. L’intervento prevede di adottare una serie di misure integrate volte a generare un favorevole contesto educativo intra-familiare e con la comunità locale.

Pagina sul blog “Percorsi con i Bambini”

 

Azioni di #CrescereInsieme

Tali misure prevedono l’avvio di un’Agenzia per l’Autonomia, una struttura operativa leggera, in grado di fornire alle mamme servizi e interventi finalizzati alla ricerca di soluzioni abitative e lavorative, che consentano loro migliori condizioni socio-economiche, un contesto educativo più sereno per la crescita del bambino.

 

Inoltre, sono previste specifiche azioni di empowerment e di sostegno alla maternità e interventi precoci di sostegno domiciliare con il coinvolgimento di famiglie solidali e operatori specializzati (gruppi di auto-mutuo aiuto tra mamme, accesso a servizi ad alta specializzazione sotto il profilo psicologico, logopedico, educativo e parentale). L’intervento prevede infine, l’attivazione di reti di famiglie solidali per l’affiancamento dei nuclei mamma-bambino in condizione di forte vulnerabilità e interventi di sensibilizzazione per la crescita di comunità locali aperte all’accoglienza e alla solidarietà dei nuclei fragili.

 

Destinatari di #CrescereInsieme

I destinatari sono circa 200 bambini della fascia d’età 0-6 anni, che vivono nella città di Roma, in nuclei costituiti da mamme sole e in condizioni di forte vulnerabilità sociale.

 

Come favorire l’autonomia delle famiglie?

L’Agenzia per l’Autonomia aiuterà le madri nella ricerca del lavoro e di una casa. Lavorerà in stretta collaborazione con i servizi sociali, le strutture e le organizzazioni del Terzo Settore che ci segnaleranno le famiglie monogenitoriali da supportare. Progetti personalizzati guideranno le madri nella costruzione di un futuro stabile. Una condizione necessaria per permettere ai bambini di crescere pensando allo studio, al gioco e ad attività culturali e sportive. E alle madri di crescere insieme a loro.

 

Le mamme vanno aiutate anche nella vita di tutti i giorni, supportate psicologicamente o offrendo loro l’esperienza di altre famiglie. Per questo il progetto prevede anche la promozione di interventi di sostegno alla genitorialità, l’attivazione di reti di famiglie solidali e il consolidamento della Rete delle strutture e dei servizi per i nuclei mamma-bambino.

 

Ti invitiamo a visitare lo spazio riservato al progetto sul sito Percorsi Con i Bambini, che raccoglie tutti i progetti nati dal fondo per il contrasto alla povertà educativa.

 

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Master in agricoltura sociale online

 

Notizie e commenti di 5 edizioni del Master delle Scuola IaD in collaborazione con Oasi e Rete Fattorie Sociali

Il MAS – Master della Scuola IAD dedicato all’agricoltura sociale è un corso post laurea rivolto a quei professionisti del sociale o del mondo produttivo agricolo che vogliono lavorare per il bene della propria comunità e dei suoi soggetti più deboli.

È un percorso di studio universitario pensato per coloro che intendono assumere le competenze per progettare percorsi imprenditoriali, reti e progetti educativi o per l’inclusione in un contesto produttivo e a contatto con la natura. Una formazione conciliabile con la propria attività lavorativa. Infatti, è un corso in e-learning della durata di un anno e 400 ore complessive di lezione, gran parte delle quali a distanza.  

 

[VIDEO] – Le opinioni e i progetti degli studenti del Master in Agricoltura Sociale

 

Leggi il bando del Master in Agricoltura Sociale di Oasi, Rete Fattorie Sociali e Università di Roma Tor Vergata.

Le iscrizioni per la 7° edizione partiranno ad ottobre 2021

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Notizie raccolte in questo archivio

 


12 luglio 2018

SNAM e Confagricoltura: due borse di studio per il MAS

Fondazione SNAM e Confagricoltura: Premiati i primi vincitori del concorso Coltiviamo Agricoltura Sociale – TESORI

Fondazione Snam e Confagricoltura hanno premiato i vincitori del primo bando dell’iniziativa “Coltiviamo agricoltura sociale – Tesori (Terre Solidali in Reti Inclusive)”, promosso dalle due realtà in collaborazione con la Rete Fattorie Sociali e l’Università di Roma Tor Vergata.

 

Borse di studio per progettare agricoltura sociale

Borse di studio per i vincitori di "Coltiviamo agricoltura sociale – Tesori Terreni, contributo in denaro e non solo. Borse di studio per il Master in Agricoltura Sociale ai due vincitori.

Il primo bando ha avuto ad oggetto due terreni di proprietà di Snam: uno a Recanati, di circa 5 ettari, e uno a Camerino, di circa 1,5 ettari. Entrambi i terreni verranno affidati in comodato d’uso gratuito per 10 anni alla cooperativa Ludus, che ha presentato due progetti in partenariato con la cooperativa sociale GIASF e – nel caso di Recanati – anche con la cooperativa sociale Terra e Vita. Ai vincitori va anche un contributo in denaro pari a 30.000 euro, attività di mentoring e una borsa di studio per il master sulla progettazione sociale in agricoltura organizzato da Oasi e dall’Università di Roma Tor Vergata. I progetti sviluppati da Ludus sono focalizzati sulla promozione del territorio e del lavoro etico e sociale.

 

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Workshop a Pescara

La premiazione ha avuto luogo nell’ambito di un workshop tenutosi a Pescara e dedicato allo sviluppo sostenibile dei territori, durante il quale il vice direttore generale Dario Manigrasso ha raccontato il posizionamento strategico e le prime esperienze di Fondazione Snam, che si ispira anche ai principi dell’economia circolare per creare valore sociale. All’evento sono intervenuti anche il presidente di Legambiente Abruzzo Giuseppe Di Marco, il Direttore del Consorzio CGM Anna Voltolini, l’estensore dei decreti di riforma del terzo settore Gabriele Sepio, la responsabile per l’agricoltura sociale di Confagricoltura Pina Romano e l’arcivescovo di Chieti-Penne Tommaso Valentinetti.

 

Nuovo Bando

Nell’occasione, Fondazione Snam e Confagricoltura hanno anche annunciato il lancio del secondo bando, che ha ad oggetto altri tre terreni di proprietà di Snam, a Rimini, Palù e Ronco all’Adige.

 

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11 gennaio 2018

Tre progetti premiati e l’accordo Snam-Confagricoltura per incentivare un nuovo modello d’imprenditoria

Nella sede di Confagricoltura sono stati premiati i tre progetti vincitori di Coltiviamo Agricoltura Sociale 2017. 40000€ e una borsa di studio per il Master di Oasi, Rete Fattorie Sociali e Scuola IaD sosterranno la crescita di queste iniziative. Presentata anche la collaborazione con Fondazione Snam

Oggi sono state gratificate e supportate tre diverse storie di impresa e di cura per la comunità. Tre nascenti progetti di agricoltura sociale hanno vinto la seconda edizione del Concorso di Confagricoltura Coltiviamo Agricoltura Sociale.

Uno dei progetti premiati per coltiviamo agricoltura sociale, nella giornata in cui è stato annunciato l'accordo Snam-confagricoltura

Ti P’orto l’orto con l’A.P.E. che gira. Uno dei progetti premiati da Coltiviamo Agricoltura Sociale

Il concorso, indetto da Confagricoltura e dalla Onlus Senior, in collaborazione con la Rete delle Fattorie Sociali, l’Università di Roma Tor Vergata e Intesa Sanpaolo, ha interessato 100 progetti innovativi sull’Agricoltura Sociale.
Una Commissione di Esperti ha selezionato i tre vincitori che in occasione della premiazione presenteranno i loro progetti premiati con 40.000 Euro ciascuno ed una borsa di studio per partecipare al Master di Agricoltura Sociale presso l’Università di Roma Tor Vergata per ognuno dei tre vincitori.

 

L’inclusione sociale e lavorativa, strada per affrontare la disabilità e il disagio sociale, contraddistingue i tre progetti. Ed è anche il tema che emerge dalle parole delle personalità presenti in occasione di questa giornata di premiazione avvenuta nella sede di Confagricoltura, Palazzo Della Valle, edificio storico nel pieno centro di Roma.

La confederazione organizza il concorso insieme a Senior Onlus – Età della saggezza, con il patrocinio di Rete Fattorie Sociali, Banca Intesa-San Paolo, Università di Roma Tor Vergata.

 

I vincitori del concorso Coltiviamo Agricoltura Sociale

Tra gli oltre 100 partecipanti e i 30 finalisti votati online da 31000 persone, alla presenza del sottosegretario Giuseppe Castiglione e del vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera Massimo Fiorio, si aggiudicano il premio da 40000€ e la borsa di studio per il Master in Agricoltura Sociale i progetti:

  •  “Ti P’orto l’orto con l’A.P.E. che gira” della Cooperativa Sociale Integrata ed Agricola Giuseppe Garibaldi
  •  “EssenzialMENTE vivaIO – Vivere l’Inclusione Valorizzando Attività Innovative di Orto di aiuto” dell’Azienda Agricola Vivai Villanova
  •  “Ubunto – io sono perché noi siamo: le nostre mani nella terra per il nostro futuro” dell’Azienda Agricola Sociale Apicoltura Capone

Quest’ultimo ha partecipato alla categoria che riservava il premio a progetti nati all’interno dei comuni colpiti dal sisma nel Centro Italia.

 

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“Queste aziende – ha messo in evidenza il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – praticano Agricoltura Sociale senza perdere la propria connotazione imprenditoriale ed economica. Una dimensione etica d’impresa, capace di convogliare la propria attenzione più sulle persone che sul prodotto. Produrre è importante, ma qui si fa di più: attraverso l’attività agricola si fa anche inserimento sociale e lavorativo. La nostra Organizzazione, con questo premio, ha voluto sottolineare quanto creda in un nuovo modello di agricoltura, attento agli aspetti economici e produttivi, ma anche quelli salutistici, agroambientali, energetici, sostenibili e sociali”.

“I tre progetti che abbiamo premiato oggi – ha osservato il segretario nazionale della Onlus Senior – L’Età della Saggezza, Angelo Santori – confermano il nostro impegno per valorizzare le iniziative di agricoltura riconducibili alla solidarietà tra le generazioni, all’occupazione e all’assistenza socio sanitaria dei soggetti più deboli, alla tutela dei diritti civili e all’inclusione sociale nelle zone rurali”.

A moderare la cerimonia c’era Andrea De Dominicis, docente dell’Università di Roma Tor Vergata, che offre il Master, e vice presidente dell’Associazione Oasi.

 

Agricoltura Sociale: “Sartoria del lavoro”

Ad aprire gli interventi istituzionali è Marco Berardo Di Stefano, presidente della Rete Fattorie Sociali, che ha presentato i numeri relativi a questa seconda edizione di Coltiviamo Agricoltura Sociale. Oltre ai già citati 31 mila votanti nella fase di selezione dei finalisti, spiccano le oltre 600 mila pagine viste dagli 80 mila utenti unici. Una cifra che testimonia la quantità di progetti valutati da una buona parte dei votanti, prima di esprimere la propria decisione.

“L’agricoltura sociale permette di fare ‘sartoria del lavoro’: individuare le capacità di ogni persona, soprattutto se svantaggiata, e cucire opportunità di lavoro su misura”. Di Stefano adorna con questa metafora il racconto delle sue esperienze da imprenditore, alla Fattoria sociale del Circeo. Un modo per spiegare che ruolo possa giocare l’agricoltura sociale per l’inclusione sociale di soggetti svantaggiati.

 

Collaborazione Fondazione Snam-Confagricoltura: terreni gratuiti per sviluppare pratiche innovative e solidali

L’incontro ha offerto anche l’opportunità di presentare la collaborazione avviata tra Confagricoltura e Fondazione Snam nel campo dell’agricoltura sociale a valle del protocollo siglato alla fine del 2017. In merito è intervenuto il Presidente di Fondazione Snam, Carlo Malacarne, annunciando l’organizzazione di bandi che porteranno alla concessione in comodato gratuito di alcuni terreni di proprietà di Snam a operatori sociali in grado di sviluppare pratiche innovative e solidali.

 

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15 febbraio 2017

Inizia la seconda edizione del Master

Il 14 febbraio 2017 è iniziata all’Università di Tor Vergata la seconda edizione del Master che la Scuola IaD organizza in collaborazione con Oasi e Rete Fattorie Sociali

 

Scuola IaD - inizia il Master in Agricoltura Sociale di Oasi in collaborazione con l'Università Tor VergataInizia il percorso che, alla fine di questo anno, formerà nuovi professionisti nell’ambito della progettazione in Agricoltura Sociale. Il Master in Agricoltura Sociale è un corso innovativo, come è innovativo questo modello d’intervento che riprende la tradizione del mondo agricolo per offrire opportunità di integrazione per i migranti e di inclusione sociale per altre categorie svantaggiate, come gli adolescenti che abbandonano la scuola o i disabili.

La seconda edizione replica il successo della precedente, conclusasi in questa settimana con la discussione degli ultimi elaborati finali. Gli iscritti sono in aumento e provengono da diverse esperienze professionali e diverse zone d’Italia. Anche dall’Uruguay. Il Master, infatti, come tutti i corsi offerti dalla Scuola Istruzione a Distanza istituita dal secondo Ateneo di Roma, permette attraverso l’e-learning la partecipazione di persone che, altrimenti, non avrebbero il tempo o l’opportunità di partecipare alle lezioni.

Ieri si sono svolte 4 delle sole 16 ore di lezione in presenza previste dal calendario. I docenti si sono presentati alla nuova classe di allievi per anticipare i temi delle proprie lezioni e, soprattutto, per dare un volto reale alle persone che vedranno in streaming online.

 

Ad ottobre 2021 aprono le iscrizioni al Master in Agricoltura Sociale di Oasi, Rete Fattorie Sociali e Università di Roma Tor Vergata.

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Gli onori di casa li hanno fatti Andrea Volterrani, direttore del Master, e Massimo Giannini, direttore della Scuola IaD, che attinge alla sua esperienza da economista per affermare che “Si può fare PIL con la solidarietà”. L’agricoltura sociale è importante perché va oltre il dualismo tra economia efficiente ed economia equa. Coesione sociale e solidarietà permettono ad ogni persona di essere valorizzata e, quindi, di contribuire ad un’economia prospera.

Oasi si è presentata agli allievi attraverso le parole di Andrea De Dominicis e Martino Rebonato, rispettivamente il coordinatore del Master e uno dei docenti. De Dominicis si focalizza sulla necessità di costruire una dimensione e una comunità di ricerca e sviluppo per l’agricoltura sociale, la quale non può basarsi esclusivamente sulla formazione professionale. L’esistenza di un Master come questo risulta utile anche in questa direzione. Rebonato, invece, recupera la professionalità di Oasi nell’ambito del welfare, il suo “aiutare a fare meglio le cose giuste”, per ricordare l’importanza che hanno anche le azioni di sistema nelle politiche sociali: formazione, assistenza tecnica e aiutare le organizzazioni a fare rete.

Marco Berardo Di Stefano, presidente della Rete Fattorie Sociali e docente del Master, parlando alla classe riunitasi per la prima volta nell’aula informatica della Scuola IaD, ha espresso una delle ragioni per i quali è importante puntare sull’agricoltura sociale, sia in termini di formazione che di finanziamenti. L’agricoltura sociale è economicamente vantaggiosa per lo Stato, in modo particolare per la sanità e il sistema carcerario: riduce i casi di recidiva per i beneficiari che usufruiscono di misure alternative alla detenzione e aiuta le persone con disabilità psichica ad affrontare il proprio disagio.

Associazione Oasi, che ha dato vita al Master in Agricoltura Sociale di Scuola IaD insieme a Rete Fattorie Sociali, fa il proprio in bocca al lupo agli allievi che da qui a dicembre 2017 vivranno quest’esperienza formativa e professionale.

 

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10 novembre 2016

Presentazione della 2° edizione nella sede di Confagricoltura

Ieri, 9 novembre, Confagricoltura ha ospitato la presentazione della seconda edizione del Master universitario di I livello in Agricoltura Sociale

La Sala Serpieri del Palazzo Della Valle, sede di Confagricoltura, ha ospitato la Conferenza Stampa del nostro Master in Agricoltura Sociale
La Sala Serpieri del Palazzo Della Valle, sede di Confagricoltura, ha ospitato la Conferenza Stampa del nostro Master in Agricoltura Sociale

 

Associazione Oasi, Rete Fattorie Sociali, la Scuola IaD dell’Università di Roma Tor Vergata e Confagricoltura hanno presentato la seconda edizione del Master in Agricoltura Sociale. La conferenza stampa ha avuto luogo nella splendida sala Serpieri di Palazzo Della Valle.

 

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Andrea Volterrani, coordinatore del Master, e Tiziana Piacentini, presidente di Oasi, hanno aperto la presentazione ricordando la portata della sfida accettata con l’agricoltura sociale. Sfida superata e che ha portato risultati nell’ambito dei progetti a cui Oasi ha dato vita, insieme alla Cooperativa Sociale Kairos, e in termini di iscrizioni alla prima edizione del Master. Cedono la parola a Martino Rebonato, che porta l’attenzione sul ruolo storicamente inclusivo dell’agricoltura. Da sempre, il mondo agricolo è stato quello in cui nessun soggetto è mai stato abbandonato. La natura sociale, quindi, è insita nell’agricoltura stessa.

Intervengono anche Mario Guidi, presidente di Confagricoltura e padrone di casa, l’on. Massimo Fiorio, vicepresidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati e primo firmatario della legge sull’agricoltura sociale, Massimo Giannini, direttore della Scuola IaD, e Marco Berardo Di Stefano, presidente della Rete Fattorie Sociali.
Mario Guidi ha espresso l’importanza del master, in quanto “si inserisce in un contesto interdisciplinare, che vede attivamente impegnati il mondo imprenditoriale agricolo, quello dell’Università e il Terzo Settore, per lo sviluppo di nuove forme di welfare e di impresa agricola a forte orientamento relazionale. I contenuti didattici promuovono l’acquisizione degli strumenti tecnici e della cultura dell’innovazione necessari per progettare e gestire attività di impresa sociale utilizzando il potenziale del comparto agroalimentare e dei settori ad esso collegati, come ospitalità, turismo e ristorazione”.
Per Massimo Fiorio il Master in Agricoltura Sociale formerà professionalità che troveranno sicuramente spazio in settore in espansione, mentre il direttore Giannini esprime la sua soddisfazione per il successo della prima edizione del corso.

Marco Berardo Di Stefano recupera indirettamente le parole di Martino Rebonato a proposito del ruolo naturalmente inclusivo dell’agricoltura sociale, raccontando l’aneddoto di Livio. Una delle storie di agricoltura sociale che vedono protagoniste persone che trovano l’opportunità di essere utili, di avere un proprio ruolo nel mondo del lavoro e nella società e di essere, giustamente, pagati per il lavoro che si compie piuttosto che mantenuti dal welfare.

Le domande di ammissione al Master in Agricoltura Sociale si possono inviare fino al 10 gennaio 2017. La procedura è descritta sul sito della Scuola IaD. Le lezioni avranno inizio il 27 gennaio e sono caratterizzate da 384 ore di istruzione a distanza (e-learning), attraverso la piattaforma dell’Ateneo, e 16 ore in presenza. Questa è la formula del blended learning. Il Master è pensato per coloro che intendono assumere le competenze per progettare percorsi imprenditoriali e reti di agricoltura sociale. È rivolto in modo particolare a imprenditori agricoli, educatori, professionisti e operatori sociali.
Per i dipendenti delle aziende e delle organizzazioni che aderiscono al fondo, il percorso di formazione può essere finanziato completamente dal FOR.AGRI.

 

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3 novembre 2016

9 novembre la conferenza stampa di presentazione

Mercoledì 9 novembre, ore 14.30, nella sede di Confagricoltura di Corso Vittorio Emanuele II 101, Roma, la conferenza stampa di lancio del Master in Agricoltura Sociale che Oasi organizza insieme alla Rete Fattorie Sociali e alla Scuola IaD

 

Master in Agricoltura Sociale della Scuola IaD dell'Università di Tor Vergata, in collaborazione con Associazione Oasi e Rete Fattorie Sociali - La conferenza stampa del 9 novembreLa Sala Serpieri di Palazzo Della Valle, sede di Confagricoltura, ospiterà la conferenza stampa con la quale presenteremo la seconda edizione del Master in Agricoltura Sociale di Scuola Iad, Associazione Oasi e Rete Fattorie Sociali.
Mercoledì 9 novembre, dalle 14.30 alle 16.00, l’appuntamento è in Corso Vittorio Emanuele II 101, Roma.

Sul sito di Oasi è disponibile il bando. La possibilità di inviare le domande di ammissione per l’edizione 2017 del Master in Agricoltura Sociale è aperta fino al 10 gennaio 2017. Sul sito della Scuola IaD è possibile consultare la procedura di ammissione per iscriversi attraverso il Sistema di Gestione Delphi dell’Università di Roma Tor Vergata.

 

Ad ottobre 2021 aprono le iscrizioni al Master in Agricoltura Sociale di Oasi, Rete Fattorie Sociali e Università di Roma Tor Vergata.

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Interverranno:

Mario Guidi, Presidente di Confagricoltura

Marco Berardo Di Stefano, Presidente Rete Fattorie Sociali

Roberto Bianchi, Direttore FORAGRI

Massimo Fiorio, Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati

Massimo Giannini, Direttore della Scuola di Istruzione a Distanza di Roma Tor Vergata

Giuseppe Novelli, Rettore dell’Università di Roma Tor Vergata

Tiziana Piacentini, Presidente Associazione Oasi

Andrea Volterrani, Direttore del master in Agricoltura Sociale

La conferenza stampa sarà preceduta alle 14.00 da una breve presentazione degli strumenti previsti dal Programma di Sviluppo Rurale e dal Fondo Sociale Europeo della Regione Lazio a cura degli esperti della Rete Fattorie Sociali.

Il Master è rivolto a imprenditori agricoli e a operatori sociali che intendono acquisire conoscenze e competenze per essere riconosciuti come operatori di agricoltura sociale, nonché a coloro che intendono progettare percorsi imprenditoriali e reti di agricoltura sociale. È realizzato dalla Scuola di Istruzione a Distanza dell’Università di Roma Tor Vergata in collaborazione con la Rete delle Fattorie Sociali e l’Associazione Oasi. Il Master fornisce conoscenze e competenze a carattere interdisciplinare per Progettare e gestire fattorie sociali in modo sostenibile e inclusivo e reti territoriali di supporto per promuovere partecipazione e responsabilità.

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3 dicembre 2015

Conferenza stampa del Master in agricoltura sociale

Presentato nel corso dell’incontro dello scorso 2 dicembre, presso la sede di Confagricoltura, il MAS – Master in agricoltura sociale che si terrà alla Scuola Iad dell’Università di Roma Tor Vergata, in convenzione con la Rete delle fattorie sociali e l’Associazione Oasi. Domande di ammissione entro il 31 dicembre 2015. Avvio delle lezioni il 22 febbraio 2016
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Ad aprire i lavori della conferenza stampa di lancio del master, Mario Guidi, Presidente di Confagricoltura, che ha sottolineato come il master sia “qualcosa di nuovo” che coniuga l’aspetto sociale a quello dell’imprenditoria in agricoltura e ha dichiarato che “per tutto il 2016 Confagricoltura affiancherà l’agricoltura sociale perché riteniamo che un po’ di responsabilità da parte nostra ci debba essere”.

 

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Massimo Giannini, Direttore della Scuola di Istruzione a Distanza Università di Roma Tor Vergata, ha evidenziato come “le società crescono se sono eque. La conoscenza serve per un riequilibrio sociale e a migliorare la vita delle persone”. In seguito Andrea Volterrani, Direttore del Master in Agricoltura Sociale, Università di Roma Tor Vergata, ha  descritto la struttura e la didattica del master e ha sottolineato come il corso “farà conoscere a chi conosce l’agricoltura l’altra metà del cielo e viceversa”. Secondo Marco Berardo Di Stefano, Presidente Rete Fattorie Sociali, “l’agricoltura italiana non esporta solo prodotti buoni e di qualità, può esportare anche questo modo di operare nel sociale che a livello europeo è già considerata una delle eccellenze del Made in Italy”. Il Direttore For.Agri, Roberto Bianchi, ha evidenziato come i dipendenti a tempo indeterminato e determinato delle aziende (di qualsiasi settore) aderenti al fondo interprofessionale For.Agri possano richiedere gratuitamente il voucher formativo dedicato al master in agricoltura sociale che coprirà il costo della retta. L’iscrizione delle aziende al Fondo non comporta oneri aggiuntivi (www.foragri.com).

“Puntiamo a fare le cose giuste e a farle bene, e a creare dei ponti e dei sistemi fra impresa, mondo delle istituzioni e terzo settore” queste le parole con cui Martino Rebonato, Associazione Oasi, descrive l’idea che ha guidato la genesi di questo master.
A concludere i lavori Massimo Fiorio, Vicepresidente della Commissione agricoltura della Camera, tra i primi firmatari della legge Legge n. 141 del 18 agosto 2015 nella quale si inserisce questo master. “Non puntavamo a una legge che riconoscesse un fenomeno sporadico di poche aziende coraggiose ma una legge che desse all’agricoltura sociale una dimensione strutturale di welfare sociale e non velleitaria”.

Il Master offre un contesto interdisciplinare per la specializzazione nel settore delle nuove forme di Welfare Mix e di Impresa Agricola a forte orientamento relazionale. I contenuti didattici promuovono l’acquisizione delle categorie d’analisi, degli strumenti tecnici e della cultura dell’innovazione necessari per progettare e gestire attività di impresa sociale utilizzando il potenziale del comparto agroalimentare e dei settori ad esso collegati (ospitalità, turismo, ristorazione).
Il Master è rivolto a imprenditori agricoli, educatori, professionisti e operatori sociali che intendono acquisire conoscenze e competenze per essere riconosciuti come esperti di Agricoltura Sociale, nonché a coloro che intendono progettare percorsi imprenditoriali e reti di agricoltura sociale.
L’attività didattica formativa erogata dal Master è di 400 ore, ripartite in otto mesi di didattica in modalità mista presenza/distanza e un periodo di tirocinio di tre mesi.

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30 novembre 2015

Mercoledì la presentazione della 1° edizione del Master della Scuola IaD

conferenza_stampa_MAS

Confagricoltura organizza, mercoledì 2 dicembre, alle ore 11,30 in Corso Vittorio Emanuele II, 101, in Roma, una conferenza stampa per presentare il Master universitario di I livello in “Agricoltura sociale” (MAS), attivato nell’anno accademico 2015/2016 presso la Scuola IaD (Scuola di Istruzione a Distanza) dell’Università di Roma Tor Vergata, in convenzione con la Rete delle Fattorie Sociali e l’Associazione OASI.

 

Interverranno:
Mario Guidi, Presidente Confagricoltura
Massimo Giannini, Direttore della Scuola di Istruzione a Distanza Università di Roma Tor Vergata
Andrea Volterrani, Direttore del Master in Agricoltura Sociale, Università di Roma Tor Vergata
Marco Berardo Di Stefano, Presidente Rete Fattorie Sociali
Martino Rebonato, Associazione Oasi
Roberto Bianchi, Direttore For.Agri
Massimo Fiorio, Vicepresidente della Commissione agricoltura della Camera

2 dicembre 2015 – Ore 11.30 – Confagricoltura – Palazzo della Valle, Sala Serpieri , Corso Vittorio Emanuele II, 101 Roma

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