Assistenza per i progetti 285 a Roma

 

La gestione efficiente del Fondo che finanzia progetti 285 per i minori di Roma è possibile anche grazie all’Assistenza tecnica che Oasi presta al Dipartimento Politiche Sociali

 

A Roma e in altre città d’Italia i propositi della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, stipulata a New York nel 1989, hanno preso forma attraverso progetti che hanno lo scopo di prevenire il disagio tra i minori, promuovendone i diritti e rafforzandone l’identità.
Azioni pratiche, non semplice distribuzione di denaro a pioggia, per dar luogo a progetti e attività per quei giovani che, altrimenti, sarebbero lasciati soli ed esclusi.

Si è andati oltre la logica assistenzialista, quindi, mettendo in pratica una nuova metodologia di lavoro basata sulla programmazione e la progettazione degli interventi. Questo è in sintesi la legge 285 del 1997, “Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”. La legge istituisce anche un Fondo che finanzia progetti dedicati alla prevenzione del disagio minorile. Ne sono un esempio i centri d’aggregazione giovanile, luoghi che in alcune periferie risultano essere le uniche possibilità per i ragazzi di incontrarsi e vivere una socialità sana, insieme ai tenaci operatori che li animano.

 

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Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

Grazie alla Convenzione ONU i bambini non sono più oggetti passivi bisognosi di assistenza ma diventano persone che partecipano attivamente alle decisioni e che sono titolari di diritti inalienabili.

Tra questi il diritto alla salute e all’assistenza sociale e sanitaria, il diritto alla propria identità e cultura, il diritto ad avere una famiglia responsabile e al ricongiungimento, il diritto alla protezione da abuso, sfruttamento, abbandono, il diritto al recupero e al reinserimento sociale, il diritto di speciale trattamento in caso di violazione di legge penale, il diritto all’informazione sana e corretta, il diritto all’autonomia e alla partecipazione attiva per bambini e adolescenti con disabilità, il diritto allo studio e all’istruzione, il diritto all’educazione al rispetto dei diritti umani, della famiglia, della società, della natura, il diritto alla partecipazione e libertà di pensiero, espressione, associazione, il diritto al gioco e alle attività ricreative, il diritto alle cure.

 

Assistenza Interventi 285 di Oasi

Staff di Oasi impegnato sui Progetti 285 a RomaIn questo quadro si inserisce l’intervento dell’Associazione Oasi, che coadiuva Roma Capitale nell’efficientamento della gestione e del monitoraggio dei progetti nati grazie al Fondo nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, assegnato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Oasi, infatti, da molti anni supporta il Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale. In particolare, all’Assistenza Interventi 285 sono attribuiti i seguenti compiti:

  • coordinamento, monitoraggio, assistenza tecnica sulle procedure
  • controllo di gestione
  • controllo della qualità degli interventi
  • monitoraggi in profondità
  • rendicontazione on line (dei progetti e dei finanziamenti) sul database del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali
  • studi proiettivi sulle risorse.

 

Il lavoro di Oasi per i progetti 285 non si limita a questo. L’impegno ha previsto, in passato, la collaborazione con il Centro Nazionale Infanzia e Adolescenza per la raccolta e la sistematizzazione dei dati richiesti dal Ministero che eroga il Fondo. Oasi è chiamata, inoltre, a favorire la partecipazione attiva di Roma Capitale agli incontri e alle sperimentazioni organizzati dal Governo, e a dar vita a una comunicazione fluida con le Amministrazioni, le organizzazioni e la cittadinanza, per aumentare la meritata visibilità dei risultati ottenuti.

L’intervento di Oasi, inoltre, oggi ha assunto un ruolo importante in alcuni ambiti del welfare romano perché:

  • favorisce le relazioni con le altre Città riservatarie e il Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l’Infanzia e l’Adolescenza
  • offre la propria assistenza per le eventuali revisioni di Piano e per la preparazione delle nuove pianificazioni in attuazione della legge 285/97
  • realizza interventi formativi e seminariali diretti al personale tecnico-ammi­nistrativo responsabile della programmazione e gestione degli interventi finanziati dalla legge 285
  • promuove misure in grado di favorire l’ascolto e la partecipazione dei bambini e dei ragazzi nella programmazione sociale della propria città.

 

L’impatto dei progetti 285/97 sui minori di Roma

In termini pratici, la collaborazione tra Oasi e il Dipartimento ha garantito che i finanziamenti del Governo in favore dei minori di Roma si trasformassero in attività e strutture per bambini e adolescenti che rischiano un futuro di emarginazione sociale, in centri che aggregano i ragazzi dell’estrema periferia romana per ricostruirne una sana socialità, in azioni pratiche che contengono e prevengono il disagio giovanile. Avendo sempre cura che il denaro pubblico riservato a questi interventi non venga sprecato e non rimanga inutilizzato.
Un duro lavoro di raccordo che porta a rapportarsi sia con i 15 Municipi di Roma che con le tante realtà territoriali che lavorano per i ragazzi; un lavoro fatto di numeri e documenti tanto quanto della dedizione degli educatori e delle opportunità vissute da bambini e adolescenti.

 

Il risultato di anni di impegno alla Cabina di regia per i progetti 285 di Roma

Anni di stretta collaborazione con l’ente capitolino ci ha permesso di:

  • garantire una governance efficiente dei Piani cittadini, nati per attuare la legge, e di facilitare l’integrazione degli interventi con il Piano Regolatore Sociale cittadini e con i Piani sociali dei singoli Municipi;
  • assicurare che le risorse distribuite dal Fondo vengano utilizzate completamente e velocemente, rendendo efficace il sistema che assolve a questo compito;
  • controllare l’andamento dei progetti finanziati, nelle fasi di progettazione e avanzamento, con una attenta azione di monitoraggio.

 

Per informazioni

Legge 285 del 1997 ► Consulta il testo qui
email ► [email protected]

 

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privacy e lavoro online

 

Come cercare lavoro online utilizzando semplicemente lo smartphone? Ecco il laboratorio di Oasi, “Cercare lavoro e imparare online”, per il progetto #CrescereInsieme

 

La seconda edizione del laboratorio sarà a distanza!
Iscrizioni aperte sul sito di Kairos Cooperativa Sociale

 

Nove mamme hanno portato nelle sale di Oasi la loro curiosità, la loro vivacità, il loro desiderio di raggiungere l’autonomia nella ricerca del lavoro e nella gestione della propria famiglia. E, qualcuna di loro, ha portato anche il proprio bambino.

Il laboratorio di capacitazione che Oasi ha realizzato per il progetto, “Cercare lavoro e imparare online”, ha offerto alle mamme uno sguardo su Internet diverso. Un luogo virtuale in cui passare il tempo, responsabilmente e facendo attenzione ai dati che lasciamo in giro. Ma anche una continua opportunità per autocapacitarsi, scoprire tutorial per far crescere le passioni che possono diventare un mestiere, trovare offerte di lavoro e corsi di formazione su siti specifici.

 

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Prossimi laboratori di capacitazione

Da definire le date della 2° edizione del Laboratorio “Cercare lavoro e imparare online”.

Il laboratorio è stato ideato e realizzato da OASI. La partecipazione è gratuita per le mamme che possono beneficiare del progetto #CrescereInsieme.

Il laboratorio è rivolto a: nuclei familiari mamma-bambino che vivono nel Lazio (madri sole in difficoltà, economica o sociale, con figli dai 0 ai 6 anni). L’iscrizione può essere curata anche da strutture e servizi che si occupano di nuclei mamma-bambino 0-6 nel Lazio.

 

Scopri gli altri Laboratori di Capacitazione

 

Programma del laboratorio “Cercare lavoro e imparare online”

I social media possono rivelarsi un’opportunità. Anche per una mamma che cerca lavoro.
Sono un’opportunità di crescita personale e professionale. Uno spazio in cui formarsi con tutorial semplici e intuitivi o in cui scoprire opportunità di lavoro e farsi trovare da chi offre lavoro.
Ma sono anche un rischio per la privacy (propria e del bambino) e per la reputazione. Sempre più spesso, chi assume effettua ricerche online sulla persona che stanno per assumere.

Questo laboratorio vuole stimolare e accompagnare le mamme alla scoperta di motori di ricerca specifici per le offerte di lavoro, piattaforme in cui proporre il proprio CV, tutorial per sviluppare una passione o un’abilità che può diventare un mestiere. Ma anche sensibilizzare ad un uso appropriato e sicuro dei Social Media.
Strumenti semplici e gratuiti, a portata di smartphone.

Il laboratorio è adatto per le mamme che utilizzano smartphone e social media nel tempo libero. La modalità di lavoro, sia teorica che pratica, stimolerà la partecipazione diretta delle mamme.

 

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Obiettivi

  • Stimolare l’utilizzo di internet e dello smartphone per “autocapacitarsi” nel tempo libero con contenuti formativi e tutorial
  • Far sperimentare l’uso dei social media e dei motori di ricerca dedicati alle offerte di lavoro
  • Limitare i rischi connessi alla diffusione di dati e immagini online
  • Accennare i più semplici strumenti per promuovere online una piccola attività artigianale

 

Attività

1° parte – 2 ore 30 minuti

  • Vita digitale
    Breve conversazione con il gruppo di mamme per conoscere in che modo utilizzino internet, i social media e lo smartphone.
  • Sapersi difendere
    Far conoscere i rischi per la privacy e la reputazione annessi all’uso dei social media e le modalità per preservare la riservatezza propria e dei propri bambini.
  • Imparare nel tempo libero
    Far conoscere e far sperimentare in aula l’uso di piattaforme e strumenti dedicati ai tutorial per stimolare l’utilizzo di Internet per formarsi, intrattenendosi, nel tempo libero.

2° parte –  2 ore 30 minuti

  • Saper cercare e farsi cercare
    Una scoperta dei motori di ricerca (Indeed, Jobrapido, ecc.) e dei social media (Monster, Infojobs, ecc.) più utili per la ricerca de lavoro.
  • Sognando il futuro
    Laboratorio pratico e partecipativo per sperimentare gli strumenti più semplici per promuovere su Instagram e Facebook una futura attività artigianale o professionale.

 

CONTATTI

Per informazioni sul Laboratorio di Capacitazione:

 

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  • Articolo pubblicato il 16 Dicembre 2019

Piano sociale municipio XV

 

Il seminario del Municipio XV di Roma, “La rete per la comunità. Per un’empatia sociale”, ha invitato il territorio e i suoi servizi a confrontarsi per il Piano Sociale 2018/2020

 

Uno spazio di riflessione condivisa sui nuovi bisogni sociali emergenti e sulla capacità dei servizi di intercettarli e offrire una risposta. Nelle aule della scuola Karol Wojtyla ci siamo incontrati il 12 e 13 dicembre per creare questa opportunità nel Municipio XV di Roma. L’incontro è stato realizzato con la collaborazione di Oasi e ha visto un’ampia partecipazione da parte di cittadini, professionisti del terzo settore, operatori e dirigenti del Municipio.

 

Focus group

Focus grup Piano sociale Municipio XV

I focus group del seminario “La rete per la comunità. Per un’empatia sociale” si inseriscono nei lavori per il Piano Sociale Municipale del Municipio Roma XV. Lo scopo dei gruppi di discussione è stato quello di indagare le opinioni, le percezioni, le esperienze e le esigenze di chi vive il Sociale dai suoi diversi punti di vista. Questo lavoro sarà utile per comprendere al meglio i bisogni e lo scenario in cui si attuerà il Piano Sociale Municipale.

In merito a tre temi specifici di competenza del welfare municipale, abbiamo ascoltato differenti gruppi di stakeholder: operatori dei servizi pubblici e privati; utenti e minori; dirigenti del Municipio XV.

I temi affrontati sono stati: Inclusione sociale; Infanzia e adolescenza; Non autonomia.

 

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Gli interventi che hanno preceduto i focus group

Ognuno dei tre focus group è stato preceduto dall’intervento di un esperto del settore in merito al quale, poco dopo, si sarebbero espressi gli stakeholder. Un modo per proporre spunti di riflessione e fare mente locale su dati e aspetti utili e interessanti per la discussione.

Di seguito, condividiamo i materiali dei diversi interventi.

 

Il Welfare nel Municipio Roma XV

Intervento a cura di Maria Anna Bovolini

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Intervento di Maria Anna Bovolini

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Dati sugli accessi al PUA – Punto Unico di Accesso

Cosimo Baldari e Maria Anna BovoliniIntervento a cura di Cosimo Baldari

Il P.U.A. del Municipio XV – Distretto 15 è un servizio pubblico integrato realizzato da assistenti sociali del municipio e operatori sanitari della ASL Roma1 rivolto ai cittadini e alle famiglie residenti nel Municipio Roma 15, agli operatori dei servizi pubblici e privati e del volontariato di Roma Capitale.

Offre accoglienza e ascolto sui bisogni socio-assistenziali e socio sanitari, informazioni sui servizi sociali e sociosanitari erogati dal Municipio XV e dal distretto 15, orientamento sulle risorse presenti sul territorio di Roma Capitale.

Il P.U.A. accompagna alla richiesta dei servizi più rispondenti ai propri bisogni: assistenza domiciliare SAISA, disabili SAISH, centri diurni per anziani, disabili e minori, servizi per il contrasto alla povertà e al disagio economico, servizi di sostegno alle famiglie in difficoltà.

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Dati sugli accessi al PUA - Punto Unico di Accesso

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Inclusione sociale: i rischi della vulnerabilità

Intervento a cura del prof. Marco Accorinti

Marco AccorintiL’intervento del professor Accorinti ha mostrato come le condizioni di vulnerabilità siano quasi normali nella nostra epoca, soprattutto a causa delle caratteristiche del mercato del lavoro, delle trasformazioni dei contesti famigliari e delle misure di cambiamento nel sistema di welfare. Tuttavia, chi opera nel sociale è chiamata/o a non smettere di aspirare al cambiamento e per questo trovare occasioni di confronto democratico e soprattutto di riflessione consentono di sperimentare già percorsi di inclusione e di relazione tra le persone, fondamento di una società decente.

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Inclusione sociale: i rischi della vulnerabilità

 

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Sondaggio su Inclusione sociale e vulnerabilità

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Infanzia e adolescenza: tra vecchie e nuove forme di abuso

Intervento a cura di Maria Katiuscia Zerbi

Stato dell’arte riguardo ai Servizi di cura e nuove misure preventive da considerare

In generale si potrebbe dire che si riscontrano dei buoni modelli integrativi sociosanitari, con delle linee guida valide ma sembra sempre più necessario compiere ulteriori sforzi integrativi.
Nel Lazio e a Roma in particolare sono insorte negli ultimi anni diverse criticità, legate anche all’accorpamento dei Municipi prima e delle Asl poi. Uno sguardo alle statistiche ci dà testimonianza delle ragioni della sofferenza dei Servizi: negli ultimi due anni le emergenze psichiatriche sono aumentate del 25%, la domanda al TSMREE è aumentata del 45% negli ultimi 5 anni e i ricoveri del 28% (S. Trillo). Bisogna considerare, per meglio leggere ed interpretare i numeri, l’aumento della popolazione straniera e l’emergere di psicopatologie complesse che  necessitano di una forte integrazione tra Servizi e operatori con competenze specifiche, nonché l’attivazione di più servizi d’aiuto su uno stesso caso.

 

Maria Katiuscia Zerbi

Roma al momento ha solo due servizi pubblici per adolescenti (il Servizio di Neuropsichiatria infantile di via dei Sabelli e l’Ospedale Bambin Gesù, che offre la possibilità di accedere da tutte le regioni d’Italia). Se le risorse sono così esigue bisogna creativamente costruire nuove forme di intervento. Sarebbero da incrementare i servizi a valenza terapeutica. Sembra emergere il bisogno di risposte specifiche per l’adolescente in quanto sono cambiate le forme di espressione del disagio. Sono aumentati i disturbi della condotta e si è abbassata l’età di insorgenza del disturbo. In adolescenza, è importante distinguere le urgenze psichiatriche in cui è l’emergere improvviso di sintomi psicopatologici a rendere urgente una risposta tempestiva sul piano di cura (come accade per gli adulti e raramente in adolescenza) dalle emergenze in cui in primo piano è l’incapacità dell’ambiente a contenere il comportamento dell’adolescente e/o l’assenza o inadeguatezza delle risorse della comunità e dei Servizi di prendersi cura del disagio prima che la gravità assuma le caratteristiche di una acuzie e in certi casi renda possibile rinviare l’intervento.

Quindi bisogna attivare dei servizi di interventi e cura integrati in quanto il servizio pubblico non è in grado da solo di rispondere. È necessario mantenere sempre vivo e in continua evoluzione il pensiero circa la condizione psicopatologica tentando di ricercare la migliore articolazione possibile nel campo della progettazione di interventi di cura che spesso vedono coinvolti diversi attori appartenenti al Servizio pubblico e al privato sociale (ASL, Municipio, Associazioni e Cooperative del terzo settore, Comunità terapeutiche, Case famiglia).

 

C’è bisogno di diffondere una cultura sull’adolescenza e tra gli adolescenti. Creare degli spazi idonei a supporto dell’adolescenza, essere vicini ed arrivare a prestare la nostra professionalità anche nelle periferie, nei luoghi più disagiati. C’è bisogno di personale formato, specializzato, che sia capace di riconoscerne il disagio e di intervenire tempestivamente ed adeguatamente. Nelle situazioni gravi la psicoterapia non è sufficiente, sono necessari diversi modelli di intervento. Spesso ci si trova a progettare degli interventi su singoli ragazzi e altrettanto spesso ci si trova ad esser parte di un sistema, di un progetto di cura. A volte su un singolo caso sono impegnati i Servizi sanitari o sociali, lo psicoterapeuta, il Compagno adulto, il terapeuta dei genitori. Proprio perché le variabili sono tante e le risposte possono richiedere interventi complessi. Il lavoro di rete tra operatori che si occupano di uno stesso caso è una risorsa imprescindibile e per questo le Amministrazioni dovrebbero essere sensibilizzate a non cedere alla logica del risparmio.

L’invito è quello di continuare a ragionare circa le trasformazioni societarie e su come queste tocchino ognuno di noi, chiamandoci ad assumere una responsabilità etica e professionale sempre maggiore, raggiungibile attraverso il confronto, lo scambio, il dialogo tra istituzioni, nonché la formazione continua.

 

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Infanzia e adolescenza: tra vecchie e nuove forme di abuso

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Non autonomia. Le sfide della solitudine nel Municipio XV

Intervento a cura di Alfredo Ferrante

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Intervento di Maria Anna Bovolini

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Insegnare con il digitale

 

Come insegnare con il digitale? In collaborazione con Fondazione Mondo Digitale, il seminario di Roma Capitale ha proposto riflessioni ed esercitazioni sull’uso delle tecnologie digitali nell’età evolutiva

 

Il 6 dicembre abbiamo affrontato con un seminario di Roma Capitale il tema delle tecnologie digitali nell’età evolutiva . Come utilizzarle con i minori per insegnare e imparare? Ci siamo affidati alla preziosa collaborazione di Fondazione Mondo Digitale, che ci ha aiutato a comprenderne il ruolo, i pericoli e le opportunità.

Di seguito, vi riproponiamo i materiali, le esercitazioni e alcuni momenti della giornata rivolta, in modo particolare, ad assistenti sociali e dirigenti dei Municipi di Roma Capitale e a chiunque lavori con i minori e nel Terzo Settore.

 

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Fondazione Mondo Digitale

Il seminario è stato curato da Fondazione Mondo Digitale grazie alla partecipazione di Ilaria Graziano, Cecilia Stajano e Ilaria Gaudiello che hanno presentato così le attività della Fondazione.

Scarica le slide di Fondazione Mondo Digitale o consultale in questa stessa pagina (sfoglia le pagine utilizzando i comandi sulla barra):

Presentazione di Fondazione Mondo Digitale

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Design Thinking per fare formazione con le tecnologie digitali. Esercitazioni

I partecipanti al seminario si sono cimentati con 3 esercitazioni nella seconda parte del seminario. Nella prima, hanno raccolto vantaggi e svantaggi del digitale per i minori e nella formazione. Successivamente, accostando delle targhette hanno associato due tecnologie digitali ad un problema che potrebbero risolvere e ad una categoria di minori che potrebbero beneficiarne.

L’ultima esercitazione ha riguardato il Design Thinking, i cui materiali vi proponiamo di seguito insieme alle foto scattate durante le esercitazioni nella sala Rosi di del Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale.

Scarica le slide di sul Design Thinking o consultale in questa stessa pagina (sfoglia le pagine utilizzando i comandi sulla barra):

Esercitazione sul Design Thinking

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L’impatto pedagogico della rivoluzione del Game. Intervento di Martino Rebonato

Da sempre la trasmissione generazionale del sapere è gravida di tensioni e fratture, perché si tratta sostanzialmente della transizione delle leve del potere, ma quello che stiamo vivendo, mi sembra, è un caso inedito.

In passato la forza e la creatività dei giovani si opponevano alla conservazione delle acquisizioni culturali degli anziani, quindi ai saperi fondati sulla conoscenza acquisita attraverso lo studio e l’esperienza. Semplificando: tradizione versus innovazione.

 

Accesso al sapere

Oggi invece è il problema è proprio le modalità di accesso al sapere: se i giovani hanno, come è evidente, un accesso diretto a tutte le informazioni, a prescindere e più degli anziani, il “sapere” potrebbe poco o nulla aver a che fare con il passato. L’anziano, il maestro è “inutile”.

Non siamo di fronte ad uno dei “soliti” conflitti intergenerazionali. Oggi è la “tradizione” (in senso forte, quella identitaria) ad essere in gioco: traballano le fondamenta del cosa trasmettere, non solo del come trasmetterlo o di chi lo deve trasmettere. Cambiano i parametri della pedagogia. Il “pedagogo” è l’algoritmo.

Ed è qui, più che altri aspetti, che nell’era digitale entra in crisi la Scuola. La sua funzione civica (creare il cittadino competente) partiva dalla trasmissione di informazioni e abilità, produceva conoscenze e competenze, nel quadro di una cultura connettiva sostanzialmente condivisa, anche quando al suo interno le posizioni potevano essere differenti.

Oggi non è più così. E non si tratta solo di riprendere il compito di garantire a tutti un accesso paritario e un’istruzione adeguata. Ciò resta sempre valido e dovremmo darlo per scontato (anche se così non è, purtroppo). Oggi, con tutta evidenza, la Scuola non è più la principale fonte di conoscenza. Le tecnologie digitali liberano, almeno teoricamente, l’alunno dal sapere del maestro, il giovane dal sapere dell’adulto e dell’anziano. E allora quale mission per la Scuola oggi (e più in generale per la “comunità educante” di cui fanno parte le istituzioni e le agenzie educative locali)?

 

Il “Game”

Siamo di fronte ad una svolta epocale: il “game” mette a disposizione tutto, a tutti, dappertutto e nello stesso momento. Le distanze spaziali e temporali sono annullate. La lontananza e l’attesa sfumano.

In questo contesto la paideia (accompagnare il bambino che va “fuori” casa) perde riferimenti sostanziali: i concetti (simbolici e non solo razionali) dello spazio e del tempo. Non si tratta solo di diverse sensibilità sul valore del passato e del futuro, da conciliare. I nostri giovani fanno molta fatica a comprendere la stessa idea di “durata” e di “distanza”. Sopportano difficilmente la resistenza della realtà fisica, dal momento che, con la materializzazione, a spostarsi non sono gli atomi, ma i bytes. Parafrasando Kundera, potremmo parlare di una “insopportabile pesantezza dei corpi”.

È rischioso sottovalutare la portata dell’impatto della rivoluzione digitale sui processi educativi dei bambini e dei ragazzi. La consapevolezza di questi cambiamenti non può e non deve essere rimossa, pena l’impossibilità di farvi fronte responsabilmente. Viviamo in un mondo caratterizzato da un’epocale accelerazione tecnologica: il 50% della popolazione mondiale usa Internet, metà del traffico è su smartphone. In Italia il 68% delle famiglie ha un collegamento attivo.

 

Questioni critiche

Tre scimmiette con lo smartphoneÈ un compito che i genitori e gli educatori si trovano a dover affrontare ogni giorno. Non è questo lo spazio per parlarne. Provo però a segnalare alcune questioni critiche di cui è bene tener conto (non si tratta delle “solite” lamentele di un anziano sui “mala tempora”):

  • il mancato allenamento a sopportare l’attesa e la distanza può favorire un timore patologico del vuoto
  • il condizionamento neuro-mentale del rapporto con uno schermo piatto, che concentra l’attenzione su due sole dimensioni
  • l’ampliamento esponenziale (virale) delle possibilità di potenza (che richiede un aumento proporzionale delle capacità di controllo, che però richiede un tempo praticamente annullato dalla velocità digitale) e della manipolazione (aumento proporzionale della capacità critica)
  • la riduzione della capacità di comprensione e attenzione nei confronti del segno simbolico non iconico (parola scritta e parlata)
  • il narcisismo collettivo (il “selfie” di Narciso): l’omogeneizzazione spinta tra simili, generata da algoritmi “confermanti”, inibisce lo spirito critico e favorisce l’entropia sociale (nei casi più gravi, l’autismo comunicativo.

 

Antidoti educativi

Quali antidoti educativi sono possibili per ridurre gli effetti collaterali della cultura digitale? Propongo tre linee pedagogiche:

  • l’educazione alla fisicità, alla resistenza della massa, alla lentezza, al lavoro manuale, alla consapevolezza “spaziale” e sensoriale (luce-buio; caldo-freddo, dolce-amaro, profumo-puzza, silenzio-rumore, morbido-duro…
  • l’educazione trans-razionale, al limite, all’attesa (e quindi al desiderio), all’alterità, al simbolo, alla ritualità, al silenzio, alla bellezza, al mistero dell’eros, della vita e della morte, all’intelligenza emotiva..
  • l’educazione ermeneutica, al giudizio consapevole e critico, ai significati plurali e alle motivazioni differenti, al valore del dubbio e dell’incertezza, alla ricerca…

Conclusione: immaginare con stupore l’uomo dell’era digitale e operare perché non venga meno la sua umanità.

 

Per informazioni

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telefono ► 06.67105395 

 

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Opportunità di Inclusione socio-lavorativa a Roma

 

Come fare inclusione socio-lavorativa per i giovani? La Cooperativa Sociale Kairos invita giovani NEET e operatori del Terzo Settore e dei servizi sociali a mettersi in gioco per un giorno. Assaggio di attività in azienda alle Giornate di Agricoltura Sociale

 

Tornano le “Giornate di Agricoltura Sociale”. Partono da qui i percorsi del nuovo progetto Tutti su per Terra! realizzato da Kairos e Folias con il sostegno di Mission Bambini. Quest’anno, quindi, le Giornate si rivolgono a ragazzi NEET di 18-25 anni e a tutti quegli operatori, educatori ed assistenti sociali che li accompagneranno.

 

Le date in programma

 

Richiedi la partecipazione alle Giornate di Agricoltura Sociale compilando il seguente modulo.

 

Cosa sono le “Giornate di Agricoltura Sociale”?

agricoltura sociale è inclusioneI consueti appuntamenti di Kairos per offrire un assaggio delle esperienze di inclusione socio-lavorativa, all’interno di aziende agricole,a quei ragazzi che faticano a intravedere un proprio futuro. Lavorativo e non solo.

Iniziate nell’autunno 2016, riuscendo da subito a far approcciare nuovi beneficiari con un mondo apparentemente così lontano da quello dei ragazzi, tornano le Giornate di Agricoltura Sociale”. Appuntamenti organizzati da Kairos Cooperativa Sociale per dare un assaggio delle sue esperienze all’interno di aziende agricole di Roma. 

Una o più giornate di ‘prova’, mattinate diverse dalle solite, che adolescenti e giovani possono trascorrere insieme allo staff educativo di Kairos, accompagnati da educatori, assistenti sociali o responsabili delle strutture che di loro si occupano tutti i giorni.

 

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Dai uno sguardo al Master in Agricoltura Sociale che Oasi organizza insieme alla Rete Fattorie Sociali

 

Un progetto per l’inclusione di ragazzi emarginati

Gli appuntamenti organizzati nelle aziende sono un momento per immaginare cosa si può fare insieme per l’inclusione socio-lavorativa dei giovani beneficiari che vi saranno accompagnati. Possono creare uno sbocco nell’immediato futuro dei ragazzi che vi parteciperanno. O, semplicemente, offrire attività e una mattinata diversa ai ragazzi seguiti da operatori e assistenti sociali che verranno a conoscerci “sul campo”. Ma sono, soprattutto, la porta d’ingresso preferenziale per partecipare a Tutti su per Terra!

Insieme a Folias Kairos sta avviando in questo autunno 2019 un progetto di agricoltura sociale che ha un obiettivo e un target molto specifico: accompagnare in un percorso di inclusione socio-lavorativa un gruppo di NEET, giovani non occupati e non impegnati in istruzione o formazione.

In modo particolare i beneficiari saranno quei ragazzi che faticano a imprimere una direzione alla propria vita anche a causa delle difficoltà di varia natura che affrontano quotidianamente (sociali, economiche, familiari, ecc.)

 

Perché far provare l’Agricoltura Sociale ad un ragazzo adolescente o appena maggiorenne?

L’Agricoltura sociale non è solo una possibilità d’impiego per individui svantaggiati. È un’esperienza di vita, formazione, orientamento, socializzazione e crescita personale per i giovani che hanno bisogno di scoprire la fiducia in se stessi, esplorare nuove opportunità, sentirsi responsabilizzati, vedere i risultati del proprio lavoro ed entusiasmarsi per i risultati raggiunti. Vedere il germoglio che nasce dal seme piantato dalla propria mano, il frutto del proprio lavoro che produrrà guadagno per l’azienda che ospita il ragazzo, è un’esperienza fortissima per un adolescente di periferia o portatore di disabilità.

E l’ambiente collaborativo, amichevole, non frenetico, solidale che si respira a contatto con lo staff educativo di Kairos, gli operai dell’azienda, gli animali e i propri coetanei, può essere il punto di partenza per un percorso di integrazione per un giovane rifugiato. L’agricoltura sociale, qualunque sia il futuro lavorativo del ragazzo, è innanzitutto inclusione sociale.

 

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Dai uno sguardo al Master in Agricoltura Sociale che Oasi organizza insieme alla Rete Fattorie Sociali

 

In cosa consistono le Giornate di Agricoltura Sociale? 

Una mattinata in una delle aziende agricole multifunzionali di Roma che collaborano con Kairos ai progetti di inclusione socio-lavorativa. Opportunità di vivere almeno per un giorno gli orti biologici e i pranzi all’aperto, l’allevamento di maiali sulle rive del lago al Casale di Martignano, la piacevole esperienza umana offerta dalla la Cooperativa Coraggio.

 

I laboratori sono aperti ad un numero limitato di partecipanti. I servizi e le organizzazioni territoriali che seguono i ragazzi interessati sono, quindi, invitati a prenotarsi per partecipare. Le Giornate di Agricoltura Sociale sono gratuite.

 

I contatti di Kairos sono:

mail – [email protected]
tel. – 06 51600539

Prenota la tua partecipazione alle Giornate di Agricoltura Sociale compilando il seguente modulo.


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Povertà educativa: esperienze e progetti di contrasto a Roma
 

Progetti per il contrasto della povertà educativa a Roma finanziati da Con i Bambini. Un seminario di Roma Capitale per favorire la loro interazione con il Piano Sociale Cittadino 2019-2021 e gli interventi ex legge 285/97

 

Consulta le slide mostrate durante il seminario da:
Tiziana Piacentini – Lo stato di attuazione della legge 285/97 a Roma
Martino Rebonato – Dati e informazioni per chi ha a cuore le nuove generazioni a Roma

 

Quali sono i progetti per il contrasto della povertà educativa finanziati a Roma dall’Impresa Sociale Con i Bambini? Come possono interagire e integrarsi con i progetti per i minori finanziati dal Fondo ex legge 285/97? Come integrarli nell’ambito del Piano Sociale di Roma Capitale 2019/2021?
Un seminario del Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale ci ha dato la possibilità di riflettere su queste opportunità e ci ha fatto conoscere alcuni dei progetti in corso:

  • Il seminario sui progetti per il contrasto della povertà educativaS.C.AT.T.I. – Scuola, Comunità, Attivazione, Territori, Innovazione
  • #liberailfuturo
  • DOORS – Porte aperte al desiderio come opportunità di rigenerazione sociale
  • RelAzioni a catena – Comunità educante in movimento
  • #AltaFrequenza (di cui Oasi è capofila)
  • #crescereinsieme (di cui Oasi è partner)
  • L’isola che c’è
  • Radici di comunità
  • Tutti a scuola
  • Patti d’Impatto

 

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Lo stato di attuazione della legge 285/97 a Roma – Tiziana Piacentini

I progetti nati dalla Legge 285/97 sono ancora un punto di riferimento per i minori delle grandi Città come Roma. E a Roma c’è da anni OASI, con la sua Assistenza tecnica per gli interventi 285/97, a supportare il Dipartimento Politiche Sociali nel monitoraggio degli interventi realizzati grazie al Fondo.
Tiziana Piacentini, presidente di OASI, ha quindi illustrato l’attuale stato di attuazione della legge 285/97 nella Capitale. Lo ha fatto partendo dalle basi, dalle finalità del Fondo istituito dalla legge 22 anni fa.

 

Video dell’intervento di Tiziana Piacentini

 

Slide dell’intervento di Tiziana Piacentini

Scarica le slide di Tiziana Piacentini o consultale in questa stessa pagina (sfoglia le pagine utilizzando i comandi sulla barra):

Tiziana Piacentini - Stato attuazione legge 285/97 a Roma nel 2018

 

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Profilo socio-demografico delle persone di minore età a Roma – Martino Rebonato

Qual è lo scenario all’interno del quale nasce la necessità di intervenire contro la povertà educativa? Martino Rebonato ha offerto alcuni dati importanti per restituire delle visioni di insieme, dei flash, sulla situazione socio-demografica dei minori in Italia e a Roma.

 

Video dell’intervento di Martino Rebonato

 

Slide dell’intervento di Martino Rebonato

Scarica le slide di Martino Rebonato o consultale in questa stessa pagina (sfoglia le pagine utilizzando i comandi sulla barra):

Martino Rebonato - Dati e informazioni sulle nuove generazioni a Roma

 

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Progetti per il contrasto della povertà educativa sostenuti da Con i Bambini

Impresa sociale Con i BambiniQuali sono i progetti sostenuti a Roma da Con i Bambini? Ne abbiamo conosciuti alcuni, finanziati da 3 diversi bandi dell’Impresa sociale Con i Bambini, rivolti a differenti fasce di età.

Nei prossimi giorni sarà pubblicato il video con gli interventi dei responsabili di alcuni dei progetti per il contrasto alla povertà educativa finanzia da Con i Bambini a Roma.

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Per informazioni

email ►[email protected]
telefono ► 06.67105395
Contatta Oasi ► oasisociale.it/contatti

  • Articolo pubblicato il 19 Luglio 2019

Coprogettazione attività collegate a SIA e REI con il consorzio Valle del Tevere
 

Nei comuni del Consorzio della Valle del Tevere un intervento in coprogettazione per migliorare gestione ed efficacia dei servizi offerti nell’ambito di SIA e ReI

 

L’intervento in coprogettazione con il Consorzio Intercomunale della Valle del Tevere ha lo scopo di:

► Fare Ricerca-Azione sulle cause e sugli effetti della povertà e del disagio sociale nella Valle del Tevere

►Migliorare l’efficacia, la governance e le competenze dei responsabili dei servizi connessi a SIA e ReI

 

Convenzione per una coprogettazione del’attività di innovazione e empowerment dei sistemi collegati al SIA/ReI

Un gruppo di lavoro costituito da operatori del Consorzio e di Oasi si occuperà della programmazione, coordinamento e monitoraggio del progetto, in linea con quanto previsto nello Schema del Piano Attuativi Locale per il contrasto alla povertà 2018/2020.

 

Ricevi aggiornamenti su bandi, premi e opportunità di formazione o contattaci per una consulenza

 

Obiettivi della coprogettazione con i comuni della Valle del Tevere

Consorzio Intercomunale Valle del TevereIl progetto intende organizzare le risorse disponibili per raggiungere i seguenti obiettivi specifici:

  • Migliorare la conoscenza delle manifestazioni e delle cause dei disagi sociali e delle povertà del territorio
  • Aumentare l’efficacia degli interventi
  • Rafforzare le competenze dei soggetti che hanno responsabilità nel sistema del welfare locale
  • Velocizzare il passaggio di informazioni
  • Assicurare un sistema innovativo e sostenibile di governance per le persone socialmente vulnerabili

 

Fasi dell’intervento

Le attività saranno organizzate secondo i seguenti passaggi.

 

Mappatura

Mappatura dei fenomeni di esclusione sociale e di povertà nel territorio consortile, attraverso una ricerca-azione integrata, in grado di identificare, connettere e organizzare i dati e le informazioni in possesso dei diversi attori sociali del territorio (pubblici e privati), sui seguenti oggetti: 

  • popolazione residente (articolata per gruppi di età, nazionalità, stato civile,
    comune di residenza);
  • condizioni abitative (con particolare riferimento a persone/famiglie oggetto
    di sfratto, in situazioni abitative precarie o senza fissa dimora);
  • scolarizzazione e formazione;
  • occupazione e reddito;
  • stato di salute, disabilità e dipendenze patologiche;
  • persone prive di protezione e/o vittime di violenza;
  • persone sottoposte a provvedimenti della Giustizia, ecc.

La mappatura sarà realizzata tenendo conto dei dati e delle informazioni richieste dalla Regione Lazio per la predisposizione e la realizzazione del citato Piano di Azione Locale.

 

Formazione on the job

Formazione congiunta on the job, con brevi moduli a geometria variabile, in cui gli attori pubblici e privati del territorio saranno impegnati non solo nell’aggiornamento sulla normativa e le procedure attuative delle misure di contrasto della povertà, ma saranno chiamati anche a collaborare in modo attivo alla mappatura dei bisogni e delle risorse territoriali e alla costruzione del modello di governance, di cui al punto seguente. 

Nell’ambito di questa attività, saranno inoltre organizzati:

  • un incontro sulle opportunità e le migliori esperienze dell’agricoltura sociale per l’inclusione socio-lavorativa di soggetti svantaggiati, da realizzarsi in collaborazione con aziende agricole multifunzionali con esperienza pluridecennale nel settore, con la cooperativa sociale Kairos e con la Rete nazionale delle Fattorie sociali;
  • un Seminario sul ruolo del Servizio sociale professionale per il contrasto delle povertà, in collaborazione con la Fondazione Nazionale Assistenti Sociali, il Consiglio regionale dell’Ordine degli Assistenti sociali e l’Università LUMSA.

 

La formazione coinvolgerà, in particolare, i seguenti soggetti:

  • servizi sociali e socio-sanitari;
  • decisori del welfare locale (es. assessori alle politiche sociali, dirigenti, ecc.)
  • centri di orientamento e per l’impiego;
  • istituti educativi e di formazione professionale;
  • organismi di advocacy e del terzo settore, enti filantropici, sportelli di ascolto Caritas, associazioni di familiari di persone vulnerabili;
  • rappresentanze dei lavoratori e del mondo imprenditoriale, associazioni di
    tutela dei consumatori, ecc.).

 

Governance degli interventi di welfare

Disegno, costruzione e implementazione di un modello di governance territoriale di gestione integrata degli interventi di welfare, con particolare riferimento a quelli finalizzati al contrasto della povertà e all’inclusione socio-lavorativa.

Il modello, che sarà disegnato sulla base di un’attenta analisi di fattibilità, dovrà essere flessibile e sostenibile (dal punto di vista politico, tecnico ed economico). Il modello comprenderà l’elaborazione di una proposta per l’implementazione e il funzionamento di una struttura organizzativa, interna al Consorzio Valle del Tevere, per la gestione integrata degli interventi territoriali di contrasto alla povertà (“Cabina di regia”).

 

Il progetto è iniziato nell’estate 2019 e ha una durata prevista di 12 mesi.

È possibile leggere la convenzione e il progetto esecutivo sul sito del Consorzio Intercomunale Valle del Tevere: consorziovalledeltevere.etrasparenza.it/

 

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  • Articolo pubblicato il 16 Luglio 2019

L’associazione OASI e la Dario D’Orta Immobiliare hanno stipulato una convenzione destinata a soci, i dipendenti e i collaboratori di OASI

 

Il riconoscimento reciproco del lavoro svolto nel territorio romano, contraddistinto dall’attenzione e dalla cura rivolte alle persone che usufruiscono dei rispettivi servizi: in base a questi presupposti, l’associazione Oasi e la Dario D’Orta Immobiliare hanno stipulato una convenzione il 16 luglio scorso.

L’obiettivo è quello di avviare una collaborazione per valorizzare i rispettivi ambiti di intervento, con particolare attenzione per le persone che lavorano e collaborano in queste due realtà. L’associazione Oasi e la Dario D’Orta Immobiliare ritengono, infatti, che l’incontro e lo scambio di conoscenze tra realtà del profit e del no profit possa accrescere le competenze e migliorare i propri servizi offerti ai cittadini.

La convenzione ha lo scopo di favorire, a partire dai rispettivi ambiti professionali, sinergie e scambi formativi, nell’ottica di una crescita sociale ed economica del territorio romano,  nel quale entrambe le realtà prevalentemente operano.

L’accordo stipulato tra l’associazione Oasi e la Dario D’Orta Immobiliare, in sintesi,
prevede:

  • una scontistica provvigionale in favore delle persone che lavorano presso Oasi;
  • sessioni formative tenute dalla Dario D’Orta Immobiliare e scambi conoscitivi su tematiche immobiliari che le due realtà attueranno in base ai fabbisogni rilevati sul campo e al proprio interno;
  • disponibilità a collaborare in futuro su eventuali specifiche iniziative progettuali,
    mettendo a disposizione le proprie competenze.

Seminario sui Centri per le famiglie di Roma Capitale

 

Il seminario sui Centri per le Famiglie, organizzato da Roma Capitale il 21 giugno 2019, ha visto la partecipazione dell’Assessora Laura Baldassare e di Martino Rebonato di OASI

 

I materiali del seminario

  • Emma Ciccarelli – I Centri Famiglia in Italia: nascita, diffusione e caratteristiche
    Scarica le slide
  • Luca Salmieri – Uno sguardo sociologico sull’evoluzione delle famiglie e sulle loro condizioni e bisogni
    Scarica le slide

 

Per ricevere informazioni sui futuri appuntamenti basta iscriversi alla newsletter di Oasi

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Seminario Una città “amica” delle famiglie: Spazi, servizi, partecipazione

È stata un’occasione per riflettere sul funzionamento e sulle caratteristiche dei Centri per le famiglie il seminario organizzato il 21 giugno 2019, presso la Casa della Città di Roma dal Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale, Ufficio servizi di accreditamento e supporto alla regolamentazione interventi ex L. 285/97.

Leggi il programma

 

La Direttiva 4/2018 e il sistema cittadino di Centri per le famiglie

Seminario sui Centri per le famiglie di Roma Capitale

Si parte da quanto indicato nella Direttiva 4/2018 dell’Assessora Laura Baldassarre. La quale prevede, tra l’altro, la realizzazione di un sistema cittadino di “Centri per le famiglie” di 1° livello, distribuiti in tutti i Municipi romani. I centri famiglia dovranno essere organizzati come “laboratori”, con la partecipazione attiva delle famiglie.

Il confronto ha permesso di mettere a fuoco il profilo di questi servizi, favorendo la definizione delle prestazioni che devono assicurare per rispondere in modo appropriato ed efficace ai variegati bisogni delle famiglie presenti nel territorio di Roma Capitale (sostegno alla genitorialità, consulenza psicologica e legale, mediazione familiare e intergenerazionale, servizi per l’affido e l’adozione, azioni di contrasto delle dipendenze patologiche, promozione dell’allattamento materno, ecc.).

Il Seminario si rivolge agli Assessori municipali alle Politiche Sociali, ai Dirigenti responsabili, agli Operatori dei servizi territoriali di Roma Capitale e alle organizzazioni del terzo settore che operano in questo campo.

Il seminario fa tesoro di anni di impegno e di progetti nati dal Fondo della legge 285/97.

 

Programma del seminario del 21 giugno Una città “amica” delle famiglie: spazi, servizi, partecipazione

9:00 Accoglienza e registrazione partecipanti

9:30 Il sistema dei Centri Famiglia a Roma
Laura Baldassarre, Assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidale di Roma Capitale

10:00 Uno sguardo sociologico sull’evoluzione delle famiglie e sulle loro condizioni e bisogni
Luca Salmieri, La Sapienza – Università di Roma

10:45 I Centri Famiglia in Italia: nascita, diffusione e caratteristiche
Emma Ciccarelli, Vice Presidente del Forum Nazionale delle Associazioni familiari

11:30 – 11:45 Pausa

11:45 I Centri Famiglia a Roma: una prima mappa
Martino Rebonato, Associazione Oasi

12:00 I Centri Famiglia di secondo livello: lo stato dell’arte
Raffaella Modafferi, Direttore di Direzione Benessere e Salute, Dipartimento Politiche Sociali

12:15 Esperienze a confronto: situazioni e prospettive
Tavola rotonda con referenti e attuatori dei Centri Famiglia nei Municipi

13:30 Conclusioni

 

Per informazioni

email ►[email protected]
telefono ► 06.67105395 

 

Lasciaci un contatto per ricevere aggiornamenti sui prossimi appuntamenti o su opportunità di formazione e consulenza per chi lavora nel sociale

Come contrastare dispersione scolastica

 

Come contrastare la povertà educativa causata da abbandono e dispersione scolastica? #AltaFrequenza è il progetto per sperimentare una didattica alternativa e mettere in rete centri di aggregazione giovanile, scuole e servizi territoriali

 

#AltaFrequenza è…

► Un progetto che intende prevenire la dispersione scolastica intervenendo direttamente e individualmente in situazioni di disagio, abbandono scolastico ed esclusione già esistenti

► Una Rete di associazioni e centri di aggregazione di Roma che si propone di realizzare un modello di intervento su misura per la città

Impresa sociale Con i Bambini

► Un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile

 

Scopri le misure adottate per ► affrontare il distanziamento sociale durante l’emergenza Covid-19.

 

Cos’è l’abbandono scolastico?

L’abbandono scolastico precoce riguarda i giovani che lasciano gli studi con la sola licenza media, senza conseguire ulteriori titoli di studio o qualifiche professionali. Spesso, i ragazzi e le ragazze che abbandonano gli studi provengono da contesti sociali più difficili e da famiglie in difficoltà economica. Lasciare gli studi prima del tempo significa avere più difficoltà nel trovare un’occupazione stabile. Quindi, anche maggiori probabilità di ricadere nell’esclusione sociale.

 

Cos’è la dispersione scolastica?

La dispersione scolastica è un fenomeno di portata maggiore, all’interno del quale rientra quello dell’abbandono scolastico. Rientrano nella dispersione scolastica le interruzioni nel percorso di studi, l’evasione dell’obbligo di frequenza, i ritardi o il vero e proprio abbandono del ciclo formativo prima della sua conclusione. Può essere considerata dispersione scolastica anche l’ottenimento di un titolo di studi che non corrisponde alle reali competenze acquisite.

Fonte: Openpolis

 

Il progetto: cosa fare contro dispersione scolastica e povertà educativa?

#AltaFrequenza affronta la dispersione scolastica e la povertà educativa tra i ragazzi di 11-17 anni dei Municipi VII, IX, XI di Roma.

Ecco come…

Accademia popolare dell'Antimafia e dei Diritti  Sistema di intervento cittadino  3 poli educativi nei municipi VII, IX, XI

Laboratori di didattica alternativa  Scambio di buone pratiche  Percorsi individualizzati

 

Chi siamo?

Intorno ai progetti nati dalla L.285/97 sono nati dei “centri” anche in periferia. Centri di Aggregazione Giovanile, spazi intermedi tra scuola, casa e stradaLaboratori, doposcuola, progetti d’inclusione, e molto altro. Un mondo che Oasi ha voluto, già 5-3 anni fa, unire in una rete: la ReteCag. Per studiare, valorizzare, replicare, sostenere uno dei più efficaci esperimenti di welfare di comunità in Italia.

La partnership del progetto prende origine da quella ReteCag. Nasce lì l’amicizia e la stima tra un’associazione che ha la mission di migliorare il Welfare, OASI, e 5 associazioni e cooperative che gestiscono e hanno gestito dei Centri di Aggregazione Giovanile.

 

In questo gruppo abbiamo aggiunto un progetto ambizioso dell’Associazione daSud, l’Accademia Popolare dell’Antimafia e dei diritti, 6 scuole di tre dei municipi più difficili di Roma (VII, IX e XI), e il supporto di Municipio Roma IX e Regione Lazio.

 

Il partenariato di progetto è composto da…

Capofila: Associazione Oasi.
Partner: Arci Solidarietà; Associazione daSud; Cooperativa Diversamente; META; Cooperativa Sociale Le Rose Blu; Pontedincontro.
Scuole: I.C. Padre Romualdo Formato; I.C. Parco degli Acquedotti, I.C. via Santi Savarino; Istituto d’Istruzione Superiore Statale ‘Charles Darwin’; Istituto Scolastico Enzo Ferrari; Liceo scientifico Teresa Gullace Talotta.
Enti pubblici: Municipio IX – Roma Capitale; Regione Lazio.
Ente Valutatore: Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.

 

Per saperne di più, leggi l’articolo Le Scuole di periferia ripartono dai “Centri”

 

Obiettivi

La partnership che ha dato vita al progetto vuole sia prevenire l’abbandono scolastico, con azioni di carattere culturale, che intervenire direttamente e individualmente in situazioni di disagio ed esclusione già esistenti.

Vogliamo vedere i ragazzi riappropriarsi dei propri spazi: la scuola e le periferie in cui vivono. Perché non abbandonino la prima e valorizzino le seconde. #AltaFrequenza mette in rete alcuni dei protagonisti della vita degli adolescenti di una grande Città come Roma.

 

Cosa fa #AltaFrequenza?

  • Realizza laboratori culturali basati sulla partecipazione come esercizio dei diritti sociali con l’Accademia dell’Antimafia e dei Diritti

  • Attiva 3 poli educativi territoriali: reti di cag, scuole e servizi pubblici che coinvolgeranno famiglie e comunità nel miglioramento dei servizi

  • Crea percorsi individualizzati di contrasto dell’abbandono scolastico

  • Sperimenta laboratori di didattica alternativa

  • Crea un sistema di intervento su misura per la città di roma

  • Facilita lo scambio di buone pratiche: gruppi di lavoro, visite e scambi con scuole e centri di aggregazione, per condividere esperienze e strumenti per il contrasto alla dispersione scolastica

 

Per conoscere le azioni nel dettaglio, leggi come vogliamo Sperimentare una scuola radicata sul territorio

 

Entriamo nel dettaglio delle azioni previste dal progetto per prevenire la dispersione scolastica…

 

Accademia Popolare dell’Antimafia e dei Diritti

Accademia Popolare dell’Antimafia e dei DirittiRecuperare spazi come la biblioteca dell’IIS Enzo Ferrari (Municipio VII di Roma) è uno dei modi attraverso i quali #AltaFrequenza sostiene lo sviluppo dell’Accademia Popolare dell’Antimafia e dei Diritti, un progetto dell’Associazione daSud. BiblioÀP è un nuovo grande polo culturale per la scuola, la periferia e la città. Ha aperto i battenti nel febbraio 2019. La biblioteca nel quartiere Cinecittà ha una sala lettura che ospiterà una sezione di libri sulle mafie e una di fumetti, una web radio degli studenti ed ospita eventi e laboratori per grandi e piccoli.

 

Come contribuisce l’Accademia Popolare dell’Antimafia e dei Diritti al progetto #AltaFrequenza?

 

Apprendimento esperienziale

Un’indagine preliminare sui bisogni educativi espressi dai ragazzi costituirà la base su cui costruire un modello logico per definire la sperimentazione in dettaglio e riconoscere le dinamiche del gruppo classe attraverso la metodologia dell’apprendimento esperienziale (outdoor training).

 

Laboratori, web radio e biblioteca

Attività di laboratorio si svilupperanno intorno alla biblioteca e alla web radio #RadiodaSud. La web radio è interamente realizzata dai ragazzi e dalle ragazze utenti del progetto. All’interno di questo macro-contenitore che metterà in rete centinaia di utenti (non solo i ragazzi a rischio dispersione scolastica), saranno sviluppate singole e specifiche attività laboratoriali legate al giornalismo (la cura del blog dell’accademia), musica, teatro, cinema.

 

Formazione dei docenti

L’intervento formativo, con la metodologia dell’apprendimento esperienziale (outdoor training) affronta gli aspetti legati alla percezione di se stessi nel contesto professionale, relativamente ai propri limiti e alle proprie risorse, per accompagnare i partecipanti a esplorare potenzialità poco conosciute e a sviluppare una comunicazione più efficace e funzionale.

 

Per saperne di più, scopri BiblioÀP – A Cinecittà una biblioteca a disposizione di tutti

 

Poli Educativi Territoriali

Poli educativi territoriali a RomaLaboratori e iniziative sul territorio animeranno i 3 poli educativi nati dalla collaborazione tra scuole, centri di aggregazione giovanile e servizi pubblici di ognuno dei 3 territori municipali e gli spazi recuperati nell’IIS Enzo Ferrari dall’Accademia Popolare dell’Antimafia e dei Diritti.

I poli educativi sono reti costituite da Centri di aggregazione giovanile, scuole e servizi pubblici che coinvolgeranno famiglie e comunità nello sviluppo di azioni di welfare comunitario. Con quale scopo? Promuovere lo sviluppo di una comunità auto-educante. Insieme a scuola e CAG si programmeranno laboratori utili per integrare la dimensione didattica con quella culturale e aggregativa.

 

In particolare, cosa si fa nei poli educativi territoriali?

 

Pianificazione e programmazione congiunta

Organizzazioni, comitati locali, singole persone, gruppi informali, programmeranno insieme attività e laboratori attraverso gruppi di lavoro, accordi, protocolli. Con quale scopo? Ideare e sperimentare risposte innovative ai nuovi bisogni; aiutare istituzioni ed organizzazioni ad apprendere da questa esperienza progettuale; costruire momenti di formazione, riflessione interna alle professioni e sviluppo di nuovi saperi, nuovi strumenti e nuove metodologie.
Una progettazione che è, allo stesso tempo, una ricerca-intervento che restituisca elementi per la programmazione di servizi e lettura del territorio. Contro l’abbandono scolastico, in modo particolare.

 

3 eventi culturali ogni anno

Un appuntamento all’anno per ogni territorio municipale di riferimento dei poli. Si tratta di eventi in cui converga la produzione culturale nata nei Poli Educativi attraverso i laboratori basati sulla partecipazione come esercizio dei diritti sociali.
Un’opportunità di incontro tra la rete territoriale e la cittadinanza.

 

Laboratori

Laboratori per l’apprendimento e la sperimentazione di competenze trasversali, come lo sviluppo delle capacità di garantire un impegno continuativo, lavorare in gruppo e in autonomia, assumersi piccole responsabilità. Attività che danno spazio alla creatività dello studente e promuovono lo sviluppo della consapevolezza in merito alle proprie competenze e difficoltà, all’origine del rischio di abbandono scolastico. I laboratori saranno anche spazi di socializzazione e incontro.

Quali metodologie prevedono i laboratori? “Sostegno tra pari” o peer education saranno utilizzate per consentire la trasmissione delle conoscenze attraverso percorsi mutuali. Il cooperative learning (relazione e cooperazione del gruppo) sarà utile per la costruzione di rapporti di interdipendenza fra i componenti del gruppo, mettendo in atto comportamenti che facilitino il conseguimento di obiettivi comuni tra pari, favorendo la capacità di socializzazione.

Gli strumenti utilizzati durante il percorso laboratoriale saranno legati ad argomenti curriculari, riportati in una dimensione relazionale, ludica, esperienziale, più vicina a quella del mondo degli adolescenti, riservando sempre un’attenzione particolare alla singolarità e all’unicità dell’individuo.

 

Orientare e informare le famiglie

Servizi per le famiglie che soddisfino i bisogni rilevati attraverso le seguenti misure:
Consulenze educative, informazioni sulle opportunità di accesso ai servizi, alle leggi/contributi in sostegno alla famiglia
-Promozione del confronto costruttivo tra le famiglie che le aiuti a superare il senso di isolamento e favorisca lo scambio di idee, emozioni e l’individuazione di percorsi comuni
-Costruzione di un questionario per la rilevazione dei bisogni e delle risorse al fine di orientare le future azioni
-Organizzazione di 7 incontri formativi su temi di interesse comune espressi dalle famiglie.

 

Partecipazione dei minori alla vita sociale, politica e culturale

Favorire la partecipazione dei minori e dei giovani alla vita sociale, politica e culturale del loro territorio per costruire cittadini attivi garantendo loro conoscenze, competenze e capacità necessarie a contribuire allo sviluppo e al benessere della società in cui vivono. La Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente (2006) delinea le otto competenze chiave, tra cui quelle sociali e civiche, che il progetto vuole far sviluppare ai ragazzi.

 

Gestione del quartiere e condivisione di spazi pubblici

Un’attività di gestione del quartiere e condivisione di spazi pubblici sarà improntata attraverso gruppi informali di promozione e autogestione. Un intervento di mediazione sociale sul territorio, tramite l’attivazione di un Laboratorio aperto all’interno di ciascun polo educativo territoriale. Uno spazio fisico che favorisca la costituzione di «luoghi di conversazioni» tra i diversi attori del progetto, al fine di mobilitare le risorse emotive e cognitive di ciascun attore coinvolto nel contrasto dell’abbandono scolastico.

 

Per saperne di più, scopri come si è sviluppato il Polo educativo territoriale nel Municipio IX

 

Come funzionano i percorsi individualizzati?

Percorsi individualizzati contro la dispersione scolasticaIn ognuno dei 3 territori municipali in cui si svolge il progetto stiamo identificando 15 ragazzi a rischio dispersione scolastica. Ogni ragazzo avrà un Piano individualizzato. Un documento nel quale sarà tracciato un percorso tutto suo, costruito in base alle proprie specifiche particolarità ed esigenze. Una strada in cui sarà accompagnato per arrivare al raggiungimento dei propri obiettivi.

Il percorso può prevedere diverse azioni per contrastare l’abbandono scolastico: sostengo allo studio, orientamento nelle scelte riguardanti il futuro scolastico o lavorativo, tutoring, consulenza individuale e di gruppo, corsi di italiano, tirocini, borse lavoro e accompagnamento alla socializzazione con i coetanei.

In base ai bisogni educativi individuati per ogni Piano, le attività potranno realizzarsi nella scuola in orario scolastico o extrascolastico (ad esempio in caso di necessità di supporto per il mantenimento della frequenza scolastica considerata a rischio) o in strutture extrascolastiche quali i CAG (nel caso di minori in evasione scolastica conclamata, per i quali si ravvedesse la necessità di periodi “cuscinetto” di inserimento extrascolastico prima del rientro a scuola).

 

Patti per motivare gli studenti

All’interno dei Piani potranno essere inclusi specifici Patti. Uno strumento rafforzare la motivazione alla partecipazione dei minori e delle loro famiglie, ma anche per promuovere concreti percorsi di presa in carico territoriale. I patti potranno includere benefit legati al raggiungimento degli obiettivi, come servizi per la genitorialità e possibilità per i ragazzi di partecipare a eventi cittadini desiderati, come concerti, mostre ecc.

 

Per saperne di più, scopri i Percorsi individualizzati contro la dispersione scolastica

 

Modello Operativo

A conclusione del progetto e sulla base dell’esperienza realizzata, il partenariato ha realizzato un Modello Operativo dell’intervento, con l’intento di fornire uno strumento utile per la replicabilità dell’intervento e che possa supportare e potenziare l’azione dei tanti operatori impegnati nella progettazione e realizzazione di interventi di contrasto della povertà educativa le Raccomandazioni per i decisori, al fine di migliorare il sistema complessivo della presa in carico dei giovani e della loro formazione.
#altafrequenza – Modello Operativo

 

#altafrequenza – Raccomandazioni ai decisori