• Articolo pubblicato il 31 Ottobre 2014
Il punto sulla condizione dei diritti umani in Italia: Esame Periodico UniversaleUn gruppo di lavoro dell’Esame Periodico Universale, una frazione del Consiglio dei Diritti Umani, è stato incaricato di vagliare l’attuale condizione dei diritti umani in Italia. Il nostro Paese rientra tra i quattordici stati che in questi giorni sono sotto osservazione durante l’esame prolungato che si concluderà il 7 novembre. L’ultimo Esame Periodico Universale in Italia risale al 9 febbraio 2010 e stavolta il gruppo si avvarrà di alcuni documenti utili all’analisi della situazione complessiva dei diritti umani: il Rapporto nazionale a cura di ogni stato sotto esame, il Rapporto delle Nazioni Unite con relativi rapporti di esperti indipendenti dei diritti umani (le cosiddette “Procedure Speciali”), varie informazioni provenienti dagli organi di controllo dei patti internazionali e informazioni derivate da altri organi e agenzie delle Nazioni Unite.

Verrà inoltre consultato il Rapporto di terze parti tra cui il lavoro di raccolta e analisi prodotto da tutte le istituzioni nazionali indipendenti e dalle organizzazioni non-governative. Tra i temi da approfondire e affrontare emersi sin da subito ci sono le attuali politiche di immigrazione e di integrazione, i diritti dei migranti e dei richiedenti asilo politico, gli interventi da attuare nella lotta contro la discriminazione e contro gli atti razzisti, le minoranze etniche, i diritti delle donne e dei bambini, la violenza femminile, il corrente sistema giudiziario e quello penitenziario. Inoltre saranno da discutere le attuali condizioni delle carceri, tema spesso emerso e molto dibattuto nell’ultimo anno, la libertà di espressione e di religione, la lotta contro il traffico di esseri umani e la formazione sui diritti umani alle forze dell’ordine, certamente da approfondire.
L’Esame Periodico Universale si pone quindi come un’occasione unica per le Nazioni Unite di analizzare a fondo la mutevole situazione dei diritti umani in ognuno dei 193 paesi membri. Il primo esame fu istituito nell’aprile 2008 e da quella data le condizioni dei flussi, dei migranti e della politica di ogni paese è sostanzialmente cambiata anche a fronte dei nuovi ingenti arrivi.
L’esame sarà articolato in due cicli: durante il primo ciclo il gruppo di lavoro del Consiglio dei Diritti Umani provvederà ad analizzare le correnti condizioni dei paesi membri, e nel secondo ciclo lo scopo sarà quello di mettere in luce gli sviluppi compiuti nell’ambito dei diritti umani in rapporto con l’ultimo esame. In questa sede, ogni paese avrà l’opportunità di dettagliare i passi compiuti per mettere in opera le raccomandazioni durante il primo ciclo dell’esame. In Italia la delegazione è guidata dal Viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Lapo Pistelli.

Fonte: dirittisociali.org

  • Articolo pubblicato il 31 Ottobre 2014

Plastex, il nuovo "tessuto" di buste di plasticaSi chiama Plastex ed è un nuovo tessuto realizzato interamente da scarti di bluste di plastica. Anche il mondo della moda ha così deciso la strada della riconversione verso uno sviluppo sostenibile e green. Il tessuto è stato realizzato da un gruppo di donne di una società con sede al Cairo ed ha ottenuto il premio 2014 dell’ Initiative Awards donna Cartier.
Il plastex è uno dei più bei tipi di tessuti derivati da sacchetti di plastica da scarto. Fatto a mano con telai alla maniera tradizionale egiziana. Si tratta di un progetto nato e studiato per far rivivere l’arte della tessitura in via di estinzione in Egitto, aumentando anche le opportunità di lavoro e di potenziamento della comunità locale.
Non solo il plastex è un materiale resistente, lavabile e antimacchia usato in tappezzeria e articoli per la casa.
Come detto il plastex ha vinto il premio dell’Initiative Awards donna Cartier, un concorso internazionale creato nel 2006 proprio per “individuare, sostenere e incoraggiare” i progetti a partecipazione femminile. Come ultima informazione si può aggiungere che è disponibile in quattro modelli: pianura, strisce, “zebra” e plaid.

Fonte: dailygren.it
Associazione Alplurale

  • Articolo pubblicato il 28 Ottobre 2014
Secondo una ricerca internazionale le banche sostenibili attive in tutto il mondo hanno evidenziato performance finanziarie migliori rispetto alle così dette “too big to fail”. Risultati migliori quanto a depositi, raccolta, credito, capitale e impieghi

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Nel 2013 le banche etiche e sostenibili attive in tutto il mondo hanno evidenziato performance finanziarie migliori rispetto alle così dette “too big to fail”. Lo dimostra la nuova edizione della ricerca curata dalla “Global Alliance for Banking on Values” (GABV): un network che riunisce 25 banche orientate alla sostenibilità sociale e ambientale, attive in 6 continenti, con 30mila addetti, 20 milioni di clienti e un giro di affari che supera i 100 miliardi di dollari. Banca Etica è l’unico istituto di credito italiano membro della Gabv.

La ricerca è stata resa nota il 23 ottobre in occasione della giornata globale per la promozione della finanza etica: una mobilitazione sui social network che ha generato oltre 6.000 conversazioni online con #bankingonvalues raggiungendo quasi 2 milioni di utenti solo su Twitter. I dipendenti, i soci e i clienti hanno condiviso le storie e le esperienze che li hanno portati a scegliere la finanza etica. Una narrazione collettiva di casi concreti di buona economia che guarda ai rendimenti, ma soprattutto alla creazione di posti lavoro in imprese sociali e sostenibili che t

utelano l’ambiente, promuovono la salute, la cultura, l’inclusione sociale e la legalità.

Ecco in sintesi i principali risultati della ricerca:
Prestiti su totale attivi
 – Le banche sostenibili ed eticamente orientate erogano circa il doppio del credito in proporzione agli attivi di bilancio rispetto alle banche di sistema (76,2% per le banche sostenibili; 40,5% per le “too big to fail”).
Depositi su totale attivi – I bilanci delle banche eticamente orientate si sostengono grazie alla raccolta di risparmio dalla clientela senza bisogno di attività speculative (80,4% per le banche etiche e sostenibili; 48,8% per le “too big to fail”).
Capitale su totale attivi – Le banche etiche e sostenibili hanno una solidità patrimoniale maggiore rispetto alle banche di sistema (7,7% per le banche etiche e sostenibili;6,6% per le “too big to fail”)
Impieghi – Gli impieghi crescono più rapidamente nelle banche etiche e sostenibili rispetto alle banche di sistema: nel periodo 2009-2013 le banche sostenibili hanno registrato in media una crescita degli impieghi pari a +13,2% contro lo scarno + 3,8% delle too big to fail
Raccolta – Anche la capacità di attrarre risparmio è cresciuta molto di più nelle banche etiche e sostenibili. Tra il 2009 e il 2013 hanno registrato nell’insieme un +15.3% contro il +4,9% delle banche di sistema.
Capitale sociale – Anche la crescita del capitale sociale è stata molto più marcata nelle banche etiche e sostenibili nel periodo 2009-2013: +13,8% contro il +8,6%  per le “too big to fail”.

La ricerca completa in inglese si può scaricare qui

Fonte: vita.it

  • Articolo pubblicato il 28 Ottobre 2014

I dati Eurostat. Nel 2013 in Ue 2,3 milioni di permessi soggiorno (240 mila in Italia) rilasciati a immigrati non comunitari: +12,5 per cento rispetto al 2012, -7 per cento dal 2008. Calo dovuto alla diminuzione dei permessi di lavoro. Il primo motivo di concessione è quello familiare (28,5 per cento).

Immigrati, permessi per lavoro in calo. Li superano quelli per ricongiungimento
Sono stati 2,36 milioni i nuovi permessi di soggiorno concessi nell’Unione Europea a cittadini non comunitari nel 2013, il 12,5 per cento in più rispetto al 2012 ma il 7 per cento in meno che nel 2008.

A fare il punto della situazione è l’Eurostat, che con le ultime statistiche pubblicate rileva come la ragione principale del calo nelle concessioni di permessi di soggiorno fra il 2008 e il 2013 sia la diminuzione dei permessi di lavoro di prima istanza, scesi in cinque anni da ottocentomila a cinquecentomila.
Per quanto riguarda le ragioni per la concessione del permesso di soggiorno, il 28,5 per cento dei cittadini non UE lo hanno ricevuto per ragioni familiari, il 22,7 per cento per lavoro, il 19,7 per cento per studio e il 29,1 per cento per altri motivi, incluse la protezione internazionale per profughi e richiedenti asilo, ragioni più in generale umanitarie e la protezione dei minori non accompagnati e delle vittime di tratta.

Italia, terzo paese per permessi rilasciati
In Italia, nel 2013, sono stati concessi 240 mila permessi di soggiorno, ovvero il 10,3 per cento del totale, il che ci colloca al terzo posto dei paesi che ne hanno dati di più.
Ma a fare la parte del leone è certamente il Regno Unito, che ha concesso quasi un permesso di soggiorno su tre rispetto al totale UE, arrivando alla cifra di ben 724.200, ovvero il 30,7 per cento.
Ad aver garantito più permessi di soggiorno dell’Italia c’è anche la Polonia, con 373.900 (l’11,6 per cento). Un altro dato che spicca è che Regno Unito, Polonia, Italia, Francia, Germania e Spagna insieme hanno concesso quasi l’80 per cento di tutti i permessi di soggiorno dati nell’UE a 28 nel 2013.
Inoltre, con circa 108 mila concessioni a testa, l’Italia e la Spagna guidano la classifica di chi ha dato la possibilità di risiedere legalmente nel proprio paese a persone che lo hanno chiesto per motivi familiari. La Polonia invece è il paese in cui più permessi sono stati garantiti per ragioni di lavoro (141.700) e il Regno Unito è quello che ha accolto più persone per motivi di studio (183.200).

Ucraini, indiani, statunitensi e cinesi ai primi posti della graduatoria
Per quanto riguarda le nazionalità che hanno ottenuto più permessi di soggiorno, al primo posto ci sono gli ucraini, con 236.700 beneficiari, in pratica uno su dieci dei permessi concessi, per lo più per motivi di lavoro. Seguono i cittadini indiani (208 mila), gli statunitensi con 171.800 e i cinesi (165.600). Proprio cinesi e brasiliani sono quelli che hanno ottenuto più permessi di soggiorno per ragioni di studio che per altre motivazioni, mentre marocchini, turchi e russi ne hanno avuti di più per ragioni familiari.
Infine, se i cittadini ucraini hanno avuto la maggior parte dei permessi in Polonia, gli indiani e gli statunitensi sono stati accolti per lo più nel Regno Unito. Ad essersi rivolti più all’Italia sono stati invece marocchini, cinesi e albanesi. (Maurizio Molinari. Tutti i diritti riservati)

  • Articolo pubblicato il 22 Ottobre 2014
Dispersione scolastica in Italia, numeri recordL’Europa riprende l’Italia per i tassi altissimi di dispersione scolastica e per i fondi volti a contrastare il fenomeno, dimezzati in cinque anni senza alcun esito positivo.itisexam.com
Il nostro paese riporta uno dei più alti tassi di abbandono tra tutti i paesi UE e le risorse stanziate dalla contrattazione integrativa per arginare la piaga (in aumento) sono ormai talmente esigui da non incidere più. I numeri sugli “early school leavers” offerti dalla banca dati Eurostat e le cifre stanziate in questo ultimo anno dal Ministero dell’Istruzione configurano un quadro drammatico, specialmente per quanto riguarda le scuole collocate in “aree a rischio”, quasi sempre si tratta di zone con forte processo immigratorio.

I dati Eurostat riguardano in generale i giovani in Italia tra i 18 e i 24 anni che nel 2013 erano ancora fermi al diploma di scuola media: questi sono oltre 720mila, oltre il 17% del totale, un numero esorbitante che va a infoltire le schiere di una forza lavoro con scarso livello di istruzione e poco qualificata. Con queste percentuali siamo in fondo alla classifica europea, dopo di noi soltanto Spagna, Turchia, Malta, Islanda, Portogallo e Romania.
Il confronto più preoccupante è quello con le nazioni “leader” dell’Europa: il nostro 17% si confronta con il 12,4% del Regno Unito, il 9,9% della Germania e il 9,7% della Francia, e il target di Ue 2020 sancisce una tolleranza fino al 10% di abbandono scolastico precoce; percentuale dalla quale siamo attualmente piuttosto lontani.
Oltre a presentare un tasso così alto di dispersione scolastica, siamo anche il paese industrializzato che meno riesce a ridurre la percentuale nel tempo: relativamente ai loro tassi gli altri paesi europei hanno fatto tutti meglio di noi.
Per quanto riguarda i fondi: una nota pubblicata lo scorso 7 ottobre dal Ministero dell’Istruzione dichiara che “Le risorse a disposizione per l’anno scolastico 2014/2015 per le scuole collocate nelle aree a rischio educativo, con forte processo immigratorio e contro la dispersione scolastica sono determinate in 18.458.933 euro. Tale somma, che rappresenta un’ulteriore diminuzione rispetto agli anni precedenti, impegna maggiormente gli uffici scolastici regionali nelle azioni di selezione e distribuzione delle risorse, al fine di ottimizzare l’utilizzo e la coerenza rispetto alle finalità istitutive di tale misura, nella direzione di favorire l’integrazione e il rientro in formazione di tutti gli studenti a rischio”.
Cinque anni fa, la somma stanziata dal Ministero per lo stesso intervento ammontava a 53.195.060 euro; quest’anno quindi per favorire l’integrazione scolastica dei giovani alunni stranieri (che da cinque anni fa sono considerevolmente aumentati) si potrà fare affidamento su circa un terzo dei fondi originariamente stanziati. A cascata, i tagli hanno avuto consistenti ripercussioni anche sulla paga degli insegnanti, del personale Ata ma soprattutto sul percorso formativo degli alunni in maggiore difficoltà, come sempre i grandi penalizzati dai tagli delle risorse.
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Qui il link all’intero rapporto.

Fonte: dirittisociali.org

  • Articolo pubblicato il 22 Ottobre 2014

arton77Roma, 28 Ottobre 2014 dalle ore 9.30 alle ore 16.30

The impact of the economic crisis on the child well-being in rich countries

L’evento è organizzato da Comitato Italiano per l’Unicef Onlus, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali durante la Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea.

Quest’anno l’UNICEF Innocenti Report Card sarà dedicato agli effetti della recessione sulla vita dei minorenni nei Paesi UE e OCSE. La maggior parte dei Governi esaminati nel Report Card sono passati dal 2010 da politiche di investimento a politiche di austerità con effetti devastanti sui bambini e sulle famiglie in UE e nei Paesi OCSE. Tuttavia alcuni Paesi, tra il 2008 e il 2010, hanno perseguito politiche di sostegno e di crescente supporto ai bambini e alle famiglie, proteggendo in questo modo i minorenni dagli effetti più drammatici della crisi.

Per confermare la partecipazione e saperne di più sull’evento, contattare: [email protected] – Tel. 06 47809220/354/328

Fonte: gruppocrc.net

  • Articolo pubblicato il 22 Ottobre 2014

IMG_3600Si svolgerà a Roma dal 23 al 26 ottobre Contromafie, la terza edizione degli Stati Generali dell’Antimafia promossi da Libera. Uno spazio aperto per il confronto, lo studio, l’approfondimento durante il quale far emergere progetti nuovi, percorsi, idee e fare il punto sui risultati conseguiti dall’antimafia civile, sociale e responsabile. A partire dalla mattina di giovedì 23 ottobre, il Campo dei Miracoli, nel quartiere Corviale, a Roma, accoglierà l’arrivo dei giovani da tutta Italia, per la sistemazione. Alle ore 12,00 verrà aperto il campus di Giovani Contromafie, con un’iniziativa pubblica alla presenza di don Luigi Ciotti e altri rappresentanti istituzionali. Dalle ore 14.30 del 23 ottobre i partecipanti si ritroveranno per una breve assemblea plenaria, per poi dividersi in 6 gruppi sugli ambiti di Contromafie, all’interno dei quali elaborare proposte sulle sei aree tematiche. Successivamente i partecipanti seguiranno il programma di Contromafie. Ogni sera i partecipanti torneranno nel Campus allestito presso la struttura di Calcio Sociale e avranno modo di confrontarsi sull’andamento dei lavori di Contromafie.

Per info: www.contromafie.it

  • Articolo pubblicato il 20 Ottobre 2014

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Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha pubblicato i Bandi di selezione dei tirocini formativi e di orientamento di 6 mesi per 150 giovani fino a 29 anni di età, per progetti di tutela, fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale.

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I Bandi riguardano le seguenti strutture:

  • Soprintendenza Speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia e l’Unità Grande Pompei e Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Napoli e della Reggia di Caserta – Bando n. 1;
  • Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Abruzzo e Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna – Bando n. 2;
  • Archivio centrale dello stato, Soprintendenze archivistiche e Archivi di Stato presenti sul territorio nazionale nonché presso le Biblioteche Nazionali Centrali di Roma e Firenze – Bando n. 3.

In particolare,

Il Bando n. 1 assegna:

  • 50 giovani alla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia e all’Unità “Grande Pompei”;
  • 20 giovani alla Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e al polo museale della città di Napoli e della Reggia di Caserta.

Il Bando n. 2 assegna:

  • 15 giovani alla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Abruzzo;
  • 15 giovani alla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia-Romagna.

 Il Bando n. 3 assegna:

  • 50 giovani all’Archivio centrale dello Stato, alle soprintendenze archivistiche e agli archivi di Stato presenti sul territorio nazionale, alle le Biblioteche Nazionali di Roma e di Firenze.

La durata dei tirocini sarà di 6 mesi e ai tirocinanti sarà corrisposta un’indennità mensile di 1.000 euro lordi, comprensivi di copertura assicurativa. Alla conclusione del programma formativo verrà rilasciato un attestato di partecipazione.

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Le domande possono essere inviate fino alle ore 12.00 del 6 novembre 2014

Fonte: synagosrl

  • Articolo pubblicato il 17 Ottobre 2014
I dipendenti sono raddoppiati negli ultimi 10 anni. Il piccolo boom di cooperative, onlus e no-profit: e gli assunti hanno profili alti
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Mentre l’occupazione in Italia continua a rappresentare un’emergenza, qualche segnale di ottimismo arriva dal settore delle imprese sociali: in 10 anni il numero e i dipendenti di queste aziende sono raddoppiati e il saldo occupazionale resta comunque migliore rispetto alle aspettative del complesso dell’imprenditoria italiana.

È quanto emerge dall’indagine Excelsior di Unioncamere sul settore, che evidenzia anche come siano in particolare le figure di alto profilo e il personale con elevato livello di istruzione e di esperienza i lavoratori sui quali queste imprese puntino maggiormente per sostenere la crescita.

«Le imprese sociali si confermano un soggetto di rilievo nel tessuto produttivo del nostro Paese. Perché costituiscono un modello di impresa che crea maggiore occupazione e produce innovazione sociale», ha spiegato il segretario generale di Unioncamere Claudio Gagliardi, presentando l’indagine nel corso delle Giornate di Bertinoro per l’economia civile, promosse dall’Aiccon – Un modello che dimostra di saper combinare la crescita economica con il benessere sociale, con una sempre stretta integrazione tra imprese “non profit” e imprese “profit”».

Tra il 2003 e il 2012 – evidenzia l’indagine -, il numero di imprese sociali è passato in termini assoluti da circa 8.500 a circa 17.600 unità, con una crescita più marcata nel Mezzogiorno (+136%). Il numero dei dipendenti è aumentato del 114%, arrivando a sfiorare le 474.000 unità. Forse anche per questo andamento in controtendenza rispetto al resto del mercato del lavoro, gli imprenditori sociali si mostrano più ottimisti per il 2014, prevedendo di effettuare 31.550 assunzioni, a fronte di 35.240 uscite: il saldo resta negativo dello 0,8% ma è comunque migliore alla media nazionale (-1,5%).

In particolare, la domanda di lavoro di profili «high skill» (professioni intellettuali, scientifiche e tecniche) passa dal 29% del 2008 al 33% nel 2014, mentre tende a decrescere la quota delle figure operaie (appena 3% che nel 2014). Inoltre, per il 2014 oltre il 62% delle assunzioni previste riguarderà persone in possesso di laurea o diploma. In queste aziende, infine, porte aperte all’inclusione sociale: la domanda di lavoratori immigrati, pur diminuendo, si mantiene più elevata rispetto alle altre imprese (16% contro 14% delle assunzioni programmate); il part time dovrebbe rappresentare oltre la metà delle assunzioni previste nel 2014 (a fronte di un valore medio nazionale del 26%); per la grande maggioranza delle assunzioni i due generi sono ritenuti indifferenti, e quando viene effettuata una scelta vengono nettamente preferite le donne (24%) agli uomini (6%).

da lastampa.it e vita

  • Articolo pubblicato il 17 Ottobre 2014

1969313_665638990200317_4969371619847837876_nSi terrà il 3 novembre 2014 dalle 9.00 alle 17.30 il Convegno Internazionale “I Benefici della Prosocialità: Ricerca e Interventi” presso il Centro Congressi Università degli Studi di Roma “La Sapienza” in Via Salaria, 113, 00198 Roma. Il convegno organizzato dal Centro Interuniversitario per la Ricerca sulla Genesi e sullo Sviluppo delle Motivazioni Prosociali e Antisociali e dalla Fondazione Cristina Mazzotti, con il Dipartimento di Psicologia dell’Unversità di Roma Sapienza, intende fornire una panoramica delle conoscenze scientifiche internazionali sul tema della prosocialità e sugli interventi rivolti al mondo dell’educazione e del lavoro.itisexam

“Fare del bene fa soprattutto bene a chi lo fa” non è dunque solo uno slogan. Dopo oltre trent’anni di ricerca, è riconosciuto che aiutare, condividere, prendersi cura delle difficoltà altrui, consentono a tutte le età di stare meglio con sè stessi e con gli altri.
Migliore rendimento scolastico, migliori relazioni con gli amici e minori comportamenti aggressivi, per i più giovani; migliori risultati lavorativi e maggiore soddisfazione nelle organizzazioni, per gli adulti; maggiore supporto sociale e maggiore soddisfazione di vita, per gli anziani. Sono questi solo alcuni dei principali benefici della prosocialità.
Su questi temi e sulle modalità di promuovere la prosocialità studiosi nazionali e internazionali (Nancy Eisenberg, Robert Roche e Susanne Denham) si confronteranno a Roma.
070-488

Informazioni : segreteria.prosocialita@gmail.com

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