Da un progetto di agricoltura sociale della Coop Kairos, Campi Aperti – Oltre la Gelata, è nato un laboratorio che ha riunito a Roma esperti e operatori del settore. I temi: mobilità umana e adolescenti.

L'on. Massimo Fiorio ha partecipato al seminario "Oltre la Gelata. Riprogettarsi con l'Agricoltura Sociale" di KairosUn patrimonio di esperienze da elaborare e sul quale riflettere per far crescere un settore del welfare che è, al contempo, innovativo e tradizionale. Il seminario “Oltre la Gelata. Riprogettarsi con l’Agricoltura Sociale“, primo incontro del ciclo AgriLab inaugurato dalla Cooperativa Sociale Kairos, ha messo di fronte operatori che si occupano di giovani, migranti e agricoltura sociale nel Lazio e in altre parti d’Italia, imprenditori agricoli, ricercatori e semplici curiosi. Vi hanno partecipato anche l’on. Massimo Fiorio, vice presidente della Commissione Agricoltura alla Camera e primo firmatario della legge sull’agricoltura sociale, Marco Berardo Di Stefano, presidente della Rete Fattorie Sociali, Tiziana Piacentini, presidente di Associazione Oasi.

Alla Città dell’Altra Economia di Roma, giovedì 9 febbraio, Kairos ha approfittato della conclusione del progetto Campi Aperti – Oltre la Gelata per tenere viva la discussione all’interno della comunità di pratiche legate a questo innovativo modello d’intervento che favorisce l’inclusione sociale di soggetti emarginati. In modo particolare, “Oltre la Gelata” ha portato la discussione su due categorie di soggetti: i migranti e i NEET (Not engaged in Education, Employment or Training). Si tratta di “persone che vivono una transizione, un momento di stallo, una fase della vita in cui bisogna decidere che direzione prendere” ha spiegato Andrea Zampetti, professore universitario alla Pontificia Università Salesiana e pedagogista che guida sul campo i progetti di agricoltura sociale della Cooperativa Kairos. In questa fase di “riprogettazione” della vita intervengono l’educatore e l’agricoltura sociale, che aiutano il ragazzo ad andare “oltre la gelata”.

Ai migranti e ai NEET sono legati i due temi dell’incontro, “Mobilità umana” e “Adolescenti“, che sono stati sviluppati dai partecipanti ai due tavoli di lavoro del laboratorio. Una “Sessione di Ri-progettazione”, in cui persone impegnate o interessate all’ambito dell’agricoltura sociale hanno messo a disposizione la propria esperienza per definirne i punti di forza, le debolezze, le opportunità e i rischi. Concetti dal quale partire per progettare ancora agricoltura sociale, in favore dei giovani appena giunti in Europa o ad un passo dalla vita adulta. Un tesoro esperienziale per far crescere, insieme ai ragazzi, un modello d’intervento che recupera quanto di più tradizionale possa esserci nella nostra cultura e nel mondo del sociale: il mondo dell’agricoltura.

Tanti gli stimoli arrivati dal vivo confronto sul tema della mobilità umana, guidato da Emanuele Selleri di Casa Scalabrini 634. Solo per citarne alcuni, l’opportunità di creare integrazione nei quartieri attraverso gli orti urbani e di rivitalizzare tradizioni e territori abbandonati grazie ai migranti e all’agricoltura.
Dall’esperienza di chi lavora a contatto con i giovanissimi è emersa la capacità dell’agricoltura sociale di puntare su formazione, aggregazione e socializzazione di ragazzi che vengono da contesti o situazioni personali difficili.

La Sessione di Ri-progettazione è stata preceduta da una serie di interventi e approfondimenti. Francesca Giarè del Crea ha illustrato numeri e tendenze dell’agricoltura sociale in Italia, un mondo composto da 299 enti e realtà imprenditoriali o associative, il 68% delle quali impegnate nell’inserimento socio lavorativo di soggetti svantaggiati. Fratel Gioacchino Campese del Scalabrini International Migration Institute ha contrapposto l’agricoltura sociale, spazio di accoglienza e inclusione per i migranti, ai fenomeni di sfruttamento. Martino Rebonato di Kairos ha trattato il tema dell’adolescenza, “forse il terreno meno esplorato nelle pratiche di agricoltura sociale a livello normativo”, delineando le ragioni alla base di un approccio pedagogico che veda nell’agricoltura e nella ruralità un fattore decisivo per un’educazione integrale dei ragazzi.

È in programma nel 2017 un secondo AgriLab, in autunno, con l’intenzione di portare avanti questo confronto e tenere viva la comunità di organizzazioni impegnate in agricoltura sociale.

Per approfondire: Kairos Racconta – Blog di Kairos Cooperativa Sociale

“Oltre la Gelata. Riprogettarsi con l’Agricoltura Sociale” è l’appuntamento che inaugura l’AgriLab. Kairos invita a discutere di ciò che l’agricoltura sociale può fare per i giovani, in particolare migranti e NEET.

AgriLab: il seminario "Oltre la gelata. Riprogettarsi con l'agricoltura sociale"La comunità legata alle pratiche dell’agricoltura sociale si ritrova per approfondire temi connessi ad alcune categorie di beneficiari: “mobilità umana” e “adolescenti”. I migranti e i NEET (Not engaged in Education, Employment or Training) saranno, quindi, i soggetti al centro dell’attenzione giovedì 9 febbraio, dalle ore 9.00, alla Città dell’Altra Economia di Roma (Largo Dino Frisullo, Testaccio).

Oltre la Gelata. Riprogettarsi con l’Agricoltura Sociale” è il seminario che apre il ciclo di incontri AgriLab, organizzato dalla Cooperativa Sociale Kairos per dare costanza al dialogo nato negli incontri passati. L’incontro parte dall’esperienza del progetto “Campi Aperti – Oltre la Gelata” di Kairos. “Parleremo delle opportunità offerte dall’Agricoltura Sociale ai soggetti vulnerabili che stanno affrontando una transizione, un momento di passaggio della propria vita: pensiamo soprattutto ai migranti e ai giovani NEET. Chi si sta muovendo da un paese ad un altro, alla ricerca di un futuro, e chi si muove dall’età della scuola a quella del lavoro, per costruirsi un futuro. Passaggi della vita che, quando si parla di ragazzi in difficoltà, possono essere un’occasione per andare oltre la gelata, superare un periodo difficile. Proprio come succede alla terra, quando deve sopravvivere nelle settimane più rigide dell’inverno”.

Per Associazione Oasi interverrà Tiziana Piacentini, che aprirà i lavori insieme a Marco Berardo Di Stefano della Rete Fattorie Sociali e Ilaria Signoriello del Forum Nazionale Agricoltura Sociale.
Interverranno Martino Rebonato e Andrea Zampetti di Kairos, mentre Francesca Giarè del CREA approfondirà “Numeri e tendenze dell’agricoltura sociale in Italia” e Gioacchino Campese del SIMI, Scalabrini international migration institute tratterà il tema della Mobilità umana.

Dopo questa prima fase iniziano i lavori della Sessione di Ri-progettazione. I partecipanti potranno partecipare ad uno dei due gruppi di discussione: Mobilità umana e agricoltura sociale moderato da Emanuele Selleri di Casa Scalabrini 634; Adolescenti e agricoltura sociale moderato da Paola Sabatini Scalmati di Kairos.

Il programma completo dell’appuntamento.

È possibile iscriversi all’AgriLab “Oltre la Gelata. Riprogettarsi con l’Agricoltura Sociale” e scegliere il gruppo di discussione attraverso il seguente Form d’iscrizione online:

  • Articolo pubblicato il 31 Gennaio 2017

Durante l’intero 2017 converrà assumere giovani. Il Ministero del Lavoro presenta l’Incentivo Occupazione Giovani. Agevolazioni fino a 8000€ annui.

Incentivo Occupazione GiovaniNell’ambito del Programma “Iniziativa Occupazione Giovani” è istituito l’incentivo denominato “Incentivo Occupazione Giovani”.

L’agevolazione spetta esclusivamente ai datori di lavoro privati che, senza esservi tenuti, assumano, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017 giovani registrati al “Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani” e in possesso delle caratteristiche illustrate nel Decreto.

Ambiti di applicazione:

L’incentivo è riconosciuto ai datori di lavoro che assumano i giovani di cui sopra con una delle seguenti tipologie contrattuali:

  1. Contratto a tempo indeterminato, anche a scopo di somministrazione;

  2. Contratto di apprendistato professionalizzante o di mestiere;

  3. Contratto a tempo determinato, anche a scopo di somministrazione, la cui durata sia inizialmente prevista per un periodo pari o superiore a sei mesi.

L’incentivo è riconosciuto anche in caso di lavoro a tempo parziale.

Agevolazioni:

  1. Contratto a tempo indeterminato o apprendistato: l’importo dell’incentivo è pari alla contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro, con esclusione di premi e contributi dovuti all’INAIL, nel limite massimo di 8.060 euro annui per giovane assunto. L’incentivo in questione viene riconosciuto nei limiti massimi di aiuto del 50% dei “costi ammissibili” e cioè dei costi salariali durante un periodo massimo di 12 mesi successivi all’assunzione del lavoratore.

  2. Contratto a tempo determinato di durata minima di 6 mesi: l’importo dell’incentivo è pari al 50% della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro, con esclusione di premi e contributi dovuti all’INAIL, nel limite massimo di 4.030 euro annui per giovane assunto.

In caso di lavoro a tempo parziale l’Incentivo Occupazione Giovani sarà proporzionalmente ridotto.

Termini:
L’incentivo deve essere fruito entro il 28 febbraio 2018.

Notizia segnalata da Synago

  • Articolo pubblicato il 26 Gennaio 2017

Nelle parole della Comunità di Sant’Egidio il senso e l’utilità del 27 gennaio, Giornata della Memoria delle vittime della Shoah.

Giornata della Memoria - Comunità di Sant'EgidioA cosa serve celebrare, a 72 anni di distanza dalla liberazione dei campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau, una Giornata della Memoria? Ricordare lo sterminio degli ebrei trova senso se lo si rende attuale. Il rischio non è quello che il popolo ebreo possa subire una nuova Shoah. Il 27 gennaio è una data importante nel nostro calendario perché deve metterci in guardia rispetto a ciò che l’uomo è in grado di fare contro altri uomini. Non solo ebrei.

Il dramma della seconda guerra mondiale è una memoria ancora viva nella nostra cultura, continuamente rinfrescata dal cinema, dalla letteratura e della televisione. Ma facciamo fatica a generalizzare questo dramma. Estrarre le cause, le radici dell’odio che ha portato a quest’orrore. Fenomeni, apparentemente innocenti, di diffidenza verso il diverso possono sfociare nell’intolleranza e nel razzismo. Deve preoccupare il cinismo con il quale, oggi, molte persone commentano la morte nel Mediterraneo di altri esseri umani, impegnati in un viaggio verso la salvezza. Indipendentemente dal fatto che scappino dalla guerra o dalla povertà.

Un invito a rendere attuale la Giornata della Memoria, oggi, 27 gennaio, viene rivolto dalla Comunità Sant’Egidio in un suo comunicato. Il senso dell’esistenza di questa ricorrenza dovrebbe essere evidente: riconoscere l’intolleranza ancora presente nella nostra cultura, nel nostro linguaggio. Indipendentemente dal gruppo sociale o dall’etnia verso i quali si rivolge il pregiudizio.

“Troppa indifferenza di fronte ai nuovi atti di intolleranza e di razzismo, che vediamo riprodursi anche nel continente che conobbe il sorgere del nazismo, rischia di creare una pericolosa complicità. Si devono invece valorizzare gli atti di solidarietà, integrazione e inclusione sociale a favore dei più deboli e discriminati, che vedono protagonisti già tanti cittadini in Italia. Occorre moltiplicarli per creare una nuova cultura e trasmetterla alle giovani generazioni. È il modo migliore per celebrare la Giornata della Memoria e impegnarci per costruire una civiltà del convivere in cui ci sia spazio per tutti”.

A cosa serve ricordare il dramma del popolo ebreo? Per evitare che qualcuno provochi, e gli altri accettino passivamente, un nuovo dramma, un nuovo sterminio. Contro gli ebrei, contro chi migra per ragioni economiche, sociali o politiche, contro chi ha un’orientamento sessuale diverso.

Un libro edito da Altreconomia e curato da Roberto Brioschi, “L’agricoltura è sociale”, raccoglie storie sull’esperienza che coniuga produttività e solidarietà.

L'agricoltura è sociale - Le radici nel cielo: fattorie sociali e nuove culture contadine a cura di Roberto BrioschiUna guida all’agricoltura sociale in Italia e alle sue storie. L’agricoltura è un’esperienza non solo produttiva ma sociale, nata per ‘generare comunità’ quando l’umanità diventa stanziale, da nomade che era. Oggi è “agricoltura sociale” non solo la fattoria dove lavora chi ha abilità differenti, la cooperativa che semina all’interno delle mura del carcere o l’impresa di migranti emancipati dal caporalato. È agricoltura sociale ogni filiera che porta dal campo alla tavola senza veleni e senza sfruttamento: sia essa biologica, biodinamica, equosolidale o da terreni confiscati alle mafie.

È agricoltura sociale la mano contadina che custodisce la biodiversità, la mente e la voce che porta nei teatri un discorso ben dissodato, l’amministratore che cura e preserva il territorio agricolo. È agricoltura sociale la resistenza di chi occupa le terre incolte pubbliche o private, i progetti di Community supported agricolture tra città e campagna, le filiere minime dei Gas, le aziende che scelgono la “piccola distribuzione”. Questo libro racconta dunque – attraverso le parole di studiosi, attivisti della terra, teatranti e contadini – un modello economico e culturale innovativo, che restituisce felicità, o almeno un senso proprio, all’esistenza. Perché la terra non discrimina mai: concede i suoi frutti a chi si prenda cura di lei.

Tra i contributi presenti ci sono anche quelli di Alfonso Pascale, fondatore della Rete delle Fattorie Sociali, e Marco Berardo Di Stefano, suo attuale presidente, che raccontano lo stato dell’arte dell’agricoltura sociale in Italia.

“L’agricoltura è sociale. Le radici nel cielo: fattorie sociali e nuove culture contadine” è acquistabile on line sul sito di Altreconomia.

  • Articolo pubblicato il 18 Gennaio 2017

La sindaca Virginia Raggi ha annunciato che presto inizieranno i lavori partecipati per il Piano Sociale Cittadino di Roma. Una piattaforma web e incontri nei Municipi saranno alcuni degli strumenti utilizzati per il confronto.

Virginia Raggi e l'assessore Laura Baldassarre presentano i lavori partecipati per il Piano Sociale cittadino di RomaDopo il Piano Sociale della Regione Lazio, i cui lavori hanno visto l’intervento di consulenza e assistenza tecnica da parte di Associazione Oasi, anche lo strumento di programmazione del welfare di Roma Capitale vedrà un percorso partecipato e condiviso per la propria redazione. Cittadini e organizzazioni del Terzo Settore sono invitati a partecipare ai lavori che, presto, avranno inizio. Il primo degli incontri nei 15 Municipi di Roma, infatti, è previsto per martedì 31 gennaio al Municipio X.

#RomaAscoltaRoma è l’hashtag che dà il nome alla campagna lanciata dal Comune. Nella Capitale il Piano Sociale manca da 13 anni e l’obiettivo è quello di promuovere la partecipazione sui temi che lo riguardano: povertà, inclusione, questione Rom, politiche educative e scolastiche, violenze, disabilità, dipendenze patologiche, casa, gravi marginalità, minori, famiglie, anziani.

“Il presupposto – afferma l’Amministrazione Raggi sul sito di Roma Capitale – è che il benessere della collettività non vada misurato in termini esclusivamente economici, ma debba essere declinato in relazione alla qualità della vita dei cittadini che l’amministrazione pubblica ha il dovere di promuovere.”

Vediamo nello specifico quali sono le Azioni di consultAzione che Roma Capitale metterà a disposizione:

Incontri di ascolto: per la prima volta verranno coinvolti cittadini e associazioni nella scrittura del Piano Sociale Cittadino, con l’organizzazione di 15 incontri pubblici. Ogni incontro sarà dedicato a una specifica tematica e ospitato a rotazione da uno dei 15 Municipi, a partire da quello del 31 gennaio nel X Municipio fino all’evento conclusivo del 16 maggio nel XIV Municipio;

Incontri nelle strutture capitoline: in concomitanza degli incontri pubblici di ascolto nei Municipi, l’assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidale Laura Baldassarre visiterà i luoghi di accoglienza sostenuti dal Comune, accompagnata da una delegazione di adolescenti impegnati in progetti meritevoli di nota;

Invio contributo online: il coinvolgimento nel percorso di redazione del Piano Sociale Cittadino avverrà anche attraverso l’invio di contributi e proposte online sulla piattaforma o casella di posta elettronica attivata sul sito di Roma Capitale;

Invio di buone prassi: esperienze positive, anche provenienti da ‘micro-realtà’, verranno messe in rete mediante il sito di Roma Capitale e i social network per stimolare la condivisione di buone prassi con il coinvolgimento di cittadini e associazioni

La Regione Lazio invita scuole, enti pubblici, asl e associazioni a presentare proposte progettuali per il contrasto del bullismo e del cyberbullismo a scuola.

La Regione Lazio invita scuole, enti pubblici, asl e associazioni a presentare proposte progettuali per il contrasto del bullismo e del cyberbullismo a scuolaLa Regione Lazio ha redatto l’Avviso pubblico per la presentazione delle proposte progettuali riguardanti il “Piano di interventi ed azioni per la prevenzione, gestione e contrasto del fenomeno del bullismo e del cyber-bullismo“.

L’obiettivo è avviare una politica scolastica integrata antibullismo, attraverso azioni di rilevazione, prevenzione, gestione e contrasto del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo, finalizzate a tutelare l’integrità psico-fisica dei minori, prevenire il rischio del verificarsi di episodi di bullismo nell’età dell’infanzia e dell’adolescenza e, parallelamente, diffondere la riflessione sulle tematiche della sicurezza on-line per garantire un uso consapevole e corretto della Rete.

I destinatari degli interventi costituiscono una platea molto ampia che comprende:

  • I bambini e gli adolescenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado frequentanti gli istituti scolastici statali e paritari della Regione vittime, autori e spettatori di atti di bullismo e relativi gruppi classe per i quali sono previsti percorsi di sostegno specifici;
  • Gli operatori e gli educatori che a vario titolo si occupano dei minori insieme con le famiglie.

I soggetti che potranno presentare le proposte sono:

  1. i comuni singoli o associati;
  2. i municipi e gli altri enti locali;
  3. le istituzioni scolastiche;
  4. le aziende sanitarie locali;
  5. le associazioni e le organizzazioni con certificata esperienza, iscritte nel registro regionale di cui all’articolo 9 della legge regionale 1 settembre 1999, n. 22 e successive modifiche;
  6. le associazioni e le organizzazioni con certificata esperienza, iscritte nel registro regionale delle organizzazioni di volontariato di cui all’articolo 3 della legge regionale 28 giugno 1993, n. 29 e successive

Tali soggetti possono presentare domanda di contributo sia in forma singola che attraverso ATI, ATS, Reti di scuole.
Non possono, inoltre, fare richiesta di contributo i soggetti che per lo stesso intervento abbiano ricevuto un finanziamento da altra struttura della Regione Lazio.

L’iniziativa è finanziata con un importo complessivo di 600 mila euro e il costo massimo ammissibile per ciascun progetto è di 10 mila euro.
Le proposte progettuali, infine, devono essere presentate entro le ore 12.00 del 10 febbraio 2017.

Per la documentazione e le indicazioni utili per presentare le proposte, consultare l’Avviso pubblico sul sito della Regione Lazio.

  • Articolo pubblicato il 4 Gennaio 2017

Dall’inizio del 2017 l’Italia è l’unico paese europeo senza una misura per il contrasto della povertà assoluta. Un decreto potrebbe velocizzare il cammino verso la nascita del Reddito di inclusione sociale.

Condividevamo, storicamente, questo triste primato insieme alla Grecia. Ma dal 1 gennaio 2017 anche il paese ellenico ha una legge per il sostegno dei cittadini che versano in condizione di povertà assoluta. Alleanza contro la povertà fa da tempo una forte pressione affinché venga proposta al più presto una legge delega e nasca un Piano nazionale per il contrasto alla povertà. In questo scenario che ha aperto il nuovo anno è intervenuto Maurizio Martino, il confermato Ministro delle politiche agricole, per chiedere di accelerare l’iter che porterà l’esperienza del SIA, il Sostegno all’inclusione attiva nato a luglio, ad evolversi nel REIS, il Reddito di inclusione sociale.

Il Ministro Martina propone un'accelerazione alla nascita del Reddito di inclusione sociale

Il Ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, propone un’accelerazione alla nascita del Reddito di inclusione sociale

Cos’è il Reddito di inclusione sociale? Si tratta di un sostegno riservato alle famiglie che vivono sotto la soglia di povertà. Come spiega il sito ForexInfo, questa misura progettata dalla Caritas e dalle Acli, prevede l’introduzione di un’indennità per tutte le famiglie che risiedono in Italia da almeno 12 mesi. L’importo di tale indennità sarebbe pari alla differenza tra il reddito percepito dai beneficiari e il reddito indicato dall’Istat come soglia di povertà. Il reddito di inclusione sociale non consiste solamente nell’erogazione di denaro, ma anche in quella di servizi assistenziali gratuiti.
Inoltre, in continuità con il SIA, questa misura prevede anche dei servizi da garantire in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale: progetti personalizzati di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa, da elaborare e gestire in collaborazione con le amministrazioni locali sulla base delle effettive esigenze degli interessati.

Chi può beneficiarne? I quattro milioni e 600mila persone considerate dall’Istat al di sotto della soglia di povertà sono la platea di riferimento per identificare i beneficiari. Saranno individuati sulla base dell’indice ISEE. È concessa la priorità alle famiglie con figli minori o con disabilità gravi o con donne in stato di gravidanza, oppure ancora con persone disoccupate di età superiore ai 55 anni. Sarà l’Inps a verificare la persistenza delle prerogative necessarie.

Qual è l’iter legislativo previsto? Il Ministro Martina annuncia tempi stretti: un decreto sarebbe la forma più veloce e comunicherebbe il carattere urgente dell’intervento del Governo. Un disegno di legge è l’idea, invece, di Annalisa Parente, la relatrice al Senato della proposta. I soldi necessari sono già stanziati, il miliardo e 150 mila euro del Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale .

Il Ministero ha pubblicato 8 studi di fattibilità per lo sviluppo di progetti di cooperative sociali. Largo spazio trovano il settore dell’agricoltura sociale e i progetti di inserimento lavorativo.

Dagli studi di fattibilità del Ministero dello Sviluppo Economico emerge molta attenzione verso l'agricoltura socialeIl Ministero dello Sviluppo Economico ha finanziato otto studi di fattibilità per lo sviluppo di nuovi progetti integrati e di filiera tra le imprese cooperative in ambiti innovativi. L’obiettivo è quello di accompagnare e supportare le imprese sociali in percorsi di crescita e consolidamento sul mercato. Rilevante attenzione ha ricevuto il settore dell’agricoltura sociale. In particolare, lo Studio di fattibilità per un’agricoltura sociale ed ecosostenibile riporta il caso di un progetto di coltura con tecnica acquaponica presentato dal Consorzio Nazionale Meuccio Ruini. Lo studio riporta una breve analisi del settore dell’agricoltura sociale in questo momento, che riportiamo di seguito.

Secondo la ricerca pubblicata dal Ministero, recentemente è molto cresciuto il valore dell’agricoltura sociale, portando beneficio a tutto il settore primario, in particolare nel Sud d’Italia. La sinergia fra due mondi apparentemente distanti, l’agricoltura e il sociale, funziona ed è una realtà in costante crescita e sta producendo risultati importanti sul piano economico e su quello socio-sanitario. In Italia sono oltre tremila le esperienze di agricoltura sociale che danno lavoro a circa 30.000 addetti e sviluppano un fatturato superiore ai 200 milioni di euro. In un certo modo è stato valorizzato e reso moderno quel grande e storico patrimonio di esperienza delle nostre famiglie contadine che da sempre hanno dato occupazione alle persone svantaggiate appartenenti alla famiglia o provenienti dalla cerchia di amici e conoscenti delle fattorie e del paese vicino. Sicuramente, sovente lo scopo era di “nascondere” in qualche modo queste persone con disagi fisici e psichici, nella realtà facendole sentire utili e non di peso per la comunità. In altre parole era l’agricoltura sociale delle mezzadrie e delle affittanze rurali.

Sono nati così alcuni modelli d’eccellenza. Aziende agricole dove si coltiva, spesso con metodi biologici, si allevano animali, si producono conserve alimentari. Il comune denominatore è la presenza di persone svantaggiate. Soggetti con disagi fisici o psichici, con problemi di dipendenza da alcol o stupefacenti, detenuti ed ex detenuti, adulti che hanno perso il lavoro e giovani che non lo trovano. A titolo di esempio, riportiamo tre casi di eccellenza tra i più significativi. La Cascina Biblioteca vicino a Milano che si occupa dell’inclusione degli svantaggiati anche attraverso l’ippoterapia. Nella Terra dei Fuochi, la fattoria sociale “Fuori di zucca” ha riconvertito le aree dell’ex ospedale psichiatrico di Aversa in un’azienda biologica multi colturale. Infine, l’Agricoltura Capodarco a Grottaferrata (Rm) che impiega persone con disagio psichico nella produzione florovivaistica in serra.

Anche la politica si è interessata a queste esperienze. Nell’agosto 2015 il Parlamento è riuscito, dopo un iter lungo e travagliato, ad approvare la legge 141 che regolamenta il settore. Fissando le linee guida di un comparto in larga espansione e che ha la possibilità di attingere anche a fondi UE. Circostanza che consentirebbe di confrontarsi su questo tema con altri paesi europei e far circolare le best practice. Un nodo ancora da sciogliere è il rapporto fra il mondo della cooperazione sociale e quello agricolo. Per evitare squilibri tra i due mondi coinvolti e per favorire un rapporto di collaborazione reciproca.

Il terzo settore, ed in particolare il sistema delle imprese sociali, così come normato dalla Legge 381/91, recentemente integrata dalla Legge 193/00 (cosiddetta “Legge Smuraglia”), interpreta un importante ruolo nella realizzazione di politiche attive per l’integrazione degli svantaggiati, in base alla definizione dell’art. 4 della legge 381/1991. Molte cooperative socio-assistenziali o propriamente cooperative di inserimento socio-lavorativo si basano sul presupposto che il lavoro nel settore agricolo può essere un ambito privilegiato per l’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, pur consentendo all’azienda di mantenere una buona redditività aziendale.

Approfondimenti:
Gli studi di fattibilità pubblicati sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.
Studio di fattibilità per un’agricoltura sociale ed ecosostenibile: la relazione integrale.

  • Articolo pubblicato il 5 Dicembre 2016

La Regione Lazio, insieme all’Ipab Asilo Savoia, ha istituito un contributo per supportare con 2.000€ annui il percorso scolastico degli orfani delle vittime del sisma del 24 agosto.

Il contributo annuale della Regione Lazio per i minori rimasti orfani dopo il terremoto“I ragazzi e le famiglie colpite da un lutto così grave sono seriamente esposte al rischio di disagio e di fragilità psicologica e sociale”. Rita Visini, assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio, spiega con queste parole l’importanza del contributo annuale che l’Ente mette a disposizione per i minori che hanno perso almeno un genitore a causa del terremoto del 24 agosto.

Si tratta di un assegno di 2.000€ che aiuterà i beneficiari a sostenere le spese per le attività socio-educative, scolastiche, sportive e ricreative. Dai libri di scuola alle attività sportive, incluse le spese per l’abbonamento ai mezzi pubblici. Fino alla fine del proprio percorso scolastico e formativo, gli orfani della calamità che ha colpito Amatrice potranno ricevere ogni anno il contributo.

L’iniziativa è portata avanti di concerto con l’Ipab Asilo Savoia, con l’obiettivo di limitare il rischio che i ragazzi possano ritrovarsi in condizioni di difficoltà sociale o psicologica.

I destinatari del contributo, come specificato nell’Avviso pubblico, sono gli orfani di almeno un genitore che presentino queste caratteristiche:

  • decesso di almeno un genitore in occasione del recente fenomeno sismico
  • il genitore che viene a mancare residente in uno dei Comuni della Regione Lazio
  • iscrizione ad un servizio socio-educativo per la prima infanzia, scolastico di ogni ordine e grado, o corso di formazione professionale, compresi corsi di istruzione e Formazione professionale (leFP) e Istituti tecnici superiori (ITS)

Il genitore superstite o il tutore responsabile del ragazzo potranno richiedere il contributo compilando il seguente modulo e inviandolo all’indirizzo email [email protected]t.