• Articolo pubblicato il 5 Dicembre 2012
Neonati “ipotecati” con una quota di debito pubblico di 3,5 milioni a testa, fermi alla terza media 18 giovani su 100. Destinati a essere sempre meno: appena 15 su 100 nel 2030. Save the Children presenta il terzo “Atlante dell’infanzia (a rischio)”.

 

Bambini sempre più fragili e poveri di futuro, esposti a sfide sempre più difficili. Neonati e già con un’ipoteca di 3.500.000 euro di debito pubblico a testa, il più alto d’Europa. Destinati ad essere sempre meno nel prossimo futuro, 15 ogni 100 nel 2030 (-1,5% rispetto ad oggi), con sempre meno peso politico (4% incidenza voto, -0,2%). Con aiuti di poche decine di euro – 25 euro annui la spesa pro-capite dei comuni in servizi per l’infanzia e famiglie in alcune regioni del  Sud. Minori fuori della scuola – 18 su 100 i dispersi con punte di 25 su 100 in Sicilia e Sardegna (+15% rispetto all’obiettivo all’europeo), senza competenze e stimoli culturali –  314.000 soprattutto ad Sud.  In territori avvelenati dalle mafie – almeno 700.000 minori,  e da industrie inquinanti – 15 ogni 100, circondati dalla cementificazione che procede con il ritmo serrato di 10 metri quadrati al secondo. In un quadro in cui aumentano anche i giovani senza lavoro – 1 giovane su 3 disoccupato (+21% la disoccupazione fra i laureati),  e sono “scoraggiati” il 34% di essi  (oltre 4 volte la media Ue del 7,8%).

E’ questo  il messaggio più forte sotteso al terzo “Atlante dell’Infanzia (a rischio)” di Save the Children presentato il 4 dicembre a Roma, nel corso di un dibattito in collaborazione con il Garante Nazionale per l’infanzia e l’adolescenza Vincenzo Spadafora, con la partecipazione del Presidente Istat Enrico Giovannini e di un gruppo di giovani rappresentanti delle migliori risorse del nostro paese. Un’iniziativa moderata da Marino Sinibaldi, Direttore di Radio 3 Rai, che si inserisce nell’ambito della Campagna “Ricordiamoci dell’Infanzia” lanciata da Save the Children nel maggio scorso, a sostegno dei minori a rischio nel nostro paese.

Oltre 100 pagine, l’Atlante include anche 77 mappe, istantanee  dell’universo bambini e giovani in Italia di qui al 2030  che si possono usare come delle bussole per capire come ridare futuro a chi del futuro di una società dovrebbe essere l’architrave.
“La terza edizione dell’Atlante dell’infanzia (a rischio) di Save the Children fornisce un quadro molto preoccupante ”, spiega Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia. “Possiamo leggere la stragrande maggioranza di queste mappe con il sottotitolo: “indice del consumo di futuro dei bambini e dei giovani italiani”, un indice che corre parallelo alla crisi economica, al debito pubblico, alla scarsità di asili nido, alla miseria della spesa sociale per l’infanzia in alcune aree del paese, alla mancanza di una politica per l’infanzia nazionale e organica, alla pochezza del sostegno pubblico alle famiglie giovani. Ma l’Atlante di Save the Children mostra anche un’altra cosa. Consumando l’idea di futuro dei bambini e dei giovani, le loro aspettative, i loro desideri e i loro sogni, stiamo segando il ramo dell’albero su cui siamo seduti.”

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  • Articolo pubblicato il 5 Dicembre 2012

Il gioco d’azzardo costa alla società tra i 5,5 e i 6,6 miliardi di euro all’anno.  Presentato al Senato un dossier della campagna “Mettiamoci in gioco” e il dossier di Libera “Azzardopoli 2.0”.

Siamo sicuri che lo Stato, e la collettività, ci guadagnino favorendo la diffusione del gioco d’azzardo? “Mettiamoci in gioco”, campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo risponde con un chiaro “no, non ci guadagnano affatto”. Una posizione ribadita rendendo pubblico al Senato un dossier sui costi sociali e sanitari del gioco d’azzardo. All’interno dell’iniziativa Libera ha presentato il dossier “Azzardopoli 2.0”, sulla presenza delle mafie nel settore.

MILIARDI DI COSTI SOCIALI. Se è vero che lo Stato potrebbe incassare quest’anno 8 miliardi di euro, grazie alle tasse versate dai concessionari dei giochi, la campagna promossa da ACLI, ADUSBEF, ALEA, ANCI, ANTEAS, ARCI, AUSER, Avviso Pubblico, CGIL, CISL, CNCA, CONAGGA, Federconsumatori, FeDerSerD, FICT, FITEL, Fondazione PIME, Gruppo Abele, InterCear, Libera, UISP stima in una cifra compresa tra i 5,5 e i 6,6 miliardi di euro annui i costi sociali e sanitari che il gioco d’azzardo patologico comporta per la collettività. A questi vanno aggiunti 3,8 miliardi di euro di mancato versamento dell’iva, nel caso in cui i 18 miliardi di euro, sul fatturato complessivo, che non tornano ai giocatori in forma di montepremi fossero stati spesi in altri consumi (con iva al 21%). Ma ci sono poi i costi non facilmente stimabili, che riguardano l’aggravarsi di fenomeni sociali rilevanti: le infiltrazioni mafiose nei giochi, la crescita del ricorso all’usura  il peggioramento delle condizioni delle persone più fragili e povere, maggiormente esposte alla seduzione di slot e biglietti della lotteria, i sussidi da versare a chi si rovina giocando, l’incremento delle separazioni e dei divorzi, un aumento impressionante di giocatori tra i minorenni.

TANTI SOLDI PER I GIOCHI, POCHI PER LO STATO. La campagna stima tra gli 88 e i 94 miliardi di euro il business dell’azzardo, nel nostro paese, per l’anno in corso, terza industria nazionale con il 4% del Pil prodotto. Ma se il giro d’affari cresce, le entrate per lo Stato – in percentuale – scendono incessantemente: si è passati dal 29,4% del 2004 all’8,4% del 2012, sul totale del fatturato. Che significa una cifra più o meno simile di entrate fiscali mentre il fatturato è cresciuto di quasi il 400 per cento!
Mentre i consumi e i risparmi delle famiglie italiane decrescono, dunque, le spese per i giochi non conoscono crisi: siamo il primo paese al mondo per il Gratta e vinci, abbiamo un numero pro capite di macchine da gioco di ultima generazione – le Vlt – triplo rispetto agli Stati Uniti, deteniamo il 23% del mercato mondiale del gioco on line. La spesa pro capite annua per ogni italiano maggiorenne va, a seconda delle stime, da 1703 a 1890 euro. Le persone che hanno problemi di dipendenza sono tra le 500mila e le 800mila, quelle a rischio sono quasi due milioni. Insomma, l’Italia è tra i primi paesi al mondo per consumi di gioco d’azzardo.

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  • Articolo pubblicato il 5 Dicembre 2012

Costituiscono oltre il 17% dell’intera popolazione europea: ricevono come sostegno alla salute oltre il 5% del Pil europeo ma in contropartita mettono a disposizione grandi risorse, in tempo e denaro, per la cura dei nipoti. Il ministro Riccardi: “Scoprire l’utilità degli anziani per la nostra società”

Sono più di 88 milioni gli over 65 in Europa, corrispondenti al 17,53% dell’intera popolazione europea. Ricevono oltre il 5% del Pil europeo in termini di salute. In contropartita investono per sé e per i propri cari qualcosa come 300 miliardi di euro ogni anno. Di questi, 199 miliardi di euro in ore amorevoli e gratuite dedicate alla cura dei nipoti (se tali ore di lavoro fossero retribuite a una tariffa di sette euro l’ora), 25 miliardi di euro vanno in acquisto di gelati, pannolini, vestitini, giocattoli, libri e vacanze per i nipoti; 51 miliardi di euro sono spesi in turismo della terza età.

Nello specifico in Italia i nonni investono 24 miliardi di euro nell’attività di baby sitting ai nipoti, 3 miliardi di euro in acquisti destinati a questi ultimi, e 6 miliardi di euro in turismo. In contropartita gli over 65 europei ricevono un investimento fisso e costante pari a oltre il 5% del Pil europeo in salute per la terza età, tra pubblico e privato. Tale somma corrisponde al 60% del consumo in termini di salute della popolazione europea complessiva. FederAnziani “ringrazia il Presidente del Consiglio Mario Monti, il ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi, e il ministro per gli affari europei Enzo Moavero Milanesi, per il lavoro svolto in Europa e in Italia per l’invecchiamento attivo e il patto intergenerazionale in un anno estremamente complesso per il nostro Paese”, dice il presidente di FederAnziani Roberto Messina.

“Sugli anziani – dice il ministro per l’Integrazione e Cooperazione con delega alla Famiglia, Andrea Riccardi – serve un salto di mentalità: possono essere utili e già lo sono”. “Un punto importante di questa carta è quello di far restare gli anziani a casa- ha spiegato il ministro- Gli anziani possono essere molto utili. Dobbiamo anche scoprire l’utilità degli anziani per la nostra società. Questo Governo anche innalzando l’età pensionabile si è mosso in questa prospettiva”. Al centro delle preoccupazioni di Riccardi, il “problema degli anziani che hanno case che gli enti mettono in vendita” perché ha concluso il ministro “noi non vogliamo far pagare la crisi agli anziani”.

Fonte: superabile.it

  • Articolo pubblicato il 5 Dicembre 2012
Rapporto Fondazione Zancan. Dall’analisi risulta che gli interventi residenziali e domiciliari assorbono, rispettivamente, 13,51 euro e 13,26 euro per abitante. Ma c’è grande frammentazione tra le regioni. 

Nel suo nuovo rapporto sulla lotta alla povertà, la Fondazione Zancan analizza, punto per punto, la spesa sociale dei comuni italiani aggregati per regione. Ne emerge, ancora una volta, un andamento in ordine sparso. Dall’analisi risulta che gli interventi residenziali e domiciliari assorbono, rispettivamente, 13,51 euro e 13,26 euro per abitante. Nel primo caso si tratta di contributi erogati dagli enti locali alle strutture residenziali per non autosufficienti, mentre nel secondo caso di forme dirette di aiuto alle persone e alle famiglie. Ma un confronto tra regioni restituisce un’immagine di grande frammentazione: la spesa per il livello domiciliare varia tra 2,71 euro a 30,15 euro pro capite (con un rapporto di 1 a 11) e quella per il livello intermedio tra 0,97 euro e 37,16 euro pro capite. Anche la spesa per i professionisti, cui spetta il compito di prendere in carico la grave marginalità sociale, è caratterizzata da profonde differenze: in alcuni territori a fianco della voce di spesa c’è uno zero, mentre in altre aree si arriva a quattro euro pro capite.  Entrando nel dettaglio dei contributi economici per la domiciliarità, quelli a integrazione del reddito impegnano circa il 14% della spesa e nel 2009 hanno richiesto poco meno di 320 milioni di euro (+16 per cento rispetto al 2008). La spesa media pro capite è di 5,31 euro, ma varia tra i 39 centesimi della Valle d’Aosta e i 17,95 euro della Sardegna. In Campania questi contributi rappresentano il 40 per cento della spesa, in Molise valgono un terzo. Al contrario, in Valle d’Aosta costituiscono il 3 per cento della spesa. Il maggior incremento si registra in Sardegna  (tra il 2007 e il 2009, +174 per cento). Il Friuli Venezia Giulia ha invece raddoppiato in tre anni. Viceversa, i comuni della provincia di Bolzano hanno ridotto la spesa del 39%.  Un altro 11 per cento della spesa per povertà e disagio serve a erogare contributi economici per l’alloggio, compresi gli affitti. Si tratta di 239 milioni di euro, 3,98 euro pro capite. Infine, i contributi per cure o prestazioni sanitarie, dopo un calo tra il 2007 e il 2008, sono tornati a salire nel 2009 fermandosi a 37,7 milioni di euro (+11 per cento). I contributi per i servizi scolastici rappresentano il 2% della spesa per povertà e disagio economico (43 milioni nel 2009, quasi raddoppiati rispetto al 2007).

Fonte: dirittiglobali.it

  • Articolo pubblicato il 5 Dicembre 2012

Prima ondata d’aria invernale con venti da nord e temperature rigide. Il Campidoglio ha così deciso di anticipare l’avvio del Piano Freddo: per quattro mesi dodici strutture, dislocate nei diversi Municipi romani, mettono a disposizione per i senza fissa dimora ogni notte 640 posti che, aggiunti ai 700 del circuito ordinario di accoglienza (le strutture aperte tutto l’anno),  garantiscono un totale di .1340 posti.
In particolare i centri di accoglienza di vicolo di santa Maria in Trastevere, di via Assisi e via Santa Maria di Loreto garantiscono accoglienza h24 alle persone con gravissima fragilità sanitaria. Le strutture di via Monteleone da Fermo, via Zurla e via Tivoli sono dedicate alle persone con ridotta autonomia, ma sostanzialmente autosufficienti e ai senza fissa dimora con cani al seguito. Per le persone con disabilità, inoltre, è a disposizione un pullmino attrezzato: gli interventi sono coordinati dalla Sala Operativa Sociale che attiva i volontari.
Gli ospiti hanno a disposizione il servizio docce, cambio di biancheria e vestiario, triage infermieristico e medico e una rete di assistenza socio sanitaria (disciplinata da protocolli d’intesa) che si avvale dei servizi garantiti dalle strutture sanitarie delle Asl capitoline e degli ospedali, con un costo complessivo per Roma Capitale di 725 mila euro.
Anche quest’anno le strutture offrono ai loro ospiti un pranzo festivo nei giorni di Natale, Santo Stefano, Capodanno e il 6 gennaio.
Giunto alla quinta edizione il Piano Freddo, realizzato dall’Assessorato capitolino alle Politiche sociali vede anche quest’anno la collaborazione delle Asl comunali e delle aziende ospedaliere S.Andrea, San Giovanni – Addolorata e San Camillo, l’Istituto Nazionale per la Promozione della salute delle popolazioni Migranti, l’ Istituto Nazionale Malattie Infettive, Lazzaro Spallanzani- I.R.C.S.S., l’ospedale Israelitico, il Policlinico Umberto I, l’Azienda Complesso Ospedaliero San Filippo Neri, la Sala Operativa Sociale comunale, le associazioni di ispirazione cattolica (Acli, Caritas, Unitalsi, Centro Astalli, S.Egidio, san Vincenzo de Paoli, Compagnia delle Opere).
Il Piano si concluderà il 31 marzo 2013, salvo proroghe causate da aventi atmosferici eccezionali.
Queste le strutture di accoglienza:
–  via Monteleone da Fermo – accoglienza per uomini;
–  via di Castelverde – accoglienza per uomini e donne;
–  via S.Maria di Loreto 35,– uomini e donne h24;
–  via dei Fratelli Maristi – uomini e donne,
–  via P.Zurla 57, municipio VI – donne con animali domestici;
–  via Tivoli 13 – persone con fragilità sanitarie e uomini con animali domestici;
–  vicolo S. Maria in Trastevere – h24 per persone con gravissime difficoltà socio-sanitarie;
–  via Aniene- accoglienza per uomini e donne;
–  via V.Agnelli 21 – uomini;
–  via Assisi, 39 – uomini e donne h24;
–  via Carlo Tommaso Odescalchi, – uomini;
–  Stazione Termini, Help Center – uomini.
La vicesindaco e assessore alle Politiche sociali, Sveva Belviso, ha dichiarato:

“Quest’anno abbiamo deciso di anticipare l’avvio del Piano freddo previsto come gli scorsi anni l’otto dicembre per garantire alle persone senza fissa dimora un rifugio caldo soprattutto in queste notti di brusco calo delle temperature. Inoltre, in caso di allerta neve, la macchina Amministrativa è già organizzata per ampliare i posti fino a 2500 letti. Un lavoro di rete che si avvale della collaborazione di asl, aziende ospedaliere, mondo dell’associazionismo e del volontariato e della Sala Operativa Sociale comunale che, ogni giorno dell’anno, offre il suo aiuto a chi è in difficoltà. Anche quest’anno riusciamo a garantire, alle persone senza fissa dimora che lo vorranno, un’accoglienza il più possibile completa che va dal pasto caldo alla visita sanitaria, da un posto letto al vestiario nuovo. Ovviamente tutto ciò non può fare a meno del grande aiuto che ognuno dei nostri cittadini può offrire all’Amministrazione e per questo rinnovo il mio appello affinché denuncino quei casi di disagio ‘nascosti’ al numero verde della Sala Operativa Sociale 800.440022 aperto h24 tutti i giorni dell’anno. Un gesto semplice, ma che può salvare una vita”.

Fonte: comune.roma.it

  • Articolo pubblicato il 3 Dicembre 2012

A oltre 10 anni dall’avvio del Piano Territoriale Cittadino Legge 285/97, la Cabina di regia, nell’ambito delle proprie funzioni, ha realizzato, con il supporto della società Assist s.r.l., un’indagine conoscitiva sullo stato di attuazione della L. 285/97 a Roma. La ricerca ha analizzato gli interventi finanziati dalla L. 285/97 al fine di elaborare una descrizione che raccogliesse elementi quantitativi e qualitativi, realizzando una lettura trasversale degli stessi, interpellando direttamente gli attuatori, coinvolgendo i referenti municipali quali testimoni privilegiati. Nel panorama degli interventi L. 285/97 è stato realizzato un approfondimento conoscitivo rispetto ai centri di aggregazione giovanile al fine di verificare la possibilità e l’opportunità di azioni che consentano di prefigurare un “sistema” degli interventi rivolti agli adolescenti nella città di Roma.
Nel quadro complessivo dello stato di attuazione dei progetti L. 285/97, è stata prestata un’attenzione particolare alle risorse umane, tanto in termini di professionalità impegnate quanto di condizioni contrattuali attuate, assumendo queste due dimensioni come indicatori, tra gli altri, della qualità degli interventi realizzati e quindi dell’azione cittadina, nel suo complesso, rivolta al benessere dell’infanzia e dell’adolescenza a Roma.

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  • Articolo pubblicato il 3 Dicembre 2012

Si celebra l’annuale appuntamento di riflessione e impegno sui diritti delle persone disabili. Il tema dell’edizione 2012 è: “Rimuovere le barriere per creare una società inclusiva e accessibile per tutti”. Le Nazioni Unite: “Colmare il divario fra le buone intenzioni e le azioni concrete”. Nel nostro paese e in tutto il mondo eventi e appuntamenti per festeggiare la ricorrenza: ecco quelli principali.

ROMA – Una carrellata di appuntamenti vari e molto eterogenei sono in programma anche quest’anno per la celebrazione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, che ricorre il 3 dicembre. Celebrata a livello mondiale, la Giornata è da tempo diventata occasione di riflessione su tutti gli aspetti che riguardano la disabilità. Un’occasione speciale per discutere, individuare problemi specifici, fare il punto, incontrarsi, ma anche impegnarsi contro le discriminazioni e promuovere l’inclusione dei disabili.

LE NAZIONI UNITE – Il tema scelto dalle Nazioni Unite per la Giornata 2012 è “Rimuovere le barriere per creare una società inclusiva e accessibile per tutti“. Nel messaggio inviato in occasione del 3 dicembre, il segretario generale Ban Ki-Moon ha ricordato che la sfida globale che il mondo ha di fronte è quella di fornire a tutte le persone la parità di accesso che meritano e della quale hanno bisogno: “Dobbiamo sforzarci – scrive – di raggiungere gli obiettivi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, quelli di eliminare la discriminazione e l’esclusione e di creare delle società che valorizzino la diversità e l’inclusione”. Il segretario generale dell’Onu ricorda anche che per raggiungere tali obiettivi e per “colmare il divario tra le buone intenzioni e le azioni attese da tempo“, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite terrà il prossimo anno una riunione ad alto livello sul tema della disabilità e dello sviluppo: lo scopo è quello di raccogliere le problematiche e i contributi delle persone con disabilità in modo che possano essere prese in considerazione nella redazione di una nuova agenda sullo sviluppo. La Giornata 2012 segna dunque l’avvio del percorso di preparazione a questo meeting di alto livello: al Palazzo di Vetro sono dunque previsti uno spettacolo musicale, una tavola rotonda sull’agenda “verso il 2015 e oltre” e la proiezione dei film che hanno partecipato allo “United Nations Enable Film Festival 2012“.

GLI EVENTI MONDIALI – Anche singole agenzie delle Nazioni Unite celebrano la giornata. L’Unicef, ad esempio, prevede il lancio di una campagna di orientamento sulla disabilità rivolta espressamente al suo personale in tutto il mondo (con relativo video di sensibilizzazione e un questionario dedicato), mentre l’Unesco presenta i risultati del rapporto mondiale sull’uso da parte delle persone con disabilità delle nuove tecnologie per accedere alla conoscenza, con un focus specifico sull’apprendimento personalizzato per gli studenti disabili. A Vienna, invece, al Festival internazionale dei diritti umani, viene lanciato il Rapporto Project Zero 2013, con una particolare attenzione all’occupazione lavorativa delle persone con disabilità. “Overcome barriers”, “Superare le barriere” è invece il progetto cofinanziato dall’Unione Europea realizzato dall’Aifo (Associazione amici di Raoul Follereau).

GLI EVENTI IN ITALIA – Come ogni anno, nel nostro paese vengono organizzati piccoli e grandi eventi per celebrare la giornata delle persone con disabilità. Ecco qui un elenco che sarà ulteriormente arricchito nei prossimi giorni (segnalazioni a [email protected]).

A Roma sul tema scelto a livello mondiale andrà in scena un confronto organizzato dalla Simfer, la Società italiana di medicina fisica e riabilitativa, con la partecipazione di esponenti della Presidenza del Consiglio, del ministero della salute e di quello del Lavoro, oltre ad interventi del presidente e del direttore generale dell’Inail, del presidente del Pontificio Consiglio degli operatori sanitari, del presidente del Cip e di numerosi altri esperti, anche del mondo accademico e dell’associazionismo. Sempre nella capitale il 3 dicembre viene presentata anche la Carta dei servizi per il superamento delle barriere comunicative, realizzata da un tavolo permanente con Consiglio nazionale degli utenti, Agcom, le associazioni delle persone con disabilità e il Dipartimento Comunicazione del Ministero dello Sviluppo economico.

Nello stesso giorno viene inaugurata la nuova sede della biblioteca storica e mediateca visuale dell’Istituto statale per sordi, con i locali che si arricchiscono di una biblioteca per ragazzi, un’emeroteca, una sala lettura e spazio co-working, di un’aula polifunzionale e dei laboratori di informatica e di video editing: “Mediavisuale” sarà un vero e proprio polo integrato di informazione e documentazione sulla sordità. Sempre nella capitale, si premia lo sport paralimpico con un’iniziativa del Cip Lazio che premia tutti gli atleti che nel corso della stagione sportiva passata hanno vinto una competizione a livello regionale, nazionale e internazionale, dalle Paralimpiadi ai Giochi sportivi studenteschi.

Sempre a Roma, alla Luiss è prevista l’assegnazione del premio San Bernardino 2012 per la pubblicità socialmente responsabile: promosso dall’ateneo con l’Ufficio per le comunicazioni sociali della Cei, con il patrocinio di Pubblicità Progresso e di SuperAbile Inail. Vede sei finalisti in gara: Amref, CoorDown, Ferrovie dello Stato, Ponte del sorriso, Procter & Gamble, Timberland.

A Torino, che si segnala ancora una volta come città particolarmente attiva, è prevista un’intera settimana di convegni, mostre e dibattiti. Si cercherà di affrontare, fra gli altri, il tema dell’affettività delle persone con disabilità, ricordando che “amare ed essere amati è un diritto di tutti”. Ma spazio anche alla mobilità e alla cultura, con un “open day” nei musei che aderiscono al progetto “Operatori museali e disabilità”. Anche nel capoluogo piemontese non manca lo sport, con una dimostrazione sugli sport paralimpici riservata agli alunni delle scuole.

Fra i tanti altri eventi, a Manerbio (Brescia) si parla di progetti di vita per le persone disabili con la onlus “Insieme”, mentre all’ospedale di Montecatone (Bologna) va in scena la presentazione dello sci per disabili da parte di FreeRider, che organizza giornate sulla neve in diverse località sciistiche italiane, garantendo alle persone con disabilità la possibilità di avvicinarsi in sicurezza a questa affascinante disciplina.

Fonte: superabile.it

  • Articolo pubblicato il 1 Dicembre 2012

L’Hiv è la principale causa di morte per le donne in età produttiva, 22 paesi prioritari hanno raggiunto un accordo per combattere il contagio da madre a figlio, mentre sono in calo le infezioni tra i bambini. Sono alcuni dei numeri diffusi dall’Unicef alla vigilia della Giornata Mondiale di lotta contro l’Aids che si celebra oggi, 1° dicembre.  Il numero di nuovi contagi da Hiv nei bambini è diminuito, ma, secondo l’Unicef, l’obiettivo di una generazione libera dall’Aids richiede che più donne in gravidanza e più bambini che vivono con l’Hiv ricevano cure specifiche.

Grazie allo straordinario impegno globale, continua la nota dell’Unicef, i nuovi casi di contagio da Hiv nei bambini sono diminuiti del 24%, passando da 430.000 nel 2009 a 330.000 nel 2011.Quasi il 90% dei bambini contagiati da Hiv vivono in appena 22 paesi, la maggior parte in Africa sub-sahariana. Nel 2011, circa 900 bambini ogni giorno sono contagiati dall’Hiv. Questo rappresenta un contagio su sette nuovi a livello globale. Tra il 2010 e dicembre 2011, oltre 100.000 bambini in più stanno ricevendo farmaci antiretroviarli. Tuttavia, meno di un terzo delle donne in gravidanza e dei bambini che hanno bisogno delle cure, le stanno ricevendo, rispetto alla media mondiale degli adulti, del 54%. “Semplicemente, è riprovevole che gli adulti abbiano il doppio delle possibilità rispetto ai bambini di ricevere le cure di cui hanno bisogno”, ha dichiarato il direttore generale dell’Unicef, Anthony Lake.

“Per definizione, per avere una generazione libera dall’Aids è necessario proteggere i più giovani e vulnerabili dai contagi da Hiv. Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi perchè le mamme e i bambini colpiti dall’Hiv possano vivere liberi dall’Aids. Dobbiamo fare tutto il possibile per aumentare il numero di donne in gravidanza e di bambini che hanno accesso ai test e ai trattamenti mediante programmi di base per la salute infantile e prenatale”. Ricevendo le cure adeguate, le donne in gravidanza sieropositive non solo possono mantenersi in vita e in buona salute, ma possono anche evitare che i propri bambini contraggano il virus durante la gravidanza, il parto e l’allattamento. Le cure possono anche prevenire la trasmissione sessuale della donna sieropositiva ad una persona Hiv negativo. Lavorare perchè non ci siano nuovi casi di Hiv tra i bambini entro il 2015 e mantenere in vita le loro madri è un aspetto fondamentale dell’impegno generale dell’Unicef per la sopravvivenza dei bambini nell’ambito del movimento globale “Una Promessa Rinnovata”.

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Fonte: dirittiglobali.it

  • Articolo pubblicato il 1 Dicembre 2012
Primo Rapporto del Censis per l’Alleanza delle Cooperative Italiane. Un mondo di 80 mila aziende e 1,3 milioni di lavoratori. Che sono aumentati dell’8 per cento negli anni della crisi, mentre l’occupazione complessiva diminuiva dell’1,2
 

Cresce l’occupazione nelle cooperative anche nei primi nove mesi del 2012, con un aumento del 2,8%, portando il numero degli addetti delle circa 80.000 imprese del settore a quota 1.341.000 (+36.000 rispetto all’anno precedente). È quanto emerge dal «1° Rapporto sulla cooperazione in Italia» realizzato dal Censis per l’Alleanza delle Cooperative Italiane. Secondo l’indagine si conferma così un trend positivo e l’andamento anticiclico di questo segmento produttivo. Negli anni della crisi, tra il 2007 e il 2011, a fronte di un calo dell’1,2% dell’occupazione complessiva e del 2,3% nelle imprese, gli occupati nelle cooperative hanno registrato un aumento dell’8%.

Apporto rilevante nel terziario sociale, soprattutto sanità e assistenza. A livello generale le cooperative contribuiscono al 7,2% dell’occupazione creata dal sistema delle imprese in Italia. I settori in cui forniscono l’apporto più rilevante sono il terziario sociale (dove il 23,6% dei lavoratori è occupato in cooperative), in particolare il comparto sanità e assistenza sociale (49,7%), i trasporti e la logistica (24%), i servizi di supporto alle imprese (15,7%). Le cooperative presentano anche una struttura dimensionale più ampia rispetto alle imprese tradizionali: a fronte di una media di 3,5 addetti per impresa, le cooperative ne contano 17,3.

Bene le cooperative sociali, in difficoltà l’edilizia. A fare da traino alla crescita dell’occupazione sono state le cooperative sociali, che hanno registrato un vero e proprio boom di addetti nel periodo 2007-2011 (+17,3%), proseguito nell’ultimo anno (+4,3%). Anche l’ampia area del terziario (commercio e distribuzione, logistica e trasporti, credito, servizi alle imprese) ha registrato un +9,4% di occupati nel quadriennio della crisi e un +3,4% nel 2012. Il settore agricolo invece è rimasto sostanzialmente fermo nel quadriennio (+0,5%) ed è in forte affanno nell’ultimo anno (-3,8%). E non si arresta la crisi del comparto edile: -9,3% gli occupati nel periodo 2007-2011 e -1,6% nel 2012.

Reazione positiva alla crisi. Secondo il rapporto, il mondo della cooperazione è stato capace di reagire positivamente alla crisi, difendendo l’occupazione e cercando nuovi spazi di mercato. L’indagine del Censis sottolinea che la maggioranza delle cooperative (il 40,2%) sta attraversando una fase stazionaria, il 24,6% vive un periodo di consolidamento, il 17,4% è in crescita e solo il 17,7% si trova in gravi difficoltà. Le più colpite dalla crisi sono le piccole cooperative, meno attrezzate per rispondere alla difficile congiuntura. Il 31% delle cooperative con meno di 10 addetti (contro il 14,6% di quelle con 10-19 addetti, il 10,5% di quelle con 20-49 addetti e l’8% di quelle con più di 50 addetti) si trova in una fase di ridimensionamento.

I ritardi della Pa, principale ostacolo allo sviluppo. Al primo posto tra le problematiche che hanno condizionato gli ultimi anni di attività delle cooperative ci sono i ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione (lo dichiara il 34,4% delle imprese), poi il calo della domanda (32,3%), i ritardi nei pagamenti da parte dei clienti privati (26%), il costo eccessivo di carburanti ed energia (24,9%).

Fonte: dirittiglobali.it

  • Articolo pubblicato il 30 Novembre 2012

Assistenza tecnica a Roma Capitale, Dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della Salute, nell’ambito del progetto “Cabina di regia per il Piano cittadino”, in attuazione della legge 285/97 – “Azione A: Intervento di assistenza tecnica per la pianificazione, il monitoraggio e la diffusione dei risultati”, allo scopo di consentire il pieno sviluppo della programmazione degli interventi per l’infanzia e l’adolescenza come prevista dalla Legge 285/97 e di sostenerne l’attuazione in modo che possa configurarsi, a livello cittadino, un vero e proprio sistema degli interventi rivolti al benessere delle persone in età evolutiva. (altro…)