• Articolo pubblicato il 8 Gennaio 2013

Primato negativo per il nostro Paese, anche rispetto alla Germania (557 morti), che però detiene il record di infortuni non mortali: 930.447, contro i 437.821 dell’Italia. Bettoni (Anmil): “Preoccupanti i dati sugli infortuni in Italia, letti insieme a quelli sul calo occupazionale”

ROMA – “In Italia purtroppo, nonostante i miglioramenti degli ultimi anni, continuiamo a registrare il più alto numero di morti sul lavoro tra i paesi dell’Unione Europea”: è l’amara constatazione di Franco Bettoni, presidente dell’Anmil, alla luce dei dati Eurostat relativi al fenomeno infortunistico in ambito europeo, diffusi lo scorso 7 gennaio. “Nel 2010, al netto degli incidenti nel percorso casa-lavoro-casa (cosiddetti in itinere), in Italia sono state 718 le vittime, contro le 557 della Germania, 550 della Francia, 338 della Spagna – riferisce Bettoni. Certamente queste cifre vanno lette anche in relazione al numero degli occupati e delle ore lavorate, con un’analisi che tenga conto allo stesso tempo della diversa struttura produttiva; ma anche guardando a questi aspetti siamo ben lontani da quello che può essere per noi un punto di riferimento: in Germania il tasso di infortuni mortali rispetto a 100.000 occupati nel 2010 era pari allo 0,8, mentre in Italia all’1,6”.

Per quanto riguarda invece gli incidenti non mortali, il primato negativo spetta alla Germania, con 930.447 casi, sempre nel 2010, contro i 493.789 in Spagna, i 437.821 in Italia e i 358.205 in Francia. “Numeri, però, che sono influenzati anche dalla regolarità dei rapporti di lavoro – precisa Bettoni – in Italia l’Inail stima siano circa 165.000 gli infortuni non denunciati di cui sono vittima i lavoratori in nero, senza contare che l’appesantimento dei premi assicurativi in caso di infortuni è spesso causa di mancata denuncia di infortuni di minore gravità. Nel nostro Paese abbiamo dunque un gravissimo problema di sottodenuncia degli infortuni con esiti meno gravi, altrimenti non si spiegherebbe, d’altra parte, la contraddizione evidente guardando agli altri paesi al cui confronto noi abbiamo un numero sproporzionato di incidenti sul lavoro rispetto ai casi mortali”.

Per quanto riguarda la situazione italiana più recente, invece, Bettoni fa riferimento ai dati sull’aumento della disoccupazione e delle ore di cassa integrazione diffusi nei giorni scorsi dalla Cgia. “Letti insieme a quelli raccolti dalla Fillea-Cgil sul calo dell’occupazione nel comparto dell’edilizia (uno dei più rischiosi in termini di sicurezza sul lavoro) – sottolinea il Presidente dell’Anmil -gettano ulteriore preoccupazione sui dati dichiarati lo scorso 19 novembre dal ministro Fornero rispetto agli incidenti sul lavoro: 850 morti e 750.000 infortuni, numeri che a fronte del calo occupazionale lasciano pensare ad un rallentamento, se non addirittura ad un’inversione di tendenza, del trend positivo registrato negli ultimi anni (nel 2010 erano stati 920 i morti e 725.000 gli infortuni)”. Di qui, l’appello ai candidati premier, affinché nei rispettivi programmi affrontino con determinazione i “gravi problemi ancora sul tappeto, tra i quali: la mancata completa emanazione di tutti i provvedimenti di attuazione del Testo Unico a quattro anni dalla sua entrata in vigore; l’insoddisfacente coordinamento delle attività ispettive e di vigilanza sul territorio nazionale, per carenza di personale e per applicazione disomogenea della normativa di riferimento; la mancata previsione di norme di tutela ad hoc per alcuni settori molto importanti come ad esempio i trasporti e l’agricoltura; l’inadeguatezza della normativa sull’assicurazione delle vittime del lavoro, regolata ancora da una normativa del 1965 che non può tenere conto dei cambiamenti sociali intervenuti in quasi cinquant’anni”.

Fonte: superabile.it

  • Articolo pubblicato il 8 Gennaio 2013

Tre metri quadrati per detenuto. Per questo secondo la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo l’Italia viola i diritti dei carcerati italiani. Il caso preso in esame dall’Europa riguarda il “trattamento inumano e degradante” di 7 carcerati detenuti nel carcere di Busto Arsizio e in quello di Piacenza. La Corte ha inoltre condannato l’Italia a pagare ai sette detenuti un ammontare totale di 100 mila euro per danni morali.

Nella sentenza di condanna i giudici della Corte europea invitano l’Italia a porre rimedio immediatamente al sovraffollamento carcerario e constatano che quello del sovraffollamento carcerario è un problema che in Italia è di natura strutturale, e che la mancanza di spazio nelle celle non riguarda solo i 7 ricorrenti. La Corte ha già ricevuto più di 550 ricorsi da altri detenuti che sostengono di essere tenuti in celle dove avrebbero non più di 3 metri quadrati a disposizione.

I giudici chiamano quindi le autorità italiane a risolvere il problema del sovraffollamento, anche prevedendo pene alternative al carcere. I giudici domandano inoltre all’Italia di dotarsi, entro un anno, di un sistema di ricorso interno che dia modo ai detenuti di rivolgersi ai tribunali italiani per denunciare le proprie condizioni di vita nelle prigioni e avere un risarcimento per la violazione dei loro diritti.

Con la sentenza emessa oggi l’Italia viene condannata una seconda volta per aver tenuto i detenuti in celle troppo piccole. La prima condanna risale al luglio del 2009 e riguardava un detenuto nel carcere di Rebibbia di Roma. Dopo questa prima condanna l’Italia ha messo a punto il “piano carceri” che prevede la costruzione di nuovi penitenziari e l’ampliamento di quelli esistenti oltre che il ricorso a pene alternative al carcere.

Gli ultimi dati Istat confermano che il sovraffollamento in Italia è problema che cresce.

Negli ultimi dieci anni l’ammontare della popolazione detenuta ha subito un incremento del 25,8 per cento. Lo comunica l’Istat, presentando una ricerca sulle carceri relativa all’anno 2011. Al 31 dicembre 2011 erano detenute nelle carceri italiane 66.897 persone, con una riduzione dell’1,6 per cento rispetto al 2010. Il dato relativo ai detenuti presenti al 31 dicembre 2011 è di gran lunga superiore alla capienza regolamentare (45.700 posti): rispetto a quest’ultima, ci sono 21.197 detenuti in più.

Il numero di detenuti presenti ogni 100 posti disponibili è pari a 146,4: il totale dei detenuti presenti nei penitenziari del Paese supera del 46 per cento la soglia prevista. Il 27,3 per cento dei posti è previsto nelle carceri del Sud, il 22,7 al Nord-ovest, il 21,7 al Centro, il 16,3 nelle Isole e il 12 nel Nord-est. La situazione peggiore si registra in Puglia (182 detenuti presenti ogni 100 posti disponibili), la migliore in Trentino Alto Adige (72).

Il quadro resta più problematico soprattutto in alcune aree del paese: “Nell’Italia settentrionale – continua l’Istat – la situazione è mediamente più critica (157,5 detenuti per 100 posti letto), ma anche nel Mezzogiorno e nell’Italia centrale (141,2 e 139,0) i valori sono ben lontani da quello ottimale”.

I numeri del sovraffollamento regione per regione La regione con l’indice di sovraffollamento più alto è la Puglia (182,2), mentre quella con il valore più basso è il Trentino Alto Adige: quest’ultima è l’unica regione ad avere un valore inferiore a 100 (72,3%). Tra le regioni in cui il rapporto detenuti-disponibilità di posti letto resta molto alto c’è la Lombardia (172,8), l’Emilia Romagna (163,1) e la Calabria (139,1). Al di là del Trentino Alto Adige, le Regioni più virtuose sono invece Sardegna (106) e Basilicata (107,3).

Fonte: huffingtonpost.it

  • Articolo pubblicato il 8 Gennaio 2013

L’INTERVENTO PSICOLOGICO IN ONCOLOGIA
Cura e attenzione ai particolari
Convegno Nazionale a Roma – 18 gennaio 2013

Chi di noi non ha ancora fatto l’esperienza di doversi affidare ad una qualche forma di terapia personale, sia essa psicologica che medica?

Ricordiamo ancora con piacere quell’attenzione che hanno avuto nei nostri confronti e che … ci ha fatto sentire a nostro agio, che, si stavano prendendo “cura” di noi.

“Sa, siamo stati fortunati!!”.

Già, perché è incredibile sentirlo dire, ma a volte alcuni pazienti che si rivolgono a noi per una terapia di sostegno psicologico esordiscono con questa frase: “Sa, dottore, sono stato proprio fortunato, ho trovato un bravo oncologo.”, oppure: “Sa, è tanto bravo, ma ha un carattere!”.

Non dovrebbe essere di buona prassi trovare un bravo oncologo, chirurgo, psicologo, infermiere?

Sono passati sei anni dal primo convegno a livello Nazionale organizzato da Moby Dick e sollecitati da quelle esperienze positive abbiamo continuato a porre l’attenzione sulla “buona pratica” nell’intervento terapeutico.

Il 18 gennaio del 2013 presso il CNR di Roma torneremo sul tema: L’intervento psicologico in oncologia. Cura e attenzione ai particolari.

clicca qui per vedere il programma

Fonte: moby-dick.info

  • Articolo pubblicato il 7 Gennaio 2013

“Sei famiglie su dieci, praticamente più del 50%, hanno cambiato, negli ultimi dodici mesi, le abitudini alimentari soprattutto a causa dei rincari che si sono registrati nei prezzi, anche di prodotti di prima necessità come il pane e la pasta. Non solo. Rispetto a dieci anni fa la spesa alimentare, che oggi si avvicina ad un quinto del reddito familiare, è cresciuta del 28%. Ogni famiglia, in media, spende per l’alimentazione 466 euro al mese”. E’ quanto sostiene la Cia (Confederazione italiana agricoltori) in relazione ai dati Istat sull’inflazione del giugno scorso che confermano un’impennata del 6%, rispetto allo stesso mese del 2007, dei prodotti dell’agroalimentare.

Nel primo semestre dell’anno, secondo le prime stime della Cia, si è avuta una caduta, in quantità, dei consumi alimentari di oltre il 2,5% nei confronti dello stesso periodo del 2007. I cali più accentuati si hanno per i derivati dei cereali (meno 4,8%), con il pane che mette a segno una flessione del 5,5%, per gli ortaggi(meno 5,5%), per la frutta (meno 1,8%), per l’olio d’oliva (meno 5%), per la carne bovina (meno 3,4%). Dati che confermano il trend negativo già registrato nel 2007. Soltanto latte e derivati (più 3%), carni avicole (più 1,5%), vino e spumante (più 2,5%) vanno in controtendenza. “Dunque, a subire le conseguenze più eclatanti del calo dei consumi alimentari delle famiglie sono stati, in particolare, i prodotti delle cosiddetta “dieta mediterranea” che, proprio a causa della frenetica corsa dei prezzi (il pane, a giugno scorso, ha messo a segno un aumento del 13%, la pasta addirittura del 22,3%, la frutta del 7,6% e gli ortaggi del 3,2%), comincia”, sostiene la Cia, “ad evidenziare preoccupanti segni di crisi. Nei piatti dei nostri connazionali ci sono, infatti, sempre meno pane, pasta (anche se per questo prodotto si nota, in questi ultimi mesi, una ripresa), frutta e verdure e olio d’oliva”.

“La percentuale di coloro che hanno ridotto e mutato la spesa per l’alimentazione”, evidenzia la Cia, “si trova principalmente nelle fasce di età superiori ai 55 anni (con picchi elevati soprattutto negli over settanta) e nelle famiglie con redditi bassi”.

“Un italiano su due non andrà in vacanza anche per effetto dei rincari record che sono stati registrati per gasolio e benzina, trasporti aerei, marittimi, stabilimenti balneari e camping con l’inizio dell’estate”, questa l’affermazione della Coldiretti nel sottolineare che il caro prezzi sta provocando una stagnazione nei consumi non solo negli alimentari, in riferimento ai dati Istat relativi all’inflazione che nel mese di giugno ha raggiunto il massimo dal 1996. “Nella difficile congiuntura economica sta cambiando”, afferma la Coldiretti, “la priorità delle spese dei cittadini che se potessero disporre di 100 euro in più nel 20% dei casi li destinerebbero al cibo, nel 17% all’acquisto di vestiti, al 14,5% per cene, al 13,5% per libri, dischi e riviste secondo una indagine Axis per la Fipe”. “Secondo un recente studio -riferisce la Coldiretti- un pasto medio percorre più di 1.900 km per camion, nave e/o aeroplano prima di arrivare sulla tavola e spesso ci vogliono più calorie di energia per portare il pasto al consumatore di quanto il pasto stesso provveda in termini nutrizionali. Peraltro, privilegiando l’acquisto di prodotti locali e di stagione oltre a risparmiare si salva l’ambiente dall’inquinamento dovuto all’emissione di gas serra responsabili dei cambiamenti climatici”.

“I prezzi al consumo continuano ad aumentare, mentre per quelli alla produzione si registrano situazioni diversificate”, questo il parere di Confagricoltura analizzando i dati sui prezzi al consumo rilevati dall’Istat e quelli all’origine di Ismea riferiti a giugno 2008. “In un contesto che appare molto diversificato, l’agricoltura, se adeguatamente sostenuta, può dare, già nel breve periodo, un contributo positivo al riequilibrio dei prezzi al consumo”. Preoccupa Confagricoltura, però, l’accelerazione generalizzata delle quotazioni in tutti i capitoli di spesa, specie per i beni energetici, che hanno registrato un aumento di quasi 15%, su giugno 2007. Per quanto riguarda i prezzi al consumo rilevati dall’Istat, Confagricoltura rimarca come, nel comparto alimentare si abbia un aumento congiunturale, giugno 2008/maggio 2008, dello 0,4% ed un aumento tendenziale, giugno 2008/giugno 2007, del 6,1%. Tali incrementi risentono di tensioni verificatisi soprattutto con riferimento ai prodotti alimentari lavorati, i cui prezzi alla produzione industriale sono cresciti di oltre il 10%, tra maggio 2007 e maggio 2008. Per quanto riguarda i prezzi all’origine, secondo l’indice Ismea, l’incremento di giugno su maggio 2008 è stato del 4,5%, mentre quello di giugno 2008 su giugno 2007, si è attestato sul 19%, circa. L’aumento registrato a giugno, ha consentito, però, di recuperare solo in parte la flessione di circa il 9% registrata, cumulativamente, nel bimestre di maggio ed aprile.

Fonte: agricolturaonweb.com

  • Articolo pubblicato il 7 Gennaio 2013

E’ stato prorogato il termine di presentazione delle domande di iscrizione alla II edizione del Corso di aggiornamento “Le politiche e gli interventi per i giovani”, organizzato dalla LUMSA in collaborazione con l’Associazione OASI e la Rete ITER.

Obiettivi del corso sono: promuovere una nuova cultura delle politiche giovanili come investimento per lo sviluppo, l’innovazione e il ricambio generazionale; aumentare le conoscenze sui fattori strategici che influenzano la realtà giovanile e sulle prassi adottate in contesti diversi; migliorare le competenze di policy e manageriali per il disegno e la gestione di una pianificazione coerente degli interventi a livello territoriale; favorire la capacità di lavorare in rete tra i diversi stakeholders che si occupano delle realtà giovanili; favorire la costituzione di una comunità di operatori delle politiche giovanile che possa attivare scambi e relazioni e agire come diffusore delle innovazioni a livello territoriale.

Scarica il pieghevole del corso

Scarica la domanda di iscrizione

Per ulteriori informazioni:  www.masterlumsa.it

  • Articolo pubblicato il 7 Gennaio 2013
Fra slot machine, poker on line o gratta e vinci gli italiani si sono giocati nel 2012 1.457 euro a testa. Si scommette di più in Lombardia. All’erario l’8,2 per cento in meno.

Fra slot machine, poker on line o gratta e vinci gli italiani si sono giocati nel 2012 un stipendio medio a testa: 1.457 euro. Nei primi dieci mesi dell’anno scorso hanno infatti speso per tutti i giochi d’azzardo 70,2 miliardi di euro, con un incremento rispetto al 2011 del 13%. Redattore sociale e Terre di mezzo hanno rielaborato i dati pubblicati dai Monopoli di Stato il 2 gennaio, stilando la classifica delle regioni in cui si scommette di più sulla dea bendata: la capolista è la Lombardia con 13 miliardi di euro, seguita da Lazio (8,1 miliardi), Campania (6,9), Emilia Romagna (5,6) e Veneto (4,9).

Ma va poi all’Abruzzo il primato per la spesa pro capite: 1.512 euro, mentre sono i lucani quelli a farsi tentare di meno dal gioco, con “solo” 891 euro a testa. Sono ancora le slot machine e le video lottery le preferite dagli italiani: nel 2012 ci hanno puntato 38,4 miliardi di euro, quattro in più rispetto al 2011. Seguono i nuovi giochi on line, con 10,5 miliardi, quasi sette miliardi in più rispetto all’anno precedente. L’erario continua invece a perdere: da gennaio a ottobre ha incassato infatti 6,7 miliardi di euro, l’8,2 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2011.

Fonte: globalist.it

  • Articolo pubblicato il 2 Gennaio 2013

Circa mezzo miliardo di euro in cibi e bevande rimasti sulle tavole delle feste sono stati salvati dalla spazzatura con la cucina degli avanzi, i cosiddetti piatti del giorno dopo, che con la crisi sono tornati prepotentemente sulle tavole degli italiani. E’ quanto stima la Coldiretti alla fine delle feste di Capodanno nel sottolineare che con la crisi più di sette italiani su dieci (71 per cento) hanno trascorso a casa il cenone del Capodanno, anche seguendo i programmi televisivi che hanno avuto un ascolto record.

Le famiglie nelle feste di fine anno quest’anno hanno anche ridotto gli sprechi nella maggioranza del 62 per cento utilizzando quello che avanza nei giorni successivi magari combinando altre ricette, secondo l’indagine Coldiretti/Swg.
Polpette o polpettoni a base di carne o tartare di pesce sono una ottima soluzione per recuperare il cibo del giorno prima, ma anche le frittate possono dare – continua la Coldiretti – un gusto nuovo ai piatti di verdura o di pasta, senza dimenticare la ratatouille. La frutta secca in più può essere facilmente caramellata per diventare un ottimo “torrone” mentre con quella fresca si ottengono pasticciate, marmellate o macedonie.
Recuperare il cibo è una scelta che – continua la Coldiretti – fa bene all’economia e all’ambiente anche con una minore produzione di rifiuti.

Per il tradizionale appuntamento di fine anno con la tavola gli italiani – conclude la Coldiretti – hanno speso quasi 2 miliardi di euro, il 3 per cento in meno rispetto allo scorso anno. Con il Capodanno si stima che – rileva la Coldiretti – siano state stappate almeno 80 milioni di bottiglie di spumante, per una spesa complessiva di 600 milioni di euro. Ma durante la notte più lunga dell’anno sono stati consumati anche 6 milioni di chili di cotechini e zamponi, con un aumento dell’8 per cento rispetto all’anno scorso, serviti assieme a 10 milioni di chili di lenticchie.

Fonte: agi.it

  • Articolo pubblicato il 28 Dicembre 2012

La partecipazione dei bambini e dei ragazzi nei processi di cura, protezione e tutela
31 Gennaio 2013 ore 9.00 – 17.00
Auditorium “A.Vivaldi”, Via Monte Pertica – 36022 Cassola (VI)

Il convegno che si terrà il prossimo 31 gennaio 2013 è l’esito finale del progetto europeo Daphne “Involved by right: ensuring children’s active participation in the child protection system” realizzato dalla Regione del Veneto per il tramite dell’Azienda Ulss n.3 di Bassano del Grappa e sviluppato, anche, nei territori dell’Ulss 8 (di Asolo e Montebelluna) e Ulss 15 (di Cittadella e Camposampiero).
Tale iniziativa, unica sul panorama italiano, è stata coordinata, a livello europeo, dalla Municipalità di Kensington e Chelsea con la partecipazione , oltre che dell’Ulss 3, anche della città di Helsinborgh (Svezia) e di due organizzazioni non governative inglesi (National Children Bureau -NCB- e Barnardo’s).
Il progetto ha indagato nuove e possibili forme concrete di partecipazione dei bambini e ragazzi allontanati dalla famiglia di origine.
Come noto, infatti, i bambini e i ragazzi accolti nei processi di protezione e tutela messi in campo dai servizi sociali, rischiano spesso di essere considerati e di considerarsi degli esclusi, dei soggetti con meno opportunità di altri di vivere con serenità la propria vita, a rischio di essere allontanati dalla loro famiglia e dai loro affetti.
Tale iniziativa ha pertanto avuto come obiettivo quello di costruire occasioni di incontro, di convivialità e di riflessione tra questi giovani soggetti per favorire l’emergere di nuove relazioni e consapevolezze utili a promuovere processi di fuoriuscita dall’area della marginalità sociale e della cura.
Il convegno si propone dunque come un’occasione per fare il punto sulle esperienze svolte al riguardo nei nostri territori e sulle ricadute che queste hanno sulle scelte di fondo che caratterizzano il lavoro sociale.

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
Azienda Ulss 3 (Direzione Servizi Sociali – Progetti regionali/europei)
Tel.: 0424 885286 – 0424 885277 – 0424 885283
Email: [email protected]

ISCRIZIONI : le iscrizioni saranno aperte dal 7 gennaio 2013 al 28 gennaio 2013.
Saranno accettate iscrizioni, in ordine cronologico di arrivo, sino a copertura dei 400 posti disponibili.
Sarà predisposto apposito modulo on line per la raccolta dei nominativi

ATTESTATI E CREDITI FORMATIVI: a coloro che parteciperanno sarà rilasciato Attestato di presenza; sono in fase di richiesta i Crediti ECM e i Crediti per le/gli Assistenti Sociali

TRASPORTI: sarà garantito un servizio navetta (andata e ritorno) dalla stazione dei treni d Bassano del Grappa alla sede dell’Auditorium di Cassola.
Il servizio navetta è gratuito – previa prenotazione a mezzo email – e sarà attivo nei seguenti orari:
– In Andata: dalle 8.30 alle 9.15
– In Ritorno: dalle 17.30 alle 18.30
La prenotazione del servizio di bus navetta sarà contestuale all’iscrizione su apposito modulo fornito.
L’Auditorium dispone di ampio parcheggio gratuito

Clicca qui per scaricare il programma

Per ulteriori informazioni clicca qui

  • Articolo pubblicato il 21 Dicembre 2012

230 pagine: una piccola guida, formato tascabile, carta lucida per durare un anno nel bagaglio difficile di chi non ha casa, cartine per orientarsi nella mappa della solidarietà di una città come Roma, dove la povertà aumenta, ma anche le risorse di aiuto si sono moltiplicate negli ultimi anni.
C’è tutto questo nella guida DOVE mangiare, dormire, lavarsi, presentata giovedì 20 dicembre nella sede della Comunità di Sant’Egidio, in una affollata conferenza stampa. 
La Guida (che molti chiamano la “Michelin dei poveri”), è giunta alla sua 23ma edizione. Ne verranno distribuite, grazie al contributo di Ferrovie dello Stato, 21.000 copie.
La presentazione, in realtà, è stata l’occasione per “fare il punto” sulla povertà e la solidarietà a Roma. Emerge un quadro per certi versi inquietante –  un dato tra tutti: la percentuale degli italiani tra coloro che frequentano la mensa della Comunità di Sant’Egidio è salita dal 10% al 30% nell’ultimo anno – ma anche l’immagine di una città in cui l’interesse per chi è in difficoltà non è “andato in crisi con la crisi”. Mario Marazziti e Francesca Zuccari, illustrando la Guida, descrivono anche il moltiplicarsi della rete di aiuto che fa capo ai centri parrocchiali, ad associazioni di volontariato, a singoli cittadini “di buona volontà”. Un segnale importante che fa guardare con fiducia e speranza al futuro.

Fonte: comunitadisantegidio.blogspot.it

  • Articolo pubblicato il 20 Dicembre 2012

Si chiama “Where we’re from” ed è la nuova app ideata dall’International organization for migration disponibile sul sito. Si tratta di una mappa interattiva che mostra le direttrici delle migrazioni in tutti i paesi del mondo. “E’ infinitamente affascinante esplorare da dove veniamo”, si legge nella note dell’Oim. I dati di base per la mappa son quelli della Banca Mondiale relativi al 2010.

L’APPELLO. “Vogliamo aggiornarlo – spiega l’Oim – per questo preghiamo gli utenti di inviare i loro dati sull’immigrazione all’indirizzo [email protected]. Presto ci saranno le singole mappe dei flussi delle migrazioni sulle pagine Iom dedicate a ciascun paese. Utilizzando l’applicazione si può scegliere se si desidera accedere alle informazioni sui migranti che lasciano un paese (outward) o sui migranti che entrano in un paese (inward). Quindi cliccare su un paese e guardare il flusso di migrazione da e verso il paese scelto. I paesi da cui non si emigra e verso cui non si va spariranno dalla mappa. Passando con il mouse su un paese si può accedere ai dati. Ogni cerchio rappresenta fino a 20 mila migranti. Questo strumento è stato sviluppato da Insight Locus, in collaborazione con l’Oim. Locus Insight è uno studio di visualizzazione dei dati che chiarifica dati complessi, grazie a grafici interattivi. Il lavoro è basato su una comprensione intelligente di temi del mondo attuale e animato dalla più recente tecnologia di dati interattiva.

Fonte: comunicareilsociale.com