• Articolo pubblicato il 22 Gennaio 2013

Disponibile online il testo della Costituzione della Repubblica Italiana tradotto in inglese, spagnolo, francese, albanese, russo, arabo, cinese, filippino (tagalog).

La pubblicazione è stata realizzata dall’ANCI -Associazione Nazionale Comuni Italiani nell’ambito del Programma di Formazione Integrata per l’innovazione dei processi organizzativi di accoglienza e integrazione dei cittadini stranieri – II Edizione, finanziato dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Interno con il Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini di Paesi terzi.

La Costituzione della Repubblica Italiana in 8 lingue

Fonte: programmaintegra.it

  • Articolo pubblicato il 22 Gennaio 2013
Rapporto di Plan International e Odi. A ogni punto in meno di produttività in un paese corrisponde un aumento medio della mortalità infantile fra le bambine sotto i 5 anni di cinque volte più grande rispetto ai bambini. Il 29% non completa le scuole primarie
 

BRUXELLES – Sono le ragazze giovani e le bambine a pagare il prezzo più caro dell’attuale crisi economica globale. E’ quanto emerge da un rapporto pubblicato dall’organizzazione per i diritti dei bambini Plan International e dal thinktank Overseas Development Institute (ODI) secondo cui la povertà, la malnutrizione, la mortalità infantile e la mancanza di educazione è in aumento in maniera molto più sensibile fra le donne che fra gli uomini.
A ogni punto in meno di produttività in un paese, secondo lo studio, corrisponde un aumento medio della mortalità infantile fra le bambine sotto i cinque anni di cinque volte più grande rispetto ai bambini. In pratica, al decrescere del prodotto interno lordo, mentre la mortalità infantile fra i maschi cresce di 1,5 casi su mille, quella fra le femmine cresce di ben 7,4. E, se i bambini che non completano le scuole primarie sono il 22%, le bambine arrivano al 29% perché molto spesso sono ritirate da scuola per svolgere i lavori domestici.
Inoltre le giovani donne, a causa dei tagli alla spesa pubblica relativi alla salute, sono più a rischio di rimanere incinta da minorenni e spesso mangiano meno per riservare il minor cibo a disposizione ai maschi, che sono considerati quelli che guadagnano il pane per la famiglia. In aumento anche i matrimoni che vedono come protagoniste le bambine, perché i genitori vedono le femmine come bocche da sfamare mentre i maschi sono visti come braccia buone per lavorare.
Infine le giovani donne fra i 14 e i 19 anni hanno più difficoltà di accesso al mercato del lavoro rispetto ai pari età uomini, godono di meno protezione sociale, sono più spesso vittime di abusi e violenza, hanno un maggior numero di gravidanze a rischio e vedono i propri diritti fondamentali più violati. 
Nigel Chapman, chief executive di Plan International, ha dichiarato che il mondo sta fallendo nel proteggere le bambine e le giovani donne.

Il rapporto è stato lanciato in coincidenza con l’inizio del Forum Economico Mondiale a Davos, perché i leader delle economie più ricche sappiano e comincino a fare qualcosa. Chapman ha spiegato che “se si vuole invertire questa preoccupante tendenza e chiudere il gap che penalizza donne e bambine, bisogna garantire a queste ultime una maggior protezione sociale e un miglior accesso a istruzione e lavoro. Non ci sorprendiamo che siano le donne le più vulnerabili in tempi di crisi”, Chapman conclude, “ma che siano più a rischio per quanto riguarda la mortalità infantile, che abbiano un’aspettativa di vita ridotta rispetto agli uomini e che non godano di pari opportunità è preoccupante”. (Maurizio Molinari)

Fonte: dirittiglobali.it

  • Articolo pubblicato il 22 Gennaio 2013
Finis Terrae, l’agenzia formativa di Vedogiovane e Fondazione Mike Bongiorno/”Scuola Allegria” promuovono un incontro sul lavoro animativo con anziani sul tema “Memoria, emozioni e new media”

 

Finis Terrae, Fondazione Mike Bongiorno e Scuola Allegria stanno portando avanti un project work sperimentale sull’utilizzo dei media e delle tecnologie come tramiti per il recupero della memoria e per l’attivazione delle risorse dell’anziano. Per individuare strade progettuail, in assetto “di ricerca”, promuovono per il 24 gennaio, a partire dalle ore 18,00, una study session sul tema “Memoria, Emozioni, New Media: strumenti generativi nel lavoro con gli anziani”. La sede dell’incontro sarà MeltinPop, via Roma 80 ad Arona.
Programma: a partire dalle ore 18,00: Benvenuto e interventi “stimolo” su alcune tematiche
A seguire: confronto tra i partecipanti
Chiusura dei lavori e rilancio progettuale
Apericena
Gli interessati a conoscere il lavoro che si sta realizzando su queste tematiche, anche contribuendo, portando riflessioni, esperienze significative e considerazioni può inviare una mail di partecipazione a [email protected] ed iscriversi all’incontro. Iscrizione gratuita, su prenotazione.

Fonte: vedogiovane.it

  • Articolo pubblicato il 20 Gennaio 2013

OasiLab è una iniziativa di Oasi che riunisce esperti e professionisti del sociale.

Welfare in Movimento è il primo di una serie di contributi alla ri-progettazione dei nostri sistemi di Welfare.

Per richiedere una copia (€ 13,50 + spese di spedizione) invia una mail a: [email protected].

 

Per approfondire

  • Articolo pubblicato il 17 Gennaio 2013
Lo ha attivato “Speranzaallavoro”, l’associazione fondata dalla Filca-Cisl, dall’Adiconsum e dai familiari dei suicidi per la crisi. Al bando anche 5 borse di studio per giovani psicologi o medici per promuovere l’ascolto del disagio
 

ROMA – Un numero verde per imprenditori e lavoratori in difficoltà e per contrastare i suicidi legati ai disagi della crisi. È l’800 507 717 ed è stato presentato a Roma presso la sede della Filca-Cisl nazionale, il sindacato degli edili, dall’associazione “Speranzaallavoro”, fondata dalla Filca-Cisl, dall’Adiconsum e dai familiari dei suicidi per la crisi. Si tratta di un numero al quale rivolgersi per segnalare situazioni di difficoltà e disagio legate alla sfera lavorativa e economica, hanno spiegato i promotori del servizio, per fornire supporto e assistenza da persone professionali e competenti. “Speranzaallavoro – hanno spiegato i vicepresidenti Salvatore Scelfo e Ofelia Oliva, segretari nazionali della Filca e dell’Adiconsum – è impegnata su tutto il territorio nazionale per fornire supporto e assistenza a professionisti, imprenditori e lavoratori in difficoltà, per sostenere ed individuare risposte efficaci. Quello che stiamo realizzando è una vera Rete nazionale capace di costruire sinergie tra tutte le realtà coinvolte, a partire dal mondo sindacale e del consumo”. 

L’associazione “Speranzaallavoro”, presieduta da Laura Tamiozzo, figlia di un imprenditore veneto suicida per la crisi, è presentata nell’aprile del 2012, a seguito dell’incredibile ondata di suicidi di imprenditori e lavoratori dovuti a difficoltà economiche“ad oggi – spiegano – ha il grande merito di aver rotto il silenzio e spezzato la solitudine dei soggetti vittime attraverso assistenza legale e amministrativa ma anche sostegno psicologico, realizzato grazie alla collaborazione con il Psiop, l’Istituto di psicoterapia”. Iniziativa di cui si sono occupati anche i più importanti media internazionali, come il New York Times e Al Jazeera International. Nel corso della conferenza stampa, inoltre, è stata anche presentata l’iniziativa di Psiop e “Speranzaallavoro”, che hanno messo a disposizione 5 borse di studio per giovani psicologi o medici, di età inferiore ai 30 anni, contribuendo per il 50% al pagamento della quota relativa al primo anno 2013 della scuola di psicoterapia. Un modo concreto di sostenere i giovani nella scelta del loro percorso professionale e nel volersi impegnare nell’ascolto del disagio e nella promozione della salute.

Fonte: dirittiglobali.it

  • Articolo pubblicato il 17 Gennaio 2013

Per tutto il 2013 in Via Marsala i lavori di ampliamento e ristrutturazione

Per consentire i lavori di ampliamento e ristrutturazione che inizieranno nei prossimi giorni, i centri Caritas in Via Marsala alla Stazione Termini, Ostello e la Mensa Serale “Don Luigi Di Liegro”, si sono trasferiti nella nuova struttura di Via Casilina 144.

La nuova sede, che sarà operativa per tutto il 2013, è facilmente raggiungibile dalla Stazione Termini con i mezzi pubblici. I nuovi numeri di telefono dei due servizi sono 06.888.15.200/201.

Adiacenti la Stazione Termini rimangono invece sia il Poliambulatorio Medico (Via Marsala, 97) che il Centro di Ascolto (Via di Porta San Lorenzo, 7).

Maggiori informazioni, con gli orari di apertura e i mezzi di trasporto dei nuovi centri, sono disponibili nella pagina dei servizi di Ascolto e Accoglienza

Fonte: caritasroma.it

  • Articolo pubblicato il 17 Gennaio 2013

Nel 2012 sono stati adottati 3.106 bambini da 2.469 famiglie italiane. I dati della Commissione adozioni internazionale, aggiornati al 4 gennaio, registrano un calo “piuttosto consistente”: del 22,8 per cento per quanto riguarda il numero di minori e del 21,7 per cento per le coppie adottive. Ma secondo la Cai non si tratta di una crisi vera e propria quanto piuttosto di problemi legati al rallentamento delle attività in alcuni paesi. In Colombia, ad esempio, a causa della revisione delle procedure dichiarative dello stato di abbandono, e in Ucraina, sempre per difficoltà procedurali interne. In Bielorussia sono state quasi completate le procedure instradate nel 2009, mentre in Vietnam, in India e in Polonia non è ancora completa la riattivazione delle procedure dopo l’entrata in vigore delle rispettive nuove normative interne.

I minori adottati provengono da 55 paesi: Federazione Russa, Colombia, Brasile, Etiopia e Ucraina si confermano, come nel 2011, i cinque maggiori paesi di origine dei bambini adottati dalle coppie italiane. La Federazione Russa resta il primo (749 minori, il 24 per cento del totale). Nel 2012 i 1.787 minori provenienti da questi cinque paesi rappresentano oltre la metà dei minori adottati nell’anno dalle coppie italiane. La Lombardia è la regione dove risiede il maggior numero di minori autorizzati all’ingresso nel 2012 (563 minori) e il numero più alto di coppie adottanti; seguono Lazio, Toscana, Veneto, Campania, Puglia e Sicilia. Si stabilizza l’incremento delle adozioni nelle regioni meridionali, con il 30,3 per cento del totale dei minori autorizzati all’ingresso nel 2012. Le coppie che hanno adottato sono in prevalenza coniugi con titolo di studio medio-superiore, appartenenti a categorie lavorative impiegatizie, delle libere professioni e degli insegnanti.

Fonte: amiciperlacitta.it

  • Articolo pubblicato il 15 Gennaio 2013
Rapporto dell’Osservatorio europeo sulla sicurezza. Le notizie “ansiogene” della Tv sono passate dal 41 per cento di un anno fa al 19 per cento. Al secondo posto tra i “temi mediatici dell’insicurezza” le questioni legate al lavoro

MILANO – La paura cresce, ma per una volta non è colpa della tv. Una novità che emerge dall’ultimo Osservatorio europeo sulla sicurezza dal titolo “Le insicurezze senza confini degli italiani”, solitamente molto critico con la sovraesposizione delle notizie che inducono paura sui telegiornali italiani. Tra queste, le notizie “ansiogene” sono passate dal 41 per cento di un anno fa al 19 per cento, un segno meno che rappresenta il discrimine più consistente del 2012. Di segno opposto, invece, il trend per ciò che riguarda la criminalità: le notizie salgono al 62 per cento e si conquistano il primo posto tra le news dell’insicurezza. Ne parlano soprattutto Studio aperto (1.71 notizie nel 2012), Tg5 (1394) e Tg1 (1173), mentre fanalino di coda è il TgLa7, fermo a 2018 servizi.

Dal biennio 2007-8 in avanti, il racconto della violenza è sempre stato legato ad una tematica, come evidenziano i Rapporti delle edizioni precedenti. All’inizio fu l’equazione “immigrazione-criminalità”, poi la serializzazione del crimine (2010-11, dal caso Scazzi in avanti) e quest’anno è stata la volta della violenza sulle donne. Il “femminicidio” ha occupato le tv soprattutto in luglio, ottobre e dicembre (65, 78 e 74 notizie) e in generale ha rappresentato una delle chiavi di lettura sociali della violenza in Italia. Altro tema caldo i suicidi dovuti alla crisi, che fino ad agosto sono stati presenti con insistenza sui tg, in particolare in maggio, quando hanno toccato la quota record di 42 notizie.
Al secondo posto tra i “temi mediatici dell’insicurezza”, il Rapporto pone le questioni legate al lavoro. Valgono il 24,3 per cento del totale, tanto che se sommate alla criminalità totalizzano quasi il 90 per cento delle notizie. Anche in questo caso, il racconto dei media si snocciola attraverso grossi casi notiziabili, come l’Alcoa o l’Ilva, ma difficilmente il tema ha una presenza costante nella scaletta. Il dato per di più scende rispetto al 2011, quando la percezione della crisi era ancora più accentuata e impoverimento/perdita del lavoro/peggioramento delle condizioni di vita contava per il 38,6 per cento delle notizie sull’insicurezza.

Il palinsesto dei telegiornali, in generale, resta dominato dalla politica. Dal 2011 al 2012, comunque, perde due punti, guadagnandosi comunque un quinto dello spazio sui network italiani. Al secondo posto economia e lavoro, che balzano al 19,3 per cento, sei punti percentuali in più rispetto agli ultimi 12 mesi. Crescono anche cultura e spettacolo, all’8,4 per cento. Sempre lontano dal podio le questioni sociali e legali, che quest’anno non raggiungono nemmeno il 5 per cento, quasi due punti in meno del 2011.

Fonte: dirittiglobali.it

  • Articolo pubblicato il 9 Gennaio 2013

Rapporto sull’invecchiamento a livello mondiale dell’Unfpa. 35,6 milioni di persone soffrono di demenza senile: il numero raddoppierà ogni 20 anni per arrivare a 65,7 milioni nel 2030. Un decalogo per massimizzare le opportunità per gli over 60

ROMA – A livello mondiale, oltre il 46 per cento delle persone di 60 anni o più ha un handicap, oltre 250 milioni di persone soffrono di disabilità moderate o gravi. Il numero di persone colpite da demenza senile nel mondo è stimato a 35,6 milioni e si ritiene che raddoppierà quasi ogni vent’anni per arrivare a 65,7 milioni di persone nel 2030. Nel 2050 per la prima volta ci saranno più persone anziane che ragazzi sotto i 15 anni. Nel 2000 c’erano già più persone di sessant’anni o più che bambini sotto i cinque anni. “L’invecchiamento della popolazione rappresenta una sfida per i governi e le società, ma non deve essere considerato una crisi. La risposta all’invecchiamento può e deve essere pianificata per trasformare questa sfida in un’opportunità.”. Lo dice il Rapporto sull’invecchiamento nel XXI secolo dell’Unfpa.

Lo studio espone una serie di ragioni a favore di investimenti che garantiscano una buona qualità di vita al momento dell’invecchiamento e suggerisce soluzioni positive, realizzabili anche nei paesi più poveri. Gli anziani intervistati dai ricercatori ribadiscono la necessità della sicurezza del reddito, la possibilità di un lavoro flessibile, cure mediche e medicine economicamente accessibili, alloggi e trasporti a misura di anziano e eliminazione di discriminazione, violenza e maltrattamenti nei loro confronti. Gli anziani sottolineano ancora una volta, la loro volontà di rimanere membri attivi e rispettati della società. Un dato fondamentale riguarda la produttività e i contributi dati dai sessantenni come collaboratori familiari, elettori, volontari, imprenditori ecc. Il rapporto mostra anche che l’adozione di misure ad hoc per garantire cure mediche, un reddito regolare, reti di rapporti sociali e assistenza legale, genererà vantaggi legati alla longevità i cui frutti saranno raccolti in tutto il mondo da questa generazione e da quelle a venire. Il rapporto sostiene l’idea che i governi nazionali e locali, le organizzazioni internazionali, le comunità e la società civile “debbano impegnarsi al massimo in uno sforzo comune per far sì che la società del 21esimo secolo si adatti alla realtà della demografia del 21esimo secolo”.

Nel rapporto viene anche presentato un decalogo per massimizzare le opportunità a favore delle persone anziane. In primo luogo si sottolinea che bisogna riconoscere l’inevitabilità dell’invecchiamento della popolazione e la necessità di preparare adeguatamente tutte le parti in causa (governi, società civile, settore privato, comunità e famiglie) all’aumento del numero di persone anziane. Garantire che tutte le persone anziane vivano in condizioni di dignità e sicurezza, che abbiano accesso ai servizi sociali e alle cure mediche di base e che abbiano un reddito minimo grazie all’attuazione di piattaforme nazionali di protezione sociale e altri investimenti di natura sociale volti ad aumentare l’autonomia e l’indipendenza delle persone anziane; prevenire l’impoverimento nella terza età e contribuire ad un invecchiamento in migliori condizioni di salute. Tali azioni dovrebbero essere basate su una visione a lungo termine, sostenute da un impegno politico forte e da fondi sicuri che possano prevenire impatti negativi in tempo di crisi o cambi di governo. In terzo luogo c’è la necessità di sostenere le comunità e le famiglie per sviluppare un sistema di sostegno allo scopo di garantire alle persone anziane più fragili le cure a loro necessarie sul lungo periodo e promuovere a livello locale un invecchiamento attivo e in buone condizioni di salute per favorire l’invecchiare nella propria comunità. Ma anche investire nelle giovani generazioni, attraverso la promozione di comportamenti sani e garantendo istruzione e opportunità lavorative, accesso ai servizi sanitari e copertura previdenziale per tutti. Sostenere gli sforzi nazionali e internazionali per sviluppare ricerche comparative sull’invecchiamento, e fare in modo che i dati e i risultati di questa ricerca, sensibili alle questioni culturali e di genere, siano disponibili per la definizione delle politiche. Integrare l’invecchiamento in tutte le politiche di genere e le questioni di genere nelle politiche di invecchiamento, prendendo in considerazione le diverse esigenze di uomini e donne anziani. Garantire l’inclusione dell’invecchiamento e delle esigenze degli anziani in tutte le politiche e i programmi di sviluppo nazionali; negli interventi umanitari nazionali, nei piani di attenuazione e adeguamento ai cambiamenti climatici e nei programmi di gestione e preparazione alle catastrofi. Assicurarsi che i problemi legati all’invecchiamento siano adeguatamente presi in considerazione nei programmi di sviluppo post 2015, anche attraverso lo sviluppo di obiettivi e indicatori specifici. Infine è necessario sviluppare una nuova cultura dell’invecchiamento basata sui diritti e un cambiamento di mentalità e atteggiamenti sociali nei riguardi delle persone anziane, perché da beneficiari dello stato sociale possano trasformarsi in cittadini attivi e partecipi.

Fonte: superabile.it

  • Articolo pubblicato il 9 Gennaio 2013

Oltre 800 mila annunci ogni giorno di famiglie che affittano una porzione della propria casa: solo nell’ultimo anno sono il  14 per cento in più, il 26,5 per cento in più negli ultimi due. Secondo l’analisi di Immobiliare.it “gli italiani hanno bisogno di fare cassa e, per riuscirci, stanno rinunciando persino alla loro privacy casalinga”. “L’affitto sta cambiando profondamente – spiega Carlo Giordano, Amministratore delegato – e se prima veniva messo in locazione l’intero appartamento, da dividere magari tra più studenti o lavoratori, oggi il 26 per cento delle offerte di affitto è rappresentato da singole stanze all’interno dell’abitazione del proprietario”.  Il reddito mensile che ne deriva, a seconda delle città, può variare da 170 a oltre 500 euro. Gli annunci si rivolgono prevalentemente a lavoratori con settimana corta, meno “invadenti” di un soggetto presente in pianta stabile. Inoltre secondo Immobiliare.it in oltre il 50 per cento dei casi i contratti non sono registrati, “consentendo la massima flessibilità tra le parti”. E per la prima volta i lavoratori hanno superato gli studenti nella richiesta di affitto condiviso (58 per cento contro 42 per cento).

“Il fenomeno degli affitti “parziali” – continua Giordano – non si limita solo al mercato residenziale, ma è anzi ancora più marcato nel settore degli uffici: nell’ultimo anno l’offerta di stanze di uffici a terzi è più che raddoppiata”.  A concedere in locazione stanze ad uso ufficio sono soprattutto imprenditori o piccole società che, per ragioni diverse (nel 56 per cento dei casi per riduzione del personale), ritengono di avere spazi disponibili all’interno dei loro immobili operativi e li offrono, quasi sempre arredati, ad altri imprenditori o freelance. Si punta, così, a sinergie di spazi (sale riunioni o aree break), di tecnologie (wireless, stampanti o server) o di personale (receptionist, pulizie), col fine ultimo di avere una riduzione per tutti dei costi operativi.

Fonte: improntalaquila.org