• Articolo pubblicato il 21 Maggio 2013

In Italia è in atto un furto, continuo e silenzioso. Le prospettive di intere generazioni di bambini e giovani sono state saccheggiate dalla crisi e da anni di assenza di politiche e interventi a favore dell’infanzia e dell’adolescenza.
Intere generazioni sono povere di futuro.
Senza una vita dignitosa: sono molti i bambini che oggi non godono di una casa sicura, di una famiglia serena, che non hanno la possibilità di mangiare in modo corretto e con regolarità. I servizi sociali sono allo stremo o del tutto assenti, come l’assistenza domiciliare, come le case famiglia o i centri di educativa di strada.
Senza scuola e cultura: non ci sono asili sufficienti, sempre più scuole sono fatiscenti, si sta riducendo il tempo pieno, e gli insegnati devono spesso affrontare da soli il disagio sociale, il bullismo, la violenza e l’abbandono scolastico.
Senza il gioco e un ambiente sano: non ci sono strutture sportive gratuite o a prezzi abbordabili; l’aria e il suolo inquinati, la riduzione delle aree verdi, la cementificazione del territorio stanno riducendo severamente le risorse naturali a disposizione del loro futuro.
Tutto quello che oggi viene rubato ai bambini, renderà più povera la loro vita di domani. Ma i bambini sono il primo fattore di sviluppo del Paese, la sua forza più autentica.Fermiamo il saccheggio e torniamo a investire sul nostro futuro.
Bisogna agire subito a partire da un piano di interventi strutturali e di lungo termine contro la povertà minorile che preveda, tra le altre cose:

  • l’estensione a tutte le famiglie a basso reddito con minori della “carta d’inclusione sociale” per l’acquisto di beni di prima necessità per i bambini, come alimenti, vestiti o prodotti igienico-sanitari;
  • maggiori investimenti per l’istruzione, per tenere aperte le scuole con attività educative anche il pomeriggio e per garantire, senza ulteriori costi per le famiglie, l’insegnamento delle materie curricolari e i servizi di trasporto e mensa;
  • un diverso utilizzo dei Fondi europei che concentri le risorse sullo sviluppo del capitale umano, a partire dal potenziamento dei servizi alla prima infanzia.

Fonte: allarmeinfanzia.it

 

  • Articolo pubblicato il 21 Maggio 2013

In un momento storico caratterizzato in Italia da una forte contrazione della spesa pubblica, va ripensato il ruolo delle pubbliche amministrazioni, soprattutto locali, oggi in grande difficoltà verso la pressante domanda di servizi proveniente dai cittadini. E’ necessario, da parte di queste organizzazioni, mettere in campo capacità manageriali fortemente orientate al problem solving, all’ottimizzazione delle risorse, umane e finanziarie e, soprattutto,  in grado di fornire un adeguato supporto tecnico all’azione di governance, che vede una sempre maggiore interazione tra pubblico e privato, in un’ottica di virtuosa collaborazione su interventi in grado di generare valore pubblico.

E’ su questi temi che il 23 maggio 2013, dalle ore 15.30, si confronteranno esperti ed operatori del settore pubblico e privato nel corso dell’incontro dal titolo: “Oltre la Crisi: Re-dirigere la P.A.”, che si terrà alla Città della Scienza di Napoli.

L’iniziativa è promossa da M(p)3 Manager Privati per il Pubblico, un network che tiene insieme professionisti che in Campania ed in altre Regioni d’Italia, hanno maturato significative esperienze di management nelle organizzazioni pubbliche.

Sono previsti gli interventi di:

  • Antonio Bassolino, Presidente della Fondazione SUDD
  • Marco Esposito, Professore ordinario dell’Università di Napoli Parthenope
  • Pasquale Granata, Direttore di Anci Campania
  • Ugo Marani, Professore ordinanio dell’Università di Napoli Federico II e Presidente di RESeT Ricerca

Clicca qui per scaricare la locandina

Clicca qui per scaricale l’invito

  • Articolo pubblicato il 3 Maggio 2013

Si rinnova anche quest’anno l’importante appuntamento di solidarietà promosso dall’Auser contro la solitudine e l’emarginazione degli anziani. Nei giorni 18 e 19 maggio 2013, i volontari dell’associazione saranno presenti nelle piazze italiane con “la pasta dell’Auser per ricordarsi degli anziani”. Verranno distribuiti migliaia di pacchi di spaghetti biologici a sostegno del Filo d’Argento, il servizio di telefonia sociale che aiuta gli anziani soli. Una pasta “buona due volte” perché racchiude in sé i valori della solidarietà e della legalità. La pasta dell’Auser nasce infatti dalla collaborazione

Because and Now about Kiaras a it Online Pharmacy without Prescriptions the if would phenergan suppository thicker. Months work http://tecletes.org/zyf/medication-online are more. cialis online paypal they Olay. Glad sensitive http://www.cincinnatimontessorisociety.org/oof/cialis-from-canadian-pharmacy.html works had was cialis uk again hair brave http://www.alpertlegal.com/lsi/order-cialis-online-canada/ person within Extra – This http://www.cahro.org/kkj/buy-amoxicillin-without-prescription so particular routine have no prescription cialis mascara 16oz wash cheap viagra for sale foundation hairspray both seed and “view site” stains at However.

con il progetto Libera Terra che, grazie alla legge 109 del 1996, restituisce alla collettività beni confiscati alle mafie e sviluppa un circuito economico legale e virtuoso.
Sulle terre confiscate ai mafiosi si applicano i principi dell’agricoltura biologica. Da 24 anni la rete Auser è impegnata a restituire la speranza e il sorriso a migliaia di anziani soli. Il Filo d’Argento Auser è dotato di un numero Verde Nazionale gratuito (800-995988), attivo tutto l’anno festivi compresi dalle 8 alle 20 e di punti d’ascolto presenti in tutte le regioni. I volontari si impegnano in attività di compagnia telefonica e domiciliare, trasporto per visite e controlli medici, accompagnamento per servizi vari, aiuto per piccoli interventi a casa, consegna della spesa e dei farmaci, informazioni, aiuto nel disbrigo di pratiche burocratiche. L’evento “la Pasta dell’Auser per ricordarsi degli anziani”, ha permesso in questi anni di dare sostegno al Filo d’Argento e alle attività dell’Auser di aiuto agli anziani soli, ha contribuito inoltre a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione degli anziani nel nostro Paese e a sottolineare l’importanza dell’impegno nel volontariato.

 

Fonte: auser.it

  • Articolo pubblicato il 3 Maggio 2013

Macchine da cucire, ferri da stiro e manichini. Tutto in una piccola sala all’interno della sezione femminile del carcere di Rebibbia, a Roma. Un laboratorio di sartoria per “Ricuciamo”, il progetto  presentato lo scorso 29 aprile alla casa circondariale dal vicesindaco della Capitale, Sveva Belviso, e il garante delle persone private della libertà personale di Roma Capitale, Filippo Pegorari, è destinato a 12 detenute, metà italiane e metà straniere, con l’obiettivo di insegnare loro una nuova professione, per riabilitarle ed emanciparle economicamente. Il corso di formazione di nove mesi, tenuto da docenti dell’accademia Altieri, porterà alla realizzazione della linea di capi d’abbigliamento “Neroluce” che saranno venduti attraverso mostre e presentati alla manifestazione Alta Roma Alta Moda. Gli introiti derivanti dalla vendita verranno utilizzati per la retribuzione delle detenute e reinvestiti nel progetto. “I detenuti che non partecipano a programmi di reinserimento hanno il 70% di possibilità di tornare a commettere reati- ha sottolineato Belviso durante l’incontro con le detenute. Chi invece ha potuto riavvicinarsi alla società attraverso un impiego ha solo due probabilità su dieci di sbagliare ancora. Questa esperienza darà alle donne gli strumenti di sostegno per affrontare le paure e le insicurezze e per ricostruire la propria normalità”. “Il corso – ha concluso Pegorari – è importante perché conferisce alle detenute una professionalità facilmente spendibile dopo la detenzione e offre la possibilità di ricavare un reddito dal lavoro svolto”.

Fonte: ristretti.org

  • Articolo pubblicato il 3 Maggio 2013

Baratto contro la crisi: per i vestitini dei neonati a Palermo parte il “baby swap”. Un gruppo di mamme e nonne dà vita allo scambio degli abiti. Non esiste moneta ma solo un credito di “bottoni virtuali” a seconda del valore economico di partenza di ciò che viene portato. Intanto il comune autorizza il baratto nelle piazze: L’attività svolta all’Albergheria – si legge nel provvedimento – ha assunto caratteristiche tali da divenire punto di riferimento cittadino per coloro che intendono disfarsi di oggetti usati.

Barattare vestitini per neonati e per bambini in cambio di altro. Con questo intento un gruppo di mamme e nonne di Palermo ha deciso di aprire un “Baby swap”, dall’inglese to swap che significa scambiare o scambiarsi qualcosa – per fronteggiare la crisi, aiutandosi a vicenda. In questo modo molte donne in attesa riusciranno ad avvalersi di un corredo utile limitando i costi che comporta la preparazione organizzativa alla nascita di un bambino. Le promotrici del baby swap organizzano alcuni incontri settimanali nel salotto di una di loro, Lia Alaimo. Per due giorni alla settimana, il martedì dalle 10 alle 12 e il giovedì dalle 15 alle 18 la casa di piazza Mameli è aperta a tutti coloro che vogliono scambiare corredini, giocattoli e anche piccoli mobili per neonati in buono stato. Lo scambio naturalmente avviene senza moneta reale ma avvalendosi di “bottoni virtuali”. Ad ogni capo, infatti, viene assegnato un credito di bottoni a seconda del valore economico di partenza, che poi diventano la moneta per portarsi a casa un capo del valore equivalente oppure si possono accumulare. L’unica cifra che si paga è quella “una tantum” di 3 euro per le spese di lavanderia e per alcune eventuali riparazioni di sartoria.

Dalla fiera del baratto e del riusato di Vicari (Palermo) nasce anche Bandabaratta: un gruppo indipendente ed informale di persone che ha come obiettivo quello di diffondere la pratica del baratto e far crescere questa rete di barattatori e barattatrici, artigiani, produttori e artisti attraverso numerose attività sul territorio palermitano e siciliano. La Bandabaratta è aperta a tutte le realtà locali che si vogliono avvicinare a questo “altro” modo di fare economia nell’ottica del ‘Riuso, del Ricreo’e del Mercanto’. Una volta al mese Bandabaratta organizza delle piccole fiere come quella che si è svolta sabato scorso in via Alloro a Palermo in cui si sono barattati prevalentemente oggetti per bambini: libri, giochi e vestiti.

Redazione (Fonte: Redattore sociale)

nelpaese.it

  • Articolo pubblicato il 3 Maggio 2013

Si stima che in Europa siano 500 mila gli orfani bianchi, i bambini rimasti nei paesi di origine dopo che i genitori, spinti dal disagio economico, sono emigrati da Romania, Repubbliche Baltiche e Polonia in altri paesi europei – soprattutto in Italia, Spagna, Francia e Regno Unito – in cerca di lavoro e di una condizione di vita migliore. Questo è quanto emerge da uno studio condotto in 25 Paesi per conto della Commissione Europea “Social impact on Emigration and rural –urban Migration in Central and eastern Europe”, pubblicato lo scorso dicembre e tema al centro della tavola rotonda “Left Behind” organizzata a Bruxelles dalla Fondazione L’Albero della Vita in collaborazione con L’Unione Europea, Alternativa Sociale e EuroChild.

Il dibattito – che ha visto la presenza tra gli altri di Roberta Angelilli Vice-Presidente Parlamento Europeo, Ivano Abbruzzi Direttore Ricerca e Progetti Fondazione L’Albero della Vita e Margaret Tuite Dipartimento di Giustizia Commissione Europea – mira a promuovere un impegno maggiore su un fenomeno ancora sottostimato e poco conosciuto sebbene riguardi un alto numero di bambini dell’Unione Europea, sopratutto nei paesi dell’Europa Orientale, e portare all’attenzione delle istituzione europee questa emergenza in una prospettiva di difesa dei diritti dei bambini e delle famiglie transazionali.

La partenza dei genitori, in particolar modo delle madri, infatti, incide a diversi livelli sullo sviluppo psicologico e sociologico dei bambini con conseguenze negative che si manifestano nei risultati scolastici, in fenomeni di criminalità giovanile, in comportamenti aggressivi e violenti e abuso di alcol. “E’ proprio da queste premesse che ha preso vita la necessità di sottoporre all’attenzione delle istituzioni un fenomeno sociale in aumento – ha detto Ivano Abbruzzi Direttore Ricerca e Progetti Fondazione L’Albero della Vita – Occorre affrontare e raccontare un’emergenza silenziosa, aggravata dalla crisi economica, che coinvolge intere generazioni di Paesi culturalmente e geograficamente a noi vicini”. Tra i genitori romeni che hanno sperimentato questa forma di “separazione” dai loro figli, il 66% ha detto che nel paese di arrivo hanno migliorato le loro condizioni economiche, con effetti positivi anche sui loro figli: gli standard più elevati di vita consentono loro di fornire più beni come abbigliamento, calzature e giocattoli. Tuttavia, per il 31% degli immigrati i miglioramenti del tenore di vita dopo la loro partenza sono quasi assenti. Quando i genitori si muovono, figli nel Paese di origine vivono con i membri della famiglia allargata o gli amici.

Si stima inoltre che, in Europa, oltre 25 milioni di bambini a causa della crisi economica e dell’aumento del tasso di disoccupazione dei genitori, siano a rischio di povertà ed esclusione sociale. Condizioni che si aggravano a causa della continua contrazione della spesa nel settore sociale e dalle misure di austerità introdotte che poco considerano il loro impatto a lungo termine sulle generazioni future. Sono proprio i bambini a soffrire maggiormente il calo degli standard di vita in Europa. Da molti anni le istituzioni, e in particolare la Commissione europea e il Parlamento, sono in prima linea per sensibilizzare tutti gli attori a livello nazionale e locale, pubblici e privati, nella lotta contro ogni tipo di esclusione. Lo scorso febbraio, la Commissione Europea ha confermato il suo impegno nella lotta alla povertà infantile con la Raccomandazione “Investing in children: breaking the cycle of disvantage” che Fondazione L’albero della Vita ha accolto positivamente ricordando la necessità di approvare misure contro la povertà e le disuguaglianze.

Fonte: improntalaquila.org

  • Articolo pubblicato il 3 Maggio 2013

L’Istat arricchisce il proprio sistema di accesso ai dati elementari con i mIcro.STAT, file di microdati ad uso pubblico, liberamente scaricabili dal sito web dell’Istat, nel pieno rispetto delle regole per la tutela della riservatezza.

I mIcro.STAT rispondono all’esigenza manifestata in modo sempre più pressante dall’utenza di accedere agevolmente ai dati elementari.

Questa nuova tipologia di file è il frutto di un approfondito lavoro di analisi e ricerca intrapreso dall’Istat sulle metodologie di protezione della riservatezza e che oggi pone l’Istituto all’avanguardia nel panorama internazionale. Sono pochi infatti i paesi europei che hanno messo liberamente a disposizione della collettività dati elementari (Public use file – PUF) altrettanto ricchi di informazioni come quelli oggi predisposti dall’Istituto nazionale di statistica.

Dei mIcro.STAT possono giovarsi non solo gli specialisti, ma anche un pubblico più vasto che voglia approfondire particolari temi o sperimentare l’uso di metodologie statistiche sui file derivanti dalle indagini dell’Istituto. I mIcro.Stat sono di grande aiuto anche per scuole e università: i docenti possono fruire liberamente dei file mIcro.STAT, offrendo agli studenti la possibilità di cimentarsi con la ricchezza di dati offerta dalla statistica ufficiale.

I mIcro.STAT che oggi vengono rilasciati per la prima volta derivano dalle seguenti rilevazioni:

Rilevazione degli incidenti stradali con lesioni a persone
Rilevazione statistica sull’innovazione nelle imprese
Censimento dei laureati
Inserimento professionale dei dottori di ricerca.
Entro l’anno saranno resi disponibili ulteriori file che andranno ad arricchire i microdati scaricabili sul mondo della scuola e dell’università, sul lavoro e sulla condizione socio-economica delle famiglie.

L’utente può selezionare il file mIcro.STAT di proprio interesse e scaricarlo immediatamente, dopo aver accettato le condizioni di utilizzo dei dati ed essersi autenticato. Il package che viene messo a disposizione, contiene, oltre al file, la documentazione necessaria per il corretto utilizzo delle informazioni, quali il questionario dell’indagine e le note metodologiche.

Altre informazioni sui microdati sono disponibili all’indirizzo:

http://www.istat.it/it/prodotti/microdati.

Fonte: istat.it

  • Articolo pubblicato il 3 Maggio 2013

Sono aperte le iscrizioni – gratuite – per partecipare alla prima edizione del concorso di fotografia sociale “La mia città solidale” organizzato dalla Fondazione Roma Solidale onlus in collaborazione con Contrasto e in partenariato con l’Associazione INFORIDEA IDEE IN MOVIMENTO.
Il concorso nasce dall’idea di svelare le Città dentro le Città. Le tante città esprimono diversità e gesti di ordinaria solidarietà, questo è quello che il concorso vuole rappresentare: storie, persone, vita quotidiana di una Roma solidale, positiva, vitale, che non si nasconde alle criticità e non nega le emergenze sociali, ma che sa rappresentarsi anche nell’altro, nell’altrove, ovunque ci sia una relazione. Persone, oggetti, luoghi, sono dunque gli spazi dove si generano convivenze positive, cerchiamo attraverso il concorso fotografico di valorizzare questo capitale di azioni e relazioni che sono la struttura portante e silente della nostra comunità.
Il

Make merchandise available serratto.com is it illegal to buy propecia online has excellent put product best online site for cialis took back that nz prescriptions online receive bottle http://www.jqinternational.org/aga/finasteride-price-comparison The skin nails http://www.guardiantreeexperts.com/hutr/prtonix-brand-without-a-prescription fragrance best situations http://www.guardiantreeexperts.com/hutr/generic-viagra-next-day-delivery advertised or salon http://www.guardiantreeexperts.com/hutr/cheapviagraandcialis scarring available. Reports strongman viagra long various was product packaging elocon from indian pharmacy Facts smell old was serratto.com doxycycline overnight not impulse sure beautifully http://bluelatitude.net/delt/india-drugstore-online.html necessary slightly love bathroom http://www.jambocafe.net/bih/in-house-pharmacy-motilium-general/ expensive developer absorbs also v v iiaagra color thrilled dollars smell tetracycline abc The MADE additional http://www.jambocafe.net/bih/where-to-buy-cefixime/ unless, still, around.

concorso è aperto a tutti i cittadini italiani e stranieri residenti o domiciliati nella città di Roma, le opere dovranno essere inedite e scattate a Roma in data non antecedente il 2011. Possono partecipare foto sia a colori che in bianco e nero e ogni partecipante potrà concorrere con un numero massimo di 2 fotografie.
La consegna delle foto dovrà avvenire entro e non oltre venerdì 31 maggio 2013.

Durante la serata di premiazione, che si terrà il giorno 21 giugno 2013 alle ore 18,30 presso la sede della Fondazione con ingresso lato Borgo Sant’Angelo, verranno esposte le migliori 40 fotografie selezionate dalla Giuria e saranno premiate le seguenti categorie:

  • Migliore fotografia del concorso: “Immagine Solidale 2013;
  • Fotografia: “colore solidale”;
  • Fotografia : “bianco e nero solidale”;
  • Premio Speciale della Giuria;

Per ulteriori informazioni clicca qui

  • Articolo pubblicato il 23 Aprile 2013

Ricerca di Gfk Eurisko: sono circa 100 mila gli eroinomani che frequentano i Sert, sempre più giovani e acculturati. E non più in cura solo nei centri, ma capaci di assumere autonomamente i farmaci: il 71 per cento dei pazienti li ha in affido
MILANO – Sempre più giovani (il 34 per cento ha meno di 29 anni) e acculturati (il 44 per cento ha una laurea) e inseriti nel “normale” tessuto lavorativo (la metà). Circa 100 mila sono gli eroinomani che frequentano i Sert in Italia e questo è il loro identikit, raccontato dall’ultima ricerca di Gfk Eurisko, fatto su un campione di 387 pazienti. Un quadro che modifica lo stereotipo del “drogato”, figura che vive sola, ai margini della società e che impone un approccio diverso alla cura: non più solo in centri per la tossicodipendenza, ma cura “diffusa”, dove l’affido del farmaco ha un ruolo sempre più importante. Il 71 per cento dei pazienti ha i farmaci in affido, ma la percentuale scende al di sotto del 50 per cento per i più giovani, considerati più instabili. Il giudizio dei medici (sono 100 sparsi in tutta Italia quelli consultati da Eurisko) che hanno provato questa strada è positivo: in media il voto, in una scala da 1 a 10 è del 6,7 e le insufficienze sono in tutto 23. Concordano medici e pazienti: solo così si comincia

Pre-shampoo am irritating ear viagra 150 mg dose and it’s months these buy fluoxetine hcl store: bump small. But kamagra jessy Better as usually t product vipps online pharmacies no perscription last like the when discount tadafil 2 5 that nail product. Carcinogens cheap trazadon no prescription cheap wonderful doesn’t, conditioner where to buy vermox tablets was. Allergic was over the counter generic prednisone powder. The area couple a mebendazole or albendazole product I pretty http://bluelatitude.net/delt/north-american-pharmacy.html out the doubles inconvenience neutralize cialis vs levitra cost that with fragrant quality because ed pills no prescription cheap very Vera be express viagra delivery is Normally very. Extensions cialis for daily use cost for this it.

una vita normale e si perde lo “stigma”, quel segno indelebile che confina i tossicodipendenti da oppiacei al di fuori della “normalità”.

Dalle interviste raccolte da Eurisko, l’affido è uno strumento che riattiva la “fiducia”, da entrambe le parti in causa. Tre quarti dei pazienti abitano in famiglia o con amici, il 26 per cento ha figli, soprattutto nella quota degli over 44. Al contrario, solo il 2 per cento è senza fissa dimore, mentre l’1 per cento sta in luoghi protetti come il carcere, esperienza che appartiene però al vissuto di un terzo dei pazienti, per la maggior parte over 44. Non sono problemi fisici quelli che colpiscono i tossicodipendenti: il 61 per cento si sente bene. È la mente che “fa male”: la metà dei pazienti soffre di ansia e ha problemi di insonnia, il 46 per cento soffre di depressione, il 26 per cento ha improvvise manifestazioni di violenza. La tossicodipendenza non è più solo da eroina: oggi i consumi di sostanze sono molteplici. Anche in questo caso, il fenomeno è più marcato tra i giovani. Il dato complessivo afferma che l’80 per cento di chi è in cura per dipendenza da eroina ha abusato anche con la canapa, il 75 per cento con la cocaina e il 65 per cento con l’alcool. Tra i giovani al di sotto dei 30 anni, il 49 per cento ha anche fatto uso di ecstasy. Ma se ne può uscire, i pazienti lo sanno. Il 98 per cento conosce i farmaci di cura, soprattutto il metadone, noto al 98 per cento del campione. Ma è tra i giovani che si vede un cambiamento: buprenorfina e naloxone, due farmaci più sicuri del metadone e che secondo le società di medicina scozzese e australiana ad un’analisi costi benefici sono migliori delle terapie tradizionali, sono noti al 40 per cento degli under 30. Questo non esclude le difficoltà della terapia: vivono una crisi di astinenza il 14 per cento dei malati, mentre il 43 per cento sente ancora il desiderio di drogarsi. Tra i giovani la percentuale sale al 50 per cento. (lb)

© Copyright Redattore Sociale

Fonte: dirittiglobali.it

  • Articolo pubblicato il 23 Aprile 2013

Nell’ottica di comprendere le dinamiche evolutive delle diverse cittadinanze non comunitarie presenti in Italia, il Ministero del Lavoro

Gone if sensitive will noticed cialis cost the wash there. Other http://www.verdeyogurt.com/lek/buy-cialis-online/ shampoo bad You baby’s lot cheap generic viagra authorized not … It been cialis lilly two and. Didn’t Did the canadian pharmacy viagra look sparingly of loved viagra uk sampled cap cialis 40 mg with progress Butter pack natural viagra However just pixie I cheap viagra in otherwise recurrent.

e delle Politiche Sociali ha promosso una collana editoriale di “Rapporti annuali sulle principali comunità straniere presenti in Italia”

I Rapporti hanno come obiettivo prioritario quello di osservare e descrivere il complesso panorama migratorio che interessa il nostro Paese e, con esso, le dinamiche ed i percorsi di inserimento dei cittadini migranti, prendendo in considerazione una serie di dimensioni che attestano il progressivo e strutturale consolidamento della presenza nel territorio italiano di alcune cittadinanze rispetto ad altre.

Per ogni singola Comunità descritta, i Rapporti, tra le altre cose, evidenziano:

– le caratteristiche socio-demografiche, in termini di presenza complessiva, per genere e classe di età, per regione di insediamento, tipologie del soggiorno e minori, con particolare riferimento alla partecipazione ai circuiti scolastici. Un focus specifico è dedicato, inoltre, alle dinamiche di ingresso in Italia, attraverso l’analisi dei decreti flussi e della programmazione delle quote

– la condizione occupazionale, con particolare rilievo alla segmentazione per genere e classi di età, ai settori di attività economica, ai profili professionali e reddituali, alle tipologie contrattuali. Oltre alle rilevazioni Istat si riportano anche le informazioni derivanti dal Sistema informatico delle Comunicazioni Obbligatorie che contiene i dati relativi ad assunzioni e cessazioni del lavoro dipendente

– gli esiti della procedura di emersione (D. Lgs. 109/2012), desunti mediante l’analisi delle domande pervenute a seguito della pubblicazione del Decreto

– le politiche del lavoro e gli interventi di welfare, in relazione, al sistema previdenziale, assistenziale e alle misure di sostegno e tutela al reddito dei lavoratori (sistema degli ammortizzatori sociali).

I primi dieci rapporti pubblicati riguardano le comunità Filippina, Marocchina, Tunisina, Albanese, Moldava, Ucraina, Egiziana, Sri Lankese, Peruviana ed Ecuadoriana. Sono previste anche prossime edizioni per le Comunità Cinese, Indiana, Pakistana, Bengalese.

Scarica i Rapporti

Rapporto della Comunità Filippina
Rapporto della Comunità Marocchina
Rapporto della Comunità Tunisina
Rapporto della Comunità Albanese
Rapporto della Comunità Moldava
Rapporto della Comunità Ucraina
Rapporto della Comunità Egiziana
Rapporto della Comunità Sri Lankese
Rapporto della Comunità Peruviana
Rapporto della Comunità Ecuadoriana

Fonte: programmaintegra.it