• Articolo pubblicato il 14 Ottobre 2013

Dati e servizi sociali per l’infanzia e l’adolescenza nei nuovi Municipi di Roma Capitale

Documento integrativo del Dossier “Disagio e povertà minorile a Roma”, a cura di Guido Antonelli Costaggini.
Team di ricerca: Guido Antonelli Costaggini (responsabile e curatore), Martina Giuffrè, Patrizia Piscitelli, Lucia Tardani (reperimento e raccolta dati).
Revisione e ottimizzazione: Martino Attilio Rebonato.

Questo documento – realizzato dall’associazione Oasi – integra le informazioni contenute nel Dossier “Disagio e povertà minorile a Roma” pubblicato da Assist srl per conto della Cabina di regia legge 285 di Roma Capitale, nell’ambito del progetto “Disagio minorile e diritti delle persone minori d’età”.

Roma, giugno 2013

  • Articolo pubblicato il 10 Ottobre 2013

Il convegno “Le Virtù Civili”, organizzato dalla Fondazione Cristina Mazzotti e dal  Centro Interuniversitario per la Ricerca sulla Genesi e sullo Sviluppo delle Motivazioni Prosociali e Antisociali, si terrà il prossimo 25 ottobre a Palazzo Marino a  Milano.

La “Fondazione Cristina Mazzotti Onlus” è stata costituita nel 1975 con lo scopo di contribuire a contrastare la diffusione di condotte antisociali mediante iniziative idonee ad informare e responsabilizzare l’opinione pubblica sulla natura e la prevenzione del comportamento criminale e a promuovere attività volte a favorire l’educazione dei giovani e il loro inserimento attivo nella comunità civile. Il Centro Interuniversitario per la Ricerca sulla Genesi e sullo Sviluppo delle Motivazioni Prosociali e Antisociali (CIRMPA) è stato istituito nel 1991 con l’obiettivo di coordinare le attività dei principali studiosi italiani sui temi della genesi e dello sviluppo delle motivazioni prosociali e antisociali e comprende le Università di Roma Sapienza, di Firenze, di Napoli “Federico II” e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l’Università di Padova, l’Università di Catania e l’Università di Torino.

Le sfide  di una società multiculturale comportano uno straordinario impegno morale e civile. Per questo i giovani rappresentano un potenziale inestimabile per il rinnovamento delle istituzioni democratiche e della società civile. Spetta alle nuove generazioni assicurare le condizioni perché si realizzino nuovi rapporti sociali e nuovi equilibri tra culture e mentalità diverse, fondate sul rispetto dell’alterità, sul riconoscimento della pari dignità umana e sulla fiducia reciproca.
Come dunque promuovere lo sviluppo delle virtù civili in tempi difficili? Come contrastare il ritiro e il disimpegno? Come restituire la speranza e coltivare la fiducia? Come assicurare il più ampio coinvolgimento a difesa dei beni comuni? Cosa ancora possono fare famiglia e scuola per promuovere il benessere delle persone e il progresso della società?
Sono questi alcuni dei temi che il convegno intende affrontare.
Quest’anno il convegno sarà anche l’occasione per onorare la memoria di Eolo Mazzotti che per tanti anni è stato il promotore della collaborazione tra la Fondazione Cristina Mazzotti e il Centro Interuniversitario CIRMPA.

Per scaricare il programma clicca qui

  • Articolo pubblicato il 7 Ottobre 2013

Nonostante la crisi (o forse grazie alla crisi) l’usato non si ferma. Il mercato continua a crescere, come dimostrano le aperture di negozi in franchising: 15 ogni anno per il colosso Mercatopoli, che conta circa cento punti vendita sul territorio nazionale. Dall’inizio del 2013 ha registrato poco

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meno di 800 mila clienti e prospetta di aprire una decina di negozi nei prossimi mesi. La crescita si vede anche nel bilancio: il fatturato cresce dell’11,5 per cento rispetto all’anno scorso.

E Mercatopoli non è sola a veleggiare nonostante la crisi. La Mercatino srl, seconda catena di franchising dell’usato, tra il 2011 e il 2013 ha aperto 15 nuovi punti vendita e aumentato gli ingressi del 9,2 per cento. La situazione in Italia. In Italia sono 3.283 gli esercizi commerciali che vendono pezzi di seconda mano. Al primo posto tra le regioni italiane c’è la Lombardia (15,7 per cento del mercato nazionale), seguita da Lazio (13,1 per cento) e Toscana (11,5 per cento). Questi i dati che emergono da una ricerca di agosto 2013 della Camera di commercio di Milano. Tra le categorie di prodotti più venduti c’è l’abbigliamento (in saldo positivo rispetto all’anno scorso del 14,2 per cento), soprattutto quello invernale. Ma tengono anche arredamento per la casa, mobili e passeggini per bambini. Infatti, neanche per le neomamme comprare usato rappresenta più un tabù: soprattutto al nord cresce la vendita di lettini, scaldabiberon e tutine di seconda mano, che, avendo un ciclo di utilizzo breve, sono venduti in ottimo stato.

“Nel 2013 abbiamo avuto una crescita del 30 per cento dei ‘baby bazar’, punti vendita interamente dedicati all’usato per bambini – spiega Alessandro Giuliani, direttore di Mercatopoli -, abbiamo creato delle location più confortevoli per le mamme: l’interno sembra quello di un negozio vero e proprio con anche il riscaldamento”. Ultimamente poi, si trovano anche cucine usate in buone condizioni: tante le coppie che si separano presto e, non sapendo cosa farsene dei mobili appena acquistati, ricorrono a negozi dell’usato per rivenderli. I clienti? Non esiste uno studio statistico a riguardo, ma secondo chi opera nel settore dal 2002 si nota che gli acquirenti sono sempre più giovani e soprattutto italiani: “Molto fa il titolare del punto vendita – racconta Alessandro Giuliani -: in generale venditori giovani attirano clienti giovani e gestori più anziani muovono un giro di clienti over 40. Chi compra da noi sono sia stranieri che italiani, ma questi ultimi in misura maggiore soprattutto nell’usato per l’infanzia. Inoltre, se da una parte gli anziani ci portano molti mobili di cui vogliono disfarsi, dall’altra vengono sempre di più giovani e famiglie alla ricerca di oggetti per arredare la casa e vestiti”.

Fonte: affaritaliani.it

  • Articolo pubblicato il 7 Ottobre 2013

Si può definirla una banca “no slot”. La Banca popolare dell’Emilia Romagna ha inviato una circolare ai suoi 11 mila dipendenti, in cui spiega come individuare i clienti che rischiano di svuotare il conto corrente alle slot machine o ai giochi on line e come aiutarli a uscire dal tunnel. Non solo. Le sue carte di credito (tranne quelle per chi ha conti correnti a sei zeri) sono inibite a fare pagamenti nelle sale gioco o su siti internet dedicati al gioco d’azzardo. Infine, non venderà mai nelle sue filiali biglietti delle lotterie o i Gratta e vinci. “Una banca deve essere consapevole che le sue azioni hanno influenza sulla comunità locale – spiega Andrea Cavazzoli, responsabile delle relazioni esterne -, anche perché non è interesse di una banca lavorare un sistema sociale disgregato, in cui le persone si giocano tutto”.

Tra i correntisti della Banca popolare dell’Emilia Romagna ci saranno quasi sicuramente anche tabaccai, baristi e gestori di sale da gioco. “La nostra campagna di sensibilizzazione non è contro di loro -sottolinea Cavazzoli-. Ma contro il gioco d’azzardo patologico, quello che appunto porta sul lastrico le famiglie”. Nella circolare inviata ai dipendenti

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sono elencati i comportamenti “sospetti” che possono far capire che un cliente si stia giocando tutto alle slot. Per esempio se all’inizio del mese fa frequenti prelievi con il bancomat, tanto da esaurire il plafond mensile. Oppure se usa spesso la carta di credito per chiedere contanti. L’allarme inoltre può scattare se il correntista paga cifre consistenti con il bancomat o con assegno in tabaccherie, bar, sale da gioco o casinò. “Spetta poi al direttore della filiale contattare il cliente a rischio -spiega Andrea Cavazzoli-. Potrà reagire in tanti modi: magari ammette il problema, oppure nega e si arrabbia perché la ritiene un’ingerenza nella sua vita. Di certo è più facile intervenire se il cliente ha una posizione debitoria con la banca, in quanto non può liquidare la cosa dicendo che ‘sono fatti suoi'”. Finora sono tre i casi segnalati. “Al cliente vengono forniti indirizzi di associazioni e asl che possono aiutarli a liberarsi dalla dipendenza del gioco”, conclude Cavazzoli. (dp)

Fonte: controlacrisi.org

  • Articolo pubblicato il 1 Ottobre 2013

Oggi nell’Unione europea 25 milioni di bambini sono a rischio di povertà e di esclusione sociale – cioè un bambino su quattro. La maggior parte di questi bambini vive in famiglie povere che lottano ogni giorno per assicurare loro una vita dignitosa.
EAPN e Eurochild hanno deciso di collaborare alla stesura di questa pubblicazione (finanziata nell’ambito del programma comunitario per l’Occupazione e la Soldarietà Sociale PROGRESS 2007 – 2013) per sensibilizzare sul tema della povertà infantile nel contesto europeo, quali ne sono le cause e le sue conseguenze su milioni di bambini e sulle loro famiglie, ma anche per proporre alcune soluzioni che promuovano il benessere dei bambini e ne combattano la povertà.

La povertà minorile è solitamente associata ai paesi in via di sviluppo o come conseguenza diretta di carestie o guerre portatrici di fame, malnutrizione, malattie e morte. Ma, senza per questo voler mettere in secondo piano quanto accade in altri paesi, non possiamo dimenticare che la povertà è ben radicata anche in Europa, oggi, anche perché il modo in cui trattiamo i bambini che più ci sono vicini è inestricabilmente intrecciato con quanto facciamo in quanto attori di sviluppo e aiuto umanitario. In parole povere, non possiamo predicare bene e razzolare male: trattare bene ed essere solidali verso quei minori che vivono accanto a noi è importantissimo per il nostro sviluppo ma è parte della nostra solidarietà verso il resto del mondo ed è un meccanismo per una distribuzione più equa delle risorse.

Per scaricare il rapporto clicca qui

Fonte: forumterzosettore.it

  • Articolo pubblicato il 1 Ottobre 2013

Dopo il successo delle tre passate edizioni del Corso di “Introduzione all’Europrogettazione”, Oasi ha realizzato, nei mesi a cavallo tra il 2013 e il 2014, e in collaborazione con la cooperativa Kairos, il “I Corso di perfezionamento in Europrogettazione”. Il corso (180 ore articolate in 6 moduli) è indirizzato a tutti i soggetti interessati ad acquisire e perfezionare conoscenze e competenze in materia di elaborazione e gestione di progetti cofinanziati dai programmi europei. Si tratta di un corso di perfezionamento interamente dedicato alla progettazione in ambito europeo, dall’individuazione dell’idea alla definizione e preparazione del progetto, con uno sguardo di insieme alle Istituzioni ed a i programmi UE per l’apprendimento e l’inclusione sociale e agli elementi di base del project management. Il Corso si è svolto in modalità blended (in presenza, in aula e a distanza, attraverso OasiMood, la piattaforma Oasi di Formazione a Distanza) ed ha ottenuto l’accreditamento presso l’Ordine degli Assistenti sociali della Regione Lazio per n. 50 crediti formativi.

Clicca qui per scaricare il programma completo del corso.

 

II Edizione

Si è conclusa la seconda edizione del Corso di perfezionamento in Europrogettazione, organizzato dall’Associazione Oasi in collaborazione con la Cooperativa Kairos. Il corso (180 ore articolate in 6 moduli) è indirizzato a tutti i soggetti interessati ad acquisire e perfezionare conoscenze e competenze in materia di elaborazione e gestione di progetti cofinanziati dai programmi europei. Si tratta di un corso di perfezionamento interamente dedicato alla progettazione in ambito europeo, dall’individuazione dell’idea alla definizione e preparazione del progetto, con uno sguardo di insieme alle Istituzioni ed a i programmi UE per l’apprendimento e l’inclusione sociale e agli elementi di base del project management. Il Corso si è svolto in modalità blended (in presenza, in aula e a distanza, attraverso OasiMood, la piattaforma Oasi di Formazione a Distanza). È stato richiesto l’accreditamento presso il “Consiglio Regionale Ordine Assistenti Sociali Lazio”. Clicca qui per scaricare il programma del corso.

 

Nel 2020 Oasi propone insieme a Programma Integra un corso online di europrogettazione in ambito sociale

  • Articolo pubblicato il 1 Ottobre 2013

Terza età, anziani sempre più in difficoltà ma si allunga l’attesa di vita e se ne può migliorare la qualità. L’Italia è il Paese in cui si vive più a lungo in Europa, ma non tutti gli anni di vita guadagnati sono in buona salute, anzi gli indici internazionali ci dicono che c’è ancora molto da fare anche rispetto agli altri Paesi. La rete di sorveglianza PASSI d’Argento, promossa dal Ministero della Salute e coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità – CNESPS, attiva a livello di Asl e Regioni, ha presentato il 26 settembre all’ISS i risultati dell’ultima rilevazione nell’ambito del convegno focalizzato sulla strategia internazionale di invecchiamento attivo e in buona salute (Active and healthy ageing). I risultati si riferiscono ad un campione di circa 24.000 ultra 64enni in 18 regioni italiane e la Provincia autonoma di Trento, intervistati a casa propria (al telefono o di persona) dagli operatori della propria struttura territoriale di assistenza sanitaria o sociale. I dati disegnano innanzitutto le caratteristiche anche sociali della popolazione target dell’invecchiamento attivo. Circa il 60% degli intervistati dichiara di avere difficoltà economiche, il 20% vive da solo, il 51% riceve aiuto nelle attività principali della vita quotidiana. Il 9% della popolazione intervistata fuma e circa il 19% ha un consumo di alcool considerabile a rischio. Il 38% dichiara di non essere stato vaccinato contro l’influenza nell’ultima stagione.

Salute
Anche tenendo conto delle differenze di età e sesso fra popolazioni di regioni “più e meno vecchie”, vi sono notevoli diversità. In media le persone che hanno difficoltà in 2 o più attività quotidiane (come usare il telefono, prendere le medicine, fare compere, cucinare o riscaldare i pasti, prendersi cura della casa e altro) sono il 37% con un gradiente dal 27% per le regioni del Nord Italia, al 34% al Centro e al 49% nel Sud e Isole. Le persone con disabilità (non in grado cioè di muoversi da una stanza all’altra, lavarsi, farsi il bagno o la doccia, vestirsi, mangiare, essere continenti, usare i servizi igienici autonomamente) sono in media il 16% con un gradiente Nord-Sud dal 12% al 22%. Una proporzione di circa il 14% non vede bene, una quota del 18% ha problemi di udito e un 15% di masticazione. Il 60% degli intervistati dichiara di essere iperteso. Il 64% soffre di almeno una malattia cronico-degenerativa (33% malattie cardiovascolari, 13% tumori, 20% diabete, 25% malattie respiratorie croniche) di queste patologie e ben il 13% di 3 o più anche queste con forti differenze fra regioni (ancora con un gradiente geografico dal 10% per le regioni del Nord Italia, al 13% al Centro e al Sud e Isole del 17%), ma prima di tutto per età, dove la fascia degli ultra 64enni più giovani (65-74 anni) rispetto agli altri (75 e più anni) mostra delle prevalenze molto differenti (9% vs 17%).

Stili di vita
I due gruppi di età sono differenti anche per frequenza di sintomi di depressione, inoltre le donne li riportano più frequentemente rispetto agli uomini (26% vs 14%). La depressione si associa al rischio di isolamento sociale e alla mancanza di attività fisica. La mancanza di attività fisica è tanto diffusa e grave quanto modificabile. Utilizzando un metodo appositamente messo a punto da oltre 20 anni per gli ultra64enni, PASSI d’Argento rileva nel nostro Paese una situazione estremamente varia con un valore di attività fisica massimo in Valle d’Aosta e un minimo in Campania. Nella popolazione considerata è noto che l’attività motoria è correlata direttamente alle condizioni complessive di salute, in particolare allo sviluppo di osteoporosi e al rischio di cadere. Le cadute nei 30 giorni prima dell’intervista sono state riferite dall’11% delle persone, ma si verificano in circa 1 persona su 4 del gruppo di ultra 64enni con disabilità a rischio di conseguenze catastrofiche facilmente immaginabili per la qualità di vita delle persone coinvolte. Rispetto alla rilevazione precedente la frequenza delle cadute non si è ridotta né d’altro canto è aumentata l’applicazione domestica delle misure di prevenzione delle cadute (maniglioni, tappeti anti-scivolo e altri) la cui presenza si rileva in misura insufficiente nelle abitazioni.

Prevenzione
Molte delle condizioni di rischio per la popolazione “anziana” si possono contrastare con adeguate attività di prevenzione o di cura, prevenendo opportunamente alcuni fattori di rischio e favorendo l’invecchiamento attivo. Il 75% degli intervistati dichiara facilità di accesso al medico di medicina generale, mentre tale proporzione diminuisce se riferita ai servizi della propria ASL (66%). La prevenzione delle cadute, della perdita di vista e udito, il controllo della pressione arteriosa, la promozione dell’attività fisica sono oggi perseguibili con interventi di provata efficacia. La sorveglianza PASSI d’Argento in questi anni di sperimentazione ha permesso non solo di descrivere alcune condizioni di salute o di malattia della popolazione ultra 64enne, ma è anche uno strumento per valutare da parte degli operatori sanitari la diffusione delle misure di prevenzione e di promozione della salute, come riferiti dai propri assistiti. In tale maniera il PASSI d’Argento potrà essere uno strumento essenziale per monitorare il raggiungimento dell’obiettivo condiviso con l’Europa per il 2020 di aumentare di ulteriori due anni l’attesa di vita in buona salute.

In Europa
Una recente classifica mondiale sul carico di malattie (global burden of diseases, pubblicato su Lancet) nei diversi Paesi, infatti, ha collocato l’Italia al secondo posto per attesa di vita, dopo il Giappone, ma al primo in Europa. Rispetto alla stessa valutazione fatta venti anni prima, l’Italia ha scalato positivamente la classifica (eravamo terzi) a fronte di una spesa sanitaria relativamente contenuta, mentre altri importanti Paesi hanno perso terreno anche con costi maggiori. Gli italiani possono aspettarsi di vivere a lungo, ma è importante che gli anni guadagnati siano nel migliore stato di salute possibile. A livello europeo è stato sviluppato un indicatore per misurare il grado di invecchiamento attivo ed in buona salute della popolazione oltre i 64 anni di età e secondo tale indicatore, nel 2012, l’Italia si classifica solo quindicesima (su 27). L’obiettivo della strategia intersettoriale europea Active and Healthy Ageing è di ridurre di almeno 2 anni la disabilità che accompagna gli ultimi 10-15 anni di vita dei nostri anziani entro il 2020.
Per quanto sia scontato che l’invecchiamento attivo sia frutto di scelte fatte in tutte le fasi della vita, in Italia esistono ampi margini di miglioramento anche oltre i 64 anni per far sì che gli anni di vita guadagnati siano anche in buona salute.

Fonte: Ministero della Salute

  • Articolo pubblicato il 25 Settembre 2013

E’ disponibile online la nuova guida multilingue “Immigrazione, come, dove, quando. Manuale d’uso all’integrazione“, realizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che si rivolge ai cittadini stranieri che vogliono trasferirsi in Italia e a chi già vive nel nostro paese.

Il manuale d’uso all’integrazione risponde a più di 350 quesiti, che forniscono indicazioni puntuali ai cittadini stranieri su come risolvere diversi problemi della vita quotidiana: da come e quando si può richiedere il permesso di soggiorno, a informazioni sull’iscrizione all’università, il servizio sanitario nazionale e sull’apertura di un conto corrente in banca.

Il manuale è introdotto dai primi 54 articoli della Costituzione italiana, ed è diviso in 10 sezioni: ingresso, soggiorno, lavoro, anagrafe, alloggio, sanità, istruzione, tutela dei diritti e discriminazione, banca e associazionismo.

La guida è consultabile, oltre che in italiano, anche in: albanese, arabo, cinese, francese, inglese, spagnolo, ucraino, russo, punjabi e tagalog.

Per scaricare il manuale clicca qui

Fonte: programmaintegra.it

  • Articolo pubblicato il 23 Settembre 2013

Corso di formazione rivolto a persone occupate “Animatore di spazi laboratoriali giovanili 2.0″

L’animatore di spazi giovanili laboratoriali 2.0 è un operatore specializzato che lavora prevalentemente in ambito sociale, svolgendo attività a carattere laboratoriale rivolte ai giovani. E’ dunque colui che lavora specificamente con e a favore dei giovani, ponendosi nel “solco” dell’animazione sociale e culturale per raccogliere le sfide poste dall’odierna condizione giovanile: per questo il percorso di formazione proposto mette al centro proprio queste sfide, in modo da creare un contesto nel quale i partecipanti possano prepararsi ad affrontarle.
Duplice l’obiettivo: da un lato, accrescere le competenze dei partecipanti come professionisti in grado di trattare le problematiche più rilevanti connesse al lavoro con i giovani; dall’altro, sviluppare abilità necessarie per la gestione di spazi giovanili di nuova generazione, integrandoli con attività di tipo laboratoriale socioculturale e socio-educativo, anche attraverso l’utilizzo di strumenti web 2.0.
Le Unità Formative:
a. Linguaggi e modi di essere dei gruppi giovanili: competenze chiave dei giovani
b. Politiche giovanili tra intercultura e politiche di comunità
c. Progettazione Sociale
d. Elementi per la sostenibilità

Il corso è rivolto a persone di ambo i sessi occupate in possesso di: diploma, laurea in scienze dell’educazione, titolo di animatore professionale, titolo di educatore professionale o equipollente ed esperienza operativa pluriennale in ambiti di animazione e aggregazione giovanile. E’ richiesto di essere in grado di utilizzare gli strumenti informatici in modo da poter accedere alla FAD durante il percorso formativo.

Modalità di Selezione: test d’ingresso informatizzato per verificare sia gli elementi di cultura generali necessari (lettura di testi, analisi di piccoli casi, problem solving) sia la possibilità di usare la FAD, colloquio motivazionale rispetto all’animazione e alla partecipazione al percorso stesso. Si prevedono 200 ore complessive di corso così suddivise: 100 ore in FAD (formazione a distanza), 100 ore di aula, le persone straniere extracomunitarie devono esibire permesso di soggiorno in corso di validità o documento di rinnovo e titolo di studio riconosciuto. Il corso è gratuito.Certificazione rilasciata: attestato di Specializzazione.

Clicca qui per scaricare la presentazione

Per ulteriori informazioni clicca qui

  • Articolo pubblicato il 20 Settembre 2013

Pubblicata la Circolare INPS, contenente le indicazioni operative relative all’incentivo sperimentale per l’assunzione a tempo indeterminato di giovani under 30, privi d’impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi ovvero privi di diploma di scuola media superiore o professionale.
La Circolare istituisce nel limite di risorse determinate, un incentivo per i datori di lavoro che assumano, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, lavoratori di età compresa tra i 18 e i 29 anni, privi d’impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi ovvero privi di diploma di scuola media superiore o professionale.
L’incentivo è erogabile sull’intero territorio nazionale e spetta per le assunzioni e trasformazioni effettuate a decorrere dal 7 agosto 2013. Non sarà più possibile essere ammessi all’incentivo dopo che saranno esaurite le risorse stanziate per ciascuna regione e provincia autonoma, né – comunque – per assunzioni o trasformazioni successive al 30 giugno 2015.
L’incentivo è riconosciuto per le assunzioni a tempo indeterminato, anche a tempo parziale.
L’incentivo è pari ad un terzo della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali; il valore mensile dell’incentivo non può comunque superare l’importo di seicentocinquanta euro per lavoratore. In caso di assunzione  a tempo indeterminato l’incentivo spetta per 18 mesi; in caso di trasformazione a tempo indeterminato di un rapporto a termine l’incentivo spetta per 12 mesi.
L’incentivo spetta nei limiti di risorse specificatamente stanziate per ogni regione o provincia autonoma ed è autorizzato dall’Inps in base all’ordine cronologico di presentazione delle istanze.

Fonte: www.synagosrl.com