• Articolo pubblicato il 1 Luglio 2015

Con riferimento all’Avviso Pubblico “Fraternità: Promozione di nuove frontiere per l’integrazione sociale” emanato dalla Regione Lazio, OASI realizza il progetto “AttivaEtà”, che mira a capitalizzare le pratiche realizzate sviluppando uno strumento che promuova e guidi iniziative/strategie focalizzate sulla solidarietà intergenerazionale per la concretizzazione di un invecchiamento attivo; L’emanazione di linee guida si prefigura quindi come esperienza innovativa che permetterà di attingere da quanto di positivo è già stato sperimentato sul territorio. Il progetto si pone i seguenti obiettivi:

–          capitalizzare il valore delle esperienze di dialogo, scambio e solidarietà tra generazioni già effettuate nel territorio regionale

–          promuovere e orientare nuove pratiche di scambio intergenerazionale e progetti basati sulla solidarietà tra le generazioni

–          animare un dibattito culturale sulle buone prassi in materia di scambio generazionale

 

RIFLESSIONI E BUONE PRATICHE DAI PROGETTI DI SCAMBIO INTERGENERAZIONALE NELLA REGIONE LAZIO

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Si è svolto a Roma, martedì 23 giugno, presso il Teatro Arvalia, – Via Quirino Majorana 139, il Seminario di studio “Riflessioni e buone pratiche dai progetti di scambio intergenerazionale nella Regione Lazio”.

L’evento è stato occasione per discutere, alla presenza di un attento pubblico di assistenti sociali di Roma e comuni limitrofi, i risultati del progetto di ricerca “AttivaEtà”, realizzato da OASI con il supporto della Regione Lazio – Direzione Regionale Politiche sociali, autonomie, sicurezza e sport, Area Impresa Sociale e Servizio Civile.

Con il contributo di esponenti del sociale, dell’università e del volontariato si è discusso della valenza sociale dell’intergenerazionalità e dell’invecchiamento attivo, della progettazione tra generazioni e delle buone pratiche nel Lazio e in Italia.

Giovanna Cavarocchi di AUSER Viterbo ha discusso dell’invecchiamento attivo e della valenza sociale dell’intergenerazionalità dal punto di vista del volontariato, presentando le attività dell’Associazione.

Antonietta Albanese dell’Università degli Studi di Milano ed Elena Bocci della Sapienza, hanno ripercorso la storia della ricerca e della sperimentazione in ambito intergenerazionale, tracciandone il profilo teorico (dalla teoria del Sé a quella delle rappresentazioni sociali) e riportando numerosi esempi delle attività dei laboratori di incontri generazionali.

Emanuele Faina (Eleusis) e Cecilia Stajano (Fondazione Mondo Digitale) hanno discusso rispettivamente del ruolo della creatività (ed in particolare della drammaturgia e del teatro) e delle tecnologie (il progetto Nonni in internet) in ambito intergenerazionale.

Infine Daniela Fiorentino, coordinatrice della ricerca, svolta in collaborazione con Silvia Sipone, ha presentato e discusso i punti salienti delle Linee guida. Lo studio dimostra come i progetti di scambio intergenerazionale siano straordinari veicoli di promozione di inclusione sociale, innovativi nel loro intento di recupero del valore della relazione tra diversi gruppi generazionali.

Attraverso una ricerca sul web tramite parole-chiave sono state individuate 29 iniziative effettuate nel Lazio, aventi come focus principale lo scambio intergenerazionale. I risultati della rassegna dei progetti implementati nel Lazio restituiscono l’immagine di una progettualità molto orientata al superamento delle barriere e dei vincoli legati all’età, in vista del raggiungimento di un obiettivo di inclusione sociale che dia a tutti, a tutte le età, uguale diritto di accesso a conoscenze, competenze e risorse, in un’ottica di potenziamento e arricchimento reciproco, piuttosto che di concorrenza per la scarsità di risorse a disposizione di entrambi i gruppi.

A condurre l’evento Andrea De Dominicis, vicepresidente di OASI e responsabile del progetto AttivaEtà. Il Seminario ha ricevuto il riconoscimento dall’Ordine degli Assistenti Sociali della Regione Lazio come evento formativo accreditato.

  • Articolo pubblicato il 1 Luglio 2015

Giornata di studio per condividere pratiche di lavoro a chiusura del progetto ENGAGE   

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Appuntamento martedì 7 Luglio 2015 dalle ore 09.30 alle ore 16.30 presso la sede dei CSV del Lazio in Via Liberiana‚ 17 a Roma per l’incontro dal titolo Come coinvolgere i giovani NEET nella formazione? Pratiche di lavoro a confronto.
Una giornata di studio alla chiusura del progetto Engage rivolto ai fornitori di istruzione e formazione professionale per la diffusione di materiali e metodologie efficaci nel coinvolgimento dei NEET- Not engaged in education‚ employment or training‚ coloro che sono ormai fuori dall’obbligo scolastico ma non lavorano e non studiano. Per loro esiste un’offerta formativa che viene appunto spesso disertata o interrotta. Nel corso del convegno sarà presentato il manuale messo a punto dall’associazione Parsec‚ all’interno del progetto Engagè.
Il programma‚ dopo la presentazione della giornata a cura di Federica Dolente‚ dell’associazione Parsec Ricerca e Interventi Sociali ed i saluti istituzionali di Paolo Masini‚ Assessorato Scuola‚ Università‚ politiche della memoria‚ sport‚ politiche della qualità della vita e partecipazione attiva dei cittadini del Comune di Roma‚ prevede gli interventi fra gli altri di: James Magee (Springboard opportunities‚ Belfast) Claudio Cippitelli (Cooperativa Parsec‚ Roma)‚ Salvatore Strozza (Università Federico II‚ Napoli)‚ Salvatore Marra (presidente comitato giovani Ces)‚ Fabio Magrini (presidente cooperativa Agorà‚ Roma)‚ Katerina Lobacz (università di Stettino).
Per la conferma della partecipazione all’incontro: Barbara Guadagni‚ 347.6559930.
Per informazioni sul Progetto: Associazione Parsec[email protected]‚ 06.4463421 o visita il sito www.parsec-consortium.it

Per saperne di più:
Programma

Fonte: volontariato.lazio.it

  • Articolo pubblicato il 25 Giugno 2015

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Completato il ciclo di seminari formativi “Processi educativi in agricoltura sociale” organizzato nell’ambito delle attività di agricoltura sociale promosse dalla Cooperativa Kairos in collaborazione con l’Associazione Oasi, che si sono svolti nei mesi di maggio e giugno presso il Casale di Martignano e presso La nuova arca.

Il ciclo di seminari ha coinvolto aziende agricole, organizzazioni del terzo settore, Servizi pubblici e operatori interessati a progettare interventi di agricoltura sociale.

In particolare è stata proposta un’esperienza nell’ambito dei progetti di agricoltura sociale in favore di minori e giovani in particolari situazioni di vulnerabilità e disagio.

Le giornate, a carattere esperienziale, hanno previsto momenti di coinvolgimento diretto dei partecipanti nelle attività ordinarie dell’azienda: a partire da alcune esperienze avviate e con il contributo di esperti, tra cui Alfonso Pascale e Marco Di Stefano della Rete Fattorie Sociali e Andrea De Dominicis e Martino Rebonato di Kairos e Oasi, si è riflettuto sul valore dell’agricoltura sociale nei processi educativi e formativi per adolescenti e giovani. Nel pomeriggio i gruppi di lavoro hanno condotto un project work per costruire processi di ideazione di interventi in agricoltura sociale.

www.kairoscoopsociale.it

  • Articolo pubblicato il 24 Giugno 2015
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L’Istituto Giuseppe Toniolo ha pubblicato il Rapporto Giovani 2015, facendo emergere l’identikit del nuovo emigrante: giovane, laureato, diretto all’estero e del Sud. L’84,4 per cento dei giovani del sud in età da lavoro è disposto a partire, oltre il 50% dichiara di voler trasferirsi stabilmente all’estero per migliorare il proprio lavoro. Ma non è neppure snobbato il resto del nostro paese: infatti, il 34,2% prenderebbe maggiormente in considerazione anche lo spostarsi all’interno della penisola.

“Per i giovani del Sud – commenta il professor Alessandro Rosina, docente di Demografia e Statistica Sociale dell’Università Cattolica di Milano e tra i curatori del Rapporto Giovani – risulta molto più drastica la decisione tra rimanere, ma doversi accontentare a rivedere al ribasso le proprie aspettative lavorative e i propri obiettivi di vita, o invece andarsene altrove. Solo il 16% è infatti indisponibile a trasferirsi. Se però in passato come destinazione prevaleva il Nord Italia, ora più della metà degli under 30 meridionali punta a un possibile volo direttamente all’estero. A progettare di andarsene sono ancor più i laureati e gli studenti, mentre i più rassegnati a rimanere sono i Neet, ovvero i giovani che non studiano e non lavorano”. E questo significa che la disponibilità delle fasce giovanili meridionali ad emigrare per poter lavorare “tende ad impoverire non solo quantitativamente, ma anche qualitativamente – avverte Rosina – la presenza dei giovani nel territorio di origine”. Ed infatti dal sondaggio emerge che in particolare il 73% di chi ha solo la scuola dell’obbligo è disposto a trasferirsi stabilmente (in Italia o all’estero), mentre la percentuale dei laureati sale all’86%. Mentre solo il 43% di chi ha titolo di studio “basso” è pronto ad andare all’estero. La decisione di spostarsi dei giovani del Sud è legata non solo alle minori opportunità di trovare lavoro (la quota di giovani che non studiano e non lavorano è superiore al 35% in molte regioni del Sud contro meno del 20% al Nord), ma anche alla più bassa qualità e soddisfazione per vari aspetti del lavoro svolto. Chi rimane nel Sud anche trovando lavoro, si trova maggiormente a doversi adattare a svolgere una attività non pienamente in linea con le proprie aspettative.  Un motivo per andarsene è anche la bassa fiducia nelle istituzioni e in particolare nella possibilità che la politica locale sia in grado di migliorare le condizioni di vita e lavoro dei cittadini. La fiducia nelle istituzioni locali è pari al 23% per i giovani italiani in generale, mentre scende al 17% per i giovani del Sud.

Fonte: dirittisociali.org

  • Articolo pubblicato il 19 Giugno 2015

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Nell’ambito del progetto “AttivaEtà”, promosso dalla Regione Lazio – Direzione Regionale Politiche sociali, autonomie, sicurezza e sport, Area Impresa Sociale e Servizio Civile all’interno dell’Avviso pubblico “Fraternità: Promozione di nuove frontiere per l’integrazione sociale”, l’Associazione OASI organizza, il prossimo 23 giugno, il Seminario di studio “Riflessioni e buone pratiche dai progetti di scambio intergenerazionale nella Regione Lazio“.

Con il contributo di rappresentanti istituzionali ed esponenti del sociale e del volontariato, si discuterà della valenza sociale dell’intergenerazionalità e dell’invecchiamento attivo, della progettazione tra generazioni in un’ottica europea e di buone pratiche di scambio intergenerazionale  nel Lazio: Servizio Civile, Turismo e Apprendimento intergenerazionale, Condivisione creativa.

L’evento avrà luogo a Roma, presso il Teatro Arvalia – Via Quirino Maiorana 139, Roma – martedì 23 giugno 2015.

Il Seminario è accreditato presso l’Ordine degli Assistenti Sociali della Regione Lazio per n. 4 crediti formativi

Per info e iscrizioni: 06-51600539 o [email protected].

Scarica il programma

 

  • Articolo pubblicato il 17 Giugno 2015

Si è svolto a Roma, giovedì 11 giugno, l’evento “Spazio ai giovani. Centri e spazi per gli adolescenti a Roma“. Lo spazio Factory della Pelanda ha ospitato 22 Centri di aggregazione giovanile romani che hanno allestito stand e laboratori per i giovani e si sono esibiti sul palco con diverse performance (spettacoli di magia, esibizioni di body percussion, di hip hop, di teatro e di break dance).

 

A condurre l’evento Martino Rebonato, responsabile per l’Associazione Oasi del progetto Rete CAG, promosso dall’Assessorato alla Scuola e dal Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici, Giovani e Pari Opportunità e realizzato dall’Associazione OASI, in collaborazione con l’Università LUMSA e la Rete ITER.

Diversi gli interventi che si sono susseguiti: Giovanni Campagnoli con la proiezione del video “I Centri di aggregazione a Roma” e la presentazione della ricerca su Facebook “Cosa dicono e cosa pensano i ragazzi di Roma su…”; Andrea De Dominicis e Martino Rebonato con la descrizione del progetto, obiettivi, azioni e risultati; una tavola rotonda per sentire la voce di coordinatori, operatori e ragazzi dei centri; Paolo Paroni con una riflessione sulle connessioni tra le politiche per gli adolescenti e quelle con i giovani.
Sono intervenuti Luigi Bobba, Sottosegretario di Stato al Lavoro e alle Politiche Sociali e l’Assessore alle Politiche Sociali e dei Servizi alla Persona del Municipio I di Roma Capitale, Emiliano Monteverde.esibizione

A concludere l’evento Paolo Masini,  Assessore alla Scuola, Sport, Politiche Giovanili e Partecipazione di Roma Capitale che ha sottolineato il grande valore del lavoro svolto quotidianamente dai centri e l’importanza di mantenere attiva la rete che si è costituita.

 

Per scaricare la scheda dell’evento clicca qui

Per scaricare i materiali del convegno clicca qui

Dicono di noi: www.comune.roma.it

  • Articolo pubblicato il 17 Giugno 2015

Destinazione Minori Onlus organizza con la Fondazione FateBeneFratelli e l’Associazione Arivivis il Corso di Alta Formazione in Tutela, Diritto e Accoglienza dei Minorenni. Il Corso è previsto per i mesi di Ottobre-Dicembre 2015.

La mission è quella di realizzare un corso di formazione, integrato e multidisciplinare, per le figure professionali che lavorano nel campo della tutela e della cura dell’infanzia: sui temi dell’Accoglienza, del Diritto e dei Percorsi di tutela sociosanitari integrati a favore dei minorenni. I destinatari principali sono gli avvocati, gli operatori psicosociali e del privato sociale, quelli sanitari e i laureati nelle discipline affini al corso che intendono qualificare il loro curriculum professionale. È accreditato (50 ECM) per tutte le professioni sanitarie, per gli Assistenti Sociali e gli Avvocati.È possibile iscriversi anche se non si richiedono ECM.

Il corso prevede 82 ore accademiche di lezioni frontali, con il coinvolgimento del gruppo in formazione attraverso l’uso di metodologie attive e l’approfondimento di specifiche esperienze professionali. La didattica frontale sarà integrata da 15 ore di esperienze pratiche guidate (E.P.G.). Le e.p.g prevedono un approfondimento ed una sperimentazione delle tecniche e degli strumenti acquisiti in aula, anche con la trattazione di casi simulati.

Per scaricare il programma clicca qui

Per informazioni [email protected]

  • Articolo pubblicato il 17 Giugno 2015

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È in corso la seconda edizione del “Corso introduttivo al lavoro psicosociale con l’anziano”, organizzato da Oasi in collaborazione con Kairos cooperativa sociale a.r.l. Onlus. Il Corso è accreditato presso il “Consiglio Regionale Ordine Assistenti Sociali Lazio” per n. 16 crediti formativi.

In un momento in cui in Italia, come in Europa e nel resto del mondo, si registra un costante incremento della vita media e il conseguente progressivo invecchiamento della popolazione, non è un caso che, uno dei pochi ambiti di occupazione per le professioni socio-sanitarie sia rappresentato proprio dal settore del sostegno agli anziani. Kairos cooperativa sociale a.r.l. Onlus e Oasi, in linea con la loro esperienza nel settore dell’assistenza tecnica all’amministrazione capitolina nella gestione dei servizi per la terza età, propongono un corso introduttivo al tema dell’anziano nella società odierna, dedicato alle figure professionali che a vario titolo lavorano con le problematiche della terza età.

Il corso, che avrà la durata di 16 ore articolate in 4 incontri di 4 ore ciascuno, ha avuto inizio lo scorso venerdì 16 ottobre e si concluderà il prossimo 31 ottobre 2015.

Introduzione al lavoro sociale con l’anziano – 16 Ottobre 2015

Le caratteristiche dell’invecchiamento, bisogni degli anziani oggi, invecchiamento attivo – Introduzione alla rete dei servizi territoriali dedicati agli anziani – Metodi e strumenti di lavoro sociale nelle strutture residenziali – La tutela dell’anziano: figura giuridica dell’amministratore di sostegno

Le demenze: risorse e strumenti di lavoro – 17 Ottobre 2015

Invecchiamento patologico: basi biologiche, perdite cognitive, demenze – La comunicazione alternativa nella malattia di tipo Alzheimer – I disturbi comportamentali nella malattia di Alzheimer – Il rischio burnout dei caregiver formali e informali

Il mantenimento del Benessere – 30 Ottobre 2015

Modelli di interazione con l’anziano fragile centrati sulla persona – Come stimolare il benessere psicologico nell’anziano con deterioramento cognitivo – Una metodologia di intervento in gruppo per la riattivazione del ciclo del benessere – Il mantenimento delle risorse ancora presenti: riabilitazione e stimolazione

La famiglia dell’utente con Alzheimer: un punto di vista sistemico – 31 Ottobre 2015

Centri diurni Alzheimer: la realtà capitolina – Il familiare del paziente con Alzheimer: la seconda vittima della malattia – Fattori psicologici del paziente e del familiare: il doppio e parallelo percorso in rapporto alle fasi della malattia – I gruppi di mutuo aiuto per i familiari.

Programma

  • Articolo pubblicato il 11 Giugno 2015

Aggregazione giovanile e web: quali interazioni? di Giovanni Campagnoli

Centri e spazi di aggregazione e animazione per i giovani di Giovanni Campagnoli

Laboratori di innovazione. Il senso di una ricerca di Folco Cimagalli

Le politiche territoriali con gli adolescenti di Marco Mietto

Ambienti educativi di Raniero Regni

Scheda di sintesi mappatura CAG

Sintesi progetto di ricerca-intervento volto allo sviluppo del sistema cittadino dei centri di aggregazione per adolescenti

  • Articolo pubblicato il 1 Giugno 2015

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“Spazio ai giovani. Centri e spazi per gli adolescenti a Roma”. Si svolgerà il prossimo 11 giugno dalle ore 16.00 alle ore 20.30 presso lo Spazio Factory de La Pelanda – Ex Mattatoio Testaccio, il convegno finale del progetto di “Ricerca-intervento volto allo sviluppo del sistema cittadino dei centri di aggregazione per adolescenti”. Il progetto, realizzato con il Fondo nazionale infanzia e adolescenza Legge 285/97 è stato promosso dall’Assessorato alla Scuola e dal Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici, Giovani e Pari Opportunità di Roma Capitale e realizzato dall’Associazione OASI, in collaborazione con l’Università LUMSA e la Rete ITER. I centri di aggregazione romani animeranno l’evento con uno spazio di informazione e laboratori per ragazzi e ragazze che potranno liberamente partecipare.

Sono oltre 150mila i ragazzi e le ragazze che vivono a Roma, la maggior parte in periferia, spesso in condizioni non facili. Tra loro vi sono, sempre più numerosi, “nuovi compagni”, le cui famiglie sono venute da molto lontano. Sono ragazzi che sentono con forza l’esigenza – ma anche il timore – di uscire, fisicamente e virtualmente, per esplorare ciò che c’è “fuori”. Insieme agli amici vanno alla scoperta della propria identità e sperimentano percorsi di autonomia, non senza fatica e rischi.

Gli adulti si interrogano sul loro compito educativo, che sembra diventato sempre più difficile. Hanno perso significati e riferimenti valoriali i “riti” sociali che le precedenti generazioni avevano codificato per controllare le crisi collegate a questi passaggi. Nello stesso tempo, i luoghi tradizionalmente deputati all’accompagnamento verso l’età adulta fanno fatica a gestire questa delicata transizione.

Il compito educativo è una responsabilità “plurale”, che nessuno può scansare. Una comunità che abbia a cuore il bene comune e voglia sostenere prospettive di una buona crescita per la collettività non può non raccogliere questa sfida, interrogandosi su ciò che il territorio offre ai cittadini più giovani per aiutarli a “diventare grandi”.

Roma è ricca di opportunità e buone proposte: centri sportivi, oratori parrocchiali, gruppi scout, laboratori, biblioteche, associazioni culturali, spazi per coltivare passioni come il teatro, la musica e la danza… Per non cedere alla tentazione dello scoraggiamento di fronte alle difficoltà educative, è bene riconoscere che nella nostra città operano molte realtà positive, vive e vitali, che operano in silenzio, ma in modo efficace.

Tra queste realtà vanno annoverati anche i Centri di aggregazione e socializzazione per adolescenti. Si tratta di decine di servizi ben strutturati, gestiti da associazioni e cooperative, con il sostegno dei Municipi e dei Dipartimenti di Roma Capitale. Intercettano complessivamente, ogni anno, oltre 5mila ragazzi e ragazze. In alcuni quartieri periferici sono tra i pochi preziosi presìdi educativi presenti, oltre alle scuole e alle parrocchie.

Qual è il ruolo di queste strutture? Quali ragazzi riescono a coinvolgere? Come? Che tipo di proposte offrono? Chi ci lavora? Quali sono i loro rapporti con il territorio, le scuole, le famiglie? Quanto costano? Quali sono le prospettive di un loro sviluppo?

Sono queste alcune delle domande che stanno alla base del progetto “Ricerca-Intervento per lo sviluppo del sistema cittadino dei centri di aggregazione per adolescenti”. Un intervento nato per favorire la crescita di un vero e proprio “sistema romano” di queste realtà e che nei mesi scorsi ha permesso di “mappare” i Centri sul territorio cittadino, rafforzare le “reti” locali, formare numerosi operatori, realizzare scambi con altri Centri italiani per aprire percorsi di innovazione.

Il progetto ha permesso di evidenziare un’offerta educativa non formale particolarmente importante per la nostra città, il cui valore ci sembra però ancora troppo poco conosciuto e riconosciuto.

Ci interrogheremo non solo sul ruolo e sulle potenzialità dei Centri di aggregazione, ma anche sulle responsabilità pubbliche nei confronti dei ragazzi e delle ragazze che vivono nella nostra città. Sarà l’occasione per tracciare insieme una strategia unitaria per le nuove generazioni, a partire dal rilancio della legge 285/97 e delle politiche giovanili.

È un impegno che richiede attenzione, passione e partecipazione. Ce lo chiedono i nostri cittadini più giovani, che sono portatori di diritti e di interessi già oggi, non solo domani.

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