• Articolo pubblicato il 14 Ottobre 2014

03578Riusiamo l’Italia è il “road book” di Giovanni Campagnoli, che parte da una ricerca sulle buone pratiche di riuso degli spazi. Tema attuale, in quanto oggi l’Italia è “piena di spazi vuoti” e riuscire a riusarne anche solo una minima parte, affidandoli a delle start up culturali e sociali, può diventare una leva a basso costo per favorire l’occupabilità giovanile. Oltre ad essere un’azione che può contribuire, dal basso, allo sviluppo del Paese, ripartendo da quelle “vocazioni” artistiche, creative, culturali, artigianali che hanno fatto apprezzare l’Italia nel mondo e che interessano oggi ai giovani, sempre più capaci di re-interpretarle sulla base dei paradigmi contemporanei. Il libro analizza queste “buone prassi” che si stanno diffondendo nel Paese, per individuare modelli organizzativi efficaci rispetto alla capacità di creazione di valore economico, a partire dalle specifiche funzioni sociali e culturali.

L’incontro “Sistemi e Spazi giovanili” tenutosi lo scorso 6 maggio a Roma nell’ambito del “Progetto di ricerca-intervento volto allo sviluppo del sistema cittadino dei centri di aggregazione per adolescenti” (realizzato da Oasi in partnership con Rete Iter e LUMSA) è stato, tra gli altri, momento di spunto e di riflessione per i contenuti che l’autore ha sviluppato nel testo.
Nella postfazione di Roberto Tognetti, si propone il passaggio da queste “buone prassi” ad una vera e propria “policy” sul tema. Il testo argomenta le riflessioni da una costante attività di ricerca sul campo e di accompagnamento all’avvio di questi progetti da parte degli autori, da un punto vista sociale, aziendale, urbanistico e di sviluppo locale.
Il sito www.riusiamolitalia.it è la piattaforma 2.0 che affianca il testo per promuoverne le tematiche e raccogliere esperienze di chi sta già lavorando su questi argomenti.

Disponibile in libreria e on line sul sito Shopping24.it.

  • Articolo pubblicato il 13 Ottobre 2014

Slideshow_Dossier_2014 Sarà presentato a Roma il 29 ottobre 2014 alle ore 10.30 il “Dossier Statistico Immigrazione 2014”, curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS per conto dell’Unar – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Dalle discriminazioni ai diritti: questo il sottotitolo del Rapporto, costituisce la linea ispiratrice dei numerosi capitoli che mettono a disposizione i dati più aggiornati sui flussi, sui soggiornanti, sull’inserimento nel mondo del lavoro e nella società, sul nuovo panorama interreligioso e sullo stato delle pari opportunità, scendendo fino ai singoli contesti regionali.

Il Dossier sarà presentato il 29 ottobre 2014 a Roma, presso il Teatro Orione, in via Tortona, 3. Per informazioni: Centro Studi e Richerche IDOS Tel. 0666514345 E-mail: [email protected][email protected] www.unar.it

  • Articolo pubblicato il 8 Ottobre 2014
Presentato il XVII Rapporto Pit Salute “(Sanità) in cerca di cura” di Cittadinanza attiva. In aumento le segnalazioni sul peso dei ticket, le difficoltà di accesso alle cure, e i costi crescenti
movimento 5 stelle obiezione di coscienza 4
Il detto popolare “sulla salute non si risparmia” può essere archiviato con buona pace di tutti, forse.
Dalla 17° edizione del Rapporto PIT Salute “(Sanità) in cerca di cura”, presentato a Roma dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, emerge con grande evidenza che le difficoltà economiche, i costi crescenti dei servizi sanitari e le difficoltà di accesso spingono i cittadini a rinunciare alle cure e a sacrificare la propria salute.Su oltre 24mila segnalazioni giunte nel 2013 ai PIT salute nazionale e regionali e alle sedi locali del Tribunale per i diritti del malato, quasi un quarto (23,7%, +5,3% rispetto al 2012) riguarda le difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie determinate da liste di attesa (58,3%, -16% sul 2012), peso dei ticket (31,4%, +21%) e dall’intramoenia insostenibile (10,1%, – 5,3%). Dunque, quello che allontana sempre più i cittadini dalle cure e dalla sanità pubblica è il peso dei ticket: obbligati a “sopportare” la lista di attesa si rinuncia all’intramoenia troppo costosa, e il ticket proprio non va giù.«I cittadini oggi hanno bisogno di un SSN pubblico forte, che offra le risposte giuste al momento giusto e che non aggravi la situazione difficile dei redditi familiari. È un punto di partenza imprescindibile per impostare la cura appropriata per il SSN, che non può essere messa a punto senza il coinvolgimento delle organizzazioni dei cittadini», ha spiegato Tonino Aceti, Coordinatore Nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva, «Dobbiamo innanzitutto ridurre i ticket, scongiurare nuovi tagli al Fondo Sanitario Nazionale e governare seriamente i tempi di attesa di tutte le prestazioni sanitarie, e non solo di alcune come accade ora, mettendo nero su bianco un nuovo Piano di Governo dei tempi di attesa, fermo al 2012. E ancora, affrontare l’affanno che ospedali e servizi territoriali stanno vivendo: per questo accanto agli standard ospedalieri, è necessario procedere subito con quelli di personale e definire gli standard nazionali dell’assistenza territoriale, non previsti neanche dal recente Patto per la Salute. Infine, non per ordine di importanza, è fondamentale agire seriamente sui LEA, aggiornandoli dopo 14 anni, oltre che strutturare e implementare un nuovo sistema di monitoraggio che fotografi la reale accessibilità degli stessi per i cittadini. Non riusciamo a capire come sia possibile che per il Ministero della Salute le regioni stiano migliorando nella capacità di erogare i LEA, mentre aumentano le difficoltà di accesso per cittadini: il sistema di monitoraggio non sembra fotografare la realtà vissuta dalle persone. Per questo chiediamo che i rappresentanti delle Organizzazioni dei cittadini entrino a far parte formalmente del Comitato di verifica dei LEA. La revisione in atto della normativa sui ticket e dei LEA, stando ad indiscrezioni, profila un gioco al ribasso per i diritti dei cittadini. Per questo le misure devono essere oggetto di confronto e consultazione pubblica».

Fonte: Cittadinanzattiva – Rapporto PiT Salute 2014

Il secondo ostacolo all’accesso alle prestazioni è rappresentato dal problema dei ticket, in forte aumento di più di 20 punti in percentuale dal 10,3% del 2012 al 31,4% del 2013. In questo ambito, quasi la metà (44%) dei cittadini contatta Cittadinanzattiva per i costi elevati e gli aumenti dei ticket per specialistica e diagnostica, il 34,4% per avere informazioni sull’esenzione dal ticket, il 12,9% sul perché alcune prestazioni siano erogate a costo pieno (e non solo con il ticket) e l’8,6% sulla mancata applicazione dell’esenzione.
Si risentono, quindi, gli effetti dei tagli alla spesa pubblica degli ultimi anni, con politiche sia nazionali che locali che sono andate nella medesima direzione, assottigliando sempre più l’offerta e le garanzie ed esponendo i cittadini a rischi maggiori in termini di mancata presa in carico.

Al secondo posto, come da grafico sopra riportato, le segnalazioni sulla grave situazione dell’assistenza territoriale (15,6%, in lieve aumento rispetto all’anno precedente); in particolare l’assistenza ricevuta da medici di base e pediatri di libera scelta (il 25,7% delle segnalazioni, +2,3%), soprattutto perché i cittadini si vedono negata una visita a domicilio o il rilascio di una prescrizione; la riabilitazione (20,3%, +6,7%), in particolare per i disagi legati alla mancanza o scarsa qualità dei servizio in ospedale o alla difficoltà nell’attivazione di quello a domicilio; l’assistenza residenziale (17,3%, invariato rispetto al 2012).

Per scaricare il Rapporto clicca qui

Fonte: vita.it

  • Articolo pubblicato il 8 Ottobre 2014
Nasce il “teacher assistant” per favorire l'apprendimento linguistico

A partire dal 26 settembre, per celebrare la Giornata Europea delle Lingue, in molte classi del Piemonte ha fatto il suo ingresso una figura nuova nella scuola italiana: il “teacher assistant”, un assistente linguistico madrelingua che avrà la funzione di assistere e supportare le lezioni nelle lingue straniere.itisexam
Il progetto, ancora in via sperimentale, è partito l’anno scorso e si propone soprattutto come “esca” per invogliare il Ministero dell’Istruzione a coinvolgere le altre regioni nella stessa iniziativa. Il ministro Stefania Giannini, promotrice dell’iniziativa, ha dichiarato il bilinguismo (o multilinguismo) un elemento talmente diffuso da richiedere necessariamente un’operazione di adeguamento del sistema scolastico. “Il nostro Stato non può più tirarsi indietro” ha osservato il ministro durante una conferenza stampa a Palazzo Vecchio a Firenze, in occasione della Giornata Europea delle Lingue. I dati rivelano che il 50% dei cittadini europei dichiara di utilizzare spesso una seconda lingua, e la scuola primaria deve allungare il passo in questo processo di evoluzione garantendo un insegnamento diffuso delle lingue straniere. Il progetto piemontese è pensato e realizzato in collaborazione con il Wep, World education program, l’organizzazione che ogni anno segue circa 3000 ragazzi che lasciano l’Italia per partire verso 65 Paesi stranieri. Quando lo scorso anno la scuola ha sottoposto l’idea ai genitori degli studenti questi sono stati tanto entusiasti da proporsi per ospitare gli studenti stranieri in arrivo in Italia in scambio con gli italiani.  Le scuole accolgono reciprocamente i ragazzi inserendoli nel proprio orario scolastico, nelle ore di inglese, tedesco, francese e cinese, dove la loro mediazione tra insegnanti e studenti è da subito proficua. L’esito è sempre positivo: studenti italiani e “studenti – teachers” stranieri stringono legami solidi nei loro mesi di permanenza, nella maggior parte dei casi motivando e incuriosendo gli italiani a imparare una nuova lingua. Per ora l’iniziativa è riservata agli istituti superiori ma potrebbe essere estesa in futuro anche alle scuole elementari, dove gli alunni sono particolarmente recettivi e imparano con maggiore disponibilità nuove lingue.
Giannini riferisce che dopo l’introduzione della seconda lingua nella seconda elementare il Governo potrebbe scegliere in un futuro prossimo di anticiparla alla prima, anche se questo richiederebbe una formazione e certificazione in più dei docenti. È richiesta infatti una competenza più alta  e nell’insegnamento delle materie curricolari, ma anche, e soprattutto, nelle lingue straniere. I sindacati per ora si dicono scettici e spingono in primo luogo per reintrodurre il modello di scuola elementare precedente alla riforma Gelmini che prevedeva tempo pieno e compresenze.
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Fonte: dirittisociali.org

  • Articolo pubblicato il 7 Ottobre 2014
Regione Lazio: proposte progettuali per la promozione del sistema produttivo regionale – Programma di interventi 2014

regionelazioBando: L.R. n. 5 del 2008 “Disciplina degli interventi regionali a sostegno dell’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese del Lazio”

Obiettivi: Rafforzare l’internazionalizzazione dei comparti produttivi del territorio regionale attraverso azioni che:

  • Favoriscano processi di aggregazione e di cooperazione;
  • Rafforzino le competenze organizzative e di marketing delle imprese laziali;
  • Accompagnino le imprese regionali nei percorsi di identificazione dei mercati e di qualificazione dell’offerta.

Per garantire il successo delle iniziative, le proposte progettuali dovranno essere caratterizzate da elevata qualità ed essere volte a promuovere i sistemi produttivi regionali e le filiere ad essi connesse nell’ambito delle iniziative stimate come prioritarie rispetto al Programma di interventi 2014.

Contributo massimo per progetto: 100 o 200 mila euro a seconda del destinatario.

Possono presentare domanda di cofinanziamento regionale:

A. soggetti costituenti il sistema camerale italiano ai sensi dell’art. 1, comma 2 della legge 29 dicembre 1993, n. 580 e successive modificazioni e integrazioni;

B. enti e organismi rappresentativi o portatori di interessi diffusi e collettivi del sistema delle imprese regionali che non abbiano finalità di lucro e che non svolgano attività in regime di libera concorrenza, costituiti da imprese e/o associazioni e/o consorzi.

L’ente proponente deve garantire l’impiego di proprie risorse organizzative umane e strumentali.

Contributo massimo per progetto:

  • Soggetti al precedente punto A. fino ad un massimo di 200.000 euro;
  • Soggetti al precedente punto B. fino ad un massimo di 100.000 euro.

Interventi ammissibili:

Progetti di promozione realizzati successivamente alla data di approvazione delle linee guida regionali (DGR n. 110 del 13/03/2014) sul territorio regionale o all’estero finalizzati a creare le condizioni per lo sviluppo internazionale dei sistemi di imprese, favorire processi di aggregazione e di cooperazione, rafforzando  le competenze organizzative e di marketing delle imprese (almeno 10), con riferimento ai seguenti percorsi:

  • Progetti  Integrati verso Mediterraneo e Americhe;
  • Diplomazie Economiche: Mediterraneo Allargato, Russia ed Estremo Oriente;
  • Progetto Anno del Turismo Italia-Russia;
  • Progetti Interregionali: Africa Sub Sahariana, Cina, Russia e Emirati Arabi Uniti;
  • Partecipazione Collettiva a Fiere Internazionali

Le domande

Le domande dovranno essere presentate dalle ore 9,00 del 16/09/2014 alle ore 18,00 del 31/10/2014.

Fonte: synagosrl.com

  • Articolo pubblicato il 6 Ottobre 2014

cover-120x120_cPresentato a Roma dell’Atlante delle mafie, progetto editoriale pubblicato da Rubbettino con il contributo della Fondazione Unipolis. “Abbiamo ragionato sul successo delle mafie, su come superare la visione che individua nel meridione la diffusione del fenomeno mafioso, perché ora la ‘ndrangheta al nord non è infiltrata ma è radicata”: Francesco Forgione, ex presidente della Commissione parlamentare Antimafia e curatore dell’Atlante. “Al nord le mafie hanno occupato spazi economici, sociali, culturali, di relazioni politiche e istituzionali”, ha detto. “Dietro alla costruzione della paura verso i migranti, si è nascosta ‘ndrangheta a cui sono state consegnate le Asl, e una parte del sistema di imprese”, ha sottolineato: “Gli uomini delle cosche che agiscono in Lombardia oggi, come emerge anche dall’inchiesta “Crimine Infinito”, sono gli stessi nomi che ritroviamo nei processi degli anni ’80 e ’90, istruiti da Armando Spataro”, “semplicemente la politica e le istituzioni hanno fatto finta di non vedere e di non sentire”. “Mentre la ‘ndrangheta mangiava pezzi delle istituzioni, la politica gli consegnava le Asl e intere fette di mercato elettorale”.

Il presidente di Unipol Pierluigi Stefanini ha ribadito che l’Atlante, “che analizza la sofisticazione del fenomeno mafioso” è un contributo “per contrastare l’idea superficiale che la mafia esista solo in alcune parti del paese”, e rafforza “la consapevolezza della necessità di un intervento in particolare in ambito economico. Si può fare come mostrano le cooperative che lavorano sui beni confiscati”.

Isaia Sales, tra i curatori del volume, ha voluto sottolineare il ruolo della criminalità organizzata come “coadiuvante dei meccanismi sociali dell’Italia che si è formata”: “Hanno avuto collegamenti con le mafie 7 Presidenti Consiglio, 3 Ministri dell’Interno, 2 capi della Polizia, 2 Presidenti della Repubblica”.”Nel G8 almeno 5 paesi hanno avuto rapporti con le mafie”, ha detto citando Usa, Francia, Germania, Giappone, oltre all’Italia. “Non è un problema di arretratezza, ha aggiunto, faceva comodo ignorare il ruolo economico delle mafie”.

“Una parte delle organizzazioni mafiose hanno la capacità di emergere nella società in modo legale e pulito, non solo nel riciclaggio, in modo tale che è difficile aggredire i capitali”, ha detto l’altro Enzo Ciconte, terzo curatore del volume, affermando come sia necessario “guardare alla capacità di adattamento dell’organizzazione mafiosa”: “Dopo le stragi eccellenti dei primi ’90 , è finito l’allarme sociale”.

La mafia nella legge

“La legislazione per combattere la mafia è di settore, ma l’Atlante delle Mafie mostra che la criminalità organizzata ha saltato il confine”. Così Rosi Bindi, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, è intervenuta alla presentazione della seconda edizione del volume che mappa la criminalità organizzata, edito da Rubbettino con il contributo della Fondazione Unipolis, lo scorso 30 settembre alla Camera dei Deputati. Per la presidente della Commissione Parlamentare Antimafia la criminalità organizzata si è inserita sempre più nel lavoro, che è “il tema caldo del paese” oggi. “La mafia che si fa addirittura impresa pubblica”, ha sottolineato ricordando la vicenda Italgas, “società pubblica che è oggi in amministrazione giudiziaria per aver fatto lavorare le imprese Ciancimino per fare la rete gas del Paese”, “e tuttavia non se ne vuole parlare”. “Siamo deboli su corruzione, riciclaggio, contratti e appalti”, ha detto, “sono queste le leggi che stiamo aspettando”. Grave per la presidente della Commissione Antimafia “calcolare nel Pil quanto viene dall’economia criminale”: “È una forma di cedimento culturale dell’Europa nei confronti dell’espansione dell’economia criminale”. Bindi ha infine fatto un appello all’utilizzo di codici etici nelle elezioni amministrative, auspicando che candidati rinviati a giudizio per reati con aggravante mafiosa e reati spia, dovrebbero essere esclusi.

Giuseppe Pignatone, attuale procuratore di Roma ed ex procuratore capo di Palermo e di Reggio Calabria, che ha contribuito con un saggio su mafia e ‘ndrangheta alla scrittura dell’Atlante delle Mafie, ha evidenziato la similitudine del comportamento mafioso usato a Roma con quello del meridione: “Dagli atti del processo di Ostia emerge la preoccupazione del fatto di essere rispettati solo per paura”, ha sottolineato il magistrato “la stessa preoccupazione si trova anche in Sicilia, dove si vuole essere rispettati a prescindere dal timore che si incute”. “Vedere le mafie come strutture chiuse, rigide e autonome, secondo il magistrato impedisce di comprendere “il loro punto di forza che è la commistione con la politica e gli affari”.

Redazione (Fonte: Redattore Sociale)

Fonte: nelpaese.it

  • Articolo pubblicato il 6 Ottobre 2014

ico_europa_mario_campliVenerdì 17 ottobre, ore 14.30 – 16.00, nel Salone dell’Editoria Sociale – VI Edizione, Roma Porta Futuro Via Galvani 108 (Testaccio), Sala B Forum del Terzo Settore Lazio, si svolgerà la Presentazione del libro “EUROPA. Ragazze e ragazzi riscriviamo il sogno europeo” di Mario Campli, Marotta&Cafiero 2014.
itisexam.com

Alla presenza dell’autore intervengono Maria Immacolata Macioti, Sapienza Università di Roma, Antonio Pascale, scrittore.

Modera Alfonso Pascale, Comitato Scientifico Forum Terzo Settore Lazio.

Nella forma del dialogo a più voci, il libro ripercorre un tratto delle strade della cittadinanza, dell’uguaglianza e dell’integrazione tra le persone, le culture, gli Stati, evocando il significato dei concetti e le realtà di vita degli individui e delle comunità.
In tale quadro si dà conto anche della recente attenzione all’agricoltura sociale da parte delle istituzioni comunitarie, maturata sotto l’intelligente stimolo dello stesso autore del libro nella sua veste di membro del Comitato economico e sociale europeo.
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  • Articolo pubblicato il 1 Ottobre 2014

I ragazzi di oggi sono al centro di statistiche, allarmi, paure, ansie. Ma qualcuno li ascolta davvero? Lo studio CRESCERE lo ha fatto e continuerà a farlo, con l’obiettivo di indagare la normalità e la quotidianità dei dodicenni di oggi, con uno sguardo a tutto tondo. Soni quasi cinquecento i ragazzi della provincia di Padova e del comune di Rovigo protagonisti dell’indagine, con le loro famiglie.

Nel corso del convegno “Il benessere e la crescita dei nostri ragazzi” (27 settembre), sono stati presentati a Padova i risultati della prima annualità dello studio, realizzato dalla Fondazione Zancan con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con il De Leo Fund, la Fondazione Città della Speranza, la Fondazione Bortignon e l’Oic, con il patrocinio dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e il sostegno dell’Ufficio del Pubblico Tutore dei minori del Veneto. Allo studio collaborano 84 Comuni della provincia di Padova, il Comune di Rovigo e l’azienda Ulss 16.

Conclusa la prima annualità il progetto non si esaurisce, anzi: i ragazzi infatti saranno “monitorati” fino al compimento del 18° anno di età. Questo consentirà non solo di avere una fotografia del loro presente, ma di poter anche seguire la loro crescita e i cambiamenti nel tempo. “Serve un allenamento all’ascolto – ha detto il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato -. Noi abbiamo cercato di farlo, in modo delicato e discreto, e abbiamo percepito l’emozione dei ragazzi nell’essere ascoltati”. Lo studio, aggiunge il direttore, “è una grande opera sociale che fornisce un patrimonio di conoscenza che non teniamo per noi, ma che restituiamo alla comunità mettendolo a disposizione dei ragazzi stessi, delle famiglie, delle istituzioni, delle scuole, di tutti coloro che gravitano intorno all’infanzia. Di questi dati dovremo far tesoro”.

“Il grande valore aggiunto di questo progetto è che è uno studio non sul disagio ma sulla normalità, che ci fornisce informazioni utili per una seria programmazione sociale, nell’ottica di una prevenzione non emergenziale” ha sottolineato l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Padova Alessandra Brunetti. E il Pubblico tutore dei minori del Veneto Aurea Dissegna ha aggiunto: “Siamo talmente abituati a parlare di problemi, difficoltà e disagio che a volte fa perdere il profilo della buona crescita. Questi percorsi di normalità subiscono due minacce forti: da parte del contesto sociale incerto e di una generazione di genitori molto fragile sul versante educativo, che sconfina anche sul fronte affettivo. Cogliere la quotidianità può aiutarci a individuare le determinanti positive per uno sviluppo equilibrato”. Matteo Segafredo, Fondazione Cariparo, ha sottolineato: “Questo studio ha lo scopo di accompagnare i ragazzi, di non lasciarli soli, affinchè non rinuncino a capire il loro presente e a orientarsi nelle scelte per la loro vita”.

ALCUNI DATI

Nel corso del convegno sono stati approfonditi alcuni aspetti emersi dallo studio. Il rapporto con i genitori, ad esempio, è positivo: per 6 ragazzi su dieci è facile parlare con il padre e 8 su dieci parlano facilmente con la madre. Quasi tutti sono soddisfatti dei loro genitori e non vorrebbero cambiarli. Il 77% è soddisfatto della propria vita, il 22,2% lo è così così e meno dell’1% si dichiara insoddisfatto.

Sul totale del campione, l’8% sono ragazzi con cittadinanza straniera. I questionari evidenziano una stretta relazione tra la provenienza del ragazzo e la cittadinanza degli amici che frequenta: tra i ragazzi italiani, due su tre dichiarano di frequentare nel loro tempo libero soltanto italiani. Nelle classi in cui ci sono sia italiani sia stranieri, ma in prevalenza italiani, la proporzione di chi frequenta solo italiani scende al 59%. Ancora più bassa tra chi è in classi a maggioranza straniera (13%).

Dallo studio emerge che due dodicenni su tre apprezzano la scuola: piace “molto” al 10,3%, “abbastanza” al 55,8% mentre al 27,3% “non piace tanto” e al 6,7% “non piace per niente”. Oltre la metà del campione (60,9%) afferma di sentirsi “un po’ stressato” per il lavoro che fa a scuola, mentre il 23,2% lo è “abbastanza” e il 4,3% molto. La maggioranza degli studenti valuta in modo positivo i propri insegnanti: il 66,3% dichiara di sentirsi trattato in modo giusto, il 58,2% si sente incoraggiato a esprimere il proprio punto di vista. Il 67,4 %si dice d’accorso sul fatto che “quando ho bisogno di aiuto supplementare dagli insegnanti, posso riceverlo”

Anche il rapporto con i compagni di classe è sostanzialmente buono: il 66,6% ritiene i compagni gentili e disponibili e la stragrande maggioranza (80%) si ritiene accettato per quello che è. Tuttavia, il 65% dei ragazzi afferma di aver subìto almeno una forma di bullismo negli ultimi 6 mesi, mentre il 52% ammette di averli compiuti. Le forme più frequenti di bullismo sono di tipo verbale: insulti, offese, prese in giro, falsità. Il 49% dichiara di «essere stato insultato, offeso o preso in giro» almeno una volta negli ultimi sei mesi. Il 7% «tutti i giorni o quasi». Il bullismo relazionale colpisce 1 ragazzo su 3,  che dice di essere stato «escluso o ignorato dal gruppo».

Ai ragazzi è stato chiesto anche del loro rapporto con l’alcol. L’11,5% ammette di aver consumato alcolici negli ultimi 12 mesi, mentre il 3,7% di averne consumato in passato. L’8% dei ragazzi dichiara di essersi ubriacato almeno una volta nella vita, di cui il 2% più di qualche volta. Tra i ragazzi che bevono, il 70% sono maschi e il 30% sono femmine. La bevanda alcolica più consumata è il vino, seguito da birra, spritz e superalcolici: il 74% dei ragazzi infatti dichiara attualmente di bere vino, il 60% afferma di bere birra. Il consumo di bevande alcoliche avviene principalmente in casa, ad esempio durante i pasti, infatti il 62% dei ragazzi dichiara di bere solamente a casa. “Questi dati offrono spunti di riflessione interessanti – ha commentato il direttore Vecchiato -. Il consumo di alcolici è basso, direi fisiologico. Ed è significativo che avvenga soprattutto a casa, in famiglia quindi sotto il controllo genitoriale”.

Solo l’1,1% dei ragazzi dichiara di aver fumato tabacco negli ultimi 12 mesi, l’1,6% di aver fumato in passato e il 97,2% di non aver mai fumato. Il 60% dei fumatori sono maschi, il 40% femmine. Il 40% di chi fuma ammette di fumare qualche volta al mese, nessuno fuma tutti i giorni o tutte le settimane.

Fonte: fondazionezancan.it

  • Articolo pubblicato il 26 Settembre 2014

Bobba con i referenti reti associativeSi è tenuto lo scorso 24 settembre l’incontro fra i rappresentanti delle reti nazionali – Rete Iter, CNCA, CGM Gruppo cooperativo, CSVnet, Federazione CEMEA, Politichegiovanili.it e GAI – e il Sottosegretario On. Luigi Bobba per definire un piano di lavoro comune sulle politiche giovanili.

Il Sottosegretario, accompagnato dal Capo Dipartimento Gioventù e Servizio Civile, Cons. Calogero Mauceri e dal Direttore dell’Agenzia Nazionale per i Giovani, Giacomo D’Arrigo, ha condiviso l’impostazione del documento presentato dalle reti indicando come prossimi passi:

  • l’apertura di un Tavolo di lavoro con le reti nazionali attive nel campo della gioventù per la definizione di un percorso condiviso e comune anche in vista della stesura e del lancio di un Piano Nazionale Giovani;
  • l’organizzazione della prima Conferenza Nazionale per i Giovani e lo sviluppo del Paese.

L’On. Bobba ha fissato un prossimo incontro con le reti per vagliare misure specifiche rivolte ai giovani all’interno della programmazione dei fondi strutturali europei 2014 – 2020 e si è reso disponibile ad approfondire proposte operative sui Piani Locali per il Lavoro dei Giovani, che grazie a percorsi di mediazione sociale condivisa aumentino l’accesso di giovani, aziende e altri potenziali datori di lavoro al Programma Garanzia Giovani.
Il Sottosegretario ha infine ricordato che, nell’ambito delle deleghe a lui attribuite e con specifico riferimento alla formazione, ha già avviato presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, un “importante progetto per la certificazione delle competenze dei volontari in servizio civile che consentirà, fra l’altro, la valorizzazione delle buone prassi realizzate dalle reti sui diversi territori”.

Per scaricare il documento presentato dalle reti nell’incontro con il Sottosegretario Bobba clicca qui.

 

Breve presentazione delle reti che hanno partecipato all’incontro

Rete ITER – www.reteiter.it
È un’associazione senza scopo di lucro, costituita da 35 soci, in 12 Regioni, che coinvolgono complessivamente 65 Comuni e 7 Enti no profit. Ha promosso la nascita del primo ministero per le Politiche Giovanili e del Fondo Nazionale e ha contribuito alla sperimentazione nazionale dei Piani Locali Giovani. In questo contesto, da allora e fino a oggi ha fornito assistenza tecnica a progetti sperimentali per la maggior parte finanziati attraverso ANCI. Con questo ha perseguito la sua principale finalità: l’innovazione delle politiche a favore dei giovani cittadini. Si propone di promuovere l’autonomia e la partecipazione dei giovani, in una visione delle politiche giovanili come dello sviluppo, dell’autonomia e della cittadinanza.

Da anni Rete Iter si occupa di politiche giovanili su scala nazionale. A Roma, con l’Associazione OASI (socio di Rete Iter) e l’Università LUMSA, sta realizzando il “Progetto di ricerca-intervento volto allo sviluppo del sistema cittadino dei centri di aggregazione per adolescenti” (www.retecag.oasisociale.it) intervento promosso dal Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici di Roma Capitale con i fondi della Legge 285/97.

Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza – CNCA – www.cnca.it
Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) è una Associazione di promozione sociale organizzata in 17 federazioni regionali a cui aderiscono circa 250 organizzazioni presenti in quasi tutte le regioni d’Italia, fra cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, associazioni di volontariato, enti religiosi. È presente in tutti i settori del disagio e dell’emarginazione, con l’intento di promuovere diritti di cittadinanza e benessere sociale. Complessivamente in un anno i gruppi associati alla Federazione si fanno carico di 4.000 nuclei familiari e 45.000 persone, mentre entrano in contatto con 20.000 famiglie e 153.000 persone. L’orizzonte di riferimento di tale impegno è la costruzione di “comunità accoglienti”, capaci di accompagnare, condividere, sostenere la vita delle persone, in particolare di quelle che più faticano.

Consorzio Gino Mattarelli Gruppo Cooperativo – CGM – www.consorziocgm.org
Nato nel 1987, costituisce la più grande rete italiana di imprese sociali. Con le sue oltre 10.000 unità operative di servizi presenti in tutte le regioni, 70 province, 5.000 comuni il Gruppo CGM rappresenta la più articolata rete organizzata in forma non profit presente in Italia di servizi alla persona offerti direttamente ai cittadini per il 40% e in collaborazione con gli enti locali per il restante 60%. CGM si struttura come un’istituzione di comunità, vicina ai cittadini, capace di assicurare servizi di qualità, che trovano in marchi settoriali la loro garanzia e che sono contemporaneamente accessibili anche alle persone meno abbienti. In quest’ottica nasce nel 2005 il gruppo cooperativo CGM, di cui CGM è capogruppo e di cui fanno parte 5 società specializzate: Comunità Solidali, Consorzio Mestieri, Luoghi per Crescere, Accordi e CGM Finance.

Rete Politichegiovanili.it – www.politichegiovanili.it
È una Rete Informativa sostenuta attivamente da 9 organizzazioni partner in altrettante regioni che condividono scelte strategiche rispetto allo sviluppo di una azione promozionale e divulgativa a favore delle politiche giovanili e degli interventi per la gioventù avendo come modello ciò che in Europa sono definite “organisations for youth”. È, principalmente, una net agency che ricerca, raccoglie ed informa sulle politiche giovanili e sugli interventi per la gioventù (youth work) attivati in Italia nel corso del tempo, contribuendo alla loro promozione e divulgazione. Inoltre Politichegiovanili.it partecipa attivamente ad altre reti: per esempio Associanimazione del cui Direttivo è membro.

Federazione Italiana dei Centri di Esercitazione dei Metodi di Educazione Attiva – CEMEA – www.cemea.it
E’ un movimento di educatori, medici, operatori sociali sorto in Francia nel 1937 con lo scopo di promuovere i metodi ed i principi dell’educazione attiva. Lo strumento fondamentale individuato per la realizzazione di tale progetto era la formazione degli educatori. Oggi, come allora, la formazione è strettamente collegata con l’azione concreta sul terreno della pratica educativa. La Federazione Internazionale è membro dell’UNESCO, con statuto B, in quanto ONG riconosciuta dal Consiglio d’Europa. Fa parte inoltre del Forum Europeén pour la Jeunesse a Bruxelles. In Italia, i CEMEA sono stati fondati nel 1950 e sono oggi riuniti in una Federazione Nazionale cui Presidenti sono stati, tra gli altri, Lamberto Borghi, Andrea Canevaro ed oggi Clotilde Pontecorvo. In questo momento, la federazione è costituita da10 Centri Regionali.

Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato – CSVnet – www.csvnet.it
CSVnet nasce l’11 gennaio 2003 e, ad oggi, riunisce e rappresenta 76 Centri di Servizio per il Volontariato presenti in Italia.
CSVnet si ispira ai principi di solidarietà, democrazia e pluralismo e alla Carta dei valori del volontariato e ha fatto propri i principi espressi dalla Carta della rappresentanza.
La sua azione si propone di rafforzare la collaborazione, lo scambio d’esperienze, di competenze e di servizi fra i CSV per meglio realizzarne le finalità istituzionali, nel rispetto della loro autonomia. È uno strumento di collaborazione e confronto permanente per le tematiche di impegno dei CSV. Fornisce servizi di formazione, consulenza, sostegno e accompagnamento ai CSV soci.
I CSV sono presenti in tutte le regioni italiane, articolati in 331 sportelli. Finanziati dalle Fondazioni di origine bancaria offrono servizi di consulenza, formazione, progettazione e promozione del volontariato, in modo particolare verso i giovani.

Giovani Artisti Italiani – GAI – www.giovaniartisti.it
L’Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani è un organismo che raccoglie ad oggi 35 Amministrazioni locali (Comuni, Province, Regioni) allo scopo di sostenere la creatività giovanile attraverso iniziative di formazione, promozione e ricerca. Il circuito GAI, presente già dal 1989, si é dato una forma giuridica che gli permette di coordinare con più efficacia i propri programmi e di raccogliere risorse nuove attraverso la collaborazione di soggetti pubblici e privati.
L’Associazione si prefigge di documentare attività, offrire servizi, organizzare opportunità formative e promozionali a favore dei giovani che operano nei campi della creatività, delle arti e dello spettacolo. Questo attraverso iniziative permanenti o temporanee che favoriscano la circolazione di informazioni e di eventi, sia a livello nazionale sia internazionale, incentivando il rapporto tra la produzione artistica giovanile e il mercato.

  • Articolo pubblicato il 24 Settembre 2014

L’Amministrazione Capitolina promuove una campagna per il mantenimento e l’incremento del patrimonio verde di Roma, mediante il progetto “Dona un albero a Roma”. Tutti possono partecipare, cittadini romani o i tantissimi visitatori italiani e stranieri e tutti possono donare un albero alla città dedicandolo a una persona o in ricordo di un avvenimento speciale.
Da lunedì 22 settembre e fino giovedì 30 ottobre 2014, sarà promosso un concorso di idee tra gli alunni delle scuole primarie romane per la creazione e la scelta del logo definitivo che contraddistinguerà il progetto. Le diverse proposte saranno raccolte online e il logo premiato costituirà la veste definitiva dell’iniziativa.
A partire dal 6 ottobre 2014, al costo di 250 euro si potrà donare un albero tra quelli che normalmente sono presenti nelle aree a verde di Roma Capitale, scegliendo anche l’area, tra quelle selezionate dai Municipi, dove metterla a dimora. La U.O Gestione Verde Pubblico metterà si impegna nella messa a dimora dell’essenza arborea, della manutenzione e della eventuale sostituzione in caso di non attecchimento. Nei prossimi giorni saranno pubblicate le modalità di adesione al progetto e le aree municipali individuate per le piantumazioni.

Deliberazione G.C. n. 252 dell’8 agosto 2014

La donazione può essere presentata in qualsiasi periodo dell’anno, ma le piantumazioni – per motivi agronomici – avverranno solo nella stagione autunno –inverno.

Dopo essere stato piantato l’albero sarà iscritto nel registro delle donazioni di alberi, istituito presso il Servizio Alberate della Gestione Verde Pubblico. Al donatore verrà rilasciato un attestato, con la data della messa a dimora, l’ubicazione e la specie d’albero.

Fonte: comune.roma.it