Riforma Terzo Settore. Gli ultimi decreti: 5×1000, impresa sociale e Registro unico

La Riforma del Terzo Settore finalmente al via. Dal Consiglio dei Ministri gli ultimi decreti attuativi. Ecco cosa cambia per 5 per mille, impresa sociale e con il Codice unico del Terzo Settore.

Riforma Terzo Settore, approvati i decreti attuativiÈ passato più di un anno dall’approvazione della Riforma, ma ora l’iter per l’emanazione dei decreti attuativi è terminato. La riforma del Terzo Settore è realtà. Il Consiglio dei Ministri ha posto gli ultimi tasselli, dopo l’approvazione del decreto che istituisce il Servizio Civile Universale, normando nel dettaglio l’impresa sociale, le modalità di richiesta del 5 per 1000, il Registro Unico Nazionale e, quindi, il Codice Unico del Terzo Settore.

Codice Unico del Terzo Settore

Sono state varate una serie di norme in materia fiscale che regolamentano gli enti del terzo settore. Le associazioni dovranno adeguarsi a tali norme entro un anno dall’entrata in vigore dei decreti attuativi (quindi, entro il 28 giugno 2018).

Viene data una definizione di Terzo settore, all’interno del quale rientrano:

  • organizzazioni di volontariato
  • associazioni di promozione sociale
  • enti filantropici
  • imprese sociali, incluse le cooperative sociali
  • reti associative
  • società di mutuo soccorso
  • ogni altro ente costituito in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, o di fondazione per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento di una o più attività di interesse generale in forma volontaria e di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi.

Registro Unico del Terzo Settore

Presso le regioni, ma attraverso una piattaforma nazionale, sarà istituito il Registro Unico del Terzo Settore, attraverso la cui iscrizione sarà possibile domandare l’accesso al Fondo progetti, al cinque per mille, agli incentivi fiscali.

Gli enti del Terzo settore sono tenuti all’adeguamento degli statuti e all’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore. A seconda della dimensione, gli enti sono tenuti a pubblicare sul proprio sito il bilancio sociale, compensi o corrispettivi dei componenti degli organi di amministrazione e controllo, ai dirigenti e agli associati.

5 per 1000

Viene completata la riforma dell’istituto avviata con la legge di bilancio del 2015 che per la prima volta aveva destinato risorse in maniera stabile. Sono 500 milioni che vanno a coprire le scelte che i contribuenti fanno in sede di dichiarazione dei redditi. Vengono introdotte delle modalità per la razionalizzazione e la revisione dei criteri di accreditamento dei soggetti beneficiari e dei requisiti per l’accesso al beneficio, la semplificazione e accelerazione delle procedure per il calcolo e l’erogazione dei contributi spettanti, nonché l’introduzione di obblighi di pubblicità delle risorse erogate, attraverso un sistema improntato alla massima trasparenza. Il 5×1000 si estende a tutti gli enti iscritti nel Registro unico nazionale. i soggetti beneficiari e le amministrazioni sono tenuti ad una serie di obblighi di trasparenza rendendo noto la destinazione di queste risorse.

Impresa sociale

Possono trasformarsi in impresa sociale tutte le organizzazioni private che esercitano in via stabile e principale un’attività d’impresa di interesse generale, senza scopo di lucro e per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, adottando modalità di gestione responsabili e trasparenti e favorendo il più ampio coinvolgimento dei lavoratori, degli utenti e di altri soggetti interessati alle loro attività. Non possono diventare imprese sociali le amministrazioni pubbliche e le organizzazioni i cui atti costitutivi limitino ai propri soci (o associati) l’erogazione di beni e servizi. La legge amplia gli ambiti di intervento dell’impresa sociale. Tra tali attività sono incluse: le prestazioni sanitarie riconducibili ai Livelli essenziali di assistenza; i servizi finalizzati alla salvaguardia e al miglioramento delle condizioni dell’ambiente; gli interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio; la ricerca scientifica di particolare interesse sociale; la formazione extra-scolastica, finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica e al successo scolastico e formativo; la cooperazione allo sviluppo; il commercio equo e solidale; il microcredito; l’agricoltura sociale e l’organizzazione e la gestione di attività sportive dilettantistiche. L’attività di impresa di interesse generale deve essere svolta “in via principale”, ossia deve generare almeno il 70% dei ricavi complessivi.

Per entrare nel dettaglio di questa parte della riforma, vi invitiamo a consultare le misure contenute nel decreto legge 112 del 3 luglio 2017

Dotazione finanziaria

La legge ha una dotazione finanziaria 190 milioni, di cui 160 milioni a copertura delle misure fiscali e tributarie di favore. Le altre risorse sono destinati per potenziare i Centri di servizio per il volontariato, a istituire il Registro unico del Terzo settore e al fondo per il Servizio civile.

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  • Articolo pubblicato il 30 Giugno 2017