Dall’inizio del 2017 l’Italia è l’unico paese europeo senza una misura per il contrasto della povertà assoluta. Un decreto potrebbe velocizzare il cammino verso la nascita del Reddito di inclusione sociale.
Condividevamo, storicamente, questo triste primato insieme alla Grecia. Ma dal 1 gennaio 2017 anche il paese ellenico ha una legge per il sostegno dei cittadini che versano in condizione di povertà assoluta. Alleanza contro la povertà fa da tempo una forte pressione affinché venga proposta al più presto una legge delega e nasca un Piano nazionale per il contrasto alla povertà. In questo scenario che ha aperto il nuovo anno è intervenuto Maurizio Martino, il confermato Ministro delle politiche agricole, per chiedere di accelerare l’iter che porterà l’esperienza del SIA, il Sostegno all’inclusione attiva nato a luglio, ad evolversi nel REIS, il Reddito di inclusione sociale.
Cos’è il Reddito di inclusione sociale? Si tratta di un sostegno riservato alle famiglie che vivono sotto la soglia di povertà. Come spiega il sito ForexInfo, questa misura progettata dalla Caritas e dalle Acli, prevede l’introduzione di un’indennità per tutte le famiglie che risiedono in Italia da almeno 12 mesi. L’importo di tale indennità sarebbe pari alla differenza tra il reddito percepito dai beneficiari e il reddito indicato dall’Istat come soglia di povertà. Il reddito di inclusione sociale non consiste solamente nell’erogazione di denaro, ma anche in quella di servizi assistenziali gratuiti.
Inoltre, in continuità con il SIA, questa misura prevede anche dei servizi da garantire in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale: progetti personalizzati di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa, da elaborare e gestire in collaborazione con le amministrazioni locali sulla base delle effettive esigenze degli interessati.
Chi può beneficiarne? I quattro milioni e 600mila persone considerate dall’Istat al di sotto della soglia di povertà sono la platea di riferimento per identificare i beneficiari. Saranno individuati sulla base dell’indice ISEE. È concessa la priorità alle famiglie con figli minori o con disabilità gravi o con donne in stato di gravidanza, oppure ancora con persone disoccupate di età superiore ai 55 anni. Sarà l’Inps a verificare la persistenza delle prerogative necessarie.
Qual è l’iter legislativo previsto? Il Ministro Martina annuncia tempi stretti: un decreto sarebbe la forma più veloce e comunicherebbe il carattere urgente dell’intervento del Governo. Un disegno di legge è l’idea, invece, di Annalisa Parente, la relatrice al Senato della proposta. I soldi necessari sono già stanziati, il miliardo e 150 mila euro del Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale .