Presentato il Rapporto sull’Agricoltura Sociale: i dati in sintesi

Rete Rurale Nazionale e Crea hanno presentato al Mipaaf l’ultimo Rapporto sull’Agricoltura Sociale in Italia. Emerge un settore in forte crescita negli ultimi 5 anni e caratterizzato da varietà di forme giuridiche, interventi, beneficiari e canali di vendita e finanziamento

Rapporto sull'agricoltura sociale in Italia. I dati in sintesiQual è lo stato dell’agricoltura sociale in Italia dopo quasi tre anni di legge 141/2015? È stato presentato il 21 marzo 2018 il Rapporto sull’Agricoltura Sociale in Italia della Rete Rurale Nazionale. Lo studio portato avanti dal Crea-PB e dall’Inapp (ex Isfol) ci offre un quadro nazionale, alla luce dei questionari inviati nel 2016 che hanno permesso di censire 1200 realtà attive nel settore.

Non è un’indagine statistica, non essendoci un elenco ufficiale delle aziende che praticano l’agricoltura sociale, ma una mappatura che ci dà un’idea dell’evoluzione e delle forme che il fenomeno ha preso nel nostro Paese.

Vi proponiamo una selezione sintetica dei dati che caratterizzano l’agricoltura sociale italiana.

 

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Forma giuridica delle realtà impegnate in agricoltura sociale

Relativamente alla forma giuridica, si registra la prevalenza numerica della cooperativa sociale che rappresenta il 46% del totale, seguita dall’azienda individuale (19%), dalle società e dalle organizzazioni del terzo settore (12% rispettivamente). Gli enti pubblici e le altre forme di cooperazione rappresentano le tipologie meno frequenti (6% e 5% rispettivamente). Tra le forme di cooperazione sociale, quelle di tipo B sono le più diffuse.

Tra le forme societarie si trovano soprattutto società di capitali (s.r.l., s.r.l.s., s.p.a) e società di persone (s.s, s.n.c., s.a.s., etc.). Tra gli enti pubblici sono censiti istituti penitenziari, istituti secondari superiori e con minor frequenza enti locali (comuni, regioni, ecc.), università/enti di ricerca, istituti o aziende sanitarie e GAL. Infine, al terzo settore afferiscono, in ordine di numerosità, associazioni di promozione sociale, associazioni di volontariato, enti religiosi, fondazioni, associazioni ONLUS, laboratori propedeutici al lavoro agricolo, reti progettuali e associazioni sportivo-dilettantistiche non a scopo di lucro.

Grafico delle realtà impegnate in agricoltura sociale suddivise per forma giuridica

Attività sociali svolte

Negli ultimi anni le realtà sono aumentate considerevolmente, differenziandosi, oltre che per forma giuridica, anche per i servizi erogati.
Per analizzare le attività svolte, si è ritenuto utile una classificazione ai sensi della L. 141/2015 che, all’art. 2, le definisce aggregandole in quattro categorie.

L’attività maggiormente presente è l’inserimento socio lavorativo, realizzata dal 71% del campione, mentre le altre tre tipologie non mostrano sostanziali differenze al loro interno, attestandosi poco sopra il 30%.

Grafico sulle tipologie di attività svolte

Grafico sulle tipologie di attività svolte – “Rapporto sull’agricoltura sociale in Italia”, p. 34, Rete Rurale Nazionale

Le attività vengono svolte direttamente dalla struttura nel 79% dei casi, ma ci si avvale anche di soggetti esterni, sia pubblici che privati, nella logica della rete di relazioni che consentono un interscambio proficuo e sempre auspicabile, necessario allo svolgimento delle attività stesse. I soggetti esterni coinvolti sono in primis le cooperative sociali (28%), grazie sia alla loro forma giuridica che all’esperienza di più lunga durata nel campo dell’AS, seguite dalle associazioni di volontariato, realtà che svolgono un ruolo sociale importante di aggregazione e di ascolto dei fabbisogni.

Soggetti esterni coinvolti nelle attività di agricoltura sociale

Soggetti esterni coinvolti nelle attività – “Rapporto sull’agricoltura sociale in Italia”, p. 35, Rete Rurale Nazionale

I destinatari dell’Agricoltura Sociale

Incrociando i dati relativi ai destinatari delle attività di Agricoltura Sociale con quelli relativi ai servizi offerti, si evidenzia che, nonostante la categoria più popolata sia quella delle persone con disabilità, se si rapportano i servizi offerti ai destinatari, le persone con disabilità usufruiscono mediamente di un numero minore di servizi, raggiungendo il valore unitario di 4,7, più basso della media (5,4) e decisamente inferiore ad altre categorie quale, ad esempio, quella delle donne vittime di violenza (7,1).

I servizi presenti in tutte le categorie di destinatari sono l’orientamento e la formazione, entrambi importanti per persone svantaggiate, in quanto consentono di acquisire competenze e informazioni, atte a indirizzare il proprio percorso di vita e di lavoro.
Anche l’inserimento socio lavorativo ha un peso rilevante, in quanto il lavoro è lo strumento principale per dare dignità alle persone e per favorire l’inclusione nella società.

Un altro elemento indagato nell’indagine è la modalità di coinvolgimento dei destinatari delle attività di Agricoltura Sociale che, proprio perché orientate all’inclusione delle fasce deboli della popolazione, non dovrebbero essere di tipo passivo ma prevedere una partecipazione attiva.

Categorie di destinatari delle attività di agricoltura sociale

Categorie di destinatari delle attività di agricoltura sociale – “Rapporto sull’agricoltura sociale in Italia”, p. 37, Rete Rurale Nazionale

Il fatturato delle aziende

Le realtà censite sono aziende di piccole-medie dimensioni. Infatti se si esclude la classe di fatturato inferiore ai 4.000, euro che raccoglie il 14% delle realtà censite, la classe di fatturato con la maggior numerosità è quella tra 8.000-25.000 (13,4% delle realtà censite), seguono le classi 50.000-100.000 euro e tra i 100.000- 250.000 euro (12,5% rispettivamente). Solo il 10% dei casi presenta un fatturato superiore al milione di euro. Si è stimato, in base a quanto dichiarato dagli intervistati, che il fatturato medio è pari a poco meno di 230 mila euro. Le realtà economicamente piccole, cioè con un fatturato complessivo inferiore agli 8.000 euro, appartengono al terzo settore (31%) o al mondo delle cooperative sociali di tipo A e B (28%), mentre le realtà grandi (fatturato sopra i 250.000 euro) sono nella maggior parte dei casi cooperative, soprattutto di tipo B.

La maggior parte delle realtà dichiara che la quota di fatturato derivante da attività agricola o connessa rappresenta più del 30% del fatturato totale, mentre circa il 26% del campione ha un fatturato che deriva quasi esclusivamente dall’attività agricola e/o connessa. In termini di valore, un quarto delle realtà presenta un fatturato derivante da Agricoltura Sociale inferiore a 1.000 euro. Meno del 10% sono le aziende con un fatturato derivante da AS superiore ai 100.000 euro. Mediamente l’attività di agricoltura sociale genera un fatturato medio di 56.000 euro per ogni realtà.
I ricavi derivano dalla vendita di beni e/o servizi a soggetti privati (67%), seguono equamente distribuiti i ricavi da vendita di beni e servizi a soggetti pubblici e le donazioni.

Classi di fatturato complessivo e derivante da agricoltura sociale

Classi di fatturato complessivo e derivante da agricoltura sociale – “Rapporto sull’agricoltura sociale in Italia”, p. 43, Rete Rurale Nazionale

Fonti di finanziamento e canali di vendita

Per avviare le attività di agricoltura sociale, un quarto delle realtà dichiara di aver fatto ricorso a finanziamenti: per il 30% dei casi l’avvio delle attività di Agricoltura Sociale è stato supportato con fondi pubblici di fonte europea (Programma di Sviluppo Rurale, Programma Operativo Regionale), nazionale (Ministero della Giustizia), regionale e provinciale/comunale. La seconda fonte di finanziamento è quella di origine privata che comprende, oltre ai fondi propri aziendali, quelli raccolti tramite operazioni di crowdfunding e le donazioni (5×1000; 8X1000); infine si registra un ricorso contenuto ai finanziamenti di origine bancaria o di fondazioni e a quelli derivanti dalle strutture sanitarie (ASL, AUSL, Distretti sociali).

Fonti di finanziamento delle attività di agricoltura sociale

Fonti di finanziamento – “Rapporto sull’agricoltura sociale in Italia”, p. 44, Rete Rurale Nazionale

I ricavi delle aziende multifunzionali

La vendita dei prodotti agricoli assume un ruolo di primaria importanza per molte aziende e nella maggioranza dei casi le diverse realtà di agricoltura sociale utilizzano più di una modalità di vendita con una netta preferenza per una commercializzazione senza intermediari, in quanto il contatto diretto con i consumatori contribuisce all’arricchimento delle reti di relazioni. Il canale più utilizzato è quello della vendita diretta in azienda (60,2%) seguito dai gruppi di acquisto (35,1%) e dai mercati contadini e rionali (32,2%), dalla ristorazione (22,3%) e da altri negozi del proprio territorio (19,9%).

Sono presenti, comunque, anche i canali più classici come la distribuzione organizzata (8,5%) e i grossisti (7,1%) e quello più innovativo dell’e-commerce (11,4%). Abbastanza rilevante è il fatto che oltre il 10% delle realtà di Agricoltura Sociale conferisce una quota delle proprie produzioni alle mense. Il 12% delle attività di Agricoltura Sociale non utilizza alcun canale di vendita mentre chi indica “altro” (7,6%) specifica di far riferimento nella quasi totalità di casi ad una tipologia di canale di vendita diretta.

Canali di vendita delle aziende multifunzionali

Canali di vendita delle aziende multifunzionali – “Rapporto sull’agricoltura sociale in Italia”, p. 46, Rete Rurale Nazionale

Il Rapporto sull’Agricoltura Sociale – Download

È possibile scaricare il rapporto completo pubblicato dalla Rete Rurale Nazionale

Rapporto Agricoltura Sociale 2018

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