Piano Nazionale d’azione contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza per il triennio 2013-2015

In occasione della presentazione del  Piano Nazionale d’azione contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza per il triennio 2013-2015 – che si è tenuta il 30 luglio scorso, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri a Roma – l’Associazione OASI ha partecipato all’incontro in qualità di membro del neocostituito GNL-Gruppo Nazionale di Lavoro, a cui appartengono 85 associazioni.

Il Piano, presentato dal ministro Cècile Kyenge insieme al viceministro Cecilia Guerra,  rappresenta il primo esempio nazionale di una risposta dinamica e coordinata delle istituzioni e della società civile al razzismo. L’obiettivo, da perseguire insieme alle associazioni, alle altre amministrazioni e a tutti gli stakeholder maggiormente coinvolti in tale ambito,  è quello di pervenire a una strategia che possa essere di supporto alle politiche nazionali e locali in materia di prevenzione e contrasto del razzismo, della xenofobia e dell’intolleranza, nel rispetto degli obblighi assunti a livello internazionale ed europeo e con l’obiettivo finale di valorizzare una società multietnica e multiculturale, aperta e democratica.

Con il Piano Nazionale d’Azione, il Ministro per l’Integrazione, d’ intesa con il Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità, intende porre in essere un importante e significativo piano di misure pluriennale (2013-2015) volto a rendere sistematico ed effettivo il principio di parità di trattamento e non discriminazione, partendo dal presupposto che qualsiasi forma di contrasto al razzismo, alla xenofobia e all’intolleranza debba riguardare tutte le forme di discriminazione basate sulla razza, sul colore, sull’ascendenza, sull’origine nazionale o etnica, sulle convinzioni e le pratiche religiose. Inoltre, si tiene nel dovuto conto anche il diverso impatto che le stesse forme di discriminazione possono avere su donne e uomini, nonché l’esistenza di forme di razzismo a carattere culturale.

Lo schema di Piano è stato predisposto dall’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento per le pari opportunità – il quale, già dal novembre scorso, aveva costituito un proprio gruppo di lavoro con il supporto di consulenti ed esperti –  tenendo conto non solo dei dati statistici sui casi di razzismo rilevati, ma anche degli ambiti di intervento individuati dall’Unione europea.

Il Piano si propone innanzitutto di dare una definizione di che cosa si intenda per contrasto al razzismo, alla xenofobia e all’intolleranza. Fra gli obiettivi  del Piano c’è proprio quello di elaborare un’attenta analisi delle discriminazioni denunciate negli ultimi anni, definendo meglio sia l’”oggetto” sia il “soggetto” della discriminazione. Questo per  fissare degli “indicatori della discriminazione”, coinvolgere più efficacemente le associazioni di tutela presenti nel territorio nazionale e indirizzare in modo più mirato le campagne di sensibilizzazione.

In un quadro di risorse molto limitato e al fine di proporre azioni specifiche da mettere in atto nel prossimo triennio, sono stati individuati cinque “Assi prioritari di azione” per i quali si individueranno misure ed azioni positive: occupazione, alloggio, istruzione, mass media e sport, sicurezza. Un’ulteriore “area prioritaria” trasversale è stata individuata nei processi che favoriscono l’aggregazione degli immigrati, anche al fine di sviluppare un’azione di mediazione dei conflitti a base etnica e razziale.

Quanto al ruolo e coordinamento degli attori, istituzionali e non, traendo ispirazione dal processo di dialogo strutturato attuato dall’UE e al fine di una quanto più ampia condivisione del Piano, si è scelto di adottare una metodologia di lavoro consultiva con modalità mista, tale da prevedere cioè dei momenti di confronto a distanza e dei momenti di incontro diretto.

Si andrà pertanto dalla costituzione del GNL – Gruppo Nazionale di Lavoro (con enti e organismi attivi nella lotta alla discriminazione etnico e/o razziale) al coinvolgimento di altri ministeri competenti in materia (Ministero dell’Interno, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero della Giustizia, ecc. attraverso la costituzione di un tavolo interministeriale), degli attori istituzionali territoriali già attivi sul tema della lotta al razzismo (in particolare Reti territoriali dell’UNAR, ovvero Regioni, Province e Comuni con i quali l’UNAR ha già stipulato specifici Accordi e che hanno già avviato le proprie attività) fino alle organizzazioni di rappresentanza degli enti locali e delle parti sociali.

Al termine della conferenza stampa la ministra C. Kienge ha posto l’accento su ” … il dovere di crescere i nostri figli con una cultura diversa, perché le diversità sono ricchezze e la responsabilità è di ciascuno di noi“.