Sabato è la “Giornata della raccolta del farmaco”, ecco il lavoro di farmacie e volontari in tutta Italia

ROMA  – In Italia la povertà è in aumento ma, ed è una fortuna, esiste e si rafforza anche la solidarietà. Sabato 8 febbraio torna la “Giornata della raccolta del Farmaco”, giunta all’edizione numero 14.  All’iniziativa, realizzata dalla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus, in collaborazione con Federfarma e Cdo Opere Sociali, hanno aderito quest’anno 3400 farmacie distribuite in 94 province e in più di 1.200 comuni, presso le quali sarà possibile acquistare farmaci da automedicazione che verranno destinati alle persone in stato di povertà su tutto il territorio nazionale. Circa 14mila volontari accoglieranno i cittadini che vorranno dare il loro contributo.

A Roma più di 100 farmacie, circa 800 volontari pronti a lavorare per tutta la giornata per cercare di aiutare tutti coloro che si presenteranno per donare farmaci riservati ai più bisognosi. Numeri importanti, quindi, per Roma in vista della Giornata per la raccolta del farmaco che si terrà sabato in tutta Italia. Come spiega il delegato Maurizio Pasquali, infatti, nella Capitale “hanno aderito 134 farmacie, numero che potrebbe poi salire -dice all’agenzia Dire- Mentre saranno invece 800 i volontari impegnati. Ogni farmacia avrà un proprio elenco piuttosto ampio e sarà collegata ad un Ente: questo per evitare che tutti prendano le stesse cose”. Gli Enti che usufruiranno della donazione sono alcune decine, 29 in tutto: si va dal Centro Astalli alla Caritas, alla Comunità di Sant’Egidio”. Il meteo non è clemente, “ma noi speriamo in una buona risposta della gente -continua- Facendo un riscontro con gli anni scorsi è evidente che la sensibilità della gente cresce. Il problema però è l’aumento della povertà, quindi la richiesta, il fabbisogno aumenta ancora di più. Tanto che l’offerta non riesce a soddisfare le richieste. Di aiuto”.

IL RUOLO DELLE FARMACIE  –  “Per le farmacie -dice Annarosa Racca, presidente di Federfarma (Federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani), intervistata dalla Dire -si tratta di una giornata importante perché si ha l’occasione di dimostrare a tutti il loro ruolo sociale. I veri protagonisti rimangono in ogni caso i cittadini, i quali, anche in un grande momento di difficoltà come questo, partecipano attivamente all’evento con l’acquisto di farmaci”.
Molti farmaci vengono spesso buttati via, qual è il suo appello ai cittadini? “Io non lo so se i farmaci vengono buttati via -risponde Annarosa Racca- il Banco Farmaceutico sta intanto organizzando in tutta Italia la raccolta di quelli che non vengono più utilizzati e che non sono scaduti. Penso comunque che sia i medici sia i cittadini prendano i farmaci secondo il proprio fabbisogno, non è più come una volta. Bisogna non abusare del farmaco e acquistarlo con la ricetta medica in maniera corretta, per utilizzarlo quando serve e se serve”.

Nasce il tavolo Federfarma e Sifo sulla distribuzione diretta: di cosa si tratta? “Di una collaborazione molto importante -risponde Racca- che vedrà la collaborazione tra professionisti, in particolare tra farmacisti che lavorano in ospedale e farmacisti che lavorano nelle farmacie del territorio. Credo che le esperienze possano e debbano essere unite e confrontate. Si è sempre parlato dei farmaci che vengono distribuiti soltanto nelle strutture ospedaliere: allora ecco, finalmente dopo tanti anni di inutilizzo in ospedale, questi farmaci possono essere distribuiti anche nelle farmacie territoriali. Questo è un modo -conclude il presidente di Federfarma- di portare risparmio al sistema sanitario nazionale e naturalmente di rendere più semplice l’approvvigionamento per i cittadini, che non devono più andare nelle Asl o negli ospedali, ma solo nella farmacia sotto casa”.
Quello appena trascorso è stato un anno difficile per le farmacie. Molte attività hanno infatti registrato problemi di sussistenza, a causa di una grandissima diminuzione della spesa farmaceutica territoriale. Il 2013, però, è stato anche un anno in cui si sono consolidate le basi della farmacia, perché sia a livello nazionale sia a livello europeo è stato stabilito, così come accade in tutti i Paesi del mondo, che il farmaco con ricetta debba essere dispensato soltanto in farmacia. Tra i problemi più urgenti, come sottolinea la presidente di Federfarma, quello dei farmaci irreperibili, un fenomeno nato su una norma che risale al 2006 e alla quale Federfarma fece immediatamente opposizione. “È chiaro- spiega Racca- che, costando i farmaci qui in Italia molto di meno rispetto a tanti Paesi, soprattutto del nord Europa, purtroppo avviene una esportazione: i farmaci vengono infatti presi in Italia, dove costano di meno, e portati all’estero dove vengono venduti a maggior prezzo. E questo interessa tutti i tipi di farmaci”.
Cosa fate per contrastare il fenomeno? “Abbiamo continui contatti all’interno della filiera -risponde il presidente di Federfarma- cioè della distribuzione intermedia delle aziende farmaceutiche, abbiamo poi naturalmente contatti con il Ministero della Salute, l’Aifa, i Nas e anche con le Regioni, perché sono proprio loro a dare le autorizzazioni per le esportazioni. Siamo una delle più grandi potenze del mondo -aggiunge- quindi il farmaco può essere esportato ma solo dopo che è stato garantito il fabbisogno ai cittadini italiani”.

Fonte: Agenzia Dire

  • Articolo pubblicato il 6 Febbraio 2014