Nuovo Statuto per Roma Capitale

Roma, 11 marzo – L’Assemblea Capitolina ha approvato il nuovo Statuto di Roma Capitale con 47 voti favorevoli, 2 contrari e un astenuto. Superata la soglia di 41 voti, numero minimo per approvare in prima lettura la delibera ed evitare un secondo passaggio in aula. Il via libera è stato accolto dall’applauso dell’Assemblea con i consiglieri in piedi, presente il sindaco Gianni Alemanno. La nuova “costituzione” del Campidoglio prevede tra l’altro la diminuzione dei consiglieri da 60 a 48, dei Municipi da 19 a 15, la ridefinizione dei rimborsi, quote rosa in Giunta, procedura d’urgenza anti-ostruzionismo per l’approvazione dei provvedimenti fondamentali.

“Oggi abbiamo compiuto un piccolo miracolo: approvare in tempi strettissimi il nuovo Statuto di Roma Capitale”. Lo ha detto il Sindaco, sottolineando che così si è evitato di “delegare a una decisione prefettizia il nuovo Statuto” (per il rischio di commissariamento in caso di mancata approvazione della delibera entro il 10 marzo). Alemanno ha ricordato che la nuova mappa dei Municipi dovrà essere approvata entro la prima decade di aprile, pena una nuova possibilità di commissariamento. Ma in ogni caso con l’approvazione del nuovo Statuto, ha sottolineato il Sindaco, “Roma Capitale diventa realtà effettiva e si fa un passo avanti nella governance della nostra città”. 

Ecco le principali novità introdotte dallo Statuto:

Sindaco e Giunta: il primo cittadino può far approvare in via d’urgenza deliberazioni necessarie “a garantire il tempestivo adempimento degli obblighi di legge o ad evitare l’omissione di atti fondamentali”, omissione “che possa recare grave pregiudizio alla regolarità e al buon andamento dell’azione amministrativa”. Pari opportunità: almeno un terzo dei componenti la Giunta capitolina dev’essere costituito da donne (idem per le Giunte municipali e per i consigli d’amministrazione delle società partecipate).

Consiglieri capitolini: riduzione da 60 a 48. Detrazione dall’indennità in caso di non giustificata assenza dalle sedute. Gli oneri a carico di Roma Capitale per i permessi retribuiti dei consiglieri che lavorano presso privati o enti pubblici economici “non possono mensilmente superare l’importo pari alla metà dell’indennità del consigliere stesso”. Decadenza dalla carica: oltre ai precedenti casi stabiliti dalla legge, scatta anche per mancata partecipazione a 10 sedute di seguito.

Municipi: passano da 19 a 15. Rafforzate le relazioni con i Municipi grazie all’istituzione di sedi permanenti di consultazione e cooperazione.

Denominazione dell’ente e dei suoi organi, altre novità terminologiche: recependo la riforma che ha trasformato il Comune di Roma in ente speciale territoriale, lo Statuto fissa per questo il nome di Roma Capitale. Analogamente il Consiglio Comunale prende il nome di Assemblea Capitolina. Il tutto, per sottolineare il nuovo status e il conseguente miglioramento dell’amministrazione della città metropolitana che è anche Capitale d’Italia. Altra svolta sul piano lessicale, l’eliminazione del termine disabilità in favore di diverse abilità.

Principi dell’azione di governo, trasparenza, informazione, partecipazione: l’azione amministrativa di Roma Capitale non s’impronta più solo ai criteri di trasparenza, imparzialità, efficienza e rapidità ma anche a quelli di economicità ed efficacia, come previsto dalle direttive europee. L’accesso ai documenti – così come i documenti stessi – deve far sempre riferimento a un responsabile, come previsto dalla riforma del diritto amministrativo. Trasparenza e informazione si coniugano nel nuovo Statuto all’avvento delle tecnologie. Fondamentale il sito Internet di Roma Capitale: al suo interno il cittadino deve poter trovare il Bollettino dell’ente, gli indirizzi, i provvedimenti e le proposte di carattere generale e di iniziativa popolare. Obiettivo, il “rispetto del diritto del cittadino ad essere informato e a partecipare attivamente alla vita politica della città”. Favorisce la partecipazione anche un importante previsione statutaria: la riduzione del numero delle sottoscrizioni utili a presentare un referendum consultivo o abrogativo.

Lo Statuto, infine, prevede il rafforzamento delle relazioni tra Roma Capitale e Città del Vaticano per migliorare l’organizzazione dei grandi eventi. E fissa formalmente due date: quella tradizionale del 21 aprile come giorno del Natale di Roma; e quella del 16 ottobre “come giornata simbolo del rifiuto di qualsiasi forma di violenza”, spiega l’assessore alle Politiche culturali Dino Gasperini che ha avanzato la proposta, “a perenne monito contro ogni manifestazione di intolleranza ideologica, razziale e religiosa”.

Fonte: comune.roma.it

  • Articolo pubblicato il 19 Marzo 2013