Non è una giustizia minore. Secondo rapporto sugli istituti penali per minori

È stato pubblicato il Secondo rapporto sugli istituti penali per minori dell’Associazione Antigone Non è una giustizia minore, curato da Susanna Marietti (Collana Gli Ebook di MicroMega).
Si tratta degli esiti del monitoraggio dell’Osservatorio sulle condizioni di detenzione negli istituti penali per minori, i cui membri sono autorizzati dal Ministero della giustizia minorile ad entrare nelle 16 carceri minorili italiane. “Il quadro che esce dal rapporto – dichiara la curatrice Susanna Marietti- evidenzia, da un lato la tenuta nei numeri di un sistema penitenziario minorile che non è colpito fortunatamente dal sovraffollamento, dall’altro i rischi di un suo smantellamento come qualcuno invece vorrebbe nel nome di una assurda esigenza di sicurezza. La specificità della condizione minorile va non solo preservata, ma finanche sostenuta ulteriormente, approvando un ordinamento penitenziario per minori a prevalente se non esclusivo orientamento educativo.”

NUMERI
I ragazzi detenuti negli istituti di pena per minori erano addirittura 8.521 nel 1940, 7.100 nel 1950, 2.638 nel 1960, 1.401 nel 1970 e 858 nel 1975. Veniamo agli ultimi anni. Siamo passati dai 1.888 ingressi del 1988 ai 1.252 del 2012 (-33,7% nell’intervallo considerato). Il tutto grazie all’entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale per minorenni.
STRANIERI
Nel primo semestre del 2012 la percentuale della presenza degli stranieri ammontava al 57% negli IPM del Nord Ovest (gli stranieri a Milano erano 71 su 95 detenuti), al 70% negli IPM del Nord Est (a Treviso gli stranieri erano 29 su 43), al 66% negli IPM del Centro (gli stranieri erano 37 su 44 a Firenze, 40 su 56 a Bologna, 55 su 96 a Roma), al 23% negli IPM dell’Area insulare (gli stranieri erano 10 su 26 a Quartucciu) e al 25% negli IPM del Meridione (gli stranieri erano: 27 su 80 a Bari, 11su 67 a Catania, 4 su 26 a Catanzaro, 18 su 67 a Napoli, 27su 86 a Palermo).
PRESENZA MEDIA
Guardando alla fotografia di un giorno i detenuti hanno una presenza media di 530 unità nei sedici istituti penali per minori.
RAGAZZE
Le ragazze hanno rappresentato nel tempo una percentuale tra il 17 ed il 15% dei minorenni denunciati alle procure, mente in carcere sono circa il 6%. Per quanto riguarda le loro nazionalità, i dati sugli ingressi in IPM rispecchiano quegli sugli ingressi nei CPA: infatti le giovani detenute provengono soprattutto dalla Bosnia Erzegovina (6 ragazze) e dalla Serbia (6 ragazze). Le restanti provengono dalla Croazia (3 ragazze), dall’Italia (3 ragazze) , dalla Romania (3 ragazze) e una dal Kenia. Rispetto ai reati a carico delle minori che fanno ingresso negli IPM (che sono maggiori del numero degli ingressi, perché alcune ragazze potrebbero essere entrate nell’istituto penale per più di un reato), essi così come per i CPA, sono principalmente reati contro il patrimonio, e nello specifico, reati di furto. Le ragazze presenti in IPM, non sono detenute perché
hanno commesso reati più gravi delle loro coetanee che invece sono riuscite ad uscire dal circuito penale, ma si trovano in un istituto detentivo nella grande parte dei casi perché non hanno una situazione socio-familiare che corrisponda ai requisiti per assegnare una misura diversa dalla carcerazione.
LA SCUOLA
L’Ordinamento Penitenziario all’art. 19 recita: “Particolare cura è dedicata alla formazione culturale e professionale dei detenuti di età inferiore ai 25 anni”. Le attività scolastiche si svolgono prevalentemente durante la mattina per 5 giorni a settimana per un periodo dalle 3 alle 4 ore. Vengono lasciate al pomeriggio le attività di educazione musicale, sportiva o tecnica. I ragazzi maggiorenni possono non avvalersi dell’istruzione scolastica. Corsi di scuola elementare e di alfabetizzazione nella lingua italiana sono attivi in tutti gli IPM visitati in risposta alla presenza di ragazzi stranieri, che sono la maggioranza negli IPM del Centro Nord, e di ragazzi di etnia rom. In
molti casi sembra che di queste attività sia responsabile un unico insegnante di Scuola Primaria (a Roma invece ce ne sono 3), ma non disponiamo di dati sul numero dei docenti per tutti gli IPM visitati. Normali corsi di Scuola Secondaria di primo grado sono attivi in molti degli istituti con insegnamenti di Lettere, Matematica e Scienze, Inglese o Francese. Informatica ed Educazione Tecnica non sempre fanno parte del curricolo. In alcuni istituti il basso numero di ragazzi che non hanno terminato l’obbligo scolastico non consente di formare classi regolari; vengono svolti allora percorsi scolastici di sostegno volti al conseguimento della licenza media inferiore (come a Firenze, Quartuccio, Caltanisetta, Airola), in alcuni casi svolti da volontari appartenenti ad associazioni (es. la Croce Rossa) oppure vengono realizzati corsi di recupero. A volte si prevedono moduli didattici brevi compatibili con i tempi di permanenza (come a Torino). Corsi di Scuola Secondaria di secondo grado sono attivi negli istituti di Airola, di Palermo (IPSIA), di Catanzaro (ITC e il prossimo anno anche Ist. Agrario). Notiamo che mancano in altri carceri sebbene questi ospitino un numero elevato di ragazzi, come a Catania, Bari, Nisida e Roma.

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Fonte: osservatorioantigone.it

  • Articolo pubblicato il 25 Luglio 2013