Immigrati, i dati: nel 2014 arrivati 170mila, un terzo quelli accolti

I dati di Migrantes. Al primo gennaio 2015 le persone accolte e rimaste nelle diverse strutture di prima e seconda accoglienza sono poco meno di 66 mila. Sono 25 mila i minori, di cui 18.600 non accompagnati. Nei Cie restano reclusi 276, Perego: “Flusso considerevole di migranti forzati”.

Nel 2014 sulle coste e nei porti del Sud dell’Italia, sono arrivate 170.081 persone, tre volte il numero delle persone arrivate negli anni 2012-2013 (56.192). 120.239 sono arrivate in Sicilia, di cui 15.366 nella provincia di Agrigento e 4.194 sull’Isola di Lampedusa (contro le 14.753 nel 2013 e i 51.753 del 2011), 22.673 sono arrivati in Calabria; 17.546 in Puglia e 9.351 in Campania. Ma l’accoglienza dei 170 mila sbarcati è avvenuta in una situazione di forte precarietà, sia nei porti di arrivo che in molti dei centri di prima accoglienza realizzati. Se nel 2014 sono arrivate oltre 170 mila persone sul territorio italiano, al 1° gennaio 2015 le persone accolte e rimaste nelle diverse strutture di prima e seconda accoglienza sono poco meno di 66.000, cioè poco più di un terzo.

A fornire i dati aggiornati sugli sbarchi e l’accoglienza in Italia è monsignor Giancarlo Perego,direttore generale della fondazione Migrantes in occasione della presentazione della Giornata del migrante, che si celebrerà domenica prossima in tutta Italia.
Secondo i dati di Migrantes al primo gennaio 2015 i minori sbarcati in Italia sono 25 mila, di questi i non accompagnati sono 18.599. Per quanto riguarda l’accoglienza, nella rete della primissima accoglienza (Cda, Cara, Cpsa,con una capienza di 7.881 persone) sono presenti 9.638 persone, mentre nelle strutture temporanee di accoglienza sul territorio nazionale sono oggi ospitati 35.516 persone. La prima regione per numero di persone attualmente accolte è la Sicilia (5.404, di cui quasi 2.000 in provincia di Trapani), segue la Lombardia con 4.347 (di cui 946 a Milano), la Campania (3.708, di cui 1.302 a Napoli), il Lazio (2.804, di cui 1.859 a Roma), l’Emilia Romagna (2.648, di cui 622 a Bologna): in totale metà delle persone accolte è in queste cinque regioni.

Negli Sprar, strutture di seconda accoglienza degli asilanti e rifugiati, sono state accolte, invece, 20.319 persone. Il numero più alto delle persone accolte in strutture Sprar si trova nel Lazio (4.791), segue la Sicilia (4.209), la Calabria (1.948), la Puglia (1.882), la Campania (1.155): quasi 2/3 dei posti Sprar sono in queste 5 regioni, segno che sono soprattutto i comuni del Centro-Sud ad avere attivato progetti Sprar.

“L’Italia, nel contesto europeo, ha visto nel 2014 un flusso considerevole di migranti forzati arrivare in particolare sulle coste e nei porti della Sicilia, ma anche della Calabria, della Puglia e della Campania, diversamente dagli anni 2011-2013 che vedeva protagonista degli sbarchi l’isola di Lampedusa – sottolinea monsignor Perego -. Questo passaggio da Lampedusa ai porti del Sud d’Italia è avvenuto grazie al grande investimento di un anno dell’operazione Mare nostrum, che ha portato non solo a presidiare i confini europei e italiani del Mediterraneo, ma ad usare le navi militari per intercettare, accompagnare barconi con persone in fuga e colpire i trafficanti (oltre 700). Tutti avremmo sperato che questa operazione si rafforzasse e diventasse un investimento europeo, almeno fino a che l’Europa fosse stata in grado di accompagnare i popoli da cui provenivano le persone in fuga sui barconi, in un processo di pace, di sviluppo, di democrazia – aggiunge – Purtroppo, dietro insostenibili ragioni economiche, l’operazione Mare nostrum è stata chiusa e trasformata in una nuova operazione di controllo dei confini: il nostro Mare è diventato nuovamente il mare di altri, di altri trafficanti, di altri interessi, di altre morti”.

Secondo i dati di Migrantes, la partenza delle persone che si sono messe in viaggio nel Mediterraneo è avvenuta in particolare dalle coste della Libia (141.484 persone), 15.283 sono partite dall’Egitto e 10.321 dalla Turchia; solo 1.480 dalla Grecia e 1.297 dalla Tunisia. Le nazionalità delle persone sbarcate sono in particolare: Siria (42.425, quasi quadruplicati rispetto al 2013); Eritrea (34.329, più del triplo rispetto al 2013); Mali (9.908, quasi decuplicati rispetto al 2013), Nigeria (9.000, quadruplicati rispetto al 2013), Gambia (8.691, quadruplicati), Palestina (6017), Somalia (5.756, quasi raddoppiati), Senegal (4.933, quadruplicati), Bangladesh (4.386), Egitto (4.095 quasi raddoppiati).

“L’Italia per molte persone, in particolare siriani e palestinesi, è stata terra di passaggio per raggiungere famiglie e comunità in altri paesi europei, dove, tra l’altro, esistevano maggiori possibilità lavorative, ma anche strumenti e modalità di accoglienza più efficaci – aggiunge Perego – Una nota positiva è che nel 2014 i 10 Cie in Italia, di cui metà chiusi, vedono oggi la presenza solo di 276 persone a fronte di 1.748 posti: si spera che presto si arrivi finalmente alla chiusura di strumenti di una stagione ideologica e costosissima di trattenimento dei migranti.

Redazione (Fonte: Redattore Sociale)

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  • Articolo pubblicato il 16 Gennaio 2015