L’assurdo mercato dell’adozione: Cina e Russia chiudono, razzie in Africa

NAIROBI – La crescita delle adozioni dall’Africa verso altri continenti sta emergendo in modo preoccupante ed esperti, attivisti, funzionari governativi ed accademici fanno appello affinchè la pratica venga arrestata, avvertendo che l’adozione è troppo spesso motivata da guadagni economici piuttosto che dall’interesse dei bambini coinvolti. Fra il 2003 ed il 2011 almeno 41.000 bambini africani sono stati mandati all’estero per adozioni, secondo uno studio chiamato “Africa: la Nuova Frontiera per l’Adozione Interstatale” del Forum Africano per le Politiche sull’Infanzia (Acpf). Si tratta di un aumento del 300%, mentre i tassi globali sono al punto piu’ basso degli ultimi 15 anni. “Gli interessi commerciali hanno preso il posto dell’altruismo, trasformando i bambini in merci nel sempre più immorale mondo delle adozioni interstatali” afferma lo studio dell’Acpf. Solo nel 2010, 6.000 bambini africani sono stati coinvolti nell’adozione fuori dal continente, e si stima un numero ancora maggiore nel 2011.
I partecipanti alla quinta Conferenza sulle Politiche internazionali per i bambini africani, svoltasi di recente ad Addis Abeba, hanno lanciato l’appello per “un’inversione dell’attuale tendenza di ricorrere all’adozione interstatale come un’opzione facile e conveniente per la custodia alternativa in Africa, e per dare assoluta priorità al permettere a tutti i bambini in Africa di rimanere con le loro famiglie e le loro comunità”. L’adozione interstatale dovrebbe avvenire solo quando “non si riesce a trovare un ambiente familiare alternativo nel paese natale, e deve essere usata come ultima risorsa, in linea con la Carta africana sui diritti e il benessere del bambino”, hanno affermato i partecipanti in una dichiarazione congiunta. Hanno inoltre espresso preoccupazione per il fatto che “talvolta i bambini vengono forniti per adozioni all’estero attraverso manipolazioni, falsificazioni ed altri mezzi illegali per assicurarsi entrate finanziarie” e che “in alcuni casi ci sono pressioni sia interne che esterne sulle famiglie ed i governi per rendere disponibili dei bambini per l’adozione interstatale.”
Secondo lo studio dell’Acpf, l’enorme crescita delle adozioni dall’Africa è avvenuta dopo la sospensione o la limitazione delle adozioni internazionali dai tradizionali paesi di provenienza (Cina, Russia, Guatemale, Corea del Sud, Vietnam, Romania ecc.). Questo ha fatto sì che i paesi industrializzati ospitanti si siano rivolti sempre più in massa all’Africa per sopperire ai loro bisogni di bambini adottivi. A livello mondiale, nel 2010 l’Etiopia è così diventata addirittura il secondo paese d’origine nelle adozioni internazionali dopo la Cina, addirittura fornendo due terzi del totale dei bambini adottati dal 2003 al 2010 (con picchi di 4-5.000 unità negli ultimi due anni). Oltre all’Etiopia, le altre 9 nazioni africane in cima alla classifica nel 2009 e nel 2010 erano Burkina Faso, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Ghana, Mali, Marocco, Nigeria, Sudafrica ed Uganda.
Gli Stati Uniti, con oltre 11.000 casi nel 2010, restano il principale paese ospitante di bambini adottati da altre nazioni, seguiti da Italia (4.130 nello stesso anno), Francia, Spagna, Canada, Svezia, Paesi Bassi, Germania, Danimarca, Belgio e Svizzera. L’Italia, dove le adozioni internazionali sono sensibilmente calate nel 2011, era tra l’altro l’unico di questi paesi ad aver registrato un loro incremento, addirittura del 21%: qui, nel 2010, proveniva dall’Africa 1 bambino adottato su 10. “I soldi determinano non solo il modo in cui le adozioni vengono intraprese, ma anche i motivi per i quali molte di queste vengono avviate. I soldi non sono uno dei tanti fattori – sono un fattore chiave che deve essere affrontato se si vuole proteggere in maniera efficace i diritti umani dei bambini africani per quanto riguarda le adozioni interstatali,” afferma un altro rapporto dell’Acpf, intitolato “Adozioni Interstatali: una Prospettiva Africana”.
Il rapporto osserva che molti orfanatrofi in Africa sono stati istituiti per generare profitti, ricevendo fino a 30.000 dollari per ogni bambino adottato dai futuri genitori. Mentre anche la Convenzione dell’Aia del 1993 afferma che l’adozione interstatale dovrebbe essere l’ultima risorsa; solo 13 stati africani sono parte della convenzione e, a parte il Sudafrica, non includono cinque tra le principali provenienze di bambini adottati nel continente (Etiopia, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo e Mali).

Fonte: Agenzia Dire

  • Articolo pubblicato il 19 Giugno 2012