Global Gender Gap 2014

photo by Janne Moren

Parità di genere uguale maggiore competitività dei paesi. Lo sottolinea a lungo il Gender Global Gap, il rapporto del World Economic Forum che oggi fa il punto sulle pari opportunità tra uomini e donne in 142 paesi diversi. Arrivato alla sua nona edizione il rapporto consente di fare comparazioni tra i diversi paesi e individuare traiettorie di miglioramento (o peggioramento). Sono quattro i macrotemi affrontati dal rapporto: vita economica, salute, educazione e partecipazione politica. I quattro settori mostrano forti discrepanze su scala globale. Mentre la partecipazione al mercato del lavoro formale e la distribuzione della ricchezza sono ancora fortemente sproporzionate e i miglioramenti negli ultimi anni sono minimi (un piccolo 4%), l’accesso alla salute ha fatto grandi passi avanti: ben 35 paesi hanno chiuso il gap e lo stesso si può dire per l’educazione dove uomini e donne sono quasi pari (li separa un piccolo 5%). I cambiamenti più rilevanti sono arrivati nella partecipazione alla vita politica, che però rimane anche il settore in cui il divario è più ampio.

Il podio non presenta soprese: Islanda, Finlandia e Norvegia seguite da Svezia e Danimarca, la seconda metà della classifica è interessante: al 6 posto troviamo il Nicaragua, seguito da Rwanda, Filippine, Belgio e Irlanda. E l’Italia? Si classifica 69, una posizione non proprio avanzata ma in via di miglioramento rispetto al 71 dell’anno scorso e all’80 di due anni fa. Cosa ci spinge in basso? Soprattutto l’esclusione delle donne dalla vita politica ed economica. Tra le nostre vicine brillano la Francia che entra nella TOP20 per la prima volta collocandosi al 16 posto e la Germania che mantiene la sua posizione al posto numero 12, la Spagna è ventinovesima, una posizione abbastanza alta, peccato che nel 2007 fosse nella TOP10.

Infine nel rapporto viene data grande importanza alla relazione tra uguaglianza di genere e competitività dei paesi, in tempi di crisi è particolarmente importante ricordarsi e ricordare che non conviene sprecare il talento delle donne tagliandole fuori dalla vita economica e politica.

Qui il rapporto completo e un’interessante mappa navigabile. E qui, un articolo di inGenere a firma diMara Gasbarrone che invita a maneggiare con cura i dati del rapporto.

Fonte: ingenere.it

  • Articolo pubblicato il 6 Novembre 2014