Il senso della Giornata della Memoria: “basta indifferenza su intolleranza e razzismo”

Nelle parole della Comunità di Sant’Egidio il senso e l’utilità del 27 gennaio, Giornata della Memoria delle vittime della Shoah.

Giornata della Memoria - Comunità di Sant'EgidioA cosa serve celebrare, a 72 anni di distanza dalla liberazione dei campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau, una Giornata della Memoria? Ricordare lo sterminio degli ebrei trova senso se lo si rende attuale. Il rischio non è quello che il popolo ebreo possa subire una nuova Shoah. Il 27 gennaio è una data importante nel nostro calendario perché deve metterci in guardia rispetto a ciò che l’uomo è in grado di fare contro altri uomini. Non solo ebrei.

Il dramma della seconda guerra mondiale è una memoria ancora viva nella nostra cultura, continuamente rinfrescata dal cinema, dalla letteratura e della televisione. Ma facciamo fatica a generalizzare questo dramma. Estrarre le cause, le radici dell’odio che ha portato a quest’orrore. Fenomeni, apparentemente innocenti, di diffidenza verso il diverso possono sfociare nell’intolleranza e nel razzismo. Deve preoccupare il cinismo con il quale, oggi, molte persone commentano la morte nel Mediterraneo di altri esseri umani, impegnati in un viaggio verso la salvezza. Indipendentemente dal fatto che scappino dalla guerra o dalla povertà.

Un invito a rendere attuale la Giornata della Memoria, oggi, 27 gennaio, viene rivolto dalla Comunità Sant’Egidio in un suo comunicato. Il senso dell’esistenza di questa ricorrenza dovrebbe essere evidente: riconoscere l’intolleranza ancora presente nella nostra cultura, nel nostro linguaggio. Indipendentemente dal gruppo sociale o dall’etnia verso i quali si rivolge il pregiudizio.

“Troppa indifferenza di fronte ai nuovi atti di intolleranza e di razzismo, che vediamo riprodursi anche nel continente che conobbe il sorgere del nazismo, rischia di creare una pericolosa complicità. Si devono invece valorizzare gli atti di solidarietà, integrazione e inclusione sociale a favore dei più deboli e discriminati, che vedono protagonisti già tanti cittadini in Italia. Occorre moltiplicarli per creare una nuova cultura e trasmetterla alle giovani generazioni. È il modo migliore per celebrare la Giornata della Memoria e impegnarci per costruire una civiltà del convivere in cui ci sia spazio per tutti”.

A cosa serve ricordare il dramma del popolo ebreo? Per evitare che qualcuno provochi, e gli altri accettino passivamente, un nuovo dramma, un nuovo sterminio. Contro gli ebrei, contro chi migra per ragioni economiche, sociali o politiche, contro chi ha un’orientamento sessuale diverso.

  • Articolo pubblicato il 26 Gennaio 2017