Nasce il “teacher assistant” per favorire l’apprendimento linguistico

Nasce il “teacher assistant” per favorire l'apprendimento linguistico

A partire dal 26 settembre, per celebrare la Giornata Europea delle Lingue, in molte classi del Piemonte ha fatto il suo ingresso una figura nuova nella scuola italiana: il “teacher assistant”, un assistente linguistico madrelingua che avrà la funzione di assistere e supportare le lezioni nelle lingue straniere.itisexam
Il progetto, ancora in via sperimentale, è partito l’anno scorso e si propone soprattutto come “esca” per invogliare il Ministero dell’Istruzione a coinvolgere le altre regioni nella stessa iniziativa. Il ministro Stefania Giannini, promotrice dell’iniziativa, ha dichiarato il bilinguismo (o multilinguismo) un elemento talmente diffuso da richiedere necessariamente un’operazione di adeguamento del sistema scolastico. “Il nostro Stato non può più tirarsi indietro” ha osservato il ministro durante una conferenza stampa a Palazzo Vecchio a Firenze, in occasione della Giornata Europea delle Lingue. I dati rivelano che il 50% dei cittadini europei dichiara di utilizzare spesso una seconda lingua, e la scuola primaria deve allungare il passo in questo processo di evoluzione garantendo un insegnamento diffuso delle lingue straniere. Il progetto piemontese è pensato e realizzato in collaborazione con il Wep, World education program, l’organizzazione che ogni anno segue circa 3000 ragazzi che lasciano l’Italia per partire verso 65 Paesi stranieri. Quando lo scorso anno la scuola ha sottoposto l’idea ai genitori degli studenti questi sono stati tanto entusiasti da proporsi per ospitare gli studenti stranieri in arrivo in Italia in scambio con gli italiani.  Le scuole accolgono reciprocamente i ragazzi inserendoli nel proprio orario scolastico, nelle ore di inglese, tedesco, francese e cinese, dove la loro mediazione tra insegnanti e studenti è da subito proficua. L’esito è sempre positivo: studenti italiani e “studenti – teachers” stranieri stringono legami solidi nei loro mesi di permanenza, nella maggior parte dei casi motivando e incuriosendo gli italiani a imparare una nuova lingua. Per ora l’iniziativa è riservata agli istituti superiori ma potrebbe essere estesa in futuro anche alle scuole elementari, dove gli alunni sono particolarmente recettivi e imparano con maggiore disponibilità nuove lingue.
Giannini riferisce che dopo l’introduzione della seconda lingua nella seconda elementare il Governo potrebbe scegliere in un futuro prossimo di anticiparla alla prima, anche se questo richiederebbe una formazione e certificazione in più dei docenti. È richiesta infatti una competenza più alta  e nell’insegnamento delle materie curricolari, ma anche, e soprattutto, nelle lingue straniere. I sindacati per ora si dicono scettici e spingono in primo luogo per reintrodurre il modello di scuola elementare precedente alla riforma Gelmini che prevedeva tempo pieno e compresenze.
070-341

Fonte: dirittisociali.org

  • Articolo pubblicato il 8 Ottobre 2014