Lo studio “Crescere” racconta la normalità dell’adolescenza

I ragazzi di oggi sono al centro di statistiche, allarmi, paure, ansie. Ma qualcuno li ascolta davvero? Lo studio CRESCERE lo ha fatto e continuerà a farlo, con l’obiettivo di indagare la normalità e la quotidianità dei dodicenni di oggi, con uno sguardo a tutto tondo. Soni quasi cinquecento i ragazzi della provincia di Padova e del comune di Rovigo protagonisti dell’indagine, con le loro famiglie.

Nel corso del convegno “Il benessere e la crescita dei nostri ragazzi” (27 settembre), sono stati presentati a Padova i risultati della prima annualità dello studio, realizzato dalla Fondazione Zancan con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con il De Leo Fund, la Fondazione Città della Speranza, la Fondazione Bortignon e l’Oic, con il patrocinio dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e il sostegno dell’Ufficio del Pubblico Tutore dei minori del Veneto. Allo studio collaborano 84 Comuni della provincia di Padova, il Comune di Rovigo e l’azienda Ulss 16.

Conclusa la prima annualità il progetto non si esaurisce, anzi: i ragazzi infatti saranno “monitorati” fino al compimento del 18° anno di età. Questo consentirà non solo di avere una fotografia del loro presente, ma di poter anche seguire la loro crescita e i cambiamenti nel tempo. “Serve un allenamento all’ascolto – ha detto il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato -. Noi abbiamo cercato di farlo, in modo delicato e discreto, e abbiamo percepito l’emozione dei ragazzi nell’essere ascoltati”. Lo studio, aggiunge il direttore, “è una grande opera sociale che fornisce un patrimonio di conoscenza che non teniamo per noi, ma che restituiamo alla comunità mettendolo a disposizione dei ragazzi stessi, delle famiglie, delle istituzioni, delle scuole, di tutti coloro che gravitano intorno all’infanzia. Di questi dati dovremo far tesoro”.

“Il grande valore aggiunto di questo progetto è che è uno studio non sul disagio ma sulla normalità, che ci fornisce informazioni utili per una seria programmazione sociale, nell’ottica di una prevenzione non emergenziale” ha sottolineato l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Padova Alessandra Brunetti. E il Pubblico tutore dei minori del Veneto Aurea Dissegna ha aggiunto: “Siamo talmente abituati a parlare di problemi, difficoltà e disagio che a volte fa perdere il profilo della buona crescita. Questi percorsi di normalità subiscono due minacce forti: da parte del contesto sociale incerto e di una generazione di genitori molto fragile sul versante educativo, che sconfina anche sul fronte affettivo. Cogliere la quotidianità può aiutarci a individuare le determinanti positive per uno sviluppo equilibrato”. Matteo Segafredo, Fondazione Cariparo, ha sottolineato: “Questo studio ha lo scopo di accompagnare i ragazzi, di non lasciarli soli, affinchè non rinuncino a capire il loro presente e a orientarsi nelle scelte per la loro vita”.

ALCUNI DATI

Nel corso del convegno sono stati approfonditi alcuni aspetti emersi dallo studio. Il rapporto con i genitori, ad esempio, è positivo: per 6 ragazzi su dieci è facile parlare con il padre e 8 su dieci parlano facilmente con la madre. Quasi tutti sono soddisfatti dei loro genitori e non vorrebbero cambiarli. Il 77% è soddisfatto della propria vita, il 22,2% lo è così così e meno dell’1% si dichiara insoddisfatto.

Sul totale del campione, l’8% sono ragazzi con cittadinanza straniera. I questionari evidenziano una stretta relazione tra la provenienza del ragazzo e la cittadinanza degli amici che frequenta: tra i ragazzi italiani, due su tre dichiarano di frequentare nel loro tempo libero soltanto italiani. Nelle classi in cui ci sono sia italiani sia stranieri, ma in prevalenza italiani, la proporzione di chi frequenta solo italiani scende al 59%. Ancora più bassa tra chi è in classi a maggioranza straniera (13%).

Dallo studio emerge che due dodicenni su tre apprezzano la scuola: piace “molto” al 10,3%, “abbastanza” al 55,8% mentre al 27,3% “non piace tanto” e al 6,7% “non piace per niente”. Oltre la metà del campione (60,9%) afferma di sentirsi “un po’ stressato” per il lavoro che fa a scuola, mentre il 23,2% lo è “abbastanza” e il 4,3% molto. La maggioranza degli studenti valuta in modo positivo i propri insegnanti: il 66,3% dichiara di sentirsi trattato in modo giusto, il 58,2% si sente incoraggiato a esprimere il proprio punto di vista. Il 67,4 %si dice d’accorso sul fatto che “quando ho bisogno di aiuto supplementare dagli insegnanti, posso riceverlo”

Anche il rapporto con i compagni di classe è sostanzialmente buono: il 66,6% ritiene i compagni gentili e disponibili e la stragrande maggioranza (80%) si ritiene accettato per quello che è. Tuttavia, il 65% dei ragazzi afferma di aver subìto almeno una forma di bullismo negli ultimi 6 mesi, mentre il 52% ammette di averli compiuti. Le forme più frequenti di bullismo sono di tipo verbale: insulti, offese, prese in giro, falsità. Il 49% dichiara di «essere stato insultato, offeso o preso in giro» almeno una volta negli ultimi sei mesi. Il 7% «tutti i giorni o quasi». Il bullismo relazionale colpisce 1 ragazzo su 3,  che dice di essere stato «escluso o ignorato dal gruppo».

Ai ragazzi è stato chiesto anche del loro rapporto con l’alcol. L’11,5% ammette di aver consumato alcolici negli ultimi 12 mesi, mentre il 3,7% di averne consumato in passato. L’8% dei ragazzi dichiara di essersi ubriacato almeno una volta nella vita, di cui il 2% più di qualche volta. Tra i ragazzi che bevono, il 70% sono maschi e il 30% sono femmine. La bevanda alcolica più consumata è il vino, seguito da birra, spritz e superalcolici: il 74% dei ragazzi infatti dichiara attualmente di bere vino, il 60% afferma di bere birra. Il consumo di bevande alcoliche avviene principalmente in casa, ad esempio durante i pasti, infatti il 62% dei ragazzi dichiara di bere solamente a casa. “Questi dati offrono spunti di riflessione interessanti – ha commentato il direttore Vecchiato -. Il consumo di alcolici è basso, direi fisiologico. Ed è significativo che avvenga soprattutto a casa, in famiglia quindi sotto il controllo genitoriale”.

Solo l’1,1% dei ragazzi dichiara di aver fumato tabacco negli ultimi 12 mesi, l’1,6% di aver fumato in passato e il 97,2% di non aver mai fumato. Il 60% dei fumatori sono maschi, il 40% femmine. Il 40% di chi fuma ammette di fumare qualche volta al mese, nessuno fuma tutti i giorni o tutte le settimane.

Fonte: fondazionezancan.it

  • Articolo pubblicato il 1 Ottobre 2014