Sguardi verso il futuro – Sfide e prospettive nel rapporto fra giovani rom e società italiana

Martedì 6 maggio, ore 10 presso il Dipartimento di Scienze della Formazione, Aula Volpi – Via Milazzo 6 – Roma
Sguardi verso il futuro
Sfide e prospettive nel rapporto fra giovani rom e società italiana
Per chi lavora alla effettiva inclusione dei rom nel nostro paese, i giovani rom rappresentano allo stesso tempo la principale speranza e preoccupazione.
Nei loro confronti il razzismo e la segregazione che molti dei rom subiscono appare ancora più grave perché nasconde e rischia di annullare traiettorie di vita che già si sono costruite a stretto contatto con i coetanei, condividendo stili e pratiche di vita quotidiana che vanno dalla cura dell’abbigliamento all’utilizzo dei social networks.
Ma al contempo, i giovani sono anche al centro di quelle strategie di distanziamento e auto-esclusione che gli stessi gruppi rom mettono in atto in risposta alla discriminazione subita: le
esperienze di contatto e di relazione diretta di cui i giovano sono protagonisti, possono cioè attivare una dinamica paradossale che, in nome dell’auto-difesa, porta all’irrigidimento di valori e norme sociali, in particolare quelle basate sui valori tradizionali dell’onore e della vergogna che limitano le libertà dei ragazzi.
Inoltre nei loro confronti, la società italiana mette in campo atteggiamenti opposti e schizofrenici.
Essi vengono ritratti come vittime di una cultura e di una società, quella “zingara” e “nomade” che li costringe a matrimoni precoci o gli impone di diventare fonte di redditto attraverso l’elemosina o addirittura il furto. Così i giovani rom, soprattutto quelli che crescono all’interno dei campi-nomadi, da un lato appaiono come i più pericolosi rappresentanti di una differenza ritenuta irriducibile e pericolosa e dall’altro sono divenuti i principali bersagli di progetti sociali ispirati alla tutela di diritti ritenuti fondamentali. Eppure anche i numerosi interventi, che riportano il gergo e le pratiche dell’umanitario nelle periferie delle città italiane, hanno avviato dinamiche contraddittorie, sia per le opzioni politiche e culturali di fondo che hanno spesso riaffermato la separazione e la differenza dei rom, sia in merito ai risultati ottenuti e quindi all’efficacia dei finanziamenti pubblici che sono stati investiti.
Su questi temi, l’Osservatorio sul razzismo e le diversità “M. G. Favara” e la Fondazione Romanì organizzano, in occasione della giornata conclusiva della campagna Fuochi Attivi, una giornata di dibattito stimolata dalla presentazione e dalla discussione collettiva del volume di Ulderico Daniele “Questo campo fa schifo.Etnografia dell’adolescenza rom fra periferie e scenari globali” (MetiEdizioni, Roma, 2013).

Interverranno:
Francesco Pompeo – coordinatore Osservatorio sul razzismo
Nazzareno Guarnieri – Presidente Fondazione Romanì
Ulderico Daniele – autore del volume
I giovani del corso Fuochi Attivi
Anna Aluffi Pentini –
Università Roma Tre
Marco Accorinti – CNR
Info e contatti: [email protected]
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  • Articolo pubblicato il 5 Maggio 2014