Roma, pollice verso per criminalità e trasporto pubblico

La pubblicazione del rapporto annuale Eures disegna un ritratto “al nero” della capitale: crimini e denunce aumentano, con 477 furti al giorno, ovvero un furto ogni tre minuti, 325 mila reati denunciati nel 2012 (+ 3,7 rispetto al 2011). E 5.299 reati violenti – tra omicidi volontari, tentati omicidi e violenze sessuali – denunciati nel 2012 solo a Roma. Anche sotto il profilo del trasporto pubblico – l’altro oggetto dell’analisi dell’istituto – la performance è deludente, e colloca la città in fondo alla graduatoria delle capitali europee. Il 2012 è dunque stato «ancora un anno nero per la sicurezza a Roma e nel Lazio. Reati in aumento del 3,7% (+12,2% in 5 anni). Sono 325 mila i reati denunciati nel 2012 nel Lazio, con una crescita di oltre 10 mila unità rispetto al 2011 (+3,7%) e di oltre 50 mila sul 2009, quando ammontavano a 271,5 mila (+2% a livello nazionale nel 2012). Roma, con 269 mila denunce nel 2012, presenta il quadro più allarmante (+4,4% sul 2011, pari a +11.208 reati in valori assoluti)». La Capitale è «seguita da Rieti (4,9 mila e +4,2%) e Viterbo (11,7 mila reati e +3,8%), mentre una leggera flessione si osserva a Frosinone (13,9 mila denunce pari a -0,9%) e Latina (25,7 mila reati, pari a -1%). I furti rappresentano a Roma e nel Lazio la maggioranza dei reati denunciati (rispettivamente il 60,8% e il 57,7% del totale, a fronte del 53,9% in Italia). A Roma, dove si concentra l’87,2% dei furti regionali (163 mila sui 187 mila totali) si conferma il rischio più alto, con 40,7 furti ogni 1.000 abitanti (erano 35,4 nel 2008), mentre valori inferiori a quelli medi regionali (33,9) e nazionali (25,5) si rilevano a Latina (21,6), Viterbo (17,2), Rieti (12,5) e Frosinone (9,7). I 187.425 furti censiti nel Lazio nel 2012 si traducono in 512 furti al giorno (erano 457 nel 2008), pari a 21,3 ogni ora. Particolarmente significativo, in tale contesto, il dato di Roma, dove i 447 furti denunciati in media ogni giorno nel 2012 (51 in più rispetto ai 396 del 2008), significano 18,6 ogni ora, ovvero un furto ogni 3,2 minuti». «Omicidi volontari, tentati omicidi, violenze sessuali e lesioni dolose registrano nel Lazio nel 2012 una dinamica di crescita (+6,6% rispetto al 2011 e +21,9% rispetto al 2008, a fronte di incrementi più contenuti in Italia, pari a +1,3% e +4,6%). A livello provinciale Rieti (+21,8% nell’ultimo anno) e Viterbo (+15,1%) rilevano l’aumento più elevato, seguite da Roma (+6,8%), Frosinone (+3,6%) e Latina (+1,9%), che si conferma la provincia più a rischio, con 17,5 reati violenti ogni 100 mila abitanti, seguita da Viterbo (14,1), Roma (13,2), Frosinone (13) e Rieti (10,4), unica provincia a registrare un valore inferiore a quello medio nazionale (12,8). È in famiglia che si registra «il maggior numero di omicidi negli ultimi 5 anni (con 70 vittime su 220, pari al 31,8% del totale), seguito dalla criminalità comune (30,5% e 67 vittime), che sale invece al primo posto a Roma (con il 30,1% delle vittime, seguito da quello familiare con il 28,3%). Seguono gli omicidi tra conoscenti (30 vittime, pari al 13,6%), quelli maturati all’interno di rapporti economici o lavorativi (14, pari al 6,4%), quelli di vicinato (12 e 5,5%) e quelli ascrivibili alla criminalità organizzata (7 vittime, pari al 3,2%). Aumentano  nel Lazio anche i casi di femminicidio: «già 15 vittime contro i 9 dell’intero 2012». «Tra il 2003 e il 2012 nel Lazio sono state 126 le donne uccise, con una media annua di 13 vittime, uccise nel 74,6% dei casi nell’ambito familiare o affettivo – si spiega -; il 12,7% dei femminicidi (16 vittime) è da attribuire alla criminalità comune, mentre l’8,7% (11 vittime) si è consumato all’interno di una relazione di prossimità diversa da quella familiare (amicale, di vicinato, economica o lavorativa). È la provincia di Roma a contare il 70,6% dei femminicidi laziali censiti tra il 2003 e il 2012 (con 89 vittime). «Il dato più allarmante sembra tuttavia riguardare l’aumento dei reati sessuali che coinvolgono i minori, saliti a 196 nel Lazio nel 2012, con una crescita del +42% rispetto alle 138 denunce del 2011. Nella prevalenza dei casi (138) si è trattato di violenza sessuale vera e propria (56 casi, +51,4% rispetto al 2011) o di atti sessuali con un minorenne (56 denunce, +21,7%), in 53 casi di reati correlati alla pornografia minorile (26 casi, +52,9%) o alla detenzione di materiale pedopornografico (27 casi, +237,5%), in 19 casi si è trattato di episodi di prostituzione minorile (rispetto ai 16 del 2011) e in 12 casi di corruzione di minore (+50% rispetto agli 8 casi dell’anno precedente)».

Ed eccoci al capitolo trasporti: biglietto meno costoso ma offerta carente, tra le più basse in Europa. Il rapporto Eures registra  nella capitale la più bassa dotazione di linee metropolitane (2 linee, 51 stazioni e 41,5 Km percorsi), a fronte del valore più elevato a Londra (13 linee che percorrono 460 Km e fermano in 382 stazioni), seguita da Madrid (279 Km e 232 stazioni) e Parigi (217 Km e 300 stazioni). Anche per il trasporto su gomma, con 3.500 Km percorsi dai 2.450 bus circolanti, Roma si colloca in fondo alla graduatoria delle Capitali Europee, con scarti significativi nel confronto con l’offerta di Berlino (30 mila Km), Madrid (26 mila Km) e Parigi (25 mila Km). Inferiore soltanto il dato di Bruxelles (684 Km percorsi), la cui dimensione è tuttavia 10 volte inferiore a quella Capitolina. A fronte di un’offerta pubblica ancora distante dagli standard europei, la Capitale si distingue per un costo del servizio all’utenza decisamente più contenuto: il prezzo del biglietto orario (1,50 euro, con una validità di 100 minuti), risulta analogo a quello di Madrid (1,50 euro per un massimo di 5 fermate di metro o per una singola tratta su gomma), ma molto inferiore a quello di Amsterdam (2,60), Londra (2,50), Berlino (2,40) e Vienna (2 euro). Analogamente il costo dell’abbonamento mensile, pari a soli 35 euro, risulta il più basso tra le Capitali europee considerate, a fronte dei 134 euro di Londra, dei 77 euro di Berlino, dei 56 di Parigi, dei 51 di Bruxelles, dei 48 (fino a 54) di Madrid, dei 45 di Vienna e dei 43 di Amsterdam (dove talvolta risulta vincolato a specifici «settori» delle città).

Nel confronto europeo i cittadini di Roma presentano anche la più alta propensione a recarsi al luogo di lavoro con un mezzo di trasporto privato (56,7%, contro il 23,2% di Parigi, il 27% di Praga, il 37,6% di Berlino e il 41% di Madrid), con evidenti conseguenze sulla qualità della mobilità urbana. Contestualmente è il comune di Roma a registrare il più elevato tasso di motorizzazione privata, con 1,9 milioni di autoveicoli circolanti nel 2011, pari a 699,2 ogni 1.000 abitanti, a fronte di valori notevolmente inferiori a Parigi (250), Amsterdam (252,7), Berlino (285,6) e Londra.

Fonte: dirittisociali.org

  • Articolo pubblicato il 23 Dicembre 2013