“Oltre la Gelata”: l’agricoltura sociale riflette su cosa fare per migranti e adolescenti

Da un progetto di agricoltura sociale della Coop Kairos, Campi Aperti – Oltre la Gelata, è nato un laboratorio che ha riunito a Roma esperti e operatori del settore. I temi: mobilità umana e adolescenti.

L'on. Massimo Fiorio ha partecipato al seminario "Oltre la Gelata. Riprogettarsi con l'Agricoltura Sociale" di KairosUn patrimonio di esperienze da elaborare e sul quale riflettere per far crescere un settore del welfare che è, al contempo, innovativo e tradizionale. Il seminario “Oltre la Gelata. Riprogettarsi con l’Agricoltura Sociale“, primo incontro del ciclo AgriLab inaugurato dalla Cooperativa Sociale Kairos, ha messo di fronte operatori che si occupano di giovani, migranti e agricoltura sociale nel Lazio e in altre parti d’Italia, imprenditori agricoli, ricercatori e semplici curiosi. Vi hanno partecipato anche l’on. Massimo Fiorio, vice presidente della Commissione Agricoltura alla Camera e primo firmatario della legge sull’agricoltura sociale, Marco Berardo Di Stefano, presidente della Rete Fattorie Sociali, Tiziana Piacentini, presidente di Associazione Oasi.

Alla Città dell’Altra Economia di Roma, giovedì 9 febbraio, Kairos ha approfittato della conclusione del progetto Campi Aperti – Oltre la Gelata per tenere viva la discussione all’interno della comunità di pratiche legate a questo innovativo modello d’intervento che favorisce l’inclusione sociale di soggetti emarginati. In modo particolare, “Oltre la Gelata” ha portato la discussione su due categorie di soggetti: i migranti e i NEET (Not engaged in Education, Employment or Training). Si tratta di “persone che vivono una transizione, un momento di stallo, una fase della vita in cui bisogna decidere che direzione prendere” ha spiegato Andrea Zampetti, professore universitario alla Pontificia Università Salesiana e pedagogista che guida sul campo i progetti di agricoltura sociale della Cooperativa Kairos. In questa fase di “riprogettazione” della vita intervengono l’educatore e l’agricoltura sociale, che aiutano il ragazzo ad andare “oltre la gelata”.

Ai migranti e ai NEET sono legati i due temi dell’incontro, “Mobilità umana” e “Adolescenti“, che sono stati sviluppati dai partecipanti ai due tavoli di lavoro del laboratorio. Una “Sessione di Ri-progettazione”, in cui persone impegnate o interessate all’ambito dell’agricoltura sociale hanno messo a disposizione la propria esperienza per definirne i punti di forza, le debolezze, le opportunità e i rischi. Concetti dal quale partire per progettare ancora agricoltura sociale, in favore dei giovani appena giunti in Europa o ad un passo dalla vita adulta. Un tesoro esperienziale per far crescere, insieme ai ragazzi, un modello d’intervento che recupera quanto di più tradizionale possa esserci nella nostra cultura e nel mondo del sociale: il mondo dell’agricoltura.

Tanti gli stimoli arrivati dal vivo confronto sul tema della mobilità umana, guidato da Emanuele Selleri di Casa Scalabrini 634. Solo per citarne alcuni, l’opportunità di creare integrazione nei quartieri attraverso gli orti urbani e di rivitalizzare tradizioni e territori abbandonati grazie ai migranti e all’agricoltura.
Dall’esperienza di chi lavora a contatto con i giovanissimi è emersa la capacità dell’agricoltura sociale di puntare su formazione, aggregazione e socializzazione di ragazzi che vengono da contesti o situazioni personali difficili.

La Sessione di Ri-progettazione è stata preceduta da una serie di interventi e approfondimenti. Francesca Giarè del Crea ha illustrato numeri e tendenze dell’agricoltura sociale in Italia, un mondo composto da 299 enti e realtà imprenditoriali o associative, il 68% delle quali impegnate nell’inserimento socio lavorativo di soggetti svantaggiati. Fratel Gioacchino Campese del Scalabrini International Migration Institute ha contrapposto l’agricoltura sociale, spazio di accoglienza e inclusione per i migranti, ai fenomeni di sfruttamento. Martino Rebonato di Kairos ha trattato il tema dell’adolescenza, “forse il terreno meno esplorato nelle pratiche di agricoltura sociale a livello normativo”, delineando le ragioni alla base di un approccio pedagogico che veda nell’agricoltura e nella ruralità un fattore decisivo per un’educazione integrale dei ragazzi.

È in programma nel 2017 un secondo AgriLab, in autunno, con l’intenzione di portare avanti questo confronto e tenere viva la comunità di organizzazioni impegnate in agricoltura sociale.

Per approfondire: Kairos Racconta – Blog di Kairos Cooperativa Sociale