#nonèfestapertutte | Festa della mamma: nella Città di Roma possono festeggiare solo alcune madri

Comunicato #nonèfestapertutte

L’appello alle istituzioni di Rete Mb Lazio Mam&Co, CNCM e CNCA Lazio

 

Roma, 9 maggio 2021 – Se sei una donna sola che vive a Roma con i figli a carico, i tuoi diritti sono fortemente violati. Tale situazione è aggravata da una serie di variabili, come: 1) aver partorito senza un appartamento in cui abitare; 2) ritrovarsi disoccupata; 3) aver denunciato il proprio compagno a seguito di violenze e abusi. Per questi e altri casi, esiste una rete di comunità di accoglienza diffuse su tutto il territorio capitolino e regionale, che, come previsto da apposita normativa, garantisce l’accoglienza e il sostegno del nucleo, grazie al lavoro di professionisti e volontari.

“L’obiettivo dell’accoglienza nelle comunità mamma/bambino – afferma Salvatore Carbone, Portavoce della Rete Mam&Co – è quello di permettere alla donna con figli di superare il momento di fragilità e realizzare, insieme a lei ed ai servizi sociali territoriali, un percorso di nuova autonomia tramite la stabilità lavorativa, l’accesso a una abitazione dignitosa e l’attivazione di relazioni sociali”.

“Quello che denunciamo – prosegue Carbone – è che la Sindaca Virginia Raggi e l’Assessora ai Servizi Sociali Veronica Mammì, nonostante le numerose e costanti sollecitazioni del privato sociale, continuano a non rispondere concretamente ai bisogni e ai diritti né delle madri né dei minori. Numerose sono state le comunicazioni, anche formali, recapitate al Comune di Roma da parte delle realtà che quotidianamente operano in questo settore, fra cui: “Quelle donne non valgono ZERO” del 18 febbraio 2020 e “Non lasciateci soli” del 18 marzo 2020. La risposta, ancorché fortemente necessaria in un periodo emergenziale quale l’attuale, è stata il totale e disarmante silenzio”.

Il rispetto di alcuni diritti fondamentali, quale quello alla salute, alla casa, al lavoro e – quindi – a un’esistenza dignitosa per sé e per i propri figli, non può essere demandato interamente alle realtà del privato sociale. Esse, infatti, si trovano spesso a operare in condizioni di estrema precarietà, in assenza di sostegni effettivi da parte dell’amministrazione capitolina.

“Le strutture e le loro educatrici non ce la fanno più a sopportare i costi economici e umani legati all’accoglienza dei nuclei, dopo mesi di appelli inascoltati caduti nel vuoto, per di più in una fase drammatica come quella attuale segnata dalla pandemia” afferma Gianni Fulvi, Presidente di C.N.C.M. “molte case famiglia e comunità alloggio sono ormai prossime alla chiusura, quelle che hanno resistito hanno dovuto fare appello alla generosità dei propri donatori e sostenitori, e in alcuni casi dei propri stessi lavoratori. Se non si interverrà con urgenza Roma perderà un capitale di solidarietà e prossimità, espressione del suo Terzo Settore, che non potrà più recuperare”.

Roma è la città che destina, per l’accoglienza dei nuclei madre – bambino, le tariffe più basse di tutti i comuni laziali. Le comunità residenziali autorizzate, infatti, percepiscono rette non sufficienti a garantire un positivo percorso verso l’autonomia abitativa, reddituale e genitoriale. Il paradosso che denuncia la Rete Mam&Co è che queste strutture riceverebbero maggiore sostegno economico da Roma Capitale, se
ad essere accolto fosse solo il minore. La contraddizione emerge in tutta la sua gravità consultando il tariffario minimo disciplinato dalla Regione Lazio.

La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata dall’Italia nel 1991, afferma espressamente che: “i bambini hanno il diritto a uno stile di vita sano, che consenta loro di crescere dal punto di vista fisico, mentale, morale e sociale. A tale fine gli Stati devono aiutare i genitori ad assicurare ai propri figli queste condizioni”.

Se il Comune di Roma non rispetta il diritto di una donna a essere madre, anche se sola e in condizioni di estrema vulnerabilità, significa anche che sta violando – sistematicamente – il diritto del bambino a essere figlio.

 

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  • Articolo pubblicato il 8 Maggio 2021