Il valore dell’immigrazione: tra realtà e falsi miti

Il valore dell’immigrazione: tra realtà e falsi mitiLa Fondazione Leone Moressa con il sostegno di Open Society Foundations ha presentato la ricerca “Il valore  dell’immigrazione”, da cui emerge che esiste una differenza positiva di 3,9 di miliardi di euro tra le spese sostenute e le entrate sostenute per l’ingresso degli stranieri in Italia, smontando così uno dei luoghi comuni più diffusi sulla presenza di migranti nel nostro Paese, cioè quello del loro ingente costo.

Complici i media, negli ultimi anni fioriscono gli slogan più fantasiosi sul mantenimento degli stranieri, incluse le storie che vedono sacrificare le pensioni dei pensionati più indigenti in favore delle risorse economiche dedicate ai migranti, in vantaggio direttamente dei migranti stessi.
La realtà è molto lontana da questo stereotipo. In primo luogo, la ricerca rivela che gli stranieri in Italia producono l’8,8% della ricchezza nazionale, per una cifra totale di oltre 123 miliardi di euro.
Enrico di Pasquale, ricercatore della Fondazione Moressa, ha commentato i dati ribadendo che l’immigrazione più che un problema rappresenta un business per l’Italia: solo nel 2013 sono stati registrati oltre 600mila imprenditori stranieri, questo si traduce in 3,5 milioni di contribuenti che nonostante la crisi rappresentano il 10,8% totale dei lavoratori, con un tasso di occupazione del 57,1% sul totale di stranieri.
Parte della ricerca è stata inoltre dedicata proprio al ruolo determinante che rivestono i media nella propaganda falsa dell’informazione, prendendo in esame gli articoli comparsi sul tema immigrazione tra gennaio e giugno 2014 su La Repubblica, Il Corriere della Sera e il Sole 24 ore.
Nelle maggiori testate italiane i migranti (sempre “immigrati”) continuano da anni ad essere i principali protagonisti di fatti di criminalità, con un focus particolare sulle storie rovinose degli sbarchi, menzionate per alimentare l’allarmismo populista più che per amore di cronaca.
Una concentrazione di articoli sugli sbarchi si è registrata proprio nei primi mesi del 2014, quando era in pieno svolgimento l’operazione Mare Nostrum; gli articoli con tematica economica in quel periodo sono vertiginosamente calati venendo relegati al 12% della produzione giornalistica.
Mario Morcellini, ordinario di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi alla Sapienza di Roma, commentando la ricerca della Fondazione Leone Moressa ha parlato di una “cinica campagna di marketing antisocial e finalizzata a una sconvolgente guerra tra poveri” che attualmente affligge l’informazione del nostro Paese: i dati positivi emersi dalla ricerca non risultano mai menzionati prediligendo sempre l’onda xenofoba che vuole gli stranieri come la personificazione del male in ogni ambito, mentre non si considera il fatto che i migranti pesano e incidono negativamente molto meno degli italiani stessi sul sistema sanitario e su quello pensionistico, essendo mediamente più giovani e produttivi.
La ricerca si conclude infine con “nove raccomandazioni” dedicate ai giornalisti e agli operatori del settore per invitarli a restituire un’immagine dell’immigrazione molto meno allarmista ma più aderente alla realtà dei fatti.

Fonte: dirittisociali.org

  • Articolo pubblicato il 17 Febbraio 2015