L’annus horribilis delle raccolte fondi

Nel 2011 l’Istituto italiano della donazione ha rilevato un notevole calo delle entrate delle associazioni: 4 su 5 hanno raccolto meno dell’anno precedente. Resistono solo le grandi, ma a patto che siano famose. Ecco i dati su cui riflettere
 

Se Monti ha detto che “la ripresa è dentro di noi”, certo non sta dentro le casse delle associazioni non profit. O almeno, non la si è vista nel 2011 quanto a raccolte fondi, secondo i dati dell’ottava edizione del rapporto semestrale  “L’andamento delle raccolte fondi nel terzo settore: bilanci 2011 e proiezioni 2012” realizzata dall’Osservatorio di sostegno al Non Profit sociale dell’Istituto Italiano della Donazione (IID).

I dati fotografati dall’istituto, e presentati il 19 settembre a Roma con un evento organizzato in collaborazione con Assif (Associazione italiana fundrasier), sono tutti negativi:
– solo una organizzazione intervistata su 5 ha visto aumentare le entrate rispetto al 2010, contro un 39% che non ha avvertito nessun cambiamento e un 37% che dichiara di averla diminuita;
– rispetto al 2010 si dimezza il numero delle associazioni che migliorano la raccolta fondi;
– aumenta di un terzo il numero delle associazioni che peggiora la propria raccolta fondi nel 2011;
– nel primo semestre del 2012 le organizzazioni che hanno stimato di aver raccolto di più dai privati sono solo il 14%.

Un’altra cattiva notizia arriva dal fronte donatori: per la prima volta infatti si assiste a una contrazione della raccolta fondi da privati, sia persone fisiche che aziende. I cittadini, pur essendo indicati dal 50% delle associazioni come la fonte di entrata più generosa, perdono 11 punti percentuali rispetto all’indagine condotta a inizio anno. Un peggioramento che diventa più evidente sul fronte aziende, indicate dal 37% come le meno generose (con un incremento del 16%).

Le uniche buone notizie arrivano da uno sparuto gruppo di associazioni (solo 10 sulle 180 del campione) che hanno registrato risultati eccellenti sia sulla raccolta fondi che sulle entrate totali del 2011 e dichiarano un trend positivo anche nel 2012. Si tratta di realtà con ben precise caratteristiche (entrate totali sopra il milione di euro, utilizzo di tutti gli strumenti di raccolta fondi con predilezione per la raccolta da privati, ottima notorietà), soprattutto internazionali con ampie risorse e competenze dedicate alla raccolta fondi. Fanalino di coda sono 24 associazioni che peggiorano sia la raccolta fondi che le entrate totali, con un trend negativo nel 2012. Il loro identikit? Entrate sotto il milione di euro, raccolta fondi tradizionale basata sul direct mail, scarso uso delle donazioni online.

“L’andamento negativo delle raccolte fondi – commenta Franco Vannini, Coordinatore Comitato Associati IID – richiede lo sviluppo di iniziative sempre più professionalmente adeguate, grazie al lavoro di fundraiser preparati. La crisi, però”, continua Vannini, “deve essere vista anche come un’opportunità di alzare la testa per l’economia civile che vuole presentarsi sulla scena come realtà sempre più convincente, conveniente e qualificata. L’Istituto, con la sua attività di verifica e monitoraggio costante, è al servizio di questo non profit virtuoso”.

“I dati fotografano un trend negativo, ma attenzione: non cala il numero dei donatori, che diminuiscono solo del 3%, cala l’entità della singola donazione”, avverte il presidente di Assif, Luciano Zanin. “La vera difficoltà è incontrare nuovi donatori e fidelizzarli, un’impresa in cui falliscono soprattutto le realtà di medie dimensioni che operano principalmente in Italia. E se va complessivamente meglio alle grandi organizzazioni internazionali, è anche vero che qualche segnale di ripresa viene anche dalle piccole realtà locali, soprattutto del centronord. Non dimentichiamoci che la contrazione delle risorse riguarda anche il settore pubblico”, continua Zanin, “perciò nel mercato delle raccolte fondi stanno entrando anche quei soggetti, come le cooperative sociali, che prima contavano molto sui fondi pubblici e ora si stanno buttando sul fundraising da privati. Ecco perché la figura del fundraiser diventa sempre più importante, dato che solo un vero professionista può aiutare le associazioni nel compito più difficile: andare a caccia di nuovi sostenitori”.

Fonte: vita.it

  • Articolo pubblicato il 20 Settembre 2012