Decolla protocollo Anci-Dap per reinserimento detenuti, 50 Comuni pronti ad adesione

“Un’idea positiva e già apprezzata, sia dai detenuti che dai direttori dei penitenziari. Un progetto che porta con sè enormi potenzialità per il concreto reinserimento sociale di chi sta scontando una pena in carcere”. Così il Sindaco di Padova e delegato Anci alla Sicurezza Urbana, Flavio Zanonato, commenta il secondo incontro del Comitato di Gestione del protocollo tra Anci e Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia), finalizzato proprio al reinserimento lavorativo dei detenuti. L’incontro, avvenuto nella sede del Dap a Roma, è stato occasione per mettere a frutto le esperienze già avviate in fase sperimentale, ma soprattutto per definire un piano che da qui a giugno sarà in grado di coinvolgere i primi 50 Comuni nei progetti di reinserimento.
Il caso scuola presentato è proprio quello di Padova, alla luce del quale Zanonato afferma che “l’idea è stata molto apprezzata soprattutto dai detenuti: nessuno, tra coloro a cui è stata proposta la possibilità di lavorare fuori dalle mura del carcere, ha rifiutato”. Allo stesso tempo Zanonato non nasconde che “esistono una serie di problemi, sia dal punto di vista procedurale che dal punto di vista burocratico, che potrebbero limitare la possibilità dei Comuni di aderire in forma compiuta al progetto”. Tra questi, sicuramente, il blocco delle assunzioni imposto agli Enti locali e i vincoli del Patto di stabilità.
Proprio alla luce di queste criticità il Comitato ha stilato una serie di linee guida per i Comuni e un modello standard di adesione, che serviranno a guidare le amministrazioni nelle procedure. Al contempo l’ANCI ha già registrato la disponibilità di 50 Comuni a presentare progetti di adesione al protocollo.
Insomma, sostiene il Direttore generale delle Risorse del Dap, Alfonso Sabella, “Con oggi il progetto inizia finalmente a prendere forma, tanto che speriamo di renderlo completamente operativo già dalle prossime settimane, in modo che entro giugno partano i progetti dei primi 100 Comuni che hanno intenzione di aderire. Siamo soddisfatto soprattutto – conclude Sabelli – per un’iniziativa che contemporaneamente valorizza la funzione rieducativa della pena, promuove l’azione risarcitoria dei detenuti nei confronti della società, non svilisce il loro lavoro e assolve ad una funzione risocializzante e formativa, nell’esclusivo interesse della collettività”.
Fonte: anci.it
  • Articolo pubblicato il 18 Aprile 2013