Quasi un italiano su tre a rischio povertà

Numeri record per povertà ed esclusione sociale in Italia: il 28,4% dei residenti in Italia è a rischio. A dirlo è l’Istat, Istituto nazionale di statistica, nella sua ultima ricerca (disponibile qui): nel 2011 l’indicatore è cresciuto del 2,6% rispetto a un anno prima, e le cause sono l’aumento della quota di chi si trova a rischio di povertà (dal 18,2% al 19,6%) o in condizioni di severa deprivazione (dal 6,9% all’11,1%).

 

I dati sono addirittura più alti rispetto alla media dell’Unione europea, che è al 24,2%, in primis per la componente della severa deprivazione (11,1% contro una media dell’8,8%) ma anche del rischio di povertà (19,6% contro 16,9%). Nell’ultimo anno aumenta chi vive in famiglie che dichiarano di non potersi permettere, nell’anno, una settimana di ferie lontano da casa (dal 39,8% al 46,6%), oppure che non hanno potuto riscaldare adeguatamente l’abitazione (dall’11,2% al 17,9%), o che non riescono a sostenere spese impreviste di 800 euro (dal 33,3% al 38,5%). Il 19,4% delle persone residenti nel Mezzogiorno é gravemente deprivato, valore più che doppio rispetto al Centro (7,5%) e triplo rispetto al Nord (6,4%). Nel Sud l’8,5% delle persone senza alcun sintomo di deprivazione nel 2010 diventa gravemente deprivato nel 2011, contro appena l’1,7% nel Nord e il 3% nel Centro.
Si trovano più spesso in condizioni di disagio le famiglie monoreddito, come gli anziani soli e i monogenitori, e quelle con tre o più figli minori. Il rischio di povertà, calcolato sulla base del reddito 2010, mostra aumenti più marcati tra gli individui residenti nelle regioni del Mezzogiorno, in famiglie monoreddito, dove la fonte principale di reddito é da lavoro, sia dipendente sia autonomo, tra le coppie con figli, con almeno un minore, i monogenitori e le famiglie di altra tipologia, con membri aggregati.
Il rischio di povertà, calcolato sulla base del reddito 2010, mostra aumenti più marcati tra gli individui residenti nelle regioni del Mezzogiorno, in famiglie monoreddito, dove la fonte principale di reddito è da lavoro, sia dipendente sia autonomo, tra le coppie con figli, con almeno un minore, i monogenitori e le famiglie di altra tipologia, con membri aggregati. Il 50% delle famiglie residenti in Italia ha percepito, nel 2010, un reddito netto non superiore a 24.444 euro l’anno (circa 2.037 al mese). Nel Sud e nelle Isole, metà delle famiglie percepisce meno di 19.982 euro (circa 1.665 euro mensili).
Il reddito mediano delle famiglie che vivono nel Mezzogiorno è pari al 73% di quello delle famiglie residenti al Nord, valore inferiore a quello registrato nel 2009 (76%); nel Centro la quota si attesta al 94% (era il 96%) a segnalare un aumento del divario territoriale, a svantaggio del Centro-sud. La quota di reddito totale del 20% più ricco delle famiglie residenti in Italia è pari al 37,4%, mentre al 20% più povero spetta l’8% del reddito, spiega l’Istat.

Fonte: vita.it

  • Articolo pubblicato il 11 Dicembre 2012