La scuola scopre i prof volontari

In Inghilterra la prima scuola in cloud prevede l’intervento via Skype di insegnanti in pensione, mentre a Brescia si pensa a insegnanti volontari per le attività di supporto agli alunni in difficoltà con la lingua italiana

La scuola scopre il volontariato. Durante queste lunghissime vacanze scolastiche, sono circolate due notizie in questo senso, inedito e per certi versi sorprendente.

La prima è che in Inghilterra è nata la prima scuola in cloud. L’ha aperta Sugata Mitra all’interno della George Stephenson High School di Killingworth, in Inghilterra. È la prima esperienza di un progetto più ambizioso, quello che Sugata Mitra ha presentato al TED Prize l’anno scorso, vincendolo, che prevede un altro laboratorio nel Regno Unito e cinque in India. Il presupposto del nuovo laboratorio è l’innata capacità di apprendimento dei bambini, il metodo consiste nel solleticarli con domande intriganti. Fisicamente si tratta di un’aula piena di pouf colorati e touch screen. A Killingworth gli studenti hanno iniziato a lavorare sulla domanda: “Chi ha inventato l’algebra?”. A guidare la ricerca dei ragazzi c’è – ecco il punto – un ex insegnante in pensione, un volontario del Granny Cloud, che compare via Skype a grandezza naturale sui giganteschi schermi dell’aula: «un mediatore in linea dal “Granny Nube”», scrive il blog di TED, «non tanto per istruire gli studenti, ma per offrire loro incoraggiamento». I cinque laboratori di apprendimento in cloud saranno lanciati in

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India nel 2014, e il secondo laboratorio UK andrà in diretta in primavera. Queste esperienze saranno presentate pubblicamente a marzo in occasione della Conferenza annuale di TED a Vancouver.

La seconda notizia invece arriva dalla nostra Italia, per l’esattezza da Brescia. L’assessorato all’Istruzione del Comune di Brescia – ha scritto la Repubblica – ha messo in campo l’idea di coinvolgere docenti e professionisti in pensione interessati a offrire ai ragazzi le loro competenze, naturalmente come volontariato. «Una volta raccolte le adesioni al progetto, il Comune stilerà un elenco dal quale le singole scuole bresciane potranno attingere per dare sostegno a tutti quei progetti

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bloccati dalla mancanza di fondi», si è detto. «Quella di nominare docenti in pensione per collaborare alle attività scolastiche a titolo gratuito – ha detto Marcello Pacifico, presidente Anief – è una deriva che trae origine dai tagli ai finanziamenti per le scuole. La carenza di soldi nelle scuole sta producendo delle soluzioni sempre più ingegnose. Ma che a volte sembrano oltrepassare il buon senso». Forse invece è un passo per organizzare in maniera più funzionale un mondo di generosità che già esiste nei vari dosposcuola e che se volontari e ufficio scolastico si parlano può diventare più fruttuoso. Stiamo parlando di progetti, non di ore curricolari. Voi che ne pensate? (di Sara De Carli)

Fonte: vita.it

  • Articolo pubblicato il 8 Gennaio 2014