Il lavoro in carcere diventa verde

Dal riciclo alle energie alternative, la svolta “green” del lavoro in carcere. A Rebibbia si smista l’acciaio, a Barcellona Pozzo di Gotto e in Puglia si installano pannelli solari.

 

Gli istituti penitenziari italiani puntano sull’ecosostenibilità per l’inserimento lavorativo dei detenuti. Si moltiplicano nel paese le esperienze “green” in materia di riciclaggio di rifiuti o di energie alternative, alle quali è dedicato un approfondimento nel numero di settembre di “Le due città”, il periodico del Dap. In cima alla lista c’è il programma nazionale di solarizzazione, progetto condiviso con il ministero dell’Ambiente che prevede l’installazione di 5 mila metri quadri di pannelli solari. A livello locale, invece, sono i singoli penitenziari a sperimentare le innovazioni. Come a Rebibbia, dove dallo scorso febbraio è operativo il progetto del Consorzio Nazionale Acciaio e della onlus “Rebibbia Ricicla” per il riciclaggio dell’acciaio. All’interno della struttura è stato allestito l’impianto di smistamento che consente a 10 detenuti, coordinati da un tecnico, di smistare i rifiuti provenienti da parte della provincia romana.

Nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto da tempo è in corso il progetto “Luce e Libertà” per il reintegro di 56 internati in regime di proroga, che pur avendo terminato la misura di sicurezza non hanno altro posto dove andare. Attraverso la realizzazione di pannelli solari e grazie all’energia da essi prodotta si punta ad avere un budget di cura per consentire a ogni internato il trasferimento in comunità terapeutiche alternative. Nel 2005 in Emilia Romagna è stato firmato l’accordo quadro territoriale per lo sviluppo di laboratori e attività di pre-trattamento di Raee contenuto nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche delle stazioni ecologiche del Gruppo Hera. Il progetto, che impegna detenuti di Ferrara, Bologna e Forlì, è nato nell’ambito dell’iniziativa comunitaria Equal Pegaso, finanziata dalla Regione Emilia Romagna con il Fondo Sociale Europeo.

Il riciclaggio del Raee (rifiuti elettronici) è stato al centro anche del corso attivato a Sollicciano dove da settembre quattro detenuti sono impiegati nel trattamento di questo tipo di rifiuti. Sempre in Toscana, nella casa circondariale Gozzini, sono attivati corsi sulla riduzione e sul riciclaggio dei rifiuti, realizzati in collaborazione con l’azienda Quadrifoglio. Grazie al supporto di Publiacqua si prevede inoltre l’attivazione di corsi sul consumo responsabile di acqua ed è in progetto l’inserimento di filtri da inserire nei rubinetti dei refettori. All’esterno, invece, i detenuti sono impegnati nella pulizia degli argini dell’Arno. In Puglia il provveditorato dell’amministrazione penitenziaria con la regione ha attivato corsi di formazione in materia di installazione e manutenzione di pannelli solari. Si stanno inoltre studiando nuove iniziative green da applicare alle eccellenze produttive realizzate nei penitenziari, come i taralli di Trani e la panificazione concentrata nella zona di Altamura.

Fonte: globalist.it

  • Articolo pubblicato il 5 Novembre 2012