EURES si rinnova: più mobilità per combattere la disoccupazione

Porre le basi per un mercato del lavoro europeo per ridurre il numero di disoccupati. Con questo obiettivo, la Commissione europea ha proposto una riforma dell’EURES, la rete paneuropea dei servizi per l’impiego.

Le nuove proposte mirano ad aumentare la mobilità dei lavoratori all’interno dell’Unione europea, a facilitare il contatto con i datori di lavoro che richiedono persone con competenze specifiche e a sostenere programmi mirati di mobilità per i giovani.

Una rete “giovane”

La nuova versione della rete EURES sarà più orientata ai giovani, che hanno una maggiore propensione a spostarsi, e darà risalto a forme di occupazione che combinano lavoro e apprendimento, come i tirocini. Il portale EURES sarà infine rinnovato con l’aggiunta di strumenti per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e per semplificare l’accesso ai servizi di informazione sul mercato del lavoro.

Più partner, più opportunità

La riforma permetterà di aumentare il numero di partner che offrono servizi di mobilità attraverso EURES e realizzerà una cooperazione tra servizi per l’impiego pubblici e privati al fine di ampliare la copertura dei posti disponibili, attualmente pari al 30-40% dei posti vacanti complessivi.

L’attuazione della decisione da parte della Commissione e degli Stati membri è prevista per il 1° gennaio 2014. Per quella data tutti i paesi partecipanti dovranno aver designato servizi specializzati che organizzino la riforma, lavorino con i nuovi partner e sviluppino i servizi mirati necessari.

Rispondere a specifiche esigenze economiche

Nonostante l’alto livello di disoccupazione (più di 25 milioni di persone nell’UE), vi sono ancora carenze di manodopera e posti di lavoro difficili da occupare. Dalla metà del 2009 il numero di posti vacanti è infatti in aumento, in particolare nei settori a forte crescita, come le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e l’economia verde.

Una volta riformata, la rete EURES sarà in grado di mettere in collegamento le persone in cerca di un lavoro – o che desiderano cambiarlo – e i posti di lavoro vacanti, mentre i datori di lavoro potranno più facilmente accedere a un vasto bacino di candidati nel quale trovare le persone con le competenze di cui hanno bisogno per sviluppare e far crescere la loro impresa. La nuova decisione della Commissione permetterà perciò a EURES di rispondere direttamente a specifiche esigenze economiche.

Cos’è EURES?

EURES è un rete per la ricerca di posti di lavoro, costituita dai servizi per l’impiego di 31 paesi europei, ossia gli Stati membri dell’UE, i paesi SEE (Norvegia, Islanda e Liechtenstein) e la Svizzera.

Il portale EURES è un servizio gratuito che fornisce informazioni in 25 lingue sulle condizioni di vita e di lavoro in tutti i paesi partecipanti. Il sito web riceve 4 milioni di visite mensili, stabilisce 150 000 contatti al mese tra persone in cerca di lavoro e datori di lavoro producendo circa 50 000 impieghi all’anno e una media, calcolata in un dato momento di un determinato mese, di 750 000 curricula ospitati. Nel portale EURES è infine possibile consultare il calendario degli eventi che raccoglie centinaia di eventi organizzati in tutta Europa.

Contesto

Il principio della libera circolazione dei lavoratori consente ai cittadini dell’UE di cercare lavoro in un altro paese dell’UE, trasferirvisi senza bisogno di un permesso di lavoro.

Attualmente i cittadini dell’Unione residenti in uno Stato membro diverso da quello di cui posseggono la nazionalità rappresentano solo il 3,1% della popolazione attiva dell’UE. Il loro numero è peraltro aumentato quasi del 60% dal 2005 sull’onda soprattutto degli allargamenti del 2004 e del 2007.

Nel complesso si stima che nel periodo 2004-2009 i flussi di mobilità dopo l’allargamento abbiano prodotto un incremento del PIL dei paesi dell’UE a 15 dell’1% circa. La crisi economica tuttavia ha comportato una diminuzione dei flussi di mobilità tra paesi dell’UE: nel periodo 2009-2011 sono diminuiti di un terzo rispetto al periodo 2006-2008.

Fonte: ec.europa.eu

  • Articolo pubblicato il 27 Novembre 2012